Umberto BOSSI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 537 - seduta del 19-05-1999
Sugli sviluppi della crisi nei Balcani
1999 - Governo I D'Alema - Legislatura n. 13 - Seduta n. 537
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , la Lega è stata il primo partito di opposizione di uno stato membro della NATO ad inviare tre parlamentari a Belgrado nel tentativo di scongiurare la sindrome di isolamento di Milosevic. ritenevamo allora e riteniamo oggi che i serbi non sono i cattivi del mondo, bensì un popolo su cui da dieci anni ricadono in modo drammatico le conseguenze della fine del comunismo e della fine del mondo bipolare. nella ex Jugoslavia vi è stato e continua ad esservi un assestamento difficile con una forte resistenza al mutamento storico perché è coinciso con la frantumazione dello Stato. bisognava affrontarlo dal punto di vista dell' Occidente, non solo attraverso la voce delle armi ma anche attraverso strumenti più complessivi, come l' economia e la politica. a Milosevic abbiamo chiesto tre cose, per altro abbastanza note: liberare i tre prigionieri americani, liberare Rugova ed appellarsi all' Onu. era una via piuttosto indicativa di quello che si poteva fare. a dire la verità, abbiamo chiesto anche un' altra cosa. ricordando le difficoltà ed il fallimento per la pace in Bosnia e ricordando altresì la grande intuizione di Mitterrand per l' istituzione di una conferenza di pace di tutti i paesi della Jugoslavia, abbiano avanzato anche la proposta di una conferenza di pace. va ricordato che questa crisi viene dopo il fallimento del Gatt, morto peraltro di onorata vecchiaia. è chiaro però che poiché non vi è più un' unica grande potenza economica, come esisteva nel dopoguerra, a Bretton Woods , e l' Europa non è formata e quindi non è ancora in grado di scrivere le regole del commercio internazionale, viviamo un momento di grande difficoltà: siamo passati dal multilateralismo del Gatt agli accordi bilaterali in economia (America-Giappone, America-Canada, America-Messico e così via ) ed era inevitabile che la fine del multilateralismo economico ricadesse sul versante politico dell' Onu, decretandone la crisi. il giudice unico delle controversie internazionali, l' Onu, senza il quale si entra in guerra anche se poi è molto più difficile uscirne, anzi a volte non si può più uscirne. viviamo in un' epoca pericolosa in tutti i sensi, che non ascolta più nemmeno la voce del Papa. è stata creata ad arte una confusione delle lingue, con notizie false a livello mondiale ed europeo; si è trattato di un' opera di disinformazione con la creazione di una falsa verità: la guerra giusta. se l' opinione pubblica è contraria ad un intervento della NATO, allora si va giù ancora più forte con il lavaggio del cervello; si va avanti con la propaganda, per far perdere di vista altre ragioni, forse quelle vere o, per lo meno, le più importanti; ragioni che non sono esattamente quelle umanitarie, bensì quelle strategiche in un' area — i Balcani — in cui sopravvive l' anomalia comunista della Serbia; si tratta di un vuoto da colmare per la NATO! ci ripenseranno la ricostruzione e l' arrivo di risorse, che porteranno forzosamente il capitalismo a Belgrado, proprio come allora avvenne con il Piano Marshall , che originò in Europa una situazione tutto sommato positiva. si tratta di una guerra che mostra anche la vera faccia del fronte dei pacifisti della sinistra di guerra: a quanto pare, quel fronte di pacifisti era pieno di guerrafondai; sono andati al Governo e lo stanno dimostrando. la guerra è la morte dei valori della solidarietà, in questa Guernica jugoslava, con la NATO che a Duboj sgancia bombe arricchite all' uranio debole, che vertiginosamente aumenta e moltiplica i tumori e le leucemie nei residenti: certamente, è uno spregio alla ragione. comprendo che il tempo a mia disposizione è limitato e debbo, pertanto, stringere su problemi importanti: sottolineo il rischio delle bombe a Chioggia, dove alcuni pescatori hanno già pagato con danni piuttosto seri e gravi. c' è la necessità di trovare risorse; settecento pescherecci sono fermi e non possono uscire in mare perché le acque sono disseminate di ordigni della NATO. a questo punto, mi riesce difficile capire quale sia il teatrino sullo sfondo di questa guerra. la legge numero 96 del 1973, che impone al presidente americano di richiedere entro sessanta giorni al Parlamento americano il permesso di continuare una guerra, crea un alone di incertezza e tocca anche le dichiarazioni e le mosse di alcuni leader politici. è certo che se Clinton dovrà cadere ad opera del suo Congresso, cercherà di cadere in piedi, aggrappandosi ad alcuni leader europei. non può utilizzare il premier inglese, che è favorevole alla guerra, né quello francese, perché quel paese è nella NATO da poco e vi si trova con un collocamento molto autonomo ed alcune peculiarità; il presidente Clinton non può nemmeno utilizzare gli spagnoli, che hanno Solana nella NATO. chi resta a Clinton, se non Schroeder e D'Alema , se il Congresso boccerà il presidente americano? ebbene, Clinton cadrà in piedi, perché la colpa sarà di D'Alema e di Schroeder; per non rompere l' Alleanza bisognava fare la guerra. ho finito, signor presidente . a questo punto, mi pare evidente che votare a favore della risoluzione della maggioranza non abbia senso, se non quello dell' ipocrisia; preannuncio, pertanto, il voto favorevole del gruppo della Lega Nord sulla risoluzione Comino numero 6-00087, che chiede la fine della guerra ed una conferenza di pace per tutti i paesi coinvolti e per i paesi della ex Jugoslavia.