Gianfranco FINI - Deputato Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 648 - seduta del 23-12-1999
1999 - Governo I Fanfani - Legislatura n. 2 - Seduta n. 82
  • Comunicazioni del governo

onorevole presidente , onorevole presidente del Consiglio , colleghi, il Governo D' Alema-bis che si presenta questa sera alla Camera per ottenere il voto di fiducia è stato definito nei giorni scorsi in molti modi, in particolare dai commenti giornalistici. a caso: governicchio, un Governo nato mezzo morto, un Governo balneare d' inverno, un Governo da saldi di fine stagione. giudizi certamente non lusinghieri, che probabilmente il presidente del Consiglio giustificherà in base alla sua nota e mai rinnegata avversione nei confronti della stampa. giudizi che credo, al contrario, siano condivisi da molti tra gli italiani e forse, anche se non lo ammetteranno mai, da molti dei colleghi della maggioranza. un Governo, in ogni caso, politicamente molto più debole rispetto al D'Alema uno. un Governo in cui vi è qualche asinello in più, vi è un trifoglio in meno, senza che un solo italiano abbia capito la ragione per la quale vi è stata questa divisione nella maggioranza, eccezion fatta per il contenzioso sulla legge elettorale ; un Governo che — lo possiamo dire francamente — non è veramente nulla di esaltante. eppure, credo che quel radicale chiarimento, che il presidente del Consiglio aveva richiesto, ci sia stato, anche se in senso opposto rispetto alle sue aspettative. che cosa oggi è certamente più chiaro, radicalmente chiaro? innanzitutto, è chiaro che a Palazzo Chigi non vi è né Blair né Clinton; vi è, al contrario, un presidente del Consiglio che è la reincarnazione con i baffi del peggior doroteismo della prima Repubblica con un unico obiettivo dichiarato, magari cinicamente ostentato: mantenere il potere e non perdere la poltrona di Palazzo Chigi . da questo punto di vista notiamo una discontinuità con il suo predecessore. non vi è ombra di dubbio che il presidente Prodi, quando dagli schermi televisivi fece suonare quel suo triplice « no » , nello stesso momento in cui aveva compreso che, per salvare la poltrona avrebbe dovuto sostituire i deputati dell' onorevole Bertinotti con gli straccioni di Valmy del presidente Cossiga, fosse cosciente che con quel suo triplice « no » avrebbe perso la poltrona, ma — gliene diamo atto in modo del tutto leale — avrebbe salvato la faccia in termini politici. oggi abbiamo un presidente del Consiglio discontinuo rispetto al suo predecessore perché ha certamente salvato la poltrona, ma ha perso la faccia, e non soltanto per Forattini! l' ha persa anche per i tantissimi italiani che l' hanno vista e l' hanno sentita dire esattamente l' opposto di ciò che diceva quando tuonava contro il sistema partitocratico, contro la prima Repubblica , contro la corruzione, contro i rituali e contro tutto quello che caratterizzava quella fase di cui l' onorevole Mastella ha tanta nostalgia. ecco, quando sedeva sui banchi dell' opposizione, l' onorevole D'Alema diceva esattamente l' opposto di quello che oggi ha fatto. per questo ci permettiamo di dire che oggi ha perso la faccia, in termini politici, non soltanto per noi. altro che preoccupazione per gli interessi del paese! vi è stata la preoccupazione costante per il proprio interesse, il che è politicamente legittimo, ma non consente ad alcuno di fare ad altri prediche di carattere morale. la preoccupazione di non essere sfrattato in tempi anticipati, la preoccupazione di non essere presidente del Consiglio in occasione del voto delle regionali, la preoccupazione, quindi, di non essere il candidato premier, in occasione delle elezioni politiche del 2001. lo sanno tutti che queste sono state le preoccupazioni per cui l' onorevole D'Alema ha fatto la crisi e l' ha chiusa in 48 ore, accettando un Governo purchessia. un Governo che avrebbe potuto essere tutto e il contrario di tutto , purché fosse un Governo tale da presentarsi in Parlamento prima di Natale ed ottenere la fiducia. se questo è stato il primo risultato della crisi e, quindi, il primo elemento per cui ci permettiamo di dire che il radicale chiarimento vi è stato, ve ne è un altro che riguarda non solo il presidente del Consiglio , ma tutta la maggioranza. il centrosinistra non può vantare alcuna diversità rispetto a quella che è stata definita la peggiore partitocrazia perché la crisi, che si è aperta e chiusa in poche ore, ha richiamato alla memoria tutti i rituali, tutti i bizantinismi, tutte le liturgie e — permettetemelo — anche tutte le brutte abitudini della peggiore partitocrazia, compresi i vertici notturni, le liste dei ministri cambiate all' ultimo minuto, con tutto il corollario che fa tanto colore e su cui i colleghi della stampa si divertono, ma che, al contrario, dà tanto disgusto agli italiani. vi sono coloro che sono miracolati e che scoprono di essere ministri o sottosegretari apprendendolo dalla radio o dalla televisione e coloro che , invece, speravano di essere ministri o sottosegretari e, al contrario, vengono bocciati e diventano immediatamente allusivi e minacciosi. abbiamo letto oggi interviste di coloro che si sentivano fino a ieri ministri o sottosegretari che valgono più di qualsiasi condanna di carattere morale circa l' immoralità presente. un rituale che si è ripetuto, che ha richiamato alla memoria le pagine più brutte della prima Repubblica e, come avevano detto — e come hanno detto — in tanti, è proprio vero che, quando la storia si ripete, anche la storia politica, diventa una farsa. coloro che sono qui da qualche anno certamente ricordano negli ultimi anni della cosiddetta prima Repubblica alcuni governi ed alcuni ministri. credo che le vicende del Governo D'Alema siano la farsa di una storia che abbiamo già conosciuto. quando abbiamo appreso che tra i ministri ve ne era uno trasformista, l' onorevole Agazio Loiero, ci siamo pentiti di aver tanto contestato l' indimenticabile — per chi c' era — ministro Facchiano il quale, al confronto, è un illustre statista, signor presidente del Consiglio , perché almeno fu eletto da una parte e non cambiò opinione. la storia si ripete e si ripete in farsa e nella farsa vi è la perla dei 66 sottosegretari, alcuni dei quali sono stati nominati per avere la certezza del voto, perché è evidente che, votando per se stessi , votano anche per il Governo. tra questi 66 sottosegretari ce ne sono alcuni — come riportano le cronache di oggi — che evidentemente sono stati folgorati sulla via di Damasco (la moralità della politica, tutte cose che abbiamo detto) ed io le consiglio, signor presidente del Consiglio , di chiedere all' onorevole Malavenda alcune di quelle catene, perché forse ha bisogno lei di incatenare qualcuno dei colleghi della sua maggioranza, in quanto, se non li nomina sottosegretari, al primo rimpasto se ne vanno e, poiché di numeri già ne ha pochi, rischia per davvero di non avere più il consenso per continuare a non governare il paese. è una situazione francamente intollerabile dal punto di vista della moralità politica che, per quel che ci riguarda, vogliamo stigmatizzare in particolar modo con riferimento ad uno dei sottosegretari, che non voglio nominare anche perché è a tutti chiaro; un professionista che, quando era ancora iscritto ad Alleanza Nazionale e quindi militava nel Polo di centrodestra in cui era stato eletto, ci invitava a non essere troppo generosi nei confronti di D'Alema perché diceva — le cronache giornalistiche lo confermano — che il lupo non diventerà mai vegetariano. evidentemente, la considerava un lupo, colui che ancora poteva minacciare se non certi valori, perlomeno la salute. oggi è sottosegretario del suo Governo ed avete fatto bene a spostarlo dalla Difesa ai Trasporti, perché, essendo uno che si muove spesso da un gruppo all' altro, i trasporti sono il posto di sottosegretario sicuramente più idoneo per questo volgare trasformista. qui mi faccio serio, perché prendo spunto da questa occasione per annunciare ai colleghi della Camera, ed in particolare al presidente, che Alleanza Nazionale porrà con tutta la forza di cui è capace la questione morale . tale questione la solleveremo ovviamente più nel paese che nelle Camere, perché questo è un Parlamento in cui la questione morale viene considerata soltanto un elemento per il dibattito politico, ma non c' è dubbio che siamo di fronte — si faccia o meno la Commissione su Tangentopoli — alla necessità di porre chiaramente ai nostri connazionali il problema di un tasso di trasformismo che non ha precedenti e che in molti casi supera il pudore. mi chiedo cosa scriverebbe se fosse ancora vivo quel grande maestro di giornalismo che fu Alberto Giovannini, il quale alla fine degli anni Cinquanta bollò con l' epiteto che solitamente il popolo usa nei confronti delle donne che fanno il più antico mestiere del mondo alcuni consiglieri comunali di Napoli che passarono dalla destra al centro per far nascere una consiliatura di carattere diverso rispetto alla volontà degli elettori. siamo in presenza — nessuno si offenda perché è un neologismo che è finito nei vocabolari — di comportamenti da « puttani » della politica e quella morale è una questione che va posta anche e soprattutto perché c' è l' ipocrisia di un presidente del Consiglio che dice « ma io stigmatizzo certi comportamenti » . onorevole D'Alema , mi guardi in faccia e prenda atto che, se lei volesse infliggere un colpo mortale al trasformismo, dovrebbe dire: « io non accetto i voti di chi è stato eletto con il centrodestra ed oggi è determinante per tenere in vita il mio Governo » . questa è un' ipocrisia che continueremo a rinfacciarle, anche perché mi rendo conto che non posso chiedere tanto — altrimenti il Governo questa sera cade — , ma qualcosa di più modesto come costo personale. ho ascoltato l' intervento dell' onorevole Folena: il comportamento di un parlamentare — che o era un millantatore, oppure era Babbo Natale , cioè comprava i deputati gratis per metterli sotto l' albero del presidente del Consiglio , al fine di avere qualche momento di riconoscenza.