Silvio BERLUSCONI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 75 - seduta del 16-10-1996
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni sulla tutela della riservatezza dei cittadini e sulla disciplina dell'uso degli strumenti intrusivi
1996 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 75
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , signori deputati, ringrazio il ministro dell'Interno per le sue dichiarazioni, delle quali ho preso atto con rispetto. il ritrovamento di una microspia nell' ufficio di presidenza di Forza Italia è infatti come hanno unanimemente affermato i leader della nostra democrazia un segnale grave di allarme per la salute dei diritti costituzionali : i diritti dei cittadini, le prerogative del potere legislativo che ogni deputato rappresenta, i diritti dell' opposizione. è del tutto ovvio che la violazione della riservatezza, attraverso sistemi spionistici, inquina la politica, intorbida la vita istituzionale e attenta al sistema delle libertà civili, sul quale si fonda il patto che è alle origini della nostra Repubblica. per questa ragione, non avevo dubbi sul fatto che si sarebbe arrivati in fretta ad un chiarimento parlamentare; ma è sulla lettura di questo chiarimento che intendo fare alcune riflessioni. a noi tocca oggi discutere del significato politico di quanto è accaduto. spetterà agli organi inquirenti accertare la verità giudiziaria. spetta al Governo, che ha l' alta amministrazione e il coordinamento dei servizi di sicurezza , prendere le iniziative amministrative e politiche utili alla bonifica delle comunicazioni nella capitale della Repubblica, nelle sedi dei movimenti, negli uffici dei parlamentari, dei rappresentanti del popolo . e sta al Parlamento decidere sull' opportunità di intervenire direttamente, con gli strumenti più autorevoli ed agili che si possono individuare, a tutela delle sue prerogative violate. ma alla base di tutto dovrebbe porsi una severa, autentica e non faziosa considerazione dello stato effettivo in cui versano oggi, qui nel nostro paese, il sistema di amministrazione della giustizia e i diritti civili . onorevoli colleghi , il fatto davvero grave non è il ritrovamento della microspia; grave è che un' attività spionistica ai danni del leader dell' opposizione, da chiunque sia stata ordita, rientri perfettamente nel panorama non limpido della vita nazionale. mai, in nessun periodo della storia repubblicana, sono gravate sulla libera attività politica tante ombre e tanto minacciose. mai era accaduto prima che un presidente del Consiglio in carica fosse raggiunto, attraverso la prima pagina di un quotidiano, dalla notizia di un avviso di reato. mai era accaduto prima che l' ordine giudiziario, chiamato a vigilare sul rispetto delle leggi, si trasformasse in un potere con licenza di intervento nei processi di formazione e approvazione delle leggi. mai erano rimaste sospese nell' aria tante allusioni riguardanti politici di primo piano , ministri in carica ed alti esponenti dell' establishment. le intercettazioni telefoniche ambientali sono diventate il « romanzo nero » di una cattiva giustizia, che divora a puntate la credibilità e il prestigio della politica e delle sue istituzioni. il professor Giovanni Conso ha detto di recente cose assai ragionevoli nel suo stile pacato ed equilibrato a proposito degli evidenti eccessi giustizialisti nell' uso di tecniche di indagine che rischiano di distruggere la certezza del diritto. certo, nessuno di noi, onorevoli colleghi , ha diritto di ritenersi intoccabile. nessuno è al di sopra delle leggi, ma tutti abbiamo il diritto di rivendicare che l' opera, meritoria, della magistratura e delle forze di polizia giudiziaria si svolga nella più assoluta osservanza delle leggi ed entro i limiti più rigorosi della più rigorosa legalità. noi oggi siamo arrivati al punto che le stesse Aule parlamentari possono diventare ricettacolo per le attività spionistiche di agenti provocatori, in un circuito malsano e vizioso in cui, alle normali procedure di accertamento della verità giudiziaria, si sostituiscono la delazione, la provocazione, lo spionaggio. il ritorno alla legalità nelle indagini e il pieno rispetto dei diritti civili è la condizione decisiva perché in questo paese venga ripristinata la sovranità delle regole. quella stessa sovranità delle regole, onorevole D'Alema , che ieri dai banchi dell' opposizione ed oggi dai banchi della maggioranza, avete proclamato di voler restaurare. abbiamo bisogno di istituzioni imparziali, abbiamo un disperato bisogno di giudici terzi, un disperato bisogno di giudici indipendenti ed autonomi, sia dall' influenza della pubblica accusa, sia dall' influenza del potere politico ; giudici che restituiscano alla collettività il senso di una giustizia uguale per tutti, scevra da ogni condizionamento ideologico. nella giustizia malata e spesso strabica di questo paese, invece, siamo arrivati fino alle intercettazioni virtuali. se, infatti, si arriva al punto di falsificare un testo di accusa, come è avvenuto di recente, affermando che si tratta della registrazione scritta di un' intercettazione ambientale, quando invece è soltanto il resoconto sommario di un origliamento da bar, i limiti del decoro sono ampiamente oltrepassati. non si può arrestare un cittadino, quali che siano le risultanze successive dell' inchiesta, sulla base di un copione teatrale scritto da un brigadiere di polizia e spacciato per una registrazione su nastro. è così che si crea il clima propizio per una generale attività di spionaggio che, alla fine, non risparmia nessuno. il Consiglio superiore della magistratura non ha ritenuta urgente la discussione di questo caso. forse è urgente una riforma del Consiglio superiore della magistratura ; una riforma della sua costituzione e del suo funzionamento, per togliere a questo organo il sospetto della politicizzazione e della strumentalizzazione. dobbiamo manifestare apertamente, onorevoli colleghi , contro ogni intimidazione, il nostro sgomento per la battaglia in corso tra un pool della magistratura requirente e i corpi dello Stato che svolgono delicatissimi compiti anche di polizia giudiziaria . dobbiamo condannare severamente le tendenze al protagonismo politico dei magistrati, le dichiarazioni di guerra che avviliscono la funzione propria degli altri organi costituzionali e la funzione autonoma della politica. come ha detto giustamente il senatore Salvi, un magistrato ha sempre il dovere di esprimere anche la sua legittima protesta, anche le sue legittime rimostranze, solo nelle forme previste dalla legge e in maniere tali da non offuscare l' immagine di un potere imparziale al servizio di tutti. il Parlamento e il Governo non possono stare a guardare. non è sopportabile da una sana democrazia che persino altissimi magistrati, come il dottor Pierluigi Vigna, procuratore capo di Firenze, si sentano obbligati a parlare di una sorta di giustizia a orologeria e di siluri lanciati contro le loro carriere. ricordo che le prerogative che la Costituzione assegna al ministro di grazia e Giustizia non sono altro che il richiamo al dovere di iniziativa quando si tratti di correggere gravi storture. un richiamo che è scritto nella legge fondamentale del nostro Stato. e mi domando, con tutto il rispetto dovuto alla persona e alla funzione, se non sia giunto anche per il ministro Flick il momento di fare finalmente, fino in fondo, il proprio dovere. tuttavia è ormai chiarissimo, signori deputati, che il ritorno alla legalità, insieme al recupero di un clima di fiducia e di chiarezza politica, implica la riscrittura di quel sistema di regole che è definito nella nostra Costituzione. senza un grande disegno riformatore, capace di gettare le fondamenta di uno Stato rinnovato, sarà molto difficile chiudere il brutto capitolo della guerra di tutti contro tutti. a questo compito occorre che la grande maggioranza del Parlamento metta mano anche con uno strappo alle vecchie abitudini e rinunciando alla tutela gelosa di interessi parziali. l' elezione di un' Assemblea costituente o di una assemblea di revisione costituzionale sarebbe il segno tangibile di una grande svolta nello spirito pubblico, ed alla fine le nuove forme di governo e di Stato nascerebbero già forti di una legittimazione popolare. tale convincimento è ancora radicato nell' opinione di molti parlamentari del Polo delle libertà . comunque, il tentativo individuato fin qui con la prima votazione di una Commissione bicamerale per le riforme è ancora degno di essere sperimentato. non vi è più molto tempo a disposizione per restituire alla buona politica, dopo anni di supplenza della magistratura e di cattiva politica, il diritto di offrire al paese un orizzonte di sicurezza e di stabilità. noi continueremo a svolgere con fermezza il nostro ruolo di oppositori del Governo e della maggioranza. continuiamo a credere che sia un drammatico errore la pioggia di tasse e di balzelli che è stata fatta gravare sul paese dalla legge finanziaria . pensiamo, a ragion veduta, che in Europa come diceva un tempo anche il presidente del Consiglio dovrebbe entrare un paese vivo e non un paese morto; un paese in cui la fiducia nello sviluppo sia tale da generare investimenti, voglia di intraprendere, gusto dell' innovazione. è ormai indilazionabile una riforma dello stato sociale e dei flussi colossali di spesa pubblica improduttiva nel segno dell' efficienza e della vera solidarietà; è indilazionabile, come sembrava credere fino a poco tempo fa l' onorevole D'Alema . per queste ragioni non faremo sconti al Governo e manterremo fermo, di fronte alla determinante influenza politica di Rifondazione comunista su questa maggioranza, il nostro punto di vista liberale ancorato ad una idea di società aperta , che contrasta fortemente la deriva assistenzialistica e demagogica espressa dalla finanziaria di quest' anno. ma l' opposizione alle politiche economiche del Governo, in difesa della grande classe media , che ha fatto e fa grande la fortuna del nostro paese e la cui prosperità è la garanzia di poter sostenere anche le parti deboli della società, può andare di pari passo con uno sforzo comune, con una larga maggioranza per le riforme istituzionali . le avevo scritto una lettera sincera, onorevole D'Alema , quando, pochi giorni dopo la sua elezione a segretario del Pds, la invitavo ad una discussione sulle regole della seconda Repubblica . era il leader della maggioranza che si rivolgeva al capo dell' opposizione . molte cose sono cambiate da allora; ma oggi, da leader dell' opposizione, mi sento di rinnovare l' appello di allora: riformare le regole per ripristinare le regole di legalità e di preminenza della politica senza le quali una democrazia rischia di ammalarsi e di morire. spero che questo appello non rimanga senza risposta. nessun democratico ha interesse a lasciare degenerare le cose; nessuno ha interesse a premiare gruppi deviati o poteri deviati che contribuiscono come possono, magari piazzando una microspia, al degrado del clima civile della nostra democrazia e della nostra libertà. vi ringrazio.