Valter VELTRONI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 563 - seduta del 07-07-1999
1999 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 178
  • Comunicazioni del governo

se ciascuno di noi, signor presidente , trovasse anche in questo dibattito, che ha avuto movenze un po' affaticate e stanche, il coraggio e perfino l' onestà di guardare la realtà della politica italiana che il voto del 13 giugno ci ha consegnato, ora che la polvere che inevitabilmente si alza quando si tiene una competizione proporzionale dell' ampiezza e dell' intensità che abbiamo vissuto è calata, se ciascuno di noi vedesse per quello che realmente è il paesaggio politico oggi, credo che nessuno avrebbe ragione di trarne motivi di facile esaltazione. ora che ciascuno di noi ha, credo ragionevolmente, riposto le bandiere con le quali ogni partito è andato alla campagna elettorale , tutti dobbiamo porci almeno due interrogativi. il primo è il seguente. trasponendo il voto delle elezioni europee , che pure noi, come centrosinistra, potremmo dire essere positivo (per la prima volta il centrosinistra ha ottenuto come consenso un risultato migliore di quello del centrodestra), dal risultato proporzionale a quello maggioritario, il quadro del paese che emergerebbe è di profonda divisione e di assenza di condizioni di stabilità. il secondo interrogativo riguarda un tema sul quale in questa discussione si è parlato poco. si è manifestato ancora una volta un profondo disincanto da parte degli elettori. la percentuale del 41 per cento del secondo turno porta lo stesso segno dell' ormai forte astensionismo cronico che in questo paese si manifesta ad ogni competizione elettorale. dunque, instabilità, frammentazione politica, una politica spesso arida di valori ed inconcludente contribuiscono ad allontanare l' opinione pubblica dalla partecipazione, talvolta, persino all' offuscarsi di quella sana alterità tra gli schieramenti che dà ossigeno a tutte le democrazie. in questo, concordo con quanto ha detto prima l' onorevole Pisanu rivendicando come dovere di ciascuno di noi una leale e forte competizione tra i due schieramenti. quei risultati e la legge elettorale oggi vigente rischiano di dare a tutti noi la prospettiva, alla fine di questa legislatura, di una campagna elettorale ancora una volta giocata sul filo e con quel margine di ipocrisia, quello della desistenza, che abbiamo sperimentato, gli uni e gli altri, in diverse circostanze, nonché nel quadro di una maggioranza non stabile e comunque non decisa direttamente dagli elettori. onorevole Maccanico, ieri lei ha definito la legge elettorale non una priorità. le devo dire che non la penso allo stesso modo; per noi la legge elettorale è una priorità. sento che senza un rapido intervento che consenta di darci, tutti insieme, la garanzia che la prossima competizione elettorale si svolga con una legge che dia certezza di stabilità di Governo, il rischio è di avere una fase, che il paese non si può permettere, di fragilità ed instabilità. nessuno di noi, né da questa né da quella parte dello schieramento, può avere interesse a che ciò avvenga. penso che, ragionevolmente, possiamo lavorare per definire qualche nuova idea e qualche nuova proposta. anche in un paese come il nostro, che è approdato faticosamente al bipolarismo, esiste e deve esistere la categoria degli interessi generali; nelle democrazie mature, bipolari non da oggi, esistono forti contrasti sulle politiche e forti capacità di convergenza quando in discussione sono proprio gli interessi generali del paese. come si sa, considero il bipolarismo un valore e penso che la transizione italiana sarà conclusa solo quando avremo davvero un sistema di democrazia dell' alternanza, nel quale, grazie al voto degli elettori, gli schieramenti si succedano in un clima di normalità democratica. in questi anni, tutti noi non abbiamo avuto la forza e il coraggio di introdurre gli elementi di innovazione istituzionale che sono necessari, il che, talvolta, rende persino le nostre parole stanche; la stanchezza di queste parole, che come tali rischiano di essere percepite dai cittadini, non deve far venir meno in tutti noi, però, la voglia e la necessità di cercare gli accordi necessari per alcune limitate misure che possano essere adottate sino alla fine della legislatura. la partita, nel gioco del bipolarismo, si svolge con un accordo sulle regole tra i giocatori e con un confronto duro tra gli stessi; si svolge meglio se l' arbitro che deve disciplinare la partita dà garanzie a tutti: è questo il senso della scelta che abbiamo fatto insieme, eleggendo presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. vi sono temi ai quali proprio il presidente della Repubblica ci ha richiamato: il « giusto processo » , il federalismo, l' elezione diretta dei presidenti di regione. mi rendo conto che, procedendo « pezzo a pezzo » , rischia di non esservi un quadro unitario sufficientemente capace di garantire tutti. mi chiedo, torno a chiedermi, se non sia opportuno che i gruppi parlamentari — tutti i gruppi parlamentari , trattandosi di una materia che riguarda tutte le forze politiche — cerchino su questi tre punti, e magari anche sulla legge elettorale , di definire un documento politico comune che garantisca che l' articolo 138 non sia l' occasione per colpi di mano da parte degli uni o degli altri. ritengo che questa sia la strada giusta, che torno a proporre. onorevole Pisanu, so che si riferiva a me — accetto l' osservazione con la chiarezza di rapporti che vi deve essere — quando ha detto che da parte della forza politica alla quale appartiene anche il presidente del Consiglio è stata posta con una certa durezza la questione del conflitto di interessi . mi vorrà dare atto, come più volte ha fatto l' onorevole Berlusconi, che per quanto mi riguarda non si tratta di una questione che si pone né ad intermittenza né prima o dopo le elezioni. per quanto mi riguarda, è un tema che ho preso in considerazione da diversi anni e che non deve essere affrontato con intenti punitivi nei confronti di nessuno, ma che deve essere affrontato come un pezzo — d' altra parte, come tale fu riconosciuto anche quando l' onorevole Berlusconi assunse la responsabilità di Governo — dell' equilibrio democratico del paese. ciò si deve realizzare nelle seguenti due forme. in primo luogo, il conflitto di interessi . è del tutto evidente — si metta nei panni di questa parte politica — che il fatto che un' azienda di proprietà per larghissima parte del capo dell' opposizione possa assumere, oltre al peso che già ha nel campo della televisione, in un settore strategico come quello delle telecomunicazioni un peso ancora preponderante, non può non destare e desterebbe anche in lei analoghe preoccupazioni. vorrei aggiungere, in secondo luogo, che non ho mai considerato causa del risultato elettorale l' utilizzazione degli spot pubblicitari. in fondo, gli spot elettorali sono stati ragione di una redistribuzione interna al Polo di consensi e non di una conquista di consenso esterno e sicuramente hanno garantito maggiore visibilità a Forza Italia che non alle altre parti dello schieramento. vedete, colleghi di Forza Italia , vi è però una anomalia che obiettivamente è difficile non riconoscere: il fatto che uno dei contendenti della competizione politica trasmetta spot sulle proprie reti da parte dell' opposizione... chiedo scusa! guardate, ho una storia parlamentare non breve e non ho mai interrotto nessuno e penso che anche su materie come questa si possa discutere serenamente. bisogna ammettere che è una anomalia il fatto che, nel nostro caso, se avessimo voluto e dovuto impiegare esattamente le stesse risorse che l' onorevole Berlusconi impiega per gli spot sulle sue televisioni, avremmo dovuto finanziare la televisione di proprietà del capo dell' opposizione italiana. questa è indubbiamente una anomalia che come tale deve essere riconosciuta. tuttavia, penso che questo tema, che è tipico della cultura liberale, possa essere affrontato serenamente... è affrontato serenamente in altri paesi europei . dicevo che questo tema è affrontato serenamente in altri paesi europei e penso che lo dovremo fare anche noi. devo dire sinceramente di non aver capito un' osservazione fatta in questa sede. c' è qualcuno che ha detto: ma se voi ponete il problema del conflitto di interessi , questo impedirà l' approvazione delle riforme. a parte il fatto che chi dice questo ha scarsa considerazione dell' altra parte politica , vorrei precisare che nel corso di questi tre anni il problema del conflitto di interessi non è stato posto, ma le riforme non si sono fatte. credo pertanto che vi sia un' indipendenza tra le due questioni. credo, allora, che dobbiamo intenderci sul filo sul quale dobbiamo lavorare. il filo sul quale dobbiamo lavorare è quello di un sistema bipolare autentico in cui non vi sia la « stranezza italiana » : conflittualità sui temi istituzionali e tentazioni al consociativismo politico! noi siamo — e lo abbiamo detto — perché questo Governo arrivi alla fine della legislatura e siamo perché arrivi alla fine della legislatura con una più forte impronta riformista, della quale l' esposizione del presidente del Consiglio ha tracciato le caratteristiche. d' altra parte, noi abbiamo bisogno di affrontare alcuni nodi strutturali seri. io metto al primo posto il tema della scuola. vi è anche il tema della parità scolastica e mi rendo conto che è venuto il tempo di affrontarlo guardando all' Europa e senza la lente ideologica, che non avrebbe senso oggi. credo però che tale tema possa essere affrontato se, con analoga forza, verrà dato un segnale — come quello della riforma dei cicli scolastici — che il paese tutto investe sulla scuola pubblica e sulla sua innovazione. al secondo posto inserisco il seguente argomento: vi sono temi che riguardano la libertà dei cittadini. io ho letto in questo voto un forte bisogno di libertà e penso che la lotta alla burocrazia possa rappresentare uno strumento importante. la terza questione (chiederò magari un attimo in più di tempo, come ha fatto l' onorevole Pisanu prima di concludere) concerne la riforma del welfare. dico solo che è necessario affrontarla e che vi è bisogno di una integrazione e di un riequilibrio generazionale del welfare italiano, perché vi sono milioni di ragazzi che rischiano di andare in pensione molto tardi e con poche garanzie. penso, però, che sia giusto affrontarlo all' interno di una concertazione con tutte le forze sociali e che sia giusto non attribuire al sindacato italiano patenti di conservatorismo. se si analizzasse infatti la storia di questo paese, ci si renderebbe conto quanto sarebbe sbagliato ed ingiusto attribuire quelle patenti a chi ha partecipato, e molto, al risanamento finanziario di questo paese, grazie al quale siamo entrati in Europa... dunque, penso che dobbiamo fare un nuovo... perché vi scaldate tanto? persino il sindacato della destra ha preso una posizione su questa materia che non coincide con le cose che dite. penso che ci voglia maggiore capacità di ascolto. credo che occorra un patto sociale nuovo. mi consenta di dirle, presidente, un' ultima parola sulla questione della nostra coalizione e dell' Ulivo; la voglio dire avendo ascoltato l' intervento dell' onorevole Bordon. penso che sarebbe sbagliato — credo che io sia insospettabile per la mia storia, per le mie posizioni e per la forza con la quale cerco di sostenere in questo momento che è finito il tempo della competizione ed è ora davvero il tempo della coalizione — continuare ad aggiungere granelli di sabbia ad un ingranaggio che deve cominciare a girare. non capirei, francamente, non capirei atteggiamenti di tipo pregiudiziale. li considererei in contrasto con una storia che deve tendere all' aggregazione di tutte le forze riformiste. vedremo programmaticamente, incontrandoci e discutendo con tutte le forze che fanno parte del centrosinistra, se ci saranno dei problemi, ma atteggiamenti pregiudiziali non sarebbero comprensibili e rischierebbero di allontanare quello che io ritengo il nostro compito fondamentale, per quanto riguarda la maggioranza: rilanciare l' Ulivo, che è la più grande idea politica che questo schieramento abbia avuto in questi anni.