Rosy BINDI - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 13 - seduta del 10-07-2001
Modificazioni al decreto legislativo n. 300 del 1999 ed alla legge n. 400 del 1988
2001 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 13
  • Attività legislativa

signor presidente , la ringrazio perché mi ha dato la possibilità di ascoltare l' intervento dell' onorevole Rognoni. signor presidente , onorevoli colleghi , membri del Governo, ripartirò da dove ero rimasta: come ministro della Sanità non condivisi il decreto legislativo numero 300 del 1999 che, istituendo il ministero del Lavoro , della salute e della solidarietà, di fatto soppresse il ministero della Sanità . non sosterrò oggi il contrario. non farò come l' attuale maggioranza e l' attuale Governo che non hanno il pudore di riconoscere le loro contraddizioni: le contraddizioni tra quanto sostenuto nella passata legislatura e quanto sostenuto in campagna elettorale ; le contraddizioni tra questo decreto legge e gli annunciati disegni di legge sulla devolution; le contraddizioni tra questo provvedimento e le interviste rilasciate dai ministri, in particolare dal ministro della Sanità . come dicevo, non cadrò in questa contraddizione, e mi piace qui ricordare le ragioni del perché ritengo necessario nel nostro sistema un ministero della Sanità e non un ministero della Salute . il nostro è un sistema sanitario fortemente regionalizzato; lo è in virtù del decreto legislativo numero 229 del 1999; lo è in virtù dell' introduzione del federalismo fiscale ; lo è e lo sarà ancor più in virtù della modifica del Titolo V della Costituzione che, di fatto, introduce l' autonomia organizzativa delle regioni in campo sanitario. è necessario un ministero della Sanità o della salute non perché il nostro è un servizio sanitario centralizzato, tutt' altro. proprio perché è un sistema fortemente regionalizzato necessita di un ministero forte, politicamente autorevole, tecnologicamente avanzato, innovativo nelle formule organizzative. ciò perché per realizzare la regionalizzazione, persino la devolution in settori importanti, come quello della sanità, se non si vogliono smentire i diritti contenuti nella Carta Costituzionale , non si può fare a meno di un' autorità nazionale che assicuri, attraverso la funzione del monitoraggio e del coordinamento, livelli essenziali ed uniformi di assistenza. parlo di monitoraggio, di coordinamento, e persino di esercizio — attraverso il sistema del consenso con la conferenza stato regioni — dei poteri sostitutivi. sono così tutti i grandi sistemi federali: gli USA, il Canada, la Germania, la Spagna, la Gran Bretagna hanno il ministero della Sanità . ciò perché, al contrario di quanto è avvenuto e continua ad avvenire in maniera preoccupante nel nostro paese, una società forte è frutto di un sistema centrale forte, di un sistema delle autonomie forti e di un sistema regionale forte. non è il frutto della competizione o, meglio, del conflitto tra i livelli istituzionali: questo è ciò che la maggioranza lascia ogni giorno intravedere. il vero welfare è quello locale e nasce solo ed esclusivamente dalla sintesi della autorevolezza dei livelli istituzionali. ecco perché sostenni e sostengo oggi che, quanto più un sistema sanitario si ispira al principio federalista, tanto più si ispira al principio della forte autonomia organizzativa dei sistemi regionali, tanto più necessita di una sintesi nazionale. tutti i sistemi federali che avevano intrapreso una strada diversa — un esempio per tutti è il Canada — e che fecero mancare per alcuni anni un momento centrale autorevole, finirono per trasformare l' autonomia organizzativa in uno smarrimento dei principi unificanti dell' universalità, della solidarietà dei sistemi sanitari e sono tornati indietro. ecco perché credo che il nostro attuale sistema — non quello che qualcuno annuncia che verrà, ma quello che c' è — necessitasse e necessiti di un momento nazionale politicamente autorevole, innovativo dal punto di vista organizzativo e capace davvero di assicurare autonomia ma perseguimento della stessa finalità che è la tutela della salute per tutti i cittadini in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale . a chi obiettò allora ed obietta oggi che non si sarebbe capita la modernità di un ministero del Welfare risposi e rispondo che oggi le politiche innovative della sanità chiedono altri tipi di relazioni intorno al valore della salute (il che significa integrazione con i servizi sociali per tradurre così il principio della centralità della persona) e richiedono, come prevedeva il piano sanitario nazionale 1998-2000, un forte patto di solidarietà per la salute con le politiche ambientali , con le politiche alimentari, con le politiche della sicurezza ampiamente intese, con la ricerca, con la formazione, con l' informazione, con le politiche delle risorse umane e delle professioni. quindi, non un numero di ministeri superiore, ma una diversa concezione nell' accorpamento delle politiche, considerando, peraltro, che le politiche del lavoro oggi sono sempre più legate alle strategie dello sviluppo, della coesione sociale e dell' integrazione. queste erano e queste sono le ragioni di tale posizione. ma vado oltre. sono anche disposta — una volta che si conoscerà questo fantomatico disegno di legge del ministro per le Riforme istituzionali e la devoluzione, quando saranno finiti i vertici, quando usciremo dal « chiacchiericcio » e dai gialli e conosceremo questo disegno di legge — a spiegare al capo di gabinetto del ministro Bossi che entra in contraddizione quando, esasperando il principio della devolution, sostiene che potrebbe mandare in pensione il ministro della Sanità . delle due l' una: o le politiche della devolution tradiscono una visione di separazione nella tutela dei diritti fondamentali della persona e, allora, non il ministro Bossi, non il suo capo di gabinetto , ma questa maggioranza ed il presidente del Consiglio devono assumersi la responsabilità di dire agli italiani che per loro la devolution significa che un cittadino lombardo ha più diritti di un cittadino calabrese; oppure, se non si ha il coraggio di ammettere questo, le politiche della devolution richiedono un forte Stato nazionale, non il suo smembramento. vi è, dunque, persino la possibilità di giungere a conciliare quei farneticanti principi con una moderna organizzazione della sanità e del sistema sanitario nel nostro paese. che cosa non funziona e non ha funzionato? in Commissione, a nome del mio gruppo, ho chiesto di rinunciare alla conversione del decreto legge , e sono qui oggi a chiedere al Governo di farlo e di presentare un organico disegno di legge che ci faccia conoscere le vere intenzioni sull' organizzazione dello Stato, sulla riorganizzazione dell' amministrazione centrale e che, soprattutto, coordini tutto questo, per quanto riguarda le politiche della salute, con il programma della sanità di questo Governo. è un programma che non si conosce, come non si conoscono effettivamente i contenuti sulla devolution. resta questo decreto legge . sulla sanità il ministro rilascia ogni giorno un' intervista, ma non viene in Parlamento. a noi interesserebbe sapere a cosa serva questo ministero nelle strategie della salute e della sanità di questo Governo, ma non ci è data la possibilità di capirlo, perché ogni giorno le interviste sono tra di loro contraddittorie. non solo si preferiscono i grandi strumenti di comunicazione al Parlamento — e ciò la dice lunga sulla concezione che questa maggioranza e questo Governo hanno della democrazia — ma anche le interviste sono diverse a seconda del target a cui il giornale si riferisce: ciò è molto grave. quando si leggono i contenuti del decreto legge , si leggono le interviste e si pensa alle moderne strategie della salute per un paese, ci si accorge che questo ministero non è stato istituito da questo Governo e da questa maggioranza per realizzare strategie della salute, ma per rispondere ad altri interessi. ad esempio, non vi è una parola sull' integrazione dei servizi sociali o dei servizi sanitari , non si fa menzione del tema della ricerca, non si fa menzione delle professioni, dei loro ordinamenti e delle politiche delle risorse umane , non si fa menzione del rapporto tra le strategie per la salute in campo alimentare e ambientale di sicurezza del lavoro e l' organizzazione del servizio sanitario nazionale. ci si è limitati a trasferire il contenuto del decreto legislativo numero 300 del 1999 in questo decreto legge depurandolo di alcuni aspetti che potevano, in qualche modo, essere compiacenti nei confronti di questa o di quell' altra istituzione. ci si trova, quindi, di fronte ad una disorganicità totale di questo provvedimento e, soprattutto, si è preoccupati del fatto che la vita reale del ministero della Sanità procede in maniera pressoché divaricata anche rispetto ai contenuti di quel decreto legge . nel decreto legge , ad esempio, non si parla delle funzioni ministeriali in campo pubblicitario. leggendo le interviste rilasciate dal ministro in questi giorni sembra che quel ministero debba diventare il ministero per le sponsorizzazioni per gli ospedali. qualcuno potrebbe dire: sono interviste. peccato che non si conosca ancora il programma del ministro, ma si legga sui giornali la lista dei suoi collaboratori: tra questi ci sono anche dirigenti di Farmindustria. in un momento nel quale si dovrebbe lavorare per il raffreddamento della spesa farmaceutica, si assiste a queste strane contraddizioni e commistioni che, ancora una volta, dimostrano come la caratteristica vera di questo Governo sia il conflitto di interessi . torno a richiedere il ritiro del decreto legge e la presentazione di un disegno di legge per discutere organicamente questa materia, perché, chiaramente, l' unico obiettivo era quello di accontentare una forza politica affidandole il ministero delle Comunicazioni e di affievolire, in qualche modo poteri della Lega attraverso la creazione dell' altro ministero, perché non credo che il ministro Sirchia rappresentasse una sorta di equilibrio politico tra la maggioranza. il problema è diverso: il ministero del Welfare in mano alla Lega era pesante, bisognava, quindi, in qualche modo « ammorbidire » . ci si è preoccupati di fare quattro dipartimenti avendo diminuito le funzioni che quel ministero aveva nel decreto legislativo del 30 luglio 1999, numero 300. e questo significa spese — come qualcuno ha detto — ma anche che non basta dire che il ministro Frattini sta lavorando alla « pulizia etnica » della dirigenza dello Stato. infatti, perché la « pulizia etnica » sia efficace occorrono anche più posti per poter applicare in maniera efficace lo spoils system : questo è quello che sta avvenendo. tutto ciò ci preoccupa, ma ci preoccupa ancora di più — ho terminato presidente — la mancanza di organicità e di coerenza del contenuto del decreto legge al nostro esame, rispetto alle altre politiche e intenzioni del Governo al quale prima ho fatto riferimento, che porterà ad abbandonare, di fatto, le strategie per la salute a queste contraddizioni. la sanità italiana non può permettersi né controriforme né soprattutto, di essere usata per altri fini. in ultimo, vorrei sottolineare che questa maggioranza ha i numeri, ma, evidentemente, non è sufficientemente forte nelle sue ragioni, perché non solo non ha accolto le tesi di chi si è dimostrato contrario, ma ha anche rifiutato di dialogare con chi era disponibile a dare un contributo sulla linea intrapresa. tutto ciò la dice lunga, ma in questo modo non si va lontano e quello che mi preoccupa di più è che, forse, questo rischierà di compromettere — anzi, ne siamo certi, se non ci sarà data la possibilità oltre la nostra debolezza numerica per far valere nella società italiana le nostre ragioni — e di mettere seriamente a repentaglio il rispetto dei diritti fondamentali delle persone e della persona che sono contenuti nella Carta Costituzionale .