Gianfranco FINI - Ministro dell'industria, del Commercio e dell' Artigianato Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 714 - seduta del 28-04-2000
Disciplina dei prezzi di beni di largo consumo
2000 - Governo IV Rumor - Legislatura n. 6 - Seduta n. 147
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signor presidente del Consiglio , colleghi, se fra qualche ora la Camera dei Deputati esprimerà la fiducia al Governo, per Alleanza Nazionale si tratterà per davvero di una delle pagine più brutte della storia repubblicana. il distacco tra la sovranità popolare , tra la volontà popolare , espressasi in modo inequivocabile il 16 aprile, ed il comportamento del Parlamento sarà evidente a tutti. si sarà certamente rispettata la regola formale di una democrazia parlamentare (ed è questa la ragione per la quale si deve tranquillizzare l' onorevole Soro, perché non c' è da parte dell' opposizione alcuna polemica nei confronti del Capo dello Stato ) ma, come abbiamo detto anche allo stesso Capo dello Stato , il rispetto formale, scrupoloso, doveroso — avendo egli giurato fedeltà alla Costituzione vigente — di una regola può significare, come per noi significa se il Governo avrà la fiducia, un oltraggio alla sostanza della democrazia, intendendo almeno la democrazia come rispetto innanzitutto della volontà popolare . per questo le confermo, signor presidente del Consiglio , che, se la Camera dovesse davvero darle la fiducia, per noi il suo Governo sarebbe un simulacro di un Governo legittimamente espressione della sovranità popolare . sarebbe, in realtà, un Governo che finisce per mettere tra parentesi, o in non cale, l' espressione della volontà popolare e, quindi, un Governo che Berlusconi, Casini ed io, continueremmo a pieno titolo a definire un Governo che commissaria di fatto la democrazia. certamente è un Governo che allontana dalle istituzioni e che renderà molto difficile, per chi continua a credere nonostante tutto nella politica, rivolgersi agli italiani dicendo loro di avere fiducia nelle istituzioni. sappiamo che si tratta — come, del resto, lei stesso ha detto — di un atto politicamente grave; è un atto di accusa , ma crediamo di poter dimostrare facilmente che è un atto politicamente motivato. non si può dimenticare, nel momento in cui ci si accinge a votare o meno la fiducia, per quale motivo sia andato in crisi il Governo D'Alema : esso non è stato battuto da un voto in Parlamento, né è caduto perché un partito che lo sosteneva si è chiamato fuori; non è caduto nemmeno per decisione del presidente del Consiglio , volta a dar vita ad un rimpasto. il Governo D'Alema è caduto unicamente perché è stato sfiduciato dalle urne. la conta non si è fatta qui, tra 630 deputati, magari qualcuno convinto all' ultimo minuto; la conta si è fatta tra milioni e milioni di italiani che hanno espresso un verdetto inequivocabile. il primo a prendere atto di tale verdetto inequivocabile è stato lo stesso presidente del Consiglio , con una dignità — gliene do atto con la stessa franchezza con cui tante volte lo ho attaccato — che gli fa onore. D'Alema se ne è andato perché ha ammesso una sconfitta politica; ha accettato la sfida, ha affermato che se avesse perso se ne sarebbe andato ed è stato di parola: se ne è andato. il presidente D'Alema se ne è andato anche e soprattutto perché gli è ben chiaro che non si può evocare — come lei, professor Amato, ha fatto in sede di replica — la Gran Bretagna e nemmeno (me lo permetta) il caso di Bologna; mi sembrano due riferimenti che non fanno onore all' epiteto di dottor Sottile ! infatti, non ci risulta che, in Gran Bretagna , Blair sia giunto ad essere capo del governo attraverso i ribaltoni di mister Mastella; nel caso bolognese, lei sa che se il sindaco Guazzaloca si fosse dimesso, saremmo tornati subito a votare; e se Guazzaloca si fosse dimesso con la legge in vigore , avremmo avuto, magari, la possibilità di fare un' altra maggioranza e voi sareste immediatamente insorti! vi è, infatti, una differenza di fondo tra chi è legittimato a governare dal responso delle urne e chi, al contrario, gli piaccia o meno, non ha tale legittimazione. e lei, questa legittimazione non ce l' ha! dunque, il presidente del Consiglio D'Alema si è dimesso perché ha ammesso la sconfitta, ma il cuore del mio ragionamento è il seguente: è stato sconfitto D'Alema o è stata sconfitta una politica, una coalizione, un programma, una maggioranza? credo che la risposta sia chiara a tutti. il Governo che lei ripresenta quest' oggi è un governo politico — per sua ammissione — che ripropone la stessa maggioranza di centrosinistra, che ha molti dei ministri del precedente Governo D'Alema , che dichiara di voler muovere i suoi passi lungo le orme tracciate politicamente dal precedente Governo, quello che è stato battuto politicamente, a tal punto che D'Alema se ne è andato. come se tutto ciò non bastasse, è un Governo che si presenta qui con un presidente — lo dico con rispetto — che è certamente un insigne giurista, ma che ha il torto, non da poco, di essere entrato in quest' Aula, l' ultima volta, per decisione del corpo elettorale nel 1992: otto anni fa, due legislature fa, un secolo fa in termini politici! lei ripropone la stessa maggioranza che è stata battuta a tal punto che D'Alema si è dimesso; lei ripropone buona parte dei ministri che, se avessero un minimo di dignità, avrebbero dovuto fare quel che ha fatto D'Alema , vale a dire seguirlo nelle dimissioni! dopodiché, lei ripropone la stessa identica strategia politica e, in più, aggiunge la sua persona che, almeno per noi, ha un vizio di origine: non rappresenta un responso del corpo elettorale , ma una scelta di altra natura. ecco perché ieri l' abbiamo contestata garbatamente, quando si è permesso di dire che lei lavora perché ci sia una legge elettorale che possa dare legittimità popolare al presidente del Consiglio . professor Amato, sarebbe stato sufficiente garantire agli italiani un Governo che possa affermare di essere l' espressione della legittimazione popolare: lei addirittura auspica che sia il presidente del Consiglio , domani, a poterlo dire. noi ci saremmo accontentati, proprio per il rispetto che si deve agli italiani che si sono pronunciati, di avere, ripeto, un Governo espressione della sovranità popolare e, piaccia o no, l' unica via per dare una risposta a questa esigenza democratica era proprio quella di andare al voto, sia pure con una legge elettorale che noi per primi giudichiamo imperfetta. ma proprio perché avete avuto il terrore di sottoporvi al voto, avete perseguito questa azione di accanimento terapeutico nei confronti di una legislatura che è sostanzialmente moribonda e cercate disperatamente di mettere insieme un Governo che, figlio della disperazione e della paura, possa almeno arrivare ad avere una maggioranza numerica. si discute — lo vedremo tra qualche ora — addirittura circa la possibilità che il Governo abbia 315 voti più uno, vale a dire la possibilità di affermare di essere almeno espressione, ripeto, della maggioranza numerica. se ciò non dovesse accadere, beh, saremmo davvero in presenza non soltanto di un vulnus, ma di un oltraggio vero e proprio nei confronti della sovranità popolare , perché non vi sarebbe soltanto il disprezzo verso gli italiani, ma anche una maggioranza che non è tale, perché se non ottenete 316 voti siete un Governo di minoranza. tutto ciò avviene in una logica che è unicamente quella del tirare a campare e, accada o meno quello che ho preconizzato e di cui si discute qui con i rappresentanti della stampa e con i colleghi parlamentari, a proposito di quanti voti alla fine riuscirete a mettere insieme, credo che sarà davvero un po' più difficile, da domani, per il centrosinistra che oggi disperatamente si attacca alla sua figura, professor Amato, ed al Governo che forse nascerà di qui a qualche ora, presentarsi al giudizio degli italiani. certo, la sua situazione sarà un po' più difficile nei rapporti con l' opposizione, perché, come ho detto e confermo, cercheremo qui di non darvi tregua e di non darvi la possibilità di fare nemmeno la più piccola delle cose che lei, un po' ingenuamente, ha indicato nel suo programma. d' altro canto questo è il nostro dovere, considerato che rappresentiamo qui l' opposizione, ma, insieme agli amici ed alleati del Polo, siamo sostenuti manifestamente dalla maggioranza del corpo elettorale . il rapporto con le opposizioni, soprattutto, sarà più difficile in riferimento al federalismo. in un passaggio importante del suo discorso, professor Amato, lei ha ricordato che le elezioni che si sono svolte hanno dato alle regioni un mandato costituente: io le ricordo che, quando nella conferenza stato regioni lei parlerà a nome del Governo con i presidenti regionali, troverà una maggioranza di quei presidenti che ha alle spalle la sovranità popolare e milioni di consensi espressi, mentre lei, le piaccia o no, parlerà a titolo personale. parlerà a nome dei 314, 315 o 316 colleghi che disperatamente le danno la fiducia, certo, ma la sua azione sarà delegittimata proprio nel rapporto con le regioni e — mi rivolgo ai colleghi più esperti di me — è la prima volta che questo accade. siamo in presenza non solo di una pseudomaggioranza, che forse è tale solo numericamente, ma per la prima volta siamo anche in presenza di un Esecutivo che non potrà rivolgersi ai capi delle regioni democraticamente eletti se non da una posizione di minoranza. allora — e concludo, presidente Violante — sarà un po' difficile per il centrosinistra presentarsi al giudizio degli italiani e non credo che sia sufficiente qualche gioco di parole su un Governo più di centro o più di sinistra, né credo sia sufficiente, per riacquistare credibilità, promettere, ad esempio, di levare il freno all' economia, perché gli italiani su questo sono d' accordo, ma si sono accorti che il freno all' economia è rappresentato dalla sinistra: dalla sinistra ancora comunista di Cossutta, dalla sinistra sindacale di Cofferati, dalla sinistra in qualche modo ancora classista di Salvi. ma le ha viste le facce dei suoi colleghi di sinistra, quando ha detto...? piano, piano, colleghi, perché forse alla fine sarete d' accordo con me... ieri il presidente Amato ha detto che lui ammira quei corsi di formazione statunitensi in cui si lavora anche di notte: beh, se siete ancora di sinistra, amici miei, o fate un salto sulla sedia oppure vi dovete vergognare del modo in cui interpretate la sinistra, che non ha nulla a che vedere con un' impostazione di questo genere! senza continuare a lungo su questo tema, voi oggi disperatamente vi attaccate alla conta dei voti: noi vi attendiamo serenamente al varco, perché gli unici che non hanno compreso, forse, che oggi potete anche farcela, ma che da domani sarà più difficile per voi nel rapporto con noi, ma soprattutto nel rapporto con gli italiani, sono coloro che sanno che, se si vota, per molti si chiude un' esperienza di impegno parlamentare. allora oggi avete fatto a gara per sedervi su quei banchi: sappiate che la prossima volta vi vedremo in quei banchi, ma all' opposizione.