Nichi VENDOLA - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 135 - seduta del 22-04-2002
2002 - Governo Pella - Legislatura n. 2 - Seduta n. 17
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi mi sia consentito di esordire con due osservazioni « laterali » , quasi di costume o di folklore politico. apprezzo l' autodenuncia dell' onorevole Cicchitto che stigmatizza l' uso polemico delle Commissioni d' inchiesta fatto dalla sinistra nel passato. forse sarebbe stato più elegante che tale denuncia egli l' avesse fatta quando era un autorevole esponente della sinistra medesima. seconda osservazione: comprendo che vi possa essere imbarazzo nei confronti della proposta tesa ad ampliare il raggio conoscitivo della Commissione di inchiesta. sarebbe davvero divertente scoprire che vi fu, in quell' epoca, un atteggiamento di geniale versatilità da parte di chi riusciva a prendere i soldi da est come da ovest. cari colleghi , signor presidente , vorrei tornare su un punto che è stato già sollevato in questo dibattito e che riguarda l' uso, ormai disinvolto e tendenzialmente estraneo ad una corretta dialettica parlamentare, dell' istituzione di Commissioni di inchiesta. a colpi di maggioranza si rifiutano proposte dell' opposizione — penso alla proposta di una Commissione di inchiesta sui fatti di Genova del luglio 2001 — e, naturalmente, con una certa speditezza, si varano le Commissioni utili alla propaganda di una maggioranza che ormai si articola come mera protesi delle volontà dell' Esecutivo. oggi si conclude, nella forma più pacchiana, l' iter relativo alla Commissione Mitrokhin. Sullo sfondo, cari colleghi , duole dirlo, non vi sono le aspre vicende del secondo dopoguerra e i dilemmi del Novecento, bensì le ben più prosaiche faccende di un centrodestra che, mentre predispone uno strumento spurio di storiografia di regime, cerca di sistemare le caselle delle proprie postazioni di potere. l' illustre collega che non riesce a varcare la soglia della Corte costituzionale dovrebbe sentirsi risarcito dal seggio di presidente di una commissione che nasce sotto i peggiori auspici. pare che il collega in questione, mantenendo fede a quella dignità intellettuale che l' ha sempre contraddistinto, rifiuti lo scambio e viene da pensare a Marco Pannella che, su questa violazione del dovere istituzionale di consegnare alla Corte costituzionale l' integrità della sua composizione e la pienezza delle sue funzioni, ha dedicato una forma estrema e nobilissima di protesta. evidentemente, in cielo volano alte le proclamazioni di principio, ma in terra camminano pratiche assai meno liriche di compensazione e di compromesso. noi siamo naturalmente contrari all' istituzione di questa commissione. non siamo contrari all' accertamento di qualsivoglia verità su qualsivoglia periodo della storia italiana. anzi, pensiamo, ad esempio, che sia un errore grave non riproporre in questa legislatura la Commissione di inchiesta sulle stragi, ossia su un periodo lungo e drammatico della democrazia italiana ancora gravato da ombre e da verità incomplete. il punto è che la vostra Commissione Mitrokhin non cercherà alcuna verità, ma proverà semplicemente a certificare una tesi politica precostituita, già straripata nelle malaccorte dichiarazioni di taluni colleghi, qui alla Camera come al Senato. il presidente Casini si è comportato diversamente dal presidente del Senato , il quale ha interrotto e redarguito il senatore relatore di questo provvedimento, che, esattamente come ha fatto l' onorevole Fragalà, aveva già presentato le conclusioni di un lavoro di indagine che dovrebbe, invece, appena cominciare. dunque, non c' è la volontà di cercare una verità, ma c' è la volontà di dimostrare una tesi e cioè di schiacciare la storia dei comunisti italiani e di una parte rilevante dell' opinione democratica del dopoguerra sul piano dell' infamia, del tradimento, dell' intelligenza con il nemico. inoltre, essa proverà a verificare il lavoro dei nostri servizi segreti durante gli anni degli ultimi governi di centrosinistra. il tutto a partire dai resoconti di un agente del Kgb che trasferisce le sue complicazioni spionistiche ai servizi di sua maestà britannica; dunque, sulla base di una traccia equivoca, caro collega Fragalà, assunta acriticamente, densa di informazioni grottesche, che vedrebbero come persone coltivate dal Kgb uomini della storia di Giuliano Zincone e di Jas Gawronski, schede che possono tranquillamente contenere notizie vere, notizie false, autentiche millanterie, utili ad accreditare il lavoro di intelligence. sulla base di tutto questo si procede ad un' inchiesta parlamentare . ma qual è l' oggetto dell' inchiesta? è una presenza spionistica in Italia? è una vicenda di finanziamento illecito della politica? e allora, cari colleghi , caro relatore, onorevole Cicchitto, su questo punto non avete risposto: per quali ragioni non si procede, come buonsenso e decoro istituzionale consiglierebbero, a varare, magari con l' accordo unanime delle forze politiche , inchieste rigorose nell' indicazione del proprio oggetto? indaghiamo pure sul tema del finanziamento illecito, del sistema politico nel corso del dopoguerra, incluso il ruolo che i servizi segreti ebbero come erogatori di contributi all' insieme delle forze politiche lungo decenni. e facciamolo, cari colleghi e care colleghe, senza smarrire il senso della misura e senza pensare che una grande storia come quella dei partiti italiani e della nostra democrazia repubblicana possa essere ridotta al rango di letteratura spionistica o di trame da fiction televisiva, perché questo davvero sarebbe un tragico ed un tragicomico compimento di tutte le vostre proclamate velleità garantistiche! se il tema, invece, è quello dell' invadenza spionistica di paesi stranieri, in violazione della nostra sovranità nazionale, si indaghi su tutta quella tela di ragni, sul Kgb, sulla Cia, sul Mossad, su tutti gli altri, e non si dica che la Cia era al servizio di un paese alleato perché allora sarebbe interessante capire quali interessi avesse quel paese alleato nel contribuire alla nascita e alla protezione di quella strategia della tensione che ha insanguinato vent' anni della nostra vita. come si vede, impostando correttamente il percorso e l' oggetto di un' inchiesta rigorosa su angoli bui del nostro passato anche recente, si può svolgere utilmente un lavoro che non si incardini sui binari accidentati di una sorta — così è stato autorevolmente detto — di tribunale speciale della storia. invece, non si vuole questo. si vuole una nuova palestra di anticomunismo, una nuova occasione di maccartismo da saldi di fine stagione, un processo al partito comunista , grezzo e volgare, nel nome di un revisionismo storico che trascende dall' accademia al cabaret. non si tratta naturalmente di una mera vendetta, quella dei vincitori che riscrivono la storia dalla parte dei vincitori. si tratta di un' intenzione politica: quella di ridurre protagonisti e vicende della storia passata a parabola criminale, al fine di costruire un' ipoteca sul futuro. appunto. demonizzare il protagonismo di grandi masse, vale per ieri, per oggi e per domani! ma io penso, cari colleghi e care colleghe del centrodestra, che non ci riuscirete perché troppo goffo e scoperto è il vostro tentativo. non sarete un quarto grado di giudizio a confronto con le cose torbide di un secolo grande e terribile. sarete soltanto una piccola scorribanda propagandistica, una Corte di giustizia improvvisata e un episodio di storiografia di regime. per tutte queste ragioni e nel nome di una verità che a noi non spaventa e che noi cerchiamo e cercheremo sempre, a partire dalle verità più scottanti sulla storia del comunismo novecentesco e dello stalinismo, ma contro le verità preconfezionate della vostra propaganda, noi diremo il nostro secco « no » a questa pagina miserabile della storia politica italiana !