Silvio BERLUSCONI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XIV Legislatura - Assemblea n. 169 - seduta del 03-07-2002
Sui recenti sviluppi relativi all'omicidio del professor Marco Biagi
2002 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 169
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signori deputati, con un gesto di dignità e di generosità che gli fa onore, il ministro dell'Interno Claudio Scajola ha rassegnato le sue dimissioni. il presidente della Repubblica ha già firmato, su mia proposta, il decreto di accettazione delle dimissioni dell' onorevole Scajola e di nomina del nuovo ministro dell'Interno nella persona dell' onorevole Giuseppe Pisanu. questo Governo, il nostro Governo, è al servizio del paese e la sua linea di condotta è chiara. nel nostro Governo, chi riconosce di aver sbagliato, si assume la responsabilità personale degli errori commessi e con questa assunzione di responsabilità dà prova della sua dignità e della sua integrità morale e politica e si mette a disposizione della Repubblica. ringrazio l' onorevole Scajola, il quale ha operato con imparzialità e con alto senso dello Stato, in un anno difficile alla guida del Viminale, e sono assolutamente certo che non verrà meno, nel prossimo futuro, il suo impegno politico e parlamentare. in una democrazia moderna, le dimissioni non sono un atto di autoemarginazione o di ostracismo: sono un gesto politico e morale affidato alla sensibilità personale, sensibilità che all' onorevole Scajola certo non è mancata. per esprimere un giudizio limpido sulle questioni di Stato occorre che la coscienza politica e morale sia perfettamente a suo agio con se stessa . la nostra lo è, perché mettiamo l' autorevolezza del Governo, la sua efficienza e la capacità di produrre quei cambiamenti a cui ci siamo solennemente impegnati con gli elettori al di sopra di qualunque interesse particolare. spero che anche quella dell' opposizione lo sia, perché qualsiasi governo ha bisogno di un' opposizione decisa ma non faziosa, chiara e trasparente nei suoi pronunciamenti e nei suoi comportamenti. e in materia di tutela della sicurezza interna e di lotta al terrorismo, questa necessità è, direi, assoluta; è una precondizione per il corretto funzionamento della democrazia. consentitemi di svolgere, con la consueta franchezza e senza spirito polemico, alcune considerazioni sul caso del professor Marco Biagi, ucciso da un gruppo terroristico che si è definito di comunisti combattenti, nella sua qualità di servitore pubblico e di consulente di questo Governo per la riforma del mercato del lavoro . Biagi è per tutti noi un eroe e un martire. è per tutti noi un martire strappato, dalla barbarie comunista e terroristica, ai suoi affetti e alla sua famiglia. ma è anche un protagonista....... di quel che si chiama riformismo e, aggiungo, riformismo moderno. era uno di quei tecnici e intellettuali che vogliono agire, che vogliono dare un corso pratico e concreto alle proprie conoscenze e al proprio pensiero nel campo del diritto del lavoro e dell' evoluzione generale della società. il professor Biagi aveva messo questa conoscenza e questa competenza al servizio dello Stato. non aveva pregiudizi né paraocchi. era disposto a collaborare ed ha alacremente collaborato, sia con i riformisti dell' Ulivo sia con quelli della Casa delle Libertà . l' importante per una personalità come la sua era stabilire un obiettivo di crescita, di risanamento, di ammodernamento del paese e cercare di raggiungerlo con le dovute mediazioni politiche e sociali, senza cedere alle lusinghe ideologiche di una vecchia cultura classista e delle sue scorie, a volte, tossiche. Biagi era un uomo di centrosinistra per formazione, ma sapeva che le definizioni politiche di appartenenza, talvolta, hanno qualcosa di arcaico e di sottilmente ricattatorio; ragion per cui aveva deciso di considerare il ministro Maroni e questo Governo, sia pure in un clima di divisione sociale fattosi, via via, sempre più caldo, anzi rovente, come gli interlocutori e gli alleati indispensabili per un processo di cambiamento sociale e di modernizzazione del paese di tipo europeo. Biagi non firmava appelli contro un presunto regime alle porte. firmò, invece, un libro bianco per cambiare le regole del mercato del lavoro e consentire a milioni di giovani di avere un futuro degno. è per questo che è stato barbaramente trucidato, dopo una lunga ed aspra campagna di delegittimazione della sua persona, di squalifica morale dei suoi comportamenti, di denuncia di quello che è stato malevolmente definito il suo collateralismo con il Governo e la Confindustria. questa è la nuda verità! e gridare contro la verità può essere una meschina consolazione autoassolutoria, ma non può essere, e non è, un risarcimento alla figura pubblica di un servitore dello Stato ucciso dalle nuove Brigate Rosse . permettetemi di continuare. signori della sinistra, sapete benissimo che l' atto... io capisco che il ribaltamento della verità è uno sport piacevole per alcuni signori della sinistra, ma sapete bene, sapete benissimo che l' atto amministrativo che ha dato il via, a cascata, ad altri atti amministrativi in altre prefetture è stato assunto dalla prefettura di Roma quando era in carica il Governo Amato. non ho detto che sia stata colpa del presidente Amato e del suo Governo, come non è stata colpa del Governo successivo...... perché la procedura delle scorte che abbiamo ereditato dai governi precedenti non funzionava ed è merito del nostro Governo averla modificata. questo Parlamento ha approvato...... qualche giorno fa una legge che renderà efficiente una nuova e più sicura normativa. di fronte a questa splendida figura di intellettuale e di tecnico del riformismo vilmente assassinato, è colpevole, è irresponsabile, è inaccettabile ogni atteggiamento che cerchi di lucrare vantaggi particolari introducendo nel paese e fra la gente nuovi elementi di aspra divisione. credo che, in cuor suo, smaltita l' indignazione per qualche strumentalizzazione malevola, anche il segretario della Cgil, come tutti noi, avrà modo, rileggendo bene le ultime lettere di Marco Biagi, di riflettere seriamente sui danni profondi che una gestione incautamente esasperata dello scontro sociale può provocare a tutto il paese ed anche alla credibilità del suo sindacato. signor presidente , non vedo davvero come non si possa da parte di tutti convenire che ci sono espressioni e parole, che non ho usato io, a partire dall' aggettivo scellerato, limaccioso, che in un paese civile e democratico dovrebbero esserci risparmiate. per usare la dolorosa ed intimidita espressione del professor Biagi nella sua lettera al direttore generale della Confindustria, certe critiche oblique, figlie di una vecchia cultura del conflitto, che non ha più niente a che vedere con l' effettiva difesa delle condizioni e dei diritti dei lavoratori, suonano o possono almeno essere percepite come vere e proprie minacce. in un paese civile esistono opinioni a confronto, non fedeltà o tradimenti da sanzionare con disprezzo ideologico. è evidente che ogni accusa diretta alla Cgil per l' assassinio di Biagi è una cinica strumentalizzazione...... oltreché un' autentica sciocchezza, così come è cinico e sciocco imputare a questo Governo che, come ho ricordato poco fa, ha almeno il merito di aver riformato con una legge il vecchio ed inefficiente servizio di protezione dei soggetti a rischio ereditato dai predecessori, quindi, credo sia davvero qualcosa che non ha radici nella realtà imputare a questo Governo di non aver difeso Biagi, come prima di lui non erano stati difesi i professori D'Antona , Ruffilli, Tarantelli e molti altri riformisti, molti altri eroi civili di questo nostro paese. ma noi siamo liberali e moderati e pensiamo che le questioni sociali si debbano risolvere con la trattativa e con il libero voto delle Camere, non con il massimalismo sindacale e l' esasperazione del conflitto sociale. pensiamo si debba costruire, come ha detto il presidente Ciampi, la più ampia unità repubblicana nella lotta contro chi vuole rovesciare le istituzioni ed imporre ai cittadini l' ordine del sangue e della violenza. in una democrazia compiuta come la nostra, il ministero dell'Interno non può essere né apparire un potentato al di sopra del controllo parlamentare. questo Governo, anche grazie all' impegno appassionato e tenace del ministro Scajola, ha fatto e sta facendo di tutto, in appena un anno di vita, perché il Viminale sia percepito come un braccio operativo dell' Esecutivo, che lavora sotto il controllo democratico delle Camere in modo incisivo e responsabile per la sicurezza dei cittadini e dello Stato. stiamo cercando di introdurre, in tutti i settori della Pubblica Amministrazione , criteri nuovi e più moderni di meritocrazia, di efficienza, di trasparenza. dell' amministrazione civile il ministero dell'Interno , con la rete dei prefetti e con i dipartimenti della Pubblica Sicurezza , è un motore decisivo. solo i governi forti e liberi, in un momento di difficoltà, sanno intervenire con radicalità, oltre che con cautela, per consentire a questo motore di funzionare a pieno regime. non pretendiamo che ci venga riconosciuto dai nostri avversari, ma è, precisamente, quello che abbiamo fatto in questa circostanza, liberi, come siamo, da alcun tipo di condizionamento. siamo convinti che l' opinione pubblica capirà e sosterrà questo nostro sforzo di trasparenza per il suo alto significato civile e morale, oltre che politico. fai quel che devi, avvenga quel che può: è questa l' etica degli uomini liberi, delle classi dirigenti capaci di non piegare principi assoluti alle convenienze di corto respiro. valutate con cautela, ed io aggiungo, con serenità, le conseguenze della decisione, abbiamo accettato, nella nostra autonomia e nella nostra responsabilità, il gesto d' onore di un galantuomo. sarebbe, certo, stato meglio se altri, in circostanze anche più gravi, avessero adottato lo stesso comportamento, come quando fughe di notizie impallinavano l' inchiesta sull' omicidio del professor D'Antona e ponevano le premesse per gli atti tragici accaduti successivamente. ma non è recriminando che otterremo giustizia per chi ha dato la vita per il suo paese. signor presidente , signori deputati, con le dimissioni del ministro dell'Interno , l' onorevole Scajola e il Governo tutto hanno dato prova, insieme, di sensibilità politica e di senso dello Stato. tocca ora all' opposizione dimostrare analogo senso dello Stato e aiutare tutto il paese ad uscire da una spirale di veleni e di conflitti che sono fuori del tempo, fuori dalla realtà, fuori dalla cultura civile degli italiani. lasciatemi concludere così: tutti, lo ripeto, tutti, dobbiamo lavorare senza riserve e senza secondi fini per mettere in grado la magistratura e le forze dell'ordine di assicurare alla giustizia gli assassini di D'Antona e di Marco Biagi e di sconfiggere, definitivamente, il terrorismo. è su questo sforzo nazionale che si misurerà la riconoscenza dello Stato verso i suoi fedeli servitori. tutti dobbiamo lavorare per svelenire il clima in cui, oggi, si discutono, con le forze sociali , cambiamenti decisivi per il progresso del paese. ciascuno difenda le proprie idee e le misuri con quelle degli altri, ma ciascuno faccia anche uno sforzo per cancellare le opache degenerazioni del linguaggio politico e sociale che queste idee esprime e rappresenta. tutti dobbiamo lavorare per onorare la memoria di Marco Biagi e degli altri che hanno perso la vita o recano ancora, nelle carni, il segno dell' offesa terroristica per aver messo la loro scienza al servizio del paese e della buona causa nell' ammodernamento e dell' efficienza della macchina produttiva dello Stato. è una lunga catena di sangue che ci riporta alla mente, oltre a quello di Marco Biagi, i nomi (che in parte ho già citato) di Ruffilli, di Tarantelli, di D'Antona , ma anche quelli di Giugni e Da Empoli . uomini di diversi orientamenti politici, accomunati dalla scelta di mettere il proprio sapere al servizio dello Stato e di una necessaria, indispensabile prospettiva riformatrice. il modo giusto per far rivivere il loro spirito riformatore, contro la criminale strategia degli ultimi reazionari a mano armata, può essere soltanto uno: realizzare le riforme. precisamente questo è il senso dello sforzo che vede impegnato il Governo, insieme alle componenti sociali più avanzate ed aperte, nella realizzazione del progetto di riforma del mercato del lavoro e dello stato sociale , lo stesso progetto che abbiamo ereditato dal professor Marco Biagi, un martire delle riforme. il terrorismo è riuscito ad uccidere l' uomo: non consentiremo che possa uccidere anche le sue idee, che sono le nostre.