signor presidente , onorevoli e cari colleghi , oggi si conclude una tappa di un viaggio per me straordinario, ma che credo importante anche per l' intero paese. un viaggio che ho intrapreso nel febbraio del 1995 e che si è sviluppato dapprima nelle cento città d' Italia, poi a Palazzo Chigi e in quest' Aula, sino al grande impegno sancito dal voto di ieri nel Parlamento europeo . un viaggio che, pur caratterizzato da difficoltà, ha proceduto su una direttrice rimasta ferma nel tempo: contribuire al risanamento economico e morale del paese, per riportare un' Italia coesa e solidale tra le nazioni protagoniste della nuova Europa. un viaggio che ha visto partecipi milioni di italiani e che nei momenti cruciali ha visto ricompattarsi la quasi totalità dei nostri cittadini. mi riferisco all' adesione straordinariamente ampia ai due obiettivi di fondo dell' azione di governo di questi anni: la partecipazione alla moneta unica europea e la ricerca della pace. la scelta europea era un lascito fondamentale dei padri della nostra Repubblica. essa era condizione non eludibile per il risanamento economico, per tutelare le condizioni di vita dei più deboli e per mettere al riparo da rischi gravissimi la nostra democrazia. dapprima, non tutti hanno colto la portata storica di questo obiettivo e qualcuno ha cercato di resistere al processo che avevamo messo in moto. devo ancora una volta riconoscere che la stragrande maggioranza degli italiani ha invece dato prova di straordinaria coesione e determinazione nel condividere un obiettivo così difficile e così decisivo. l' Europa non è stata solamente una scelta economica e monetaria, ma una scelta di civiltà. siamo chiamati a costruire un' Europa dei diritti, capace di competere nell' economia mondiale e capace di estendere la sua forza per rafforzare la struttura sociale che caratterizza il nostro essere europei. ho fatto della pace il massimo impegno dell' azione di governo : la missione in Albania per prevenire la devastazione esplosiva di un paese, l' impegno nella crisi irachena del 1998, la costante attenzione ai paesi della riva sud del Mediterraneo ed al mondo islamico testimoniano un impegno costante per la pace. per questo la politica estera è stata una dimensione fondamentale dell' azione di governo , in piena autonomia, ma anche in solidarietà con l' Europa e con gli USA, svolgendo sempre quel ruolo attivo che il nuovo ordine internazionale impone, in rapporto costante con le Nazioni Unite e con le organizzazioni internazionali . nell' ottobre del 1998 il viaggio sembrava essersi bruscamente concluso. non è questo il momento per fare la storia di un passaggio per me straordinariamente drammatico e personalmente doloroso: ciascuno ha compiuto le sue scelte, ciascuno ha esercitato la sua responsabilità di parlamentare, sappiamo tutti come il cammino della storia sia complicato. io ho cercato la coerenza con le mie convinzioni profonde, con il mio modo di intendere la politica, sapendo di non poter mai essere un uomo per tutte le stagioni . ho quindi ricominciato il mio viaggio con il conforto di vedere confermate nell' azione del governo D'Alema le linee di fondo su cui abbiamo costruito il programma dell' Ulivo. la mia candidatura alla Presidenza della Commissione europea, decisa all' unanimità dai governi di quindici paesi, ha modificato la velocità del percorso, ma non ha stravolto la direzione di marcia della ricerca di un cammino che vede l' Italia parte fondamentale ed integrante dell' Unione Europea . tale candidatura, confermata con il voto di ieri al Parlamento europeo , ha un significato ben più grande della mia persona: è il riconoscimento al nostro paese. quando parlo di questo riconoscimento non posso dimenticare colui che con me si è impegnato in modo particolarissimo in questa battaglia, il presidente Carlo Azeglio Ciampi. senza la sua competenza ed il grande credito internazionale di cui gode tutto questo non sarebbe stato possibile. è vero che avevo impegnato il mio destino politico sull' Europa, ma questo non avrebbe significato nulla se tutta l' Italia — Parlamento, forze politiche , parti sociali — con grande sforzo civile non avesse fatto dell' Europa l' obiettivo da raggiungere a tutti i costi. lo stesso impegno mi auguro possa essere in futuro dedicato al completamento delle riforme istituzionali per la definitiva affermazione di quella stabilità di Governo che è il presupposto di ogni progresso, per qualsiasi paese europeo e per il nostro in particolare. lascio oggi questo Parlamento per nuove responsabilità, ma non lascio questo paese, non lascio il mio paese, perché ormai il destino dell' Italia sta totalmente dentro il disegno di un' Europa più coesa, più vicina ai suoi cittadini e con maggiore prestigio nel mondo. l' Europa potrà fare molto per aiutare l' Italia a completare il processo di risanamento e di ammodernamento intrapreso in questi anni. voglio ricordare, solo per memoria e brevemente, alcuni punti essenziali dell' agenda europea: innanzitutto il supporto a politiche di sviluppo per l' occupazione. quella dell' occupazione rimane una priorità assoluta, su cui i singoli paesi membri dovranno impegnare il massimo delle risorse e degli strumenti disponibili, a partire da quelli messi a disposizione dalla concertazione con le forze sociali . è probabile che per alcuni stati membri il nuovo modo di fare occupazione richieda un attento riesame dei sistemi di tutela, in alcuni casi allargandoli ed in altri restringendoli. ciò non potrà essere fatto senza un' attenta valutazione delle tutele già esistenti e dei privilegi che talvolta si sono con il tempo accumulati, ma non potrà nemmeno essere fatto senza spiegare a tutti le ragioni di questo difficile, ma essenziale passaggio. altro punto è l' ulteriore progressiva liberazione delle energie oggi artificialmente compresse da forme di monopolio e di concorrenza imperfetta. la progressiva armonizzazione fiscale è un altro punto all' ordine del giorno dell' agenda europea, con evidenti ricadute sul nostro paese. i fondi strutturali per le aree di scarso sviluppo, un quadro di infrastrutture moderne, a partire da quelle per le comunicazioni e le nuove tecnologie, una politica attenta alla sostenibilità della crescita e alla piena valorizzazione delle risorse ambientali e del patrimonio culturale sono altrettanti capitoli di una cooperazione necessaria fra Unione Europea e Italia. ma l' Europa ha anch' essa bisogno di ricevere un forte contributo dall' Italia. senza l' Italia, infatti, non c' è Europa. deve essere un contributo di fiducia e di piena adesione all' idea europea. ieri è stato per me consolante vedere la quasi totalità dei parlamentari italiani, dei partiti di Governo e di opposizione, darmi fiducia per l' adempimento di un compito difficile, ma che vedo fortemente condiviso. io spero di essere in grado di conservare, anche in futuro, questa fiducia che i vostri colleghi e voi, direttamente o indirettamente, mi avete dato. una fiducia che utilizzerò per vincere le grandi sfide che ancora attendono l' Unione Europea . penso all' allargamento ai paesi dell'est europeo ed alle profonde revisioni istituzionali ed economiche che questo processo richiederà; penso altresì al ruolo che l' Europa è chiamata a svolgere per la pace e la stabilità nei Balcani e per tutta l' area del Mediterraneo; penso, infine, anche alla riaffermazione di un' identità culturale del nostro continente ed alla necessità di ricostruire una vera comune anima europea. sono sicuro che in questo difficile lavoro troverò il sostegno pieno e leale del Parlamento e del governo italiano , sempre nel rispetto delle responsabilità di ciascuno. vi ringrazio fin da ora di questo sostegno e vi ringrazio anche per quanto ho appreso in questi tre anni di lavoro con questo Parlamento e in questo Parlamento e vi sono molto grato perché da voi ho imparato proprio molto.