Pier Ferdinando CASINI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 665 - seduta del 03-02-2000
Parità di accesso ai mezzi di informazione
2000 - Governo II D'Alema - Legislatura n. 13 - Seduta n. 665
  • Attività legislativa

signor presidente , vorremmo parlare di scuola — di una scuola libera e moderna — , di una giustizia severa ma equa, di un' economia che non fosse troppo dirigista, di lavoro, cioè dei drammatici problemi che interessano gli italiani. se invece oggi ci troviamo qui a parlare di altro, se oggi siamo chiamati a contrastare con durezza una legge che limita i diritti e le libertà di comunicazione, è perché su quella legge, e solo su di essa, la maggioranza ha esercitato tutto il suo impegno, la sua forza, la sua prepotenza e il suo improvviso decisionismo. in questi anni il Governo non ha deciso quasi su nulla: non ha deciso sulla riforma dello stato sociale , sulle pensioni, sulla scuola privata , sulla sicurezza o sull' occupazione. ha deciso e decide solo su questo: sulla televisione. tutto ciò significa che con una mano il Governo tiene in pugno il servizio pubblico radiotelevisivo (la Rai), in modo assolutamente singolare rispetto all' esperienza degli altri paesi europei ; con l' altra mano, lo stesso Governo vieta gli spot, soprattutto quelli degli altri. voi richiamate di continuo le buone regole europee della comunicazione, ma la prima regola che vige in Europa è che su questi temi non si decide né a colpi di maggioranza , né contro l' opposizione; è qui l' anomalia italiana: non esiste in nessun altro paese europeo una televisione pubblica che sostenga l' attività del Governo e della maggioranza, con tanta amichevole assiduità; non esiste nessun altro paese europeo nel quale un ministro (Livia Turco) che è anche candidato a presidente di una regione, venga ospitato per un' ora in un' innocente trasmissione per bambini; non esiste nessun altro paese europeo nel quale venga cancellata una trasmissione sulla satira, per non disturbare il presidente del Consiglio che ha fatto causa ad un vignettista. questa legge cancella gli spot e al loro posto offrirà ai telespettatori un polpettone immangiabile, una successione di lunghi e noiosi monologhi politico-televisivi, che sembrano confezionati apposta per indurre i telespettatori a cambiare canale. in questo modo, nell' era di Internet e del villaggio globale , si fa ritorno — come se il tempo non fosse passato — alle tribune politiche di Jader Jacobelli . sarà un danno per le emittenti, un danno per la politica, un danno per i cittadini. dietro questa decisione, si nasconde a malapena un' idea arcaica e antidiluviana della comunicazione politica e, peggio ancora, si annida un pregiudizio verso i cittadini. la maggioranza, con questa legge, mostra di avere così poca fiducia negli elettori e nella loro capacità critica, nella loro passione civile, da immaginare che bastino pochi secondi alla televisione per cambiare o, addirittura, capovolgere le loro scelte politiche ed elettorali. cancellati gli spot, avevamo almeno chiesto che gli altri spazi di comunicazione fossero divisi con equità. infatti, è noto che la frammentazione e la moltiplicazione di partiti nel centrosinistra con queste nuove regole finisce per aumentare la visibilità politica di ciascuno di essi, incoraggiando ancor di più lo « spezzatino » della politica. esiste una maggioranza ed un' opposizione. l' opposizione, il Polo, è fatto di tre partiti uniti tra di loro. la maggioranza è fatta di sette, otto, dodici o chissà quante sigle, che più divise non si può. non è corretto, non è giusto che si faccia pagare a noi il costo e il valore della nostra chiarezza, consentendo al centrosinistra di trarre vantaggio dal fatto di continuare a dividersi e a litigare. ma anche su questo c' è stato risposto « no » . l' onorevole D'Alema ha obiettato che alcune delle proposte del Polo sarebbero antidemocratiche. facciamo una certa fatica, signor presidente del Consiglio , a considerarla un maestro di democrazia! la realtà è che su questi argomenti la maggioranza ha stipulato un patto di ferro con Rifondazione comunista , un patto che ci riporta agli accordi sottobanco di quattro anni fa, un patto che riguarda il potere televisivo e il muro opposto alla privatizzazione della Rai, un patto che per domani mattina si prepara alla spartizione del potere regionale e che per dopodomani annuncia già una vera e propria alleanza politica. voteremo contro questo provvedimento. contestiamo alla maggioranza la forzatura che compie scrivendo da sola, a proprio uso e consumo, e imponendo quelle regole di comunicazione elettorale che in una democrazia matura e moderna non possono essere né il privilegio, né tanto meno il sopruso di una sola parte. i cittadini sanno bene che per tre, quattro anni, la maggioranza non ha mai affrontato questi temi. d' un tratto, sconfitta alle elezioni europee , la maggioranza si è svegliata dal suo torpore, si è dedicata ad inventare in quattro e quattr' otto il provvedimento che le conveniva di più e ha scritto una legge su misura per i suoi interessi elettorali. noi crediamo che questo calcolo si rivelerà sbagliato. quanto più la sinistra sale in cattedra e pretende di dettare ai telespettatori quello che possono vedere e quello che non debbono vedere, tanto più i cittadini italiani imparano a riconoscere che dall' altra parte, nel Polo delle libertà , c' è un maggiore rispetto della loro indipendenza. la maggioranza si porta oggi a casa la sua legge, ma come tutte le prepotenze speriamo che anche questa non le porti fortuna.