Gianfranco FINI - Ministro dell'industria, del Commercio e dell' Artigianato Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 830 - seduta del 20-12-2000
Modificazioni al regime fiscale di prodotti petroliferi
2000 - Governo IV Rumor - Legislatura n. 6 - Seduta n. 171
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , colleghi, qualche settimana fa, in quest' Aula, presero la parola per la prima volta nella storia repubblicana i deputati ed i senatori di origine italiana eletti nelle varie assemblee legislative del mondo. in pratica, si tratta dei discendenti di alcuni tra i milioni di nostri connazionali che tra la metà del 1800 e la metà del 1900 abbandonarono il luogo natio per cercare fortuna e lavoro in tutte le parti del mondo, in America come in Australia. lo ricordo perché chi come noi ha memoria storica e crede di poter ragionevolmente sostenere di aver avuto a cuore le sorti dei nostri emigranti, nello stesso momento in cui si pone nei confronti del problema dell' immigrazione, non può avere approccio diverso rispetto a quello della solidarietà, dell' accoglienza e del rispetto. chi ha conosciuto, anche personalmente, le condizioni di vita degli operai meridionali, ma anche veneti, che per tanti anni hanno lavorato nelle fabbriche automobilistiche tedesche o chi è stato — onorevole Diliberto — anche personalmente a Marcinelle per rendere omaggio alla memoria dei minatori italiani di quelle miniere o chi — sempre per non andare troppo lontano — ha visto per una sola volta la mostra permanente dell' immigrazione a New York , sotto la Statua della Libertà , chi ha un minimo di memoria storica, insomma, non può avere assolutamente nulla di preconcetto nei confronti delle centinaia di migliaia di asiatici, di nordafricani, che lavorano sul territorio nazionale : ovviamente a condizione che, appunto, lavorino su questo territorio. voglio iniziare in questo modo perché è innegabile che, nonostante questa memoria, che è la memoria del nostro popolo (quale che sia — onorevole Soro — il grado di cultura presunto), in Italia vi sia una forte preoccupazione quando si parla degli stranieri; altrimenti non saremmo qui a discuterne oggi. è innegabile che cresce il numero di coloro che mostrano preoccupazione. recentemente, secondo l' Istat, siamo arrivati ad una percentuale che deve far riflettere: un italiano su due sottoscrive l' equazione straniero uguale malessere sociale, straniero uguale preoccupazione, straniero uguale criminalità. allora, invece di strillare quando non si hanno idee, è lecito chiedersi perché siamo arrivati a tanto. lo dico proprio perché sono convinto quanto tutti gli altri colleghi che sono qui oggi che si tratta di sentimenti pericolosi, che la xenofobia e il razzismo siano dei demoni che vanno scacciati, ma per farlo occorre capire la ragione per la quale vi è attenzione a quello che stiamo dicendo e, come ricordavano alcuni colleghi della maggioranza, vi è addirittura in loro la preoccupazione che una certa posizione della Casa delle Libertà determini consenso. perché vi è questa preoccupazione? perché anche voi, onorevoli colleghi del centrosinistra, sapete che in Italia c' è qualcosa che non va nel rapporto tra il cittadino e l' immigrazione. allora, poniamo il quesito e diamo una risposta. perché gli italiani oggi guardano al problema dell' immigrazione con preoccupazione crescente? forse perché c' è la propaganda della destra che soffia sul fuoco? no, molto più semplicemente perché l' incapacità della sinistra ha fatto scoppiare l' incendio. infatti, quando si chiede agli italiani qual è il rapporto tra lo Stato e l' immigrazione, gli italiani rispondono che il rapporto non c' è, che l' immigrazione è fuori controllo, che lo Stato dà l' impressione di non sapere che pesci pigliare e questa non è una responsabilità del centrodestra, ma è una responsabilità di un centrosinistra che in questi anni ha legiferato in modo sbagliato. la legge Turco-Napolitano è stata annullata anche nei suoi pochi commi positivi, perché le sanatorie di 300-350 mila clandestini hanno annullato uno dei pochi aspetti positivi di quella legge, quello dei flussi programmati di ingresso. se oggi si chiede, non ad un cittadino, ma al ministro dell'Interno , quanti sono coloro che risultano in regola in Italia, si ha più o meno una cifra di un milione e 300 mila o un milione e 400 mila persone, ma, se si chiede al ministro dell'Interno quanti effettivamente lavorano, pagano le tasse e si sono integrati — quelli, sì, sono una risorsa, quelli che sono integrati, che accettano le nostre regole, che contribuiscono al benessere nazionale — , nessuno è in grado di rispondere. e se si chiede, non ad un cittadino, ma al ministro dell'Interno , quanti sono coloro che vengono espulsi, si ha davvero una serie impressionante di dati. questo è il risultato ufficiale che il ministero dell'Interno ha comunicato: quest' anno dal 1° gennaio al 31 ottobre risultano espulsi 109.079 stranieri, ma poi bisogna leggere in modo analitico ciò che è scritto non in un bollettino o in un foglio della destra, ma in un atto ufficiale del ministero dell'Interno — ministro Bianco, se è sbagliato, lo ritiri, perché ce lo ha dato il suo ministero... si scopre così che di questi 109 mila ve ne sono 52.770 che hanno ricevuto l' intimazione ad andarsene. infatti, gli italiani devono conoscere innanzitutto questo aspetto tutt' altro che irrilevante: quando il ministro dice che ne sono stati espulsi centomila, in realtà ve ne sono 52 mila che hanno ricevuto l' intimazione ad andarsene, perché questo significa l' espulsione per via amministrativa: l' invito a lasciare il territorio nazionale . di questi 52 mila pochissimi se ne vanno effettivamente, mentre gli altri vanno ad ingrossare le file degli sbandati, di coloro che poi sono le vittime della delinquenza, di coloro che vivono ai margini e in clandestinità. se non fosse così, onorevoli colleghi , non si spiegherebbe perché su una popolazione carceraria di 52 mila detenuti — dato ufficiale del ministro — vi sono non meno di 16 mila extracomunitari. se non fosse drammaticamente così, non si spiegherebbe perché la percentuale di reati commessi a Milano, connessi allo spaccio di stupefacenti (sono dati del tribunale), coinvolge il 70 per cento di extracomunitari. nessuno può dire che lo straniero è un delinquente, ma, se non si comprende che bisogna garantire la legalità, oltre che solidarietà, si determina quella situazione con la quale oggi si scontra una sinistra che, a nostro modo di vedere , in questo dibattito ha perso una buona occasione per correggere alcune parti della legge Turco-Napolitano che si sono rilevate inadeguate. che cosa avevamo proposto? ad esempio, l' istituzione di un' anagrafe per conoscere il numero degli immigrati e perché ne sia anche garantita l' identità certa. prendo atto che il sottosegretario Brutti, dopo aver detto che era disponibile, a nome del Governo, a dar corso ad un provvedimento per il rilievo dattiloscopico, cioè quello delle impronte, poi in qualche modo pare aver cambiato opinione. qualche ora fa non si è dato corso ad un emendamento coerente. no, abbiamo approvato l' emendamento relativo a chi delinque. credo che l' identità certa debba essere una garanzia per tutti perché un cittadino italiano ha il dovere di mostrare una carta d' identità e vorrei capire perché un immigrato questo dovere non lo abbia. l' anagrafe era ed è indispensabile. l' anagrafe, onorevole collega, era ed è indispensabile. mi riferisco all' anagrafe tributaria, perché anche di questo aspetto voglio che i cittadini che ci ascoltano siano informati. cos' è l' anagrafe tributaria? è l' unico modo serio per capire chi davvero paga le tasse e per capire da dove vengano alcuni capitali. onorevole Veltroni, lei parlerà dopo di me; lei è eletto in un collegio di Roma, quello dell' Esquilino, dove gli immigrati cinesi hanno (la fonte è la questura di Roma) acquistato il 70 per cento degli esercizi commerciali: è giusto o no sapere se si tratti di proventi leciti o se, al contrario, si tratti di attività illecite? per un cittadino italiano è doveroso rendere conto di come guadagna e lo stesso vale per un immigrato. mi riferivo all' anagrafe tributaria. avevamo chiesto che venisse positivizzato il reato di ingresso e di permanenza clandestina sul nostro territorio per evitare la continuazione del balletto fra il ministro che dice che ne sono stati espulsi centomila e l' opposizione che risponde che l' espulsione è stata intimata. si tratta infatti di cosa diversa perché, se corrispondessero a verità i dati che vengono indicati dal ministero, non ci sarebbe la preoccupazione sociale che c' è: delle due l' una, se c' è preoccupazione — e voi l' ammettete, colleghi del centrosinistra — , evidentemente è perché non ci si è sufficientemente attrezzati né per prevenire gli ingressi né per espellere coloro che entrano clandestinamente. avevamo anche chiesto nella nostra proposta di legge l' applicazione dell' articolo 41-bis (onorevole Diliberto, la ringrazio per averlo citato) agli schiavisti. onorevole Soda, confermo il giudizio politico polemico nei confronti della maggioranza che tanto l' ha fatta arrabbiare; continuo a ritenere che un certo lassismo della sinistra alimenti la xenofobia. se in Italia ci sono insicurezza e preoccupazione, se gli italiani cominciano a giudicare lo straniero come un pericolo — e questo è grave — è perché c' è una sinistra che non ha ancora compreso che la solidarietà va coniugata con la legalità. questa è l' occasione che l' opposizione aveva offerto per arrivare alla modifica della legge. prendiamo atto che così non è stato. è evidente, come hanno ricordato i colleghi, che non possiamo far rimanere le nostre firme in calce ad una proposta che è stata stravolta; riteniamo in ogni caso di dover continuare in futuro e nella prossima legislatura, se saremo maggioranza, starà a noi l' onere di dar corso a provvedimenti migliorativi della legge. concludo ricordando che garantire solidarietà e legalità è un dovere non soltanto nei confronti dei cittadini italiani, ma anche nei confronti degli stranieri perbene che sono qui e che lavorano. dalle comunità straniere in Italia viene chiesto di dar corso finalmente ad una legge che distingua con i fatti e non con le parole l' immigrato onesto, serio e che lavora, e che non è mai un pericolo, dal clandestino, dallo sbandato, dall' illegale troppe volte tollerato, troppe volte sopportato.