Valter VELTRONI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 830 - seduta del 20-12-2000
2000 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 256
  • Comunicazioni del governo

penso, signor presidente , onorevoli colleghi , alle case degli italiani che stanno ascoltando questo nostro dibattito, penso al modo in cui potranno reagire ad una discussione che affronta un tema che li riguarda direttamente. tutti noi sappiamo che il problema della sicurezza oggi è nelle case di ogni italiano, nella sua percezione reale, talvolta anche nell' effetto emotivo che si produce da notizia di cronaca che non possono che lasciare tutti sgomenti. problemi veri, problemi reali che stanno nelle case di chi ci guarda e che credo li inducano ad attendere che il Parlamento, che si riunisce per discuterne, possa farlo libero da argomenti di propaganda e da demagogie. penso sia uno di quei temi sui quali la politica ha il dovere di alzare un po' il tono e di cercare di confrontarsi con rigore con questo grande tema della sicurezza. e mi tornano alla memoria le parole che su questo ha usato Papa Giovanni Paolo II ... mi meraviglia che voi parliate così. ecco, almeno il Papa. pochi giorni fa, Giovanni Paolo II ... pochi giorni fa, Giovanni Paolo II ha esortato a coniugare l' accoglienza che si deve a tutti gli esseri umani , specie se indigenti, con la valutazione delle condizioni indispensabili per una vita dignitosa e pacifica per gli abitanti originali e per quelli sopraggiunti. vedete, io credo che noi dobbiamo, almeno secondo le mie intenzioni, dire con chiarezza fin dall' inizio, con la stessa schiettezza con la quale lo ha detto l' onorevole Fini, quale sia la nostra posizione. la nostra posizione è di apertura per chi viene in Italia per lavorare e, al tempo stesso , di « mano dura » per chi viene in Italia per dare vita ad attività criminali. credo che tutti noi abbiamo nella memoria le notizie di cronaca di questi giorni e ritengo che tutti quanti dobbiamo riflettere quando, ad esempio, in provincia di Pisa, tre giovani donne muoiono perché vengono coinvolte in un inseguimento tra bande di criminali albanesi. dobbiamo al tempo stesso guardare anche al di là delle frontiere nazionali, onorevole Fini, perché il problema si pone anche fuori dall' Italia. dobbiamo guardare a quello che succede in paesi come l' Inghilterra dove — è notizia di cronaca dell' altro ieri — due giovani ragazzi di diciassette e di ventuno anni hanno praticamente ucciso a coltellate un bambino di undici anni solo perché aveva il colore della pelle diverso dalla loro. bisogna interrogarsi su questa materia, perché si può oscillare da una parte o dall' altra e magari cogliere l' occasione di una diretta televisiva, con l' obiettivo di ottenere un pugno di voti, seminando un veleno che poi è difficile controllare e governare. equilibrio! la via giusta è una sola: è la via seria, la via rigorosa, la via alla quale ci ha richiamato il presidente della Repubblica ancora oggi, è la via non demagogica, la via di chi riconosce che le nostre economie hanno bisogno di lavoratori immigrati ma che al tempo stesso , il diritto alla sicurezza di un pensionato, che deve poter ritirare la pensione senza avere paura dello scippo, il diritto di una donna, che deve poter uscire di casa tranquillamente, il diritto dei bambini, che devono poter giocare tranquillamente, tutti questi diritti devono essere salvaguardati. queste due cose devono vivere insieme in un paese moderno e in un paese civile. l' accoglienza e l' apertura fanno parte della nostra storia, della nostra identità. una storia fatta anche, come hanno ricordato diversi colleghi, da tanti italiani che, un secolo fa e ancora cinquant' anni fa, decidevano di lasciare la loro terra, la loro casa, le loro famiglie. non era una libera scelta: erano costretti a farlo. l' Italia in cui erano nati non è l' Italia di oggi, non offriva lavoro, non conosceva il benessere se non per pochi; spesso non permetteva neanche di avere una vita degna di essere vissuta. allora attraversavano l' oceano, percorrevano migliaia di chilometri, arrivavano in America o in Australia con le loro valige di cartone, inseguendo le loro speranze fuori dai nostri confini, cercando fortuna, sognando una vita migliore per loro e per i loro figli. c' è una lettera molto bella che ha scritto uno di loro (mi rivolgo a chi, come l' onorevole Tremaglia, ha combattuto una battaglia su questo tema nel corso di questi anni e sa con forza cosa significhino queste parole). « se Iddio mi presta vita » scriveva uno di loro dall' Argentina, alla fine dell' Ottocento, ai suoi parenti rimasti in Veneto « io spero di ritornare alla patria, ma la mia famiglia per adesso no di certo. non viene in Italia a tribolare, trovandosi qui che tutti i giorni mangiano carne, minestra e pane come i signori dei nostri paesi » . oggi, per fortuna, le cose in Italia sono cambiate. non si deve più partire dall' Italia per trovare di cosa vivere. l' Italia non è più un paese di emigranti. è vero invece il contrario: siamo diventati un paese di immigrazione. siamo noi l' America per tanti ragazzi, africani e asiatici, sudamericani e dell' Europa dell' est. siamo un paese forte, in ripresa, come indica anche l' aumento dei consumi alla vigilia di questo Natale del 2000: ma questo è il nostro Natale, in Occidente. altrove, in tante parti del mondo, milioni di persone lottano per la sopravvivenza e arrivano ad affidare tutte le loro speranze ad un viaggio, alla traversata di un mare. vengono qui perché scappano dalla fame e dalla morte; vengono qui perché vogliono studiare e lavorare. tutti fanno un percorso simile, con un analogo bagaglio di sogni e di aspettative, a quello che hanno fatto, un tempo, i nostri compatrioti. verso di loro, verso questi immigrati deve valere la memoria del nostro passato, devono valere le parole di Ciampi quando ha detto che il nostro è un paese di grande e forte umanità. ma con la stessa forza voglio dire che verso l' immigrazione illegale, verso le presenze clandestine che sono il bacino delle organizzazioni criminali e che fanno crescere l' insicurezza dei cittadini occorre davvero adottare con rigore le misure preventive e repressive previste dalla legge ed occorre farlo in modo inflessibile; lo ripeto, occorre farlo con la massima durezza. non ci può essere indulgenza nei confronti di coloro che sfruttano la disperazione e il bisogno dei loro stessi connazionali, delle povere famiglie che sperano di sfuggire alla fame e pagano per imbarcarsi sulle « carrette » del mare. lo stesso vale per le giovani ragazze, anche minorenni, costrette a prostituirsi nelle strade delle nostre città. si tratta di vere e proprie organizzazioni criminali, di nuove mafie albanesi — e significa appunto immigrazione clandestina e prostituzione — ma anche dell' est, nordafricane, nigeriane, cinesi. ed allora, visto che lei ha fatto riferimento al quartiere Esquilino, oltre al traffico delle persone c' è, come vi è lì, la barbarie dello sfruttamento del lavoro minorile! sono proprio queste attività illegali che danno corpo all' equazione immigrazione uguale criminalità. un' equazione sbagliata e inaccettabile. ma è un doloroso dato di fatto che un legame esiste, perché dove c' è disagio sociale — e il disagio tra gli immigrati clandestini è enorme — crescono con più facilità i fenomeni criminali. per rispondere a tutto questo non servono demagogia e non serve far leva sulla paura, ciò che è più facile. mi faccia dire, onorevole Fini, con schiettezza, che ho letto i suoi manifesti, i manifesti del suo partito che dicevano che l' immigrazione clandestina doveva diventare un reato. poi ho visto in quest' Aula che non solo noi, non solo il centrosinistra, ma almeno metà dello schieramento che con lei fa parte della Casa delle Libertà la pensa diversamente da lei. l' onorevole Casini l' ha definita una sciocchezza e l' onorevole Berlusconi ha detto che non è questo il problema principale. mi faccia dire un' ultima cosa a proposito della legge Turco-Napolitano . lei ha fatto riferimento a dei dati. intanto mi permetta di dirle che l' hanno informata in maniera errata sulla questione delle impronte digitali , perché l' articolo che è stato appena approvato dice che, non con riferimento ai reati penali ma qualora vi sia motivo di dubitare dell' identità personale dello straniero, questi è sottoposto a rilievi segnaletici. mi consenta ancora di dire che le espulsioni, le vere espulsioni sono cresciute nel corso di questi anni. le vere espulsioni sono 63 mila! mi permetta di ricordarle solo per comodità del nostro ragionamento che nel 1994 furono dichiarate 60 mila espulsioni e ne furono fatte 10 mila. perché le parole sono una cosa ma i fatti e i comportamenti concreti sono un' altra. il nostro è il paese europeo che ha il maggior numero di lavoratori immigrati che lavorano regolarmente. siamo un paese che ha diminuito del 50 per cento il numero degli sbarchi clandestini. tuttavia c' è bisogno di fare di più e questa legge serve a fare di più ed è per queste ragioni che noi la sosteniamo con convinzione e con forza perché è una legge che risponde ai nostri principi: apertura all' immigrazione e mano dura contro la criminalità!