Fausto BERTINOTTI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 563 - seduta del 07-07-1999
Sulla situazione politica, economica e sociale
1999 - Governo I D'Alema - Legislatura n. 13 - Seduta n. 563
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signore e signori deputati, il discorso del presidente del Consiglio a noi è sembrato il discorso di un leader di un governo conservatore. vorrei, se i colleghi lo permettono, rivolgermi in particolare al centrosinistra per chiedere a queste forze politiche se questa davvero possa essere la loro politica. lo vorrei chiedere, con tutta onestà intellettuale, alle forze del cattolicesimo democratico: dov' è il compromesso tra mercato e solidarietà, tra modernizzazione ed equità, che sta nella vostra tradizione? vorrei chiedere ai democratici: qual è, dove trovate il ruolo del pubblico, che viene da una lunga tradizione come quella degli amici de Il Mondo ? ai Verdi: dov' è quello sviluppo sostenibile che chiedete e la nuova crescita fondata su nuovi parametri dello sviluppo? ai democratici della sinistra: dove sono gli interessi sociali delle grandi tradizioni socialdemocratiche, ma anche quelli della nuova stagione dei diritti, richiesti dalla revisione di questa tradizione? e alle forze della sinistra interne ed esterne chiedo: come fate a stare in questo quadro? in molti convegni di questi giorni ho sentito emergere una linea opposta a quella che qui si è configurata. perché non se ne sente qui la voce? non vi stiamo chiedendo come voterete sul documento di programmazione economico-finanziaria , ma la discussione di un indirizzo che consideri anche la sconfitta elettorale, sulla quale noi, per parte nostra, riflettiamo per quello che ci riguarda, ma che forse meriterebbe una riflessione più ampia e vasta. il presidente del Consiglio ha fatto un discorso organico e compatto. ha portato alle estreme conseguenze una scelta di collocazione, che riassumerei così: nulla fuori dalla NATO e dal modello nordamericano; nulla fuori dalle politiche di contenimento del deficit. ha configurato così una piattaforma del nuovo centro, che a noi sembra raccogliere istanze neoconservatrici. mi hanno impressionato alcuni riferimenti culturali, come quello in cui, parlando della guerra, invece di cogliere tutta la tragedia di questa innovazione drammatica nel quadro dell' Europa, si è fatto rilevare il maggiore prestigio acquisito dal paese — avrebbe dovuto dire « dal Governo » — nei confronti dei nuovi potenti, di quelli che la guerra l' hanno fatta, mentre non si chiede se questo prestigio sia aumentato o diminuito negli altri, cioè nei quattro quinti dell' umanità. a parte il fatto che bisognerebbe chiedersi se questo prestigio aumenti o diminuisca in una realtà come quella a noi più prossima di Bologna. su Ocalan ho sentito anche parole interessanti, ma non abbiamo ascoltato l' unica parola che sarebbe stato necessario pronunciare, quella di riaprire la prospettiva dell' asilo politico per favorire concretamente la soluzione del problema del presidente Ocalan e della causa curda. in ogni caso, mi colpisce sulle vicende italiane la cancellazione dello stato della società italiana . il presidente del Consiglio sembra non vedere il fallimento della politica del suo Governo sulla disoccupazione, che resta al 12 per cento , con punte nel Mezzogiorno che toccano il 30 per cento ; si nasconde invece dietro gli « zero virgola » e, quando parla della nuova occupazione, non sente neppure il richiamo di un sindacato (che pure collabora con questo Governo), che indica nella precarietà un elemento di grave minaccia per la condizione sociale dei lavoratori. nella politica economica mi sembra abbandonata ogni suggestione, che era venuta anche dal centrosinistra, dalla Francia o da un uomo come Lafontaine. in Italia la crescita è inchiodata ad un misero 1,3 per cento . signor presidente del Consiglio , dove si va con un 1,3 per cento di crescita, dove si va rispetto all' occupazione? lei assume come un vincolo il patto di stabilità , ma quest' ultimo è un laccio che imprigiona le economie europee. non le chiediamo un atto unilaterale, bensì un' iniziativa del suo Governo nei confronti dei governi europei per sospendere ed accantonare, almeno per qualche anno, il patto di stabilità « bucato » dai costi della guerra, dai costi della ricostruzione e dai bisogni di alimentare una crescita ed uno sviluppo sostenuti da altri settori della sua maggioranza. lei si è rinchiuso in un' ossessione della riduzione del deficit, che è quella che contribuisce a fare una politica di stagnazione e di impedimento alla soluzione del problema dell' occupazione. non ha avuto neppure il rigore di dare attuazione ad un impegno assunto nei confronti del Parlamento, quello della riduzione dell' orario di lavoro a 35 ore, cancellata dalla sua agenda, mentre i sindacati europei esplicitamente chiedono un intervento anche legislativo. sulla giustizia sociale neanche l' ombra di una preoccupazione che, secondo noi, dovrebbe essere enorme. è aperta una grande questione salariale. sembra non colpirla, signor presidente del Consiglio , che i metalmeccanici abbiano dovuto durare lunga fatica per guadagnare un aumento di 85 mila lire lorde mensili quando ci sono leader dell' industria che guadagnano quasi 4 miliardi all' anno e quando società calcistiche hanno traffici per miliardi anche in ragione della riduzione delle tasse loro regalate da questo Governo. i pensionati sotto i 20 milioni lordi hanno avuto una riduzione del 5 per cento del loro potere d'acquisto perché sono aumentate le tasse; le grandi imprese e le banche hanno avuto una riduzione delle tasse di 10 mila miliardi, a cui si aggiungono i 4 mila miliardi di soldi non versati allo Stato nel reperimento dei contributi sociali. tutto questo fa un' intera legge finanziaria ! lei non ha fatto neppure un accenno alla possibilità di rimodulare la tassa dell' Irpef per far pagare come prima — non più di prima — le grandi imprese e le grandi banche. resta invece sullo sfondo l' attacco alle pensioni in uno stato sociale — quello italiano — che ha la spesa sociale più bassa di tutta l' Europa. non sappiamo cosa pensiate della gratuità dei libri di testo; sappiamo invece che pensate al finanziamento delle scuole private. non sappiamo cosa pensiate della sanità e del gravame dei ticket. non sappiamo cosa pensiate dei giovani, che entrano nella vostra discussione quando si tratta di motivare un attacco allo stato sociale delle pensioni, ma che scompaiono quando si tratta di occuparsi di loro, dei loro diritti di formazione, di lavoro, di sostentamento. proponiamo una sfida al Governo e alle forze del centrosinistra. partiamo da qui, dalla condizione dei giovani nella società italiana , dal loro drammatico tasso di disoccupazione , dalla fatica che fanno per cercare un lavoro, spesso trovandolo precario, spesso intraprendendo delle attività contro tutti. cominciamo da qui. forse, se cominciamo davvero dai giovani, è l' intero impianto della vostra politica che viene messo in discussione.