Silvio BERLUSCONI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 94 - seduta del 11-11-1996
Misure di razzionalizzazione della finanza pubblica
1996 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 94
  • Attività legislativa

signor presidente , sta per iniziare la discussione delle deleghe richieste dal Governo per la riforma fiscale . non si tratta solo — e sarebbe cosa di per sé assai rilevante — di decisioni che incidono profondamente sulla capacità delle nostre imprese di reggere la concorrenza internazionale e sui livelli di vita delle nostre famiglie; si tratta al tempo stesso di una fondamentale questione di libertà. i primi parlamenti sono sorti proprio per negare il diritto agli esecutivi di entrare nelle case dei cittadini e prelevare i frutti della loro industria e del loro lavoro senza il loro consenso. i primi sistemi rappresentativi sono stati escogitati proprio per creare la possibilità di accertare questo consenso. la materia fiscale è materia di libertà, e il Governo vuole regolarla attraverso un sistema di deleghe vastissimo ed assolutamente generico. il Governo non ci vuole dire chi paga, quanto paga e qual è la progressione dell' imposta; non vuole dirlo a noi dell' opposizione, ma non vuole dirlo nemmeno ai colleghi della maggioranza: non vuole dirlo al Parlamento. perché il Governo si rifiuta di fornire informazioni elementari come quelle che noi chiediamo? forse non sa quello che vuole, forse ha paura che, dicendo quello che vuole fare, anche i settori della maggioranza gli rifiuteranno il loro sostegno. nel corso della trattativa che si è svolta nella giornata di ieri noi abbiamo chiesto più volte al Governo di ritirare le deleghe per riscriverle in una forma costituzionalmente corretta. la Costituzione della Repubblica italiana , all' articolo 76, recita testualmente: « l' esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti » . in questo caso ci si chiede una delega senza principi e criteri direttivi, che rappresenta per il Parlamento una vera e propria abdicazione ai suoi doveri verso gli elettori ed una negazione della sua ragione di esistenza. il Governo è certo disponibile alla trattativa, è disponibile a spostare le deleghe da una parte o da un' altra per aprire un elegante dibattito in Aula o in Commissione sui massimi principi della scienza delle finanze. è disponibile a tutto tranne che a fare ciò cui costituzionalmente è tenuto: dire quali sono i principi ed i criteri direttivi — come recita la Costituzione — sui quali chiede la delega; dire cioè chi paga, quanto paga e come paga. noi sappiamo che la materia fiscale è complessa e chiede l' esercizio della delega per regolare le sue infinite complicazioni. altri governi hanno chiesto la delega, ma correttamente hanno stabilito e fatto approvare dal Parlamento i principi generali della riforma. questo Governo rifiuta di farlo. il ministro Visco aveva a suo tempo assicurato che questi contenuti sarebbero stati precisati e comunicati alla pubblica opinione poche ore dopo l' annuncio dei provvedimenti stessi. sono passate sei settimane ed ancora non se ne sa nulla. non posso tacere in questa sede che la preoccupazione davanti al comportamento del Governo in materia fiscale si aggiunge ad altre preoccupazioni di carattere più generale. preoccupazioni sulla occupazione sistematica del potere da parte della coalizione dell' Ulivo. una volta vigeva il sistema della lottizzazione, per cui i posti di responsabilità venivano attribuiti ai rappresentanti ufficiosi delle diverse forze politiche in modo più o meno corrispondente alla loro forza parlamentare. contro quel sistema abbiamo combattuto per affermare, invece, criteri di responsabilità, di merito, di professionalità e di efficienza. e credo, che nell' esercizio della nostra azione di governo , ci siamo strettamente attenuti a questi criteri. chi mai ci avrebbe detto allora che saremmo arrivati a rimpiangere la lottizzazione? adesso la maggioranza nomina dappertutto suoi uomini di fiducia, soprattutto in quegli organi che avrebbero il dovere di controllare il Governo e di impedirne possibili abusi di potere. ci preoccupa la politicizzazione crescente del Consiglio superiore della magistratura , sottolineata dalla nomina come vicepresidente di un eminente studioso che si è fortemente caratterizzato con la sua militanza politica. ci preoccupa il modo unilaterale in cui si è proceduto alla nomina alla Corte costituzionale , presidio supremo della libertà dei cittadini. ci preoccupa il fatto che una volta, quando un ministro veniva indagato, andava a casa il ministro; adesso, quando le indagini prendono una direzione che non piace al Governo o a qualche procura, va a casa l' investigatore. noi abbiamo offerto al Governo la massima disponibilità per soluzioni che consentissero al Parlamento di esercitare la sua funzione senza danneggiare il percorso della legge finanziaria . questa ilarità mi pare davvero fuori luogo perché la libertà è un fatto che non riguarda soltanto noi, ma riguarda tutti a cominciare da voi. abbiamo offerto al Governo di scindere le deleghe che hanno effetti immediati di bilancio da quelle che ristrutturano il sistema impositivo. invano. il Governo tutela con il massimo rigore il suo segreto. signor presidente , onorevoli colleghi , noi attendiamo ancora che qualcuno ci spieghi su che cosa dovremmo votare, su che cosa dovremmo decidere nelle prossime votazioni. decidere sul nulla è far finta di decidere, far finta di esercitare, da parte della maggioranza o della opposizione, il proprio ruolo di parlamentari. riteniamo che questa finanziaria sia rovinosa per l' economia italiana e per le famiglie italiane; crediamo che la procedura scelta per la sua approvazione sia un' offesa non solo alla Costituzione ma ai principi primi che regolano il funzionamento di qualunque Assemblea parlamentare . crediamo di non poter dare nessun avallo alla prevaricazione del Governo sul Parlamento che si compie oggi in quest' Aula. essendo messi nell' impossibilità di esercitare il nostro diritto dovere di controllo dell' azione del governo , noi non parteciperemo alla votazione di questa finanziaria, lasceremo in Aula un presidio composto dai capigruppo, dai relatori e da altri esperti, per rispetto verso codesta Assemblea e anche per non dare illusioni, a chi lo desidera, di potersi liberare durevolmente della nostra fastidiosa presenza. spiegheremo al paese le nostre ragioni. qualcuno ha detto che il successo della grande manifestazione di sabato scorso ci ha dato alla testa. si tranquillizzino quelli che la pensano così: il contatto con il popolo, con la gente, a noi non fa venire i fumi al cervello ma ci rischiara le idee. la verità è un' altra: a qualcuno ha dato alla testa e sta dando alla testa il potere.