Massimo D'ALEMA - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 94 - seduta del 11-11-1996
Misure del governo per l'ordine pubblico
1996 - Governo VI De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 431
  • Attività legislativa

signor presidente della Camera, cari colleghi , credo che a nessuno di noi sfugga la gravità del momento politico che vive il nostro Parlamento né la gravità di un atto, che non condivido e che non considero motivato, quale quello annunciato qui dall' onorevole Berlusconi. tuttavia mi pare che una maggioranza democratica degna di questo nome, quale noi siamo, non possa non guardare con estrema preoccupazione al fatto che l' opposizione, che rappresenta una parte così rilevante del popolo italiano , giunga ad una scelta estrema, grave, quale quella di non partecipare alla discussione di decisioni così importanti per l' avvenire del nostro paese. credo che bisognerà — cercherò di farlo — tentare di andare più a fondo, cercare di capire come se ne esca, al di là di questo episodio e di questo passaggio. voglio dire subito che non considero motivata tale scelta. c' è una lotta: ieri l' opposizione ha indubbiamente ottenuto un risultato anche grazie alla forza della mobilitazione popolare. siamo abituati, quando i cittadini scendono in piazza, a considerare questo un fatto importante nella vita democratica . noi siamo stati educati a considerare che quelli che scendono in piazza vanno rispettati, anche quando non la pensano come noi. abbiamo fatto tanti cortei nella nostra storia per ottenere dei risultati e penso che sia stato giusto che nella giornata di ieri il Governo abbia messo in campo una proposta nuova. e sarebbe stato sciocco affermare che non lo si sarebbe dovuto fare perché c' era stata la manifestazione. un Governo democratico, di fronte a mezzo milione di italiani, a 400 mila... ai tanti nostri concittadini che sono sfilati, considera tale fatto e dice, come ieri il Governo ha detto: « bene, affrontiamo la materia fiscale, che è quella su cui si concentrano la tensione, l' attenzione, anche le incognite, perché noi stessi sappiamo che ci sono decisioni importanti che dovranno essere prese » . neppure noi sappiamo — il Governo sta studiando — che cosa saranno queste misure per l' Europa. non è... avete una grande fortuna, quella di non trovarvi voi a dover compiere queste scelte e, se mi consentite la battuta per alleggerire, penso che sia anche una fortuna per il paese! ma lasciamo perdere. sono scelte difficili, scelte drammatiche. non potete pensare che il Governo possa essere lieto di dovere compiere, per non perdere l' appuntamento con l' Europa, una manovra così eccezionale. noi saremmo contenti di ridurre le tasse, sarebbe più facile. il Governo, quindi, sta studiando e noi stessi siamo interessati a capire, perché ne risponderemo più direttamente, come questa misura per l' Europa si articolerà, quali settori della società saranno toccati e come chiamati a pagare. è una materia incandescente e credo che nel momento in cui il Governo, dopo aver accantonato le deleghe, si era disposto a stralciare tutto il capitolo delle entrate per garantire che su di esso si riaprisse un confronto parlamentare nella sede propria della Commissione finanze, questo, indubbiamente, pur non essendo ciò che l' opposizione aveva chiesto, tuttavia delineava il quadro di un rinnovato confronto parlamentare. nulla avrebbe impedito — anzi, sarebbe stato ragionevole — che nella Commissione finanze l' opposizione chiedesse al Governo una più dettagliata specificazione del contenuto delle deleghe, in un dialogo, come avviene in un Parlamento democratico, con il ministro delle Finanze . il Governo aveva indicato una metodologia. nell' ambito di quella metodologia, che era appunto la separazione della materia delle entrate dal provvedimento che stiamo discutendo, e del riaprirsi del confronto parlamentare, sarebbe stato poi legittimo che l' opposizione incalzasse il Governo e la maggioranza per chiedere deleghe più dettagliate e precise, chiarimenti sulle scelte più delicate, anche mettendo a nudo — come è giusto che un' opposizione faccia — quegli elementi di contraddizione che pure si sono appalesati e costringendo la maggioranza — come è inevitabile che una maggioranza faccia — a ricercare più robuste intese anche nei giorni che abbiamo di fronte. tutto questo era riconducibile nell' ambito di un normale confronto parlamentare e ciò che il Governo aveva proposto ieri — stralciare la materia delle entrate, riaprire il confronto in Commissione Finanze — era precisamente il terreno sul quale questo confronto poteva svilupparsi. per questo, lasciatemelo dire con pacatezza di argomenti, come vedete, considero intempestiva, forzata, espressione di una volontà politica di esasperazione, una decisione come quella di abbandonare il confronto, che invece ora avrebbe potuto aprirsi in termini diversi, anche per effetto di un mutamento di posizione del Governo, risultato della battaglia dell' opposizione. ma queste decisioni le avete prese voi. io aggiungo — è mia personale opinione — che in una discussione a parte sul tema delle entrate si poteva anche ragionare (qualche precedente di questo tipo c' era) su rafforzati poteri di controllo del Parlamento sull' esercizio della delega. ed io troverei del tutto ragionevole, per esempio, che, trattandosi di una materia così complessa (Irpef, IREP: si tratta di ridisegnare, cosa quanto mai necessaria, il sistema fiscale italiano) si potesse chiedere e si potesse decidere che il parere del Parlamento — perché questa delega è sottoposta ad un controllo parlamentare — potesse su questa materia, sui provvedimenti attuativi della delega, essere considerato anche vincolante. tutto questo è materia di una discussione possibile, di un terreno di confronto democratico. non c' è una maggioranza che vuole soverchiare, impedire, bloccare, chiedere deleghe in bianco; c' è un confronto, che è spezzato da una decisione che io considero — lo ripeto — immotivata ed esasperante. questo non mi impedisce di fare... sono decisioni vostre, d' altro canto — penso — meditate e rispetto alle quali forse è difficile ora sperare che le mie considerazioni possano indurre ad un ripensamento. tuttavia, voglio concludere con una considerazione più di fondo: badate, noi rischiamo di compromettere, in una spirale che sarebbe illusoria da una parte e dall' altra, un passaggio delicatissimo della vita politica, della vita democratica , se posso usare questa espressione, della storia del nostro paese. gran parte dei conflitti, la drammatizzazione del conflitto nel quale ci troviamo deriva, secondo me, da ragioni che non sono riconducibili alla responsabilità soggettiva degli attori. se mi capite, noi rischiamo di essere attori di un canovaccio, di un dramma, di un conflitto che non governiamo più e le cui ragioni sono molto di più nella crisi obiettiva del meccanismo democratico, regolatore di questo paese, che non nella cattiveria dei protagonisti; anche se trovo in alcuni dei protagonisti forse l' illusione di potere cavalcare questa crisi istituzionale verso qualche « spallata » ... sarebbe una sconfitta per tutti! è la crisi reale, è — come ha cercato di spiegare l' onorevole Mussi, senza voler scavalcare nessuno e con un discorso che in queste giornate di confusione è stato tra i più lucidi — il fatto che il Governo non ha più strumenti per decidere, non ha più i decreti, non ha certezza dei tempi parlamentari, e spinge — come si potrebbe negare? — a sovraccaricare la finanziaria, l' unico provvedimento per il quale c' è un termine e che diventa « l' ultimo treno per Yuma » ...... non perché il Governo è cattivo, ma perché deve cercare di governare il paese. ed è anche questo svuotamento dei poteri di controllo del Parlamento che spinge l' opposizione ad una asprezza di scontro, perché, se non c' è l' asprezza, c' è il rischio che nessuno si accorga persino che c' è l' opposizione! siamo tutti vittime di uno svuotamento di meccanismi democratici, invecchiati e superati. ma se l' esasperazione del conflitto, a cui siamo indotti in questa spirale che rischiamo di non governare più, precluderà anche il necessario confronto per ricostruire questi meccanismi, per dare più potere all' opposizione e più potere a chi governa in un quadro più limpido; se noi faremo cadere anche quel filo sottile di un dialogo per riformare le istituzioni, alla fine io credo che nel gioco dello scarico delle responsabilità perderemo tutti, perché l' opinione pubblica condannerà la politica ed un' intera classe dirigente . se noi interpreteremo questa legislatura come un succedersi di atti clamorosi, di abbandoni dell' Aula, di gesti solenni che spezzano ogni dialogo, alla fine perderemo l' occasione di ricostruire un meccanismo democratico funzionante e trasparente e, credo, faremo un danno molto grave al nostro paese. pertanto, nel momento in cui state per andarvene, scusatemi se vi consegno qualche riflessione, sulla quale spero che penserete in questi giorni nei quali noi resteremo qui a votare la finanziaria!