Pier Ferdinando CASINI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 94 - seduta del 11-11-1996
Misure di razzionalizzazione della finanza pubblica
1996 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 94
  • Attività legislativa

signor presidente , voglio subito dire con grande serenità e con grande serietà una cosa all' onorevole D'Alema , che è il segretario di un grande partito a noi antagonista, un partito che ha una storia di grandi battaglie popolari ed istituzionali. noi abbiamo rispetto per gli avversari e proprio da questo rispetto discende la considerazione di grande attenzione per le parole che egli ha appena pronunciato in quest' Aula. ma, onorevole D'Alema , proprio perché sono in gioco valori così fondamentali come quelli a cui lei ha fatto riferimento nel suo intervento di poco fa, proprio per questo, tanto più per questo, risulta a noi del Polo davvero inspiegabile l' ostinazione, la protervia con cui il Governo, davanti a valori così importanti come quelli della convivenza civile e del rispetto delle istituzioni, fa finta di non capire il problema che il Polo ha posto e che l' onorevole Berlusconi ha riproposto oggi intervenendo in quest' Aula. certo, il presidente del Consiglio dei ministri ci ha detto delle belle parole, ma la politica, purtroppo, non si fa con i propositi, si fa con i fatti. basta leggere le dichiarazioni rese dal presidente del Consiglio dei ministri all' Ansa al termine della riunione della conferenza dei capigruppo per capire che le proposte forti, dettagliate, a cui lei, presidente Prodi, ha fatto riferimento, non ci sono. si tratta di un' evidente rappresentazione di una realtà che non esiste, con cui non abbiamo potuto misurarci perché, purtroppo, le cose sono andate diversamente. tanto più quando le deleghe investono, per riconoscimento esplicito appena formulato dall' onorevole D'Alema in quest' Aula, riforme strutturali e non hanno alcuna incidenza sui saldi della finanziaria. avete proposto uno stralcio, una separazione; senza modificare il testo delle deleghe avete proposto che tornassero in Commissione. qualcuno — l' onorevole Diliberto — ha addirittura avanzato l' ipotesi che tutta la discussione dovesse concentrarsi in due giorni, qualcun altro — l' onorevole Mattarella — ci ha concesso, bontà sua , gli otto giorni: ma noi dicevamo « no » e diciamo di nuovo lo stesso « no » a deleghe in bianco. e ogni riferimento alle deleghe del Governo Amato è fuori luogo , perché quelle deleghe — lo abbiamo detto e ripetuto — erano motivate tecnicamente in modo apprezzabile. noi non rifiutiamo aprioristicamente lo strumento delle deleghe, rifiutiamo queste deleghe! abbiamo chiesto il ritiro e la riformulazione di queste deleghe! non abbiamo detto un « no » di principio al fatto che tecnicamente, in alcuni passaggi, per determinate e limitate materie, si possa utilizzare lo strumento delle deleghe. noi abbiamo chiesto — lo hanno ripetuto il presidente Berlusconi e l' onorevole Fini — l' indicazione dell' aliquota, della progressività. onorevole Prodi, se lei non vuole soddisfare la curiosità della minoranza, almeno si industri per dare risposta alla curiosità, ripetuta tre volte nel suo intervento dall' onorevole D'Alema ! perché il problema è che tutto il Parlamento è all' oscuro! non si arriva alla formulazione chiara di queste deleghe perché esiste un contenzioso nell' ambito della maggioranza e questo, in Italia, lo hanno capito tutti. è la cosa che magistralmente ha ribadito prima di me l' onorevole Fini. noi non rinunciamo alla discussione. lo dico al presidente Prodi ed in questo caso anche all' onorevole D'Alema , che ha fatto finta di non capire; non c' è, colleghi, un Aventino del Polo per le libertà , c' è una protesta forte che si caratterizza con la nostra uscita dall' Aula, ma con la presenza costante dei nostri esperti della Commissione bilancio e dei nostri capigruppo per il rispetto sacro che noi portiamo alle istituzioni democratiche e al Parlamento. se me lo consentite, in conclusione — con il grande rispetto che abbiamo nei confronti di chi presiede queste istituzioni, in primo luogo il presidente della Camera — noi crediamo che il Governo si stia assumendo una grave responsabilità di carattere costituzionale. noi non siamo in condizione di rispondere a prediche o a generiche buone parole; siamo noi, presidente Prodi, siamo noi, in chiusura di questo dibattito, che chiediamo a lei di ravvedersi e di ritirare le deleghe in forma chiara, esauriente e completa, perché questo è l' unico passaggio per evitare che anche su queste istituzioni si riverberi una crisi pericolosissima.