Silvio BERLUSCONI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 815 - seduta del 28-11-2000
In vista della Conferenza intergovernativa di Nizza
2000 - Governo II Amato - Legislatura n. 13 - Seduta n. 815
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signor presidente del Consiglio , signori deputati, i gruppi dell' opposizione democratica (e parlo io con una voce sola, a nome di tutti i gruppi che fanno parte della Casa delle Libertà ) danno il loro appoggio politico ai negoziatori italiani che parteciperanno al vertice di Nizza, e dunque a lei, signor presidente e al suo Governo. questo sostegno si esprime in un voto parlamentare ed in un chiaro mandato. non è la prima volta che si realizza un' intesa ampia su cruciali questioni di politica estera , ammesso che possa ancora considerarsi politica estera la costruzione di istituzioni europee integrate, come ha ricordato proprio oggi l' amico e Primo Ministro spagnolo Josè Maria Aznar. senza la partecipazione attiva e consapevole dell' opposizione parlamentare, nemmeno una delle grandi e drammatiche scelte che hanno preservato e consolidato il ruolo dell' Italia in questi anni sarebbe stata possibile. per quanto ci riguarda, signor presidente , noi sappiamo di agire in funzione di un interesse comune che supera le dispute partigiane e speriamo sinceramente che questo atto di responsabilità collettiva metta fine alla più irresponsabile delle tentazioni, quella di trascinare il paese in una « guerra elettorale totale » , una strategia che non ha niente a che vedere con le regole scritte e non scritte di un sano e vivace conflitto politico. non si tratta soltanto, signor presidente del Consiglio , di entrare in una quaresima anticipata e mettere fine, come lei ha detto, al « carnevale delle parole » : questo sarebbe un compito facile che sbrigheremmo in fretta. si tratta invece di mutare per intero una mentalità illiberale e una prassi faziosa, quella mentalità e quella prassi che trasformano l' avversario istituzionale in un nemico giurato da debellare e da annientare ad ogni costo. si tratta di una rivoluzione intellettuale e morale nel segno della civiltà e della libertà, perché in una democrazia liberale europea di tutto si può dubitare e su tutto si può dar battaglia tranne che su un principio cardinale: il diritto del Governo a governare secondo le regole ed il diritto dell' opposizione a diventare governo, secondo la legge aurea della sovranità popolare che decide. alimentare in Italia ed in Europa, in qualsiasi forma, una campagna di discredito e di delegittimazione dell' opposizione, che è cosa diversa dalla più dura delle critiche e dal più colorito degli attacchi all' avversario, vuol dire offendere l' intelligenza degli italiani e tentare di sequestrare per il proprio interesse di parte il più delicato ed essenziale meccanismo di una democrazia moderna, l' alternanza di forze diverse alla guida dello Stato. perché abbia un senso dirsi e sentirsi integralmente europei in un paese firmatario dei patti di Roma e pioniere dell' unità dell' Europa, occorre dimostrare nei fatti che è serenamente possibile anche da noi far funzionare il sistema inceppato dell' alternanza politica: va bandito dal discorso e dalla pratica politica qualunque atteggiamento o comportamento che neghi agli italiani quella possibilità di cambiare pacificamente governo, che hanno gli spagnoli, i francesi, gli inglesi e tutte le altre grandi nazioni d' Europa. opporsi nei fatti alle tattiche della « guerra totale » non è dunque una questione di galateo, bensì un problema fondamentale di mentalità e di cultura politica . tutti — e sottolineo tutti, a partire da chi vi parla in questo momento — dobbiamo fare uno sforzo serio per tirare fuori la vicenda politica dall' avvilente spettacolo di partigianerie ed interdizioni, che sembrano prevalere sempre di più nel teatrino delle polemiche elettorali. signor presidente del Consiglio , il nostro compito a Nizza non sarà affatto facile, lo sappiamo. la presidenza francese dell' Unione ha messo in moto — e non poteva essere altrimenti — energie ed ambizioni forti. l' attivismo illuminato e fattivo di Jacques Chirac, come ha riconosciuto anche il presidente della Commissione esecutiva, Romano Prodi, ha contribuito a metterci di fronte a scelte decisive per il nostro futuro e quanto più le questioni sono delicate tanto più occorre usare con sapienza nei negoziati finali sia la resistenza a difesa delle proprie certezze sia l' arte del compromesso utile nel rispetto delle certezze altrui, proprio come lei, signor presidente , questa mattina ha chiesto in quest' Aula. l' Italia può oggi svolgere un ruolo di spinta ed insieme di equilibrio nel concetto delle nazioni europee. è vero, non abbiamo — come lei ha detto — santuari da difendere né ortodossie paralizzanti quando si parla di cooperazioni rafforzate, di riduzione dell' area dell' unanimismo obbligato delle decisioni, di ristrutturazione della Commissione di Bruxelles in vista dell' allargamento dell' Unione, di riponderazione eventuale dei voti di ciascun paese. il nostro metro di misura, accanto alla tutela intelligente e flessibile dei fondamentali interessi nazionali , è il progresso dell' integrazione tra nazioni, insieme con il consolidamento di un modo di essere efficace dell' Unione. questo punto di vista , sereno ed equilibrato, rappresenta la tradizionale ricchezza dell' europeismo italiano, che non è né è mai stato gravato da isterismi nazionalistici, da tendenze isolazioniste, da spinte egemoniche. tuttavia, signor presidente del Consiglio , nel contribuire con il nostro voto al pieno mandato parlamentare da lei richiesto, la esortiamo a tenere ben presenti sul suo tavolo di rappresentante del paese e di negoziatore europeo due questioni importanti: l' indispensabile sostegno popolare alle grandi scelte che orientano l' Europa ed il legame tra il progredire dell' integrazione e l' ampliarsi degli spazi di libertà e di creatività dei cittadini nelle iniziative economica, sociale, culturale, politica. noi siamo europeisti da sempre, ma non siamo eurobigotti. nei nostri « cromosomi » , per esprimermi con la crudezza di linguaggio usata da un Alto rappresentante della maggioranza, vi è l' europeismo vero, quello di Alcide De Gasperi , di Konrad Adenauer, di Robert Schumann, non quello dei convertiti dell' ultima ora. noi non abbiamo bisogno di dimostrare niente né di far dimenticare decenni di milizia antieuropeista. non siamo stati noi a votare contro il sistema monetario europeo né siamo stati noi a scendere in piazza...... contro l' installazione di quei missili che hanno garantito la difesa dell' Europa e che hanno portato alla caduta del comunismo sovietico. crescita lineare, passo dopo passo, di uno spazio costituzionale europeo ed auspichiamo un confronto più approfondito intorno ai temi proposti di recente nella Carta dei diritti. guardiamo con favore, in prospettiva, all' idea di una Costituzione europea, come non si stanca di sollecitare il nostro presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi; ma siamo anche certi — lo hanno autorevolmente sostenuto il più autorevole giornale liberale d' Europa e la conferenza di Lovanio dei vescovi europei — che l' ultima parola sui diritti individuali non può appartenere ad alcuna burocrazia, per quanto stimabile e preparata: in fatto di libertà e di diritti della persona , in fatto di cultura della famiglia e della vita, in fatto di libertà ed etica della ricerca scientifica , l' ultima parola deve sempre spettare al potere legittimante del popolo, in questo caso ai popoli europei . quella che noi vogliamo costruire, alla quale vogliamo partecipare, è l' Europa delle burocrazie? no, non è questa Europa — ce lo siamo detti...... e ce lo ripetiamo più volte — , ma è l' Europa dei popoli e dei cittadini. quanto alla seconda questione, quella della libertà di iniziativa economica e sociale, potrei limitarmi a citare le parole chiare dette proprio oggi dal presidente Aznar: « è necessario avanzare più rapidamente verso la società dell' informazione, sulla strada delle riforme strutturali dell' economia, del fisco, del mercato del lavoro e dei sistemi di protezione sociale » , perché « è questo il modo migliore di far correre davvero l' Europa » . un rapporto effettivo, stretto e persuasivo tra l' Europa e l' opinione pubblica , tra istituzione dell' Unione e società civile europea, non si può infatti stabilire solo nella dinamica istituzionale, nella nuda geometria degli statuti e delle carte. signor presidente , io parlo a nome di tutti gli altri gruppi della Casa delle Libertà . consegno il testo delle considerazioni integrative alla mia dichiarazione di voto , affinché venga pubblicato in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna, e la ringrazio.