Silvio BERLUSCONI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 645 - seduta del 18-12-1999
1999 - Governo I D'Alema - Legislatura n. 13 - Seduta n. 645
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signori deputati, il presidente del Consiglio , consapevole delle difficoltà e delle contraddizioni della propria coalizione, non ha potuto far altro, nel delineare il quadro della situazione economica e sociale del paese, che rifugiarsi nella chiave dell' ottimismo di maniera, fino al punto di descrivere un paese che non c' è e di parlare ad una maggioranza che non c' è. nella speranza, forse, di poter rincollare i cocci di quella maggioranza, ha citato cifre e fatti che per la verità non hanno nulla a che vedere con l' azione del governo . ha messo da parte altri dati, come il divario tra nord e sud, l' aumento del numero dei disoccupati, il preoccupante disinvestimento in Italia da parte dei protagonisti esteri dell' economia e altri ancora che danno della situazione italiana un quadro assolutamente preoccupante. ha anche promesso di voler bandire gli intrighi della vita politica nazionale. e noi vorremmo prenderlo in parola, ma ci chiediamo: come farà — lo ha ricordato ora con parole dure Gianfranco Fini — ad eliminare l' intrigo un Esecutivo che al posto del consenso elettorale ha avuto per padrino di battesimo il trasformismo parlamentare? quando pretende di poter rilanciare una maggioranza che si è completamente sfarinata nelle sue mani, il presidente del Consiglio fa, come si dice, il passo più lungo della gamba. un uomo di Stato investito di potere di governo dovrebbe porsi, quando è chiamato a rispondere dei suoi atti in una sede come il Parlamento, alcune domande semplici che tutti i cittadini possono comprendere: ho la forza politica per guidare il Governo del mio paese? ho i numeri in Parlamento, le solidarietà profonde necessarie per tenere il timone e seguire una rotta sicura? mi sarà possibile tenere unita una vera maggioranza su un programma di riforme strutturali e di ammodernamento dello Stato? queste domande il presidente del Consiglio non se le è poste, non ce ne è traccia nel suo discorso, forse perché non è in grado di rivolgerle né a se stesso né ai suoi compagni di cordata . il motivo è chiarissimo: le risposte le conosce già e suonano invariabilmente come una severa bocciatura di questa maggioranza priva di progetto politico e di punti di riferimento , del tutto incapace di esprimere una vera guida del paese. per la verità, una maggioranza di centrosinistra coesa, ricca d' iniziativa politica non esiste più da un pezzo, se mai è davvero esistita. il presidente D'Alema si dovrebbe quindi accontentare di un surrogato; non potendo governare, dovrebbe rassegnarsi a tirare a campare, a sopravvivere a se stesso , alle sue ambizioni, ai suoi sogni. noi, colleghi dell' ex maggioranza, vi avevamo avvertito. quando vi eravate uniti a Rifondazione comunista e avevate perseguito l' obiettivo di portare l' Italia in Europa senza diminuire per pura demagogia sociale l' oppressione fiscale e burocratica, la rigidità nei rapporti di lavoro, vi avevamo detto: attenzione, porterete in Europa un paese stremato dalle tasse, prostrato dalla mancanza di riforme, sfiduciato e non competitivo. e così è stato; basta guardare al tasso di crescita dell' economia nazionale, qui ricordato da molti. la verità è che gli altri paesi — l' Inghilterra, l' Irlanda, la Spagna e altri ancora — galoppano; l' Italia europea segna il passo con buona pace del quadro idilliaco presentato oggi in quest' Aula. quando avete affrontato la crisi dell' Ulivo mettendo insieme alla rinfusa deputati e senatori usciti dalle nostre file, eletti per farvi opposizione e controllarvi, vi abbiamo altresì avvertito: queste avventure antidemocratiche finiscono male, finiscono nell' equivoco, nel torbido, nella delegittimazione delle stesse istituzioni democratiche. ed eccoci arrivati alla battaglia interna per la leadership della coalizione e del Governo, alle contraddizioni giornaliere vistose tra le componenti della maggioranza, alla logica velenosa del sospetto e della diffidenza reciproca calata nel bel mezzo dell' azione di governo . questo brutto clima è figlio della debolezza del centrosinistra, onorevole D'Alema , e della vostra indisponibilità a riconoscere i vostri limiti. l' arroganza e l' intolleranza illiberale di certe misure da voi proposte, oltre che l' organica incapacità di sanare la piaga dell' uso politico della giustizia, derivano da questo spirito da « fortezza assediata » che ha afferrato la maggioranza e l' ha chiusa in se stessa , insieme con le speranze di crescita del paese. vi abbiamo offerto un confronto serio sulle leggi in Parlamento, e voi rispondete sequestrando nelle leggi delega i poteri dell' Assemblea e delle Commissioni; vi abbiamo chiesto un atto di saggezza per mettere in campo uno spirito di pacificazione, di riconciliazione politica all' insegna della verità, e voi rispondete bocciando la Commissione d' inchiesta sul finanziamento occulto e illegale della politica e rifugiandovi nella debole alternativa di un comitato, peraltro indefinito. vi abbiamo chiesto di rinunciare al proposito di imbavagliare l' opposizione con leggi illiberali ed antistoriche, e voi rispondete forzando i tempi della cosiddetta par condicio . vi abbiamo suggerito, con numerosi emendamenti, correzioni serie e convincenti alla legge finanziaria e al bilancio dello Stato , e voi rispondete con arroganti colpi di maggioranza . vi abbiamo ricordato come sia incompatibile con uno stato di diritto varare leggi prive della caratteristica della generalità, della caratteristica di valere erga omnes , e voi rispondete approvando norme penali e tributarie ad personam . la verità è che voi vivete i vostri problemi interni e i vostri interessi di parte come se fossero i problemi e gli interessi del paese, e questo dimostra il carattere di regime della vostra maggioranza, che abbiamo tante volte denunciato. con questi comportamenti avete violato il criterio di base della democrazia, che è il rispetto dei diritti della minoranza, sino a quell' estrema minoranza rappresentata dal singolo individuo. siete arrivati a questi eccessi con una maggioranza rissosa, con partiti che, più che partiti, sono aggregati occasionali di persone, magari vogliose solo di ridimensionare ed avvilire l' azione del presidente del Consiglio . se ci riflette bene, signor presidente del Consiglio , andare avanti così non è neppure nel suo interesse. gli italiani mostrano evidenti segni di stanchezza e di rigetto per una politica antidemocratica e illiberale, preoccupata soltanto dei giochi di potere, condizionata dai personalismi, del tutto estranea ai problemi veri del paese. una democrazia deve sapersi tirare fuori in tempo dalla palude della cattiva politica: una vera democrazia deve poggiare l' azione di governo su un effettivo e certo consenso popolare. il ricambio è essenziale. dal momento che non siete in grado di dare vita ad un nuovo Governo dotato di una solida e coerente legittimazione elettorale, è vostro dovere prenderne atto ed aiutare il paese a ritrovare la via della democrazia e della stabilità istituzionale. altra via non esiste: quando una maggioranza non è più una vera maggioranza, è d' obbligo restituire al titolare della sovranità, al popolo, il diritto di decidere da chi vuole essere governato!