Massimo D'ALEMA - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 169 - seduta del 03-07-2002
2002 - Governo I Leone - Legislatura n. 4 - Seduta n. 6
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signor presidente del Consiglio , onorevoli colleghi , le dimissioni di un ministro della Repubblica, scelta sofferta di una persona, meritano sempre rispetto sotto il profilo personale. ma debbo dire con eguale sincerità che trovo sprecato il riferimento al senso dello Stato. senso dello Stato avrebbe comportato un impegno per evitare una situazione così penosa ed imbarazzante come quella nella quale si trovano non solo il Governo, ma questo Parlamento e le istituzioni. le parole di elogio del presidente Berlusconi alla memoria di Marco Biagi, che hanno trovato il consenso di tutti noi, non rimediano alla battuta cinica con la quale si è ferita la memoria di un uomo caduto per servire lo Stato. si tratta di una battuta cinica che ha creato una ferita non solo nel rapporto tra Governo ed opinione pubblica , ma fra istituzioni e paese. il rispetto della morte vorrebbe che le persone che sono cadute non fossero, di volta in volta, evocate come eroi o come rompiscatole a seconda delle convenienze e che non si cercasse di usarne la memoria come tema di agitazione politica e di propaganda. vorrei anche aggiungere che — e questo vale per il nuovo ministro al quale va il nostro augurio di buon lavoro — vi è qualche altro problema a cui ci aspettiamo una risposta. ciò non perché siamo faziosi, ma perché riteniamo si debba dire la verità al Parlamento sulle ragioni per le quali non il 9 giugno, alla vigilia dell' insediamento del suo Governo, onorevole Berlusconi, il comitato per l' ordine pubblico e la sicurezza di Roma decise di togliere la scorta al professor Biagi, perché, a due anni dalle ragioni che avevano portato a quella scorta (l' accordo di Milano, l' attentato alla Cisl milanese), quello era un atto burocratico. ma il Parlamento deve essere informato sul perché, nel momento in cui il suo nuovo incarico lo esponeva a rischio ed egli stesso aveva segnalato tale rischio con tante lettere di cui siamo venuti a conoscenza, non si sia provveduto, di chi sia la responsabilità e che cosa ci sia scritto nel rapporto che è stato secretato su tale questione: lo devono sapere il Parlamento ed il paese. una battuta polemica sul Governo Amato, quella sì, è faziosa e di cattivo gusto. signor presidente del Consiglio , la baldanza con la quale di solito ella affronta i momenti difficili tuttavia non riesce a nascondere la sostanza politica della situazione in cui si svolge questo dibattito. il Governo subisce un nuovo pesante smacco. in un anno se ne sono andati il ministro degli Esteri , il ministro dell'Interno ed anche un certo numero di sottosegretari. devo dire sinceramente che, al di là della legittima sicurezza con cui ella ripropone il programma di modernizzazione del paese, si ha la sensazione di un carrozzone che ad ogni curva perde un pezzo e che... e che manifesta una difficoltà grave ed una clamorosa impreparazione a governare. la giornata poi non vi è stata propizia perché si aggiunge, da Bruxelles, l' eco — ma ne parleremo — della severa censura nei confronti delle escogitazioni del suo creativo ministro dell' Economia e delle Finanze — che Dio ce ne scampi! — che credo lascerà un' eredità preoccupante al paese. questa sembra essere la situazione reale. vorrei, entrando nel merito delle cose che lei ha detto, dire che la caduta del ministro Scajola non è soltanto frutto di gaffe e di improvvisazioni; è anche il frutto di un clima che è stato avvelenato da una scelta politica che è stata quella di utilizzare in modo strumentale la tragedia del terrorismo per alzare il tono della polemica nei confronti dell' opposizione e delle lotte sociali. lei stesso non si è sottratto a questa tentazione, prima quando si riferì, in modo assai infelice, all' assassinio di Massimo D'Antona come ad un regolamento di conti all' interno della sinistra, poi quando, con un accostamento davvero inquietante, disse che non si sarebbe fatto intimidire né dalla piazza né dalle pallottole, dimenticando che la piazza è la democrazia, mentre le pallottole sono l' eversione. lei, in un discorso contraddittorio, ad un certo punto ha detto che questo accostamento non è giusto. al riguardo vorrei essere più preciso: l' accostamento tra lotta sociale e terrorismo non è soltanto moralmente disgustoso e politicamente inaccettabile: è anche sbagliato. vede, negli anni Settanta , si sosteneva esattamente l' opposto e cioè che la mancanza di conflitto sociale apriva la strada al terrorismo perché le contraddizioni che non trovavano la loro espressione sul terreno della dialettica democratica prendevano la forma dell' eversione. il capogruppo del suo partito, quello che ha parlato prima di me, era uno dei sostenitori di queste affermazioni. vede, trovo che queste discussioni sono sbagliate. il terrorismo ragiona in modo diverso da noi. il terrorismo non è mosso né dalle polemiche né dalla mancanza delle polemiche. Massimo D'Antona fu ucciso in un momento di collaborazione tra Governo e forze sociali , in un momento di unità del sindacato. in realtà, mentre noi ci avvolgiamo in queste polemiche, che davvero lacerano il tessuto politico-democratico, in realtà misuriamo che non disponiamo più di adeguati strumenti, innanzitutto sul piano della conoscenza del fenomeno terroristico; misuriamo inoltre che lo Stato appare debole, incapace di ottenere dei risultati e dico questo sapendo che in ciò vi è anche una nostra responsabilità. ero io capo del governo quando fu ucciso Massimo D'Antona e sono passati più di tre anni; ed è evidente che quell' apparato di conoscenza, di indagine e di repressione che, con l' unità del paese, vinse il terrorismo, poi, nella convinzione che questo pericolo non vi fosse più, è stato dismesso ed oggi siamo deboli. e bisognerà — e qui, davvero, l' opposizione darà il suo contributo — tornare a discutere di quali strumenti di coordinamento utilizzare sul piano delle indagini, della repressione, del contrasto ed anche sul piano parlamentare. abbiamo costituito Commissioni sull' affare Mitrokhin, su Telekom Serbia, mentre probabilmente, una commissione parlamentare che si occupi del terrorismo interno e internazionale sarebbe più utile a fronteggiare un' emergenza vera del paese. occorre un salto di qualità e l' opposizione è disposta a contribuire a questo salto di qualità . al nuovo ministro pongo un ultimo problema; si tratta di un problema acuto che, essendo un uomo esperto, sicuramente comprenderà immediatamente. nelle vicende di questi giorni e di questi mesi torna un fenomeno inquietante, qualcosa che, nel rapporto tra politica e apparati dello Stato, ci riporta molto, molto indietro: il pericolo che si riapra una stagione di veleni, di lettere che si trovano in momenti particolari, di dischetti che svaniscono. il paese ha conosciuto altri momenti di questo tipo ma, allora, c' era una giustificazione, vale a dire la guerra fredda . oggi, tale giustificazione non c' è più e l' unica motivazione sarebbe l' immaturità democratica e l' inaffidabilità della classe dirigente . gli apparati dello Stato si chiamano « dello Stato » , in quanto sono al servizio di tutti e non di una parte politica . ritengo che, da questo punto di vista , al Governo spetti fornire segnali di un cambiamento di rotta. da Genova in poi si è creata una ferita, che rischia di avvelenare il confronto tra le forze politiche . se da questa sconfitta il Governo vuole trarre una lezione e vuole aprire un corso politico più civile nei rapporti con l' opposizione, credo sappia — e mi sono sforzato di indicare — cosa si deve fare affinché, almeno nella difesa delle istituzioni e nella lotta al terrorismo, questa nuova stagione della nostra democrazia sia all' altezza della migliore tradizione della Repubblica che abbiamo alle spalle.