Nichi VENDOLA - Deputato Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 770 - seduta del 26-07-2000
Bilancio ministero affari esteri
2000 - Governo VI De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 519
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , nell' annunciare il voto favorevole di Rifondazione comunista sulla mozione in discussione, non ripeterò argomentazioni ormai largamente condivise in quest' Aula e che costituiscono, nella loro ricchezza etica e culturale, uno dei rari punti di eccellenza del nostro dibattito politico. la pena di morte è un crimine perfino più odioso dell' altro crimine, che pretende di sanzionare, con il gesto premeditato, pubblico e irrimediabile della cancellazione del bene della vita. la pena di morte è il compimento estremo di una concezione premoderna del diritto, laddove tra il reo e il reato non pare esservi soluzione di continuità e l' unica pena adeguata pare quella di impiccare il reo all' albero del proprio reato. una sorta di equazione penale che nega in radice l' umanità della storia di un presunto colpevole, trasforma lo Stato in un killer seriale, benché autorizzato, chiude il civile consesso nel recinto, anche simbolico, delle vendette e dei riti sacrificali. a questo vorrei aggiungere due ulteriori annotazioni. la pena di morte è un crimine politico, perché la fonte della sua legittimazione non è nel diritto, ma nel potere e cioè in un' idea peculiare del rapporto tra statualità e consenso. la Cina ne è un esempio eclatante, ma, dentro tutt' altra storia, gli USA, ancora oggi, vivono il fenomeno della rincorsa elettorale dell' esecuzione capitale. la pena di morte , infine, è un crimine di classe, seleziona sempre le sue vittime nei settori più marginali della società. quanti più poveri cresceranno nel tempo del primato osceno dell' homo oeconomicus , tanto più forte sarà la spinta alla giustizia esemplare. capiterà così che una vita in pena potrà inciampare in una morte in forma di pena. l' eventualità — tutt' altro che remota, signor presidente — dell' errore giudiziario come nel caso del signor Barnabei, toglie il fiato a qualsivoglia tentativo di giustificazione razionale della condanna capitale e l' affanno con cui molti Stati hanno tentato di modernizzare l' icona del capestro con iniezioni letali e sedie elettriche non è riuscito a sterilizzare quel delitto legale contro cui noi oggi alziamo la nostra voce. dead man walking è una frase da cancellare per sempre, da bandire per sempre. c' è una sola categoria di lavoratori che noi vorremmo licenziare: i boia.