Gianfranco FINI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 94 - seduta del 11-11-1996
Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio per l’esercizio finanziario 1948-1949
1996 - Governo V De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 284
  • Attività legislativa

signor presidente , signor presidente del Consiglio , credo che davvero dalle sue parole si possa dire che « delle buone intenzioni è lastricata la via dell' inferno » . noi non le contestiamo — ci mancherebbe altro! — il diritto di governare, le contestiamo il diritto, che non ha, di farlo calpestando la Costituzione. lei non può, in quest' Aula, e non dopo la manifestazione (di manifestazioni ce ne sono state tante, ce ne saranno tante altre ancora; ha ragione chi dice che una manifestazione, quando è di dimensioni così rilevanti è un fatto politico)... noi non le diciamo ciò che le ha detto Berlusconi poc' anzi perché rinvigoriti dalla manifestazione, glielo abbiamo detto prima. e ieri abbiamo per un attimo pensato che la ragionevolezza prevalesse in lei o, se vuole, in qualcuno dei suoi ministri, o in qualche componente essenziale del suo Governo. l' appello è sicuramente vanificato, ma non per nostra responsabilità; gli spazi si sono chiusi, ma non per scelte irresponsabili dell' opposizione. ciò che sta a cuore all' opposizione non è decidere dove discutere o per quanto tempo discutere, ma, in ragione di ciò che la Costituzione espressamente prevede, le chiediamo di poter esercitare il nostro dovere di parlamentari, rappresentanti al pari di tutti i parlamentari del popolo italiano , e discutere nel merito delle deleghe. il merito delle deleghe, presidente del Consiglio e ministro Visco, è la ragione per cui ieri è fallito qualsiasi accordo, perché tutti hanno capito che il problema non è se la delega stralciata la portiamo in Commissione finanze o bilancio, se la discutiamo per tre, cinque o sette giorni; il problema riguarda l' impossibile convergenza politica all' interno della maggioranza. ministro Visco, dica qui chiaramente: discute il Parlamento delle aliquote? è stato capace di sanare il conflitto che ebbe con l' onorevole Bertinotti una settimana fa? il Parlamento è in condizione di discutere sapendo, come ha detto Berlusconi, chi dovrà pagare, quanto dovrà pagare, quale sarà la progressione fiscale? nel momento in cui non abbiamo alcuna certezza a tale riguardo, nel momento in cui siamo costretti a mettere in evidenza come il Governo voglia eludere un problema che è squisitamente politico e che riguarda l' impossibilità della maggioranza di convergere in questo momento su una posizione che racchiuda tutta quanta la maggioranza, non possiamo far altro che esprimere tutta la nostra indignazione e tutto il nostro sdegno. non le contestiamo l' uso della delega, le contestiamo una delega in bianco, le contestiamo una delega che « toglie le castagne dal fuoco » alla vostra maggioranza, perché sarà il Governo a decidere senza confrontarsi con Rifondazione comunista , ma espropriando il Parlamento! non finga di non capire, perché lei ha perfettamente compreso che questo è il punto, lo hanno compreso anche altri, non solo nell' opposizione ma anche nella maggioranza. siate persone serie e — se me lo posso permettere — abbiate l' onestà intellettuale di dire che questa è la realtà! l' opposizione non può far altro che fare ciò che Berlusconi ha annunciato. noi non ce la sentiamo di essere complici di un inganno. volete ricorrere alle deleghe per mascherare la vostra incapacità di trovare un accordo nel merito; fatelo, ma l' opposizione ha il sacrosanto diritto, giacché siamo in presenza di una violazione della Costituzione, di affermare, come disse la più alta carica dello Stato in riferimento ad altri avvenimenti: noi non ci stiamo! non ci stiamo ad assumerci questa responsabilità, assumetevela tutta e mi auguro che siate chiamati a rispondere non, ovviamente, davanti al popolo, al quale ne risponderete quando sarà chiamato a votare, e nemmeno di fronte al Parlamento...... da dove non ce ne andiamo — ci mancherebbe altro! — mi auguro però che siate chiamati a risponderne davanti alla Corte costituzionale , perché la violazione del precetto costituzionale secondo noi è palese, evidente. vorrei che i colleghi della sinistra ricordassero con quanto impeto, onorevole Bertinotti, quando Amato chiese le deleghe, lei promosse i referendum popolari contro quelle deleghe; referendum che il Pds sostenne e che la Corte dichiarò inammissibili. tuttavia era evidente a voi, come oggi è evidente a noi, che si è in presenza di comportamenti della maggioranza che mettono la Costituzione sotto i piedi e calpestano le regole vigenti, il bon ton parlamentare, la possibilità di dialogo, le prospettive di riforma. ci pensi, presidente del Consiglio , e se ci riesce metta d' accordo la sua maggioranza, chieda a Visco se sia in grado di dare agli italiani le aliquote ed a Bertinotti se le accetti. se ci riesce, noi facciamo la nostra parte in Parlamento. altrimenti, come ha detto Berlusconi, ve la votate!