Rosy BINDI - Ministro della Sanità Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 710 - seduta del 06-04-2000
Proroga dell'entrata in vigore della normativa sulla sicurezza alimentare prevista dal decreto legislativo n. 155 del 1997
2000 - Governo I D'Alema - Legislatura n. 13 - Seduta n. 710
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

mi dispiace deludere il deputato interpellante ma l' amministrazione del Governo responsabile dell' applicazione dell' HACCP è il ministero della Sanità , che è l' autorità competente per il recepimento delle direttive comunitarie e che naturalmente è, insieme al ministero delle politiche comunitarie , il primo firmatario del decreto legislativo numero 155. ritengo che questa sia per il nostro paese una scelta di civiltà. è nei paesi dove la sicurezza alimentare afferisce ai ministeri dell' agricoltura e del commercio che si sono verificati le BSE, le diossine e quant' altro. noi, in questi anni, non abbiamo mai imposto né ai produttori né ai consumatori italiani ed europei alcun disastro alimentare, proprio perché chi persegue la sicurezza alimentare deve essere mosso innanzitutto dalla volontà di tutelare i consumatori e la loro salute. è infatti tutelando così i consumatori che si tutelano anche i produttori! le sole regole del mercato non hanno evitato la BSE: i consumatori di carne inglese infatti non avevano la percezione di quello che stava accadendo e non erano certo diminuiti come consumatori. ma la BSE è stato un disastro anche per i produttori! onorevole Ballaman, mi consenta di ritenere che il presidente del Consiglio dei ministri e il ministro delle Politiche comunitarie abbiano inteso dare un gesto di attenzione non solo nei confronti del deputato interpellante, ma anche nei confronti dei consumatori e dei produttori di questo paese nell' incaricare il ministro della Sanità — come era ovvio ed evidente — non solo di rispondere a questa interpellanza, ma anche di farsi carico di risolvere il problema che lei ha sollevato. in quest' ottica, però, nell' ottica di cui parlavo prima, è tutelando i consumatori e la loro salute che si tutelano anche i produttori! certo, questo preoccupa in un' Europa nella quale, anche dopo il trattato di Amsterdam che ha finalmente e giustamente posto in capo alla Commissione sia le competenze della tutela del consumatore sia la sanità e la sanità animale e veterinaria, proprio in considerazione di quello che si era verificato in Europa, il piano di sicurezza alimentare viene presentato prima al Consiglio del mercato interno dell' agricoltura e solo dopo — molto più tardi — al Consiglio dei ministri della sanità. nonostante il trattato di Amsterdam, l' Unione Europea persegue in quest' ottica puramente economicistica la trattazione di alcune materie che solo ed esclusivamente in quanto perseguono prima di tutto la finalità della salute diventano poi anche un volano di carattere economico. i disastri economici della BSE e della diossina sono stati sopportati da tutti i produttori europei...... dopo essere stati sopportati da tutti i consumatori europei! questo è il punto. questa è la ragione per la quale il nostro paese deve svolgere la sua parte da questo punto di vista . onorevole Ballaman, è in quest' ottica che io credo debba essere preso in considerazione il problema che lei ha posto, che del resto condividiamo e che non è vero che non abbia avuto e non abbia attenzione perché le direttive comunitarie recepite nel decreto legislativo numero 155 avevano previsto comunque uno statuto particolare nei confronti dei piccoli produttori ed avevano altresì affidato alle regioni la soluzione ulteriore di questo problema; infatti, è la regione, in un concetto corretto di applicazione del federalismo, che deve farsi carico dei produttori della Valle d'Aosta , del Trentino, del Veneto, del Piemonte, della Lombardia e, certo, anche della Toscana e di tutto il resto del paese. oggi vi sono delle regioni inadempienti da questo punto di vista . il Governo constata questo problema con amarezza proprio perché è legato alla tipicità dei nostri prodotti che noi vogliamo garantire. sappiamo perfettamente che la ricchezza alimentare di questo paese è legata a due fattori: la sicurezza nella grande distribuzione, perché dobbiamo assicurare la sicurezza alimentare non solo nelle boutique e per i prodotti di nicchia, ma anche nel supermercato dove vanno tutti, perché la sicurezza alimentare di un paese non deve valere soltanto per una buona torta che si può confezionare in casa o nel forno a legna sotto casa, ma deve essere fatta valere anche nella grande distribuzione alimentare; poi, certo, bisogna garantire pure la qualità e la sicurezza del prodotto tipico ed è proprio sotto questo profilo che a mio avviso l' Italia e l' Europa debbono accettare la sfida della globalizzazione. infatti, Seattle ce l' ha dimostrato: non sarà inseguendo alcune strategie che noi garantiremo il futuro economico alle nostre economie e ai nostri produttori, ma rispettando la tipicità dei nostri prodotti. era ed è per questo che il decreto legislativo 26 maggio 1997, numero 155, apriva una strada in questa direzione, salvo l' impegno del ministero della Sanità e di quello delle politiche agricole di farsi comunque ulteriormente carico dei prodotti tipici: erano le regioni che dovevano affrontare questo problema. oggi dobbiamo constatare che questo non è successo. tuttavia, abbiamo ben presente questo problema e intendiamo farvi fronte. sono stati presentati alcuni emendamenti dai parlamentari, non solo della Lega, ma appartenenti a vari schieramenti politici, anche su sollecitazione di molti rappresentanti delle categorie economiche che si sono attivati anche nei confronti del Governo, ma mentre riteniamo che sia corretto l' obiettivo che si vuole raggiungere, non reputiamo percorribile la strada indicata dagli emendamenti che sono stati presentati. ed allora, ho proposto al Governo, insieme al ministro per le Politiche comunitarie , un altro emendamento che illustro e che potrò fornire nella documentazione. è stato inoltre proposto al ministro per i Rapporti con il Parlamento di presentarlo in un prossimo provvedimento (nel « treno più veloce che passa » ) che abbia afferenza per materia. l' emendamento ha sostanzialmente questi contenuti: portare da 120 a 150 giorni i termini per adeguarsi alla descrizione degli agenti di controllo, solo in difetto di adeguamento scattano le sanzioni; rinviare al 31 dicembre 2000 il termine per l' adozione dei provvedimenti regionali di individuazione delle aziende da sottoporre a regime semplificato; sospendere fin dall' effettuazione del secondo controllo (e fino al sessantesimo giorno successivo alla pubblicazione degli elenchi regionali e quindi sicuramente oltre il 28 febbraio 2001) l' applicazione delle sanzioni nei confronti di tutti i piccoli produttori (definiti, solo ai fini dell' applicazione delle sanzioni, anche in base all' avvenuta presentazione di una domanda in tal senso alle regioni); prevedere poteri sostitutivi qualora le regioni, entro il 31 dicembre 2000, non provvedano all' individuazione delle aziende da sottoporre a regime semplificato. le misure proposte tengono quindi conto delle esigenze rappresentate, ma individuano un meccanismo legislativo che ci consente di ottenere il risultato senza subire sempre e comunque il capestro delle ulteriori proroghe, che non ci possiamo evidentemente permettere, e soprattutto di evitare eventuali sanzioni in sede comunitaria. con questo emendamento (naturalmente ci affidiamo a tutti i gruppi politici e a tutto il Parlamento perché esso venga recepito in un provvedimento che verrà approvato quanto prima) riteniamo di essere venuti incontro alle esigenze che sono state prospettate nell' ottica che ho enunciato precedentemente. ritengo ciò assolutamente indispensabile perché è una scelta di civiltà del nostro paese (da questo punto di vista ne abbiamo avuto le prove). reputo inoltre che dal mio versante ci si debba adoperare perché, come lei ha giustamente sottolineato, vi sia un codice per l' applicazione di queste normative che non deroghi alla sicurezza, ma che deroghi alla standardizzazione delle procedure. su questo sono perfettamente d' accordo ed aggiungo, non solo come battuta, che il caso del cioccolato è emblematico: solo ciò che è davvero buono è anche equo e sicuro; il cioccolato meno buono forse sarà meno sicuro, certamente è anche meno equo.