Massimo D'ALEMA - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 648 - seduta del 23-12-1999
Sulla politica interna
1999 - Governo Tambroni - Legislatura n. 3 - Seduta n. 317
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , non è mia intenzione ripetere qui l' esposizione introduttiva che ho presentato ieri al Senato e che ho consegnato per iscritto a questa Assemblea. tuttavia, come avevo annunciato, intendo svolgere alcune considerazioni politiche a questo punto del dibattito sulla formazione del nuovo Governo, che possano essere di spunto per l' avvio di una discussione in questa nostra Assemblea. credo anzitutto che in questi giorni di discussione si sia venuto chiarendo, al di là di legittimi motivi polemici, il significato politico della crisi e della formazione del nuovo Governo. la crisi certamente non è nata dall' insorgere di contrasti di natura programmatica ma ritengo da fondate e serie ragioni politiche. la maggioranza, che si era formata all' indomani della crisi del governo dell' Ulivo, determinata dalla rottura politica con Rifondazione comunista , si collocava, come allora sottolineammo, nel quadro di una situazione di emergenza del paese che vedeva convergere forze di diversa ispirazione e animate anche da una diversa visione strategica. in particolare, l' ambiguità strategica che contenuta nella coalizione di Governo, era tra un' idea della collaborazione tra il centro e la sinistra come espressione di un patto congiunturale tra forze destinate a collocarsi in modo diverso sullo scenario del bipolarismo italiano, e, dall' altra parte, la visione di un centrosinistra come alleanza organica, pur tra culture e partiti distinti, che aveva ispirato l' esperienza dell' Ulivo. dicemmo allora — dissi io presentando il Governo — che il tempo avrebbe sciolto il confronto tra queste diverse ipotesi strategiche e che chi avesse avuto più filo, avrebbe visto prevalere nel tempo la propria visione. ritengo che, nel corso di un anno, quell' esperienza politica sia venuta via via consumandosi e che l' approssimarsi della prospettiva delle elezioni politiche abbia reso sempre più necessario un chiarimento non soltanto per l' oggi, ma per il domani. è, infatti, molto difficile, in un sistema bipolare governare insieme tra forze che non abbiano una chiara prospettiva strategica comune, un chiaro indirizzo a presentarsi unite di fronte agli elettori sulla base di un progetto di governo, di una candidatura a governare, non soltanto di un candidato Primo Ministro — questione sulla quale si è molto concentrato il dibattito — ma, direi, della capacità di presentare al paese una classe dirigente , che è problema un po' più complesso e più ampio. io per primo ero convinto che dopo le elezioni europee si dovesse andare ad un chiarimento, e che dovesse essere colta la disponibilità dei Democratici, in modo particolare, di entrare a far parte di un' alleanza organica di centrosinistra nel quadro di un rilancio dello spirito dell' Ulivo. il confronto politico, quindi, si è aperto a partire dal mese di ottobre in modo limpido, non occulto, attraverso prese di posizioni pubbliche. ricordo la mia dichiarazione con la quale dissi: « bisogna dare vita ad un Governo rinnovato nello spirito dell' Ulivo » , non come recupero meccanico di una formula, ma come recupero, appunto, di quella concezione che prevalse e che portò al risultato dell' aprile 1996, di quel prevalere delle ragioni dell' alleanza sulle ragioni di ciascuno, che è non l' eliminazione di diverse identità, ma il concorso delle diverse culture riformiste alla creazione di un polo di centrosinistra. rispetto a questa visione, nella maggioranza si è aperto un confronto, un conflitto divenuto via via più chiaro e, per questo, si è resa sempre più stringente la necessità di un chiarimento e di una soluzione. quando, poi, nel congresso dei socialisti democratici italiani si è sollecitata apertamente l' apertura di una crisi di Governo , si è resa necessaria, a mio avviso, un' accelerazione dei tempi. è apparso chiaro che il trascinarsi della situazione, in attesa di scadenze successive e di momenti congressuali, rischiava di appannare l' azione di governo e di nascondere la portata reale dei problemi e dei risultati in una discussione politica che appariva sempre più litigiosa e priva di sbocchi concludenti. di qui la decisione di accelerare la crisi, di puntare alla formazione di un Governo coerente con l' ispirazione politica cui ho fatto riferimento, non con l' obiettivo di escludere forze, ma con l' obiettivo che alla base di un nuovo Governo vi fosse un rinnovato patto strategico tra le forze del centrosinistra. il Governo ha questa base: la base dell' accordo raggiunto tra le forze politiche che hanno deciso di dare vita ad un rinnovato patto strategico, di rilanciare il centrosinistra come polo della democrazia dell' alternanza. ciò che io avevo sperato e continuo a sperare, ciò per cui continueremo a lavorare, è che dentro questa visione possano convergere tutte le forze politiche del centrosinistra e, in particolare, quelle che oggi mantengono una posizione di riserva anche per fondate distinzioni programmatiche, e con le quali noi abbiamo inteso mantenere aperti un dialogo e la ricerca di una collaborazione organica. il Governo nasce, quindi, su basi chiare. nasce nel rilancio dello spirito dell' Ulivo e nel dialogo con le altre forze politiche del centrosinistra che, ad oggi, rispetto a quest' impostazione, mantengono una distinzione ed una riserva. io ho voluto sottolineare come in special modo elemento del dialogo sia l' accoglimento da parte mia, da parte nostra, in particolare da parte dei Democratici di sinistra (che costituiscono la forza che aveva mantenuto una più accentuata riserva verso quest' ipotesi), della proposta della costituzione di una Commissione d' inchiesta sul finanziamento illecito della politica e dei partiti. vorrei dire, a proposito di interpretazioni giornalistiche non fondate, che questa è una scelta impegnativa. è chiaro che quando una grande forza politica si dispone ad accettare qualcosa verso cui ha una riserva, pur mantenendo questa riserva, lo fa per spirito unitario, lo fa con l' intenzione di aprire e di rilanciare un dialogo politico; lo fa con la volontà di rimuovere incomprensioni, e questo vale in modo particolare per i Democratici di sinistra , perché, in verità, altre forze della maggioranza avevano nei confronti dell' ipotesi di una Commissione d' inchiesta una posizione più aperta o addirittura di condivisione. io ritengo che questa commissione, nel momento in cui può diventare una scelta comune del Parlamento e non più un motivo di polemica degli uni contro gli altri, può nascere nello spirito giusto. lo spirito giusto non è quello di una commissione che sia strumento di rivalsa nei confronti della magistratura, perché io ritengo che noi, come Parlamento, siamo custodi di un rapporto corretto fra le istituzioni e della difesa dell' indipendenza e dell' autonomia della magistratura. compito di questa Commissione non è di andare a rivedere le conclusioni dei processi per giudicare i processi stessi o di andare ad intrufolarsi nei procedimenti ancora aperti. questo sarebbe motivo di un' enorme confusione istituzionale e di un turbamento dell' opinione pubblica . compito di questa commissione è, a mio giudizio, condurre un' inchiesta sul fenomeno del finanziamento illegale della politica (non solo dei partiti) sul fenomeno del rapporto corruttivo tra politica ed affari che ha investito il nostro paese, per cercare di comprenderne le ragioni, per delinearne la portata nella storia nazionale ed anche — io credo — per aiutare la nostra democrazia ad evitare di ricadere in distorsioni come quelle che hanno portato alla grave crisi dell' inizio degli anni Novanta . se sarà interpretata con questo spirito, ritengo possa rappresentare un' opportunità per il sistema democratico e per tutte le forze che vogliono dar vita ad una nuova stagione nella storia della Repubblica. questo mi pare il primo punto: un Governo che nasce nello spirito di un rilancio dell' alleanza organica di centrosinistra, di una coalizione stabile; un Governo che mantiene aperto il dialogo con le altre forze del centrosinistra, anche con una attenzione ai temi specifici che esse pongono. il secondo aspetto caratterizzante il Governo l' ho definito un compito di garanzia nel processo di transizione democratica. siamo alla vigilia di importanti scadenze: le elezioni regionali , con l' elezione popolare diretta dei presidenti delle regioni, assumono il carattere di un passaggio costituente che è giusto non si accavalli con elezioni politiche che finirebbero per confonderne il senso. anche i referendum, che la Corte costituzionale deciderà se ammettere e in quale misura, assumono il carattere di un passaggio assai rilevante che investirà — se così la Corte vorrà — pure il nodo cruciale della legge elettorale . credo che, in questo momento, precipitare il paese verso le elezioni anticipate significherebbe dare un colpo alla possibilità di avanzare nella transizione democratica e, in qualche modo, gettare indietro l' evoluzione delle nostre istituzioni: sarebbe un errore, per evitare il quale occorre un Governo che garantisca la conclusione della legislatura e il funzionamento di un Parlamento che, nel rapporto con il paese, sappia tradurre la domanda di cambiamento in riforme (leggi ordinarie e costituzionali). in modo particolare, ho posto l' accento sui due nodi che mi sembrano più urgenti e, per certi aspetti, anche più maturi. anzitutto, una coraggiosa riforma federalista , per la quale occorre passare al confronto ed alle proposte al di fuori di contrapposizioni propagandistiche. sento sempre affermare che ci vuole più federalismo rispetto alle proposte che sono in campo; spero si passi ad un confronto parlamentare nel quale ognuno sia nelle condizioni di tradurre questo « più » , un concetto suggestivo ma anche semplice, in proposte concrete di riordino dello Stato. l' altro tema riguarda il nodo legge elettorale-forma di governo . anche qui le proposte sono in campo. in questi giorni si è parlato dell' idea dell' elezione diretta del capo del governo , un' idea che, certamente, risolverebbe in modo radicale la necessità di una legittimazione del Governo da parte dei cittadini. il referendum propone una forma assai rafforzata di uninominale maggioritario; altri pensano ad una legge in parte proporzionale ed in parte sorretta dal premio di maggioranza . le proposte sono in campo. esse attraversano trasversalmente gli schieramenti politici, questo è del tutto evidente. e tuttavia, per certi aspetti, ritengo che questo non sia un fatto negativo, perché dovrebbe consentire al Parlamento un dialogo con il paese...; perché se la Corte costituzionale ammetterà il referendum, il referendum è lì e bisognerà garantire i diritti dei cittadini. non si aggira il referendum, se non con una legge che ne raccolga il quesito. credo che ci siano le condizioni per decidere. l' unica cosa che non ci possiamo permettere è non decidere, è rinviare lo scioglimento di un nodo essenziale per la stabilità e per la forza delle istituzioni. infine, terzo punto, il Governo deve e vuole proseguire l' opera delle riforme amministrative, scolastiche, sociali, al servizio della crescita dell' occupazione, al servizio di un paese che sta uscendo dalla stretta difficile del risanamento e che ricomincia, sia pure faticosamente, a crescere: a crescere nell' economia, nell' occupazione, a crescere e a trasformarsi. non c' è dubbio che la crescita dell' occupazione si accompagna anche ad un aumento della flessibilità, della mobilità del lavoro, il che pone nuovi problemi sociali. se in questo momento noi lasciassimo questa società, che volta pagina e che guarda con maggiore ottimismo al futuro, priva di una guida in grado di accompagnare e incoraggiare lo sviluppo, di creare le nuove istituzioni sociali necessarie ad una società più aperta, più mobile, come quella che si viene creando sotto la spinta della competizione globale, io credo che faremmo un grave errore. non è un caso che da tutte le forze sociali è venuta la domanda di una rapida soluzione della crisi politica : e non viene certo la domanda di elezioni anticipate ; viene una domanda di Governo e di riforme. io penso che ci sono le condizioni per cominciare a raccogliere i frutti dei sacrifici compiuti in questi anni in termini di crescita dell' occupazione, in termini di riforme sociali, in termini di sviluppo del Mezzogiorno, questione che resta il grande banco di prova per lo Stato democratico del nostro paese. questi sono i caratteri del nuovo Governo che si presenta di fronte al Parlamento; Governo che nasce nel rilancio dello spirito dell' Ulivo; Governo che vuole lavorare per ricostruire lo schieramento di centrosinistra e per arrivare alle elezioni del 2001 con un centrosinistra unito; Governo di garanzia per le riforme costituzionali ed elettorali; Governo al servizio della crescita, dell' occupazione, delle riforme sociali. è un programma ambizioso. io mi sono sforzato, naturalmente, nel discorso programmatico, di individuare in modo più preciso (e a ciò vi rinvio) quali passi si possono compiere in questa direzione. tuttavia ritengo che sia un programma possibile se potrà contare su una maggioranza unita, sulla comprensione e sul dialogo di quelle forze che con la loro astensione consentono al Governo di nascere, e anche su una opposizione che sappia intrecciare un confronto positivo, anche aspro, ma positivo e propositivo con il centrosinistra, con il fine di far fare un passo in avanti al paese. questo è il mio auspicio, davvero, lo dico (l' ho detto anche ieri nell' Aula del Senato): è del tutto legittima l' asprezza della contrapposizione politica, ma vorrei che tra di noi il confronto avesse un tono di verità, e non di propaganda, e che ci fosse il senso di una comune responsabilità. naturalmente, questo mio auspicio è affidato alla comprensione di tutti. io ritengo, vedete, che il tema, pur legittimo, del passaggio di parlamentari, indubbiamente, si riflette sul sistema politico : un malessere, una incertezza istituzionale, una contraddizione tra un sistema elettorale maggioritario e regole nelle quali... sì, sì, lo capisco. Gasparri, anche le battute di spirito dovrebbero avere un limite; questa poi in particolare non fa molto ridere. un limite! siete naturalmente liberi di abbandonarvi a considerazioni di questo tipo. tuttavia, mi permetto di dire, è un errore. non vedere come il malessere delle istituzioni sia legato all' incompiutezza del processo riformatore e tradurre questo in uno scambio di accuse e di insulti, che potrebbero essere agevolmente ritorti, è un modo sterile di affrontare i nodi dello sviluppo democratico. e questo mi preoccupa, anche se, invece, potrei consolarmi, perché un' opposizione che si presenta così non sarà mai nelle condizioni di governare... ma questo non è un bene per l' Italia. vorrei che noi cercassimo di vedere insieme quali soluzioni istituzionali è possibile dare al malessere delle nostre istituzioni: credo che queste soluzioni vi siano e, per parte nostra, lavoreremo perché esse vengano trovate.