Silvio BERLUSCONI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 648 - seduta del 23-12-1999
1999 - Governo II D'Alema - Legislatura n. 13 - Seduta n. 648
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , colleghi deputati, le dichiarazioni rese in Aula dal presidente del Consiglio non cambiano il nostro giudizio negativo sul rimpasto natalizio offerto in dono agli italiani. i cittadini sono sempre più infastiditi dal teatrino della politica e non hanno certo torto se guardiamo allo svolgimento tormentato ed oscuro della crisi; nessuno ha ancora capito perché si sia aperta, perché e come si sia potuta concludere in maniera così frenetica, con una accelerazione che lei stesso, signor presidente , ha definito tumultuosa. le prove generali della commedia duravano, purtroppo, da mesi: per mesi ci sono state imposte discussioni bizantine sulla leadership, sull' equilibrio tra partiti, correnti e sottocorrenti della coalizione, e tutto fa temere che un tale tormentone non sia affatto finito. da qui alle elezioni regionali , da qui ai referendum, da qui alle elezioni politiche , il paese deve purtroppo rassegnarsi a fare i conti con una maggioranza risicata, che esce dalla crisi indebolita non solo nei numeri, ma anche nella qualità, avendo perduto tre componenti politicamente significative, che determinarono la nascita del primo Governo a conduzione postcomunista. ci diceste allora, per giustificarla, che quell' operazione aveva un alto significato morale, civile e politico, un significato addirittura di portata storica. che ne è stato di quelle ragioni nel corso di questa crisi e che cosa vi ha uniti ancora una volta? soltanto il naturale collante del potere e la rigorosa spartizione di tutto ciò che è pubblico; non certo il programma, debole, anzi debolissimo nelle idee, negli slanci, nelle innovazioni, che non siete neppure capaci di recepire dai vostri colleghi socialisti al governo in Europa. gli italiani chiedono più libertà, ma è Tony Blair che la concede ai sudditi di sua maestà , completando il programma liberale della signora Thatcher; gli italiani vorrebbero uno Stato più efficiente nella gestione dei servizi, nella ristrutturazione dell' economia e nella riorganizzazione dell' amministrazione pubblica , ma è Lionel Jospin a realizzare tutto ciò per i francesi; gli italiani vorrebbero una riforma dello stato sociale ed un forte ribasso dell' oppressione fiscale, ma è il cancelliere Schroeder a spingersi su questa strada in Germania (è di ieri l' annuncio di una riduzione delle imposte sulle imprese dal 40 al 25 per cento ). i socialisti europei compiono anche grandi errori, intendiamoci — noi non siamo certo d' accordo su tutto quello che fanno — , ma da popolari europei faremo di tutto per evitare che le conseguenze degli errori più macroscopici ricadano sui cittadini dei nostri paesi. ma voi, voi postcomunisti italiani, con i vostri alleati, che cosa avete fatto durante questa crisi? avete mai parlato di tali problemi? vi siete limitati soltanto ad una vorticosa girandola di poltrone, con un esercito di sottosegretari mai visto. i governi democratici devono, di regola, fondarsi su almeno tre elementi di legittimazione: il voto degli elettori, che li consacra, un programma di lunga lena, che li giustifica agli occhi dei cittadini, una solida e vasta maggioranza, che consente loro di funzionare. di tutto questo non c' è traccia nel Governo che oggi chiede la fiducia. c' era stato promesso un Governo più forte e rinnovato. ci viene offerto un Governo a scartamento ridotto e ad ambizioni limitate, che per di più porta con sé le contraddizioni irrisolte che hanno innescato la crisi, cioè il riequilibrio dei pesi all' interno della maggioranza e il problema della leadership futura. ma soprattutto questa crisi incomprensibile non ha sanato la ferita che si è aperta nel corpo del paese quando è stato tradito il mandato elettorale ed è stato avvilito a baratto quel famoso bipolarismo maturo che pure viene da tante parti evocato. un ribaltone — si fa per dire — passi, ma fare del trasformismo e della transumanza parlamentare un metodo, un sistema, persino un mercimonio supera il livello di guardia e di tollerabilità di una società democratica! il presidente Violante ha detto giustamente che la stabilità del quadro parlamentare uscito dal voto è garanzia di stabilità dei governi ed è insieme il necessario complemento di una visione moralmente accettabile della politica e, appena ieri, si è dichiarato pronto a promuovere regole che vietino la simonia nel tempio parlamentare della democrazia repubblicana e lei, signor presidente del Consiglio , come ha appena ricordato Gianfranco Fini, gli ha fatto eco; ma nello stesso tempo, con una logica che è pura ipocrisia, una maggioranza fondata ancora una volta sul voto di deputati eletti nelle file dell' opposizione chiede senza pudore la fiducia alle Camere! è chiaro, signor presidente del Consiglio , che noi questa fiducia non gliela diamo, anzi ci ripromettiamo di esercitare una radicale e sistematica azione di controllo e di contrasto sull' operato del Governo. lo faremo responsabilmente, come sempre abbiamo fatto, guardando anzitutto all' interesse del paese. noi non siamo interessati alla nascita di un Governo debole perché il paese ha bisogno di esecutivi forti, di esecutivi autorevoli, di esecutivi capaci di prendere decisioni di fondo sul suo futuro e di realizzare decisive riforme di struttura. noi sappiamo che le tentazioni illiberali e le spinte verso il regime allignano più spesso nei ministeri deboli che in quelli « sicuri di sé » e forti di un vasto consenso nel paese ed è anche per questo, per la difesa di elementari diritti di libertà , dall' informazione alla giustizia, che ci batteremo con forza per costruire una credibile alternativa. noi siamo sicuri, con il sostegno di quella maggioranza di cittadini che oggi investe la sua fiducia sull' opposizione costituzionale, di poter candidare alla guida del paese la nuova classe dirigente di cui l' Italia ha bisogno. in questa prospettiva, continueremo la nostra battaglia per le riforme e nello stesso tempo ribadiremo le nostre più profonde convinzioni anche per scongiurare la consacrazione di fatto del trasformismo e della transumanza parlamentare. signor presidente del Consiglio , noi prendiamo atto che si è finalmente aperto uno spiraglio, almeno nelle sue parole, sul tema della verità e della giustizia. una opposizione sicura di sé può accettare senza timore le sfide che ha lanciato e che i suoi avversari raccolgono: la sfida di una commissione parlamentare d' inchiesta sulla storia tormentata di questi anni l' abbiamo lanciata appunto perché fosse raccolta e vigileremo perché anche questa promessa non venga smentita, contraddetta e sacrificata sull' altare dell' unità della maggioranza. proprio per questo, noi siamo convinti che la commissione parlamentare d' inchiesta, ferme restando le prerogative previste dall' articolo 82 della Costituzione, debba trovare nella legge istitutiva l' indicazione rigorosa degli obiettivi e delle modalità d' azione. non vogliamo fare il processo ai processi, ma soltanto accertare la verità, tutta la verità sul finanziamento illecito della politica, sui temi come la verità storica. questa verità temo vi colpisca al cuore, signori della sinistra, ed è per questo che da mesi resistete ad ogni nostra giusta protesta e calpestate i diritti dell' opposizione! sui temi come la verità storica, come la memoria comune della Repubblica, sarà bene che tutti adottino comportamenti seri e rigorosi. la storia e la memoria sono infatti la parte più alta e il contenuto più prezioso del patrimonio di una società democratica. la vita pubblica ha le sue regole ed anche i suoi compromessi, ma in ogni momento devono restare fermi i principi, i comandamenti morali universalmente validi, quelli che regolano i rapporti tra gli individui! voi non immaginate nemmeno quanta moralità vi sia nel mondo che è fuori di qui, nel paese, nel mondo del lavoro , nelle imprese: una moralità che voi non conoscete neppure! è la moralità che regola i rapporti tra individui nella dimensione privata: prima di tutto, non tradire la parola data e gli impegni assunti. che esempio si offre ai giovani quando un Governo nasce grazie al tradimento di un patto fondamentale come quello fra eletto ed elettori? prima chiedi quello che desideri, fai poi quello che ti pare, te ne infischi di ogni vincolo, negozi tutto all' ombra in un corridoio: questa è la lezione morale che tanti professionisti della virtù, tanti acrobati del moralismo si apprestano a dare ai nostri giovani con il voto di fiducia a questo Governo. è quella fiducia che noi, signor presidente del Consiglio , naturalmente le neghiamo.