Valter VELTRONI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 537 - seduta del 19-05-1999
Sulla missione multinazionale di pace in Albania
1999 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 177
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , colleghi deputati, dinanzi alla catastrofe umanitaria che da mesi si andava consumando in Kosovo il 26 marzo scorso abbiamo espresso in quest' Aula il nostro sofferto ma convinto consenso ad un' iniziativa internazionale di pressione militare sulla Serbia volta a restituire alle popolazioni kosovare il diritto alla vita, alla sicurezza, all' autonomia. non è stata una decisione facile. le ragioni della pace e della non violenza sono profondamente radicate nella nostra identità e nella nostra coscienza democratica. sono ragioni che fanno parte della nostra stessa cultura collettiva. tuttavia, il precipitare della situazione umanitaria nei Balcani con l' intensificarsi delle feroci e brutali operazioni di pulizia etnica ci ha posto quasi due mesi fa nella drammatica condizione di dover accettare il ricorso alla forza come elemento necessario di un' azione efficace di difesa dei più deboli. si è trattato di una decisione dolorosa e sofferta che, tuttavia, abbiamo assunto con serena coscienza e che abbiamo difeso, con fermezza e pacatezza, non solo dinanzi alle legittime espressioni di disagio o di esplicito dissenso, con le quali abbiamo sempre ricercato il dialogo e il confronto, ma anche dinanzi ai tentativi di dar vita ad inaccettabili campagne di aggressione, anche violente, nei confronti del nostro partito. se abbiamo saputo e potuto farlo è stato perché non abbiamo mai perso di vista quel che potremmo definire l' orizzonte di senso della nostra decisione: l' ingerenza umanitaria era e resta per noi l' unica ragione e l' unica finalità che possa giustificare un limitato e controllato uso della forza da parte delle nazioni alleate nel delicato e complesso scacchiere balcanico. diamo atto con soddisfazione — lo hanno fatto gli onorevoli Mussi e Occhetto — al Governo e al presidente del Consiglio di non aver risparmiato alcuna energia e di non aver lasciato nulla di intentato nella ricerca di una soluzione politica che porti ad una pace giusta in Kosovo e in Jugoslavia. sì, pace giusta, perché nessuno di noi potrà dirsi a posto con la propria coscienza finché i profughi kosovari non saranno tornati nella loro terra, finché il Kosovo non sarà autonomo e pacifico, finché la logica della pulizia etnica non sarà stata sconfitta per sempre. solo questa è pace. non basta che cessi il tuonare dei bombardamenti per fare pace; la pace la dobbiamo restituire a quelle centinaia di migliaia di persone alle quali è stato negato il diritto di vivere nella loro terra. solo quando le famiglie saranno tornate nelle loro case e i bambini nelle loro scuole potremo dire di aver fatto la pace, la pace giusta. l' azione del governo , nel quadro del sistema di alleanze del quale l' Italia fa parte con piena e rigorosa lealtà, ha prodotto, in queste difficili settimane, risultati importanti, a cominciare dal piano di pace definito nei giorni scorsi dai ministri degli Esteri dei paesi del G8. l' importanza politica del piano del G8, frutto dell' auspicato recupero di un rapporto positivo e costruttivo tra l' Alleanza Atlantica e la Russia, consiste nella individuazione di una precisa strategia di uscita dalla crisi, una strategia senza la quale l' operazione corre il rischio di avvitarsi nel dilemma tragico tra una escalation incontrollata delle azioni militari, fino a vedere smarrite le ragioni morali e politiche dell' intervento, ed una altrettanto inaccettabile vittoria di Milosevic, gravida di nefaste conseguenze per le popolazioni kosovare, per la stabilità e la sicurezza dell' intera regione. per tale motivo, nessuna tregua unilaterale che possa apparire un segno di debolezza, ma l' idea di una sospensione finalizzata ad una svolta negoziale, a far vincere quella soluzione politica della cui possibilità è tornato a parlare oggi il segretario generale dell' Onu, Kofi Annan . i positivi, anche se ancora tutt' altro che conclusivi, successi dell' azione diplomatica chiedono di essere supportati da una coerente conduzione delle azioni militari. il carattere cruciale di tale aspetto è stato messo in luce dai contraccolpi subiti dall' iniziativa diplomatica a seguito del bombardamento dell' ambasciata cinese a Belgrado, un tragico errore che ha fatto temere un durevole allontanamento delle prospettive di pace a causa del precipitare dei rapporti tra l' Occidente e la Cina, nonché del ripetersi di troppi incidenti, di troppe vittime civili dei raid. in queste ore, sembra che l' iniziativa diplomatica sia riuscita a riannodare i fili spezzati, a riaprire concrete prospettive di intesa sul terreno negoziale, individuato dal G8, in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite . resta il fatto che sia la Russia sia la Cina sembrano chiedere all' Alleanza Atlantica , quale condizione per l' assunzione del piano G8 in sede Onu, la sospensione dei bombardamenti sulla Jugoslavia. la nostra convinzione, motivata dalle stesse ragioni che ci hanno sostenuto nei difficili passaggi di queste settimane, è che, in presenza di un impegno esplicito e formale da parte della Russia e della Cina ad adottare il piano G8 come base di una coerente risoluzione del Consiglio di sicurezza , l' Italia debba farsi promotrice in seno all' Alleanza Atlantica di un' iniziativa volta alla sospensione dei bombardamenti sulla Jugoslavia. questo, in coerenza con il discorso del presidente del Consiglio , è il contenuto della nostra risoluzione. noi abbiamo apprezzato parti delle risoluzioni che sono state presentate da altri gruppi parlamentari ma vorrei dire che, per la loro composizione, se alcune di esse fossero approvate, risulterebbero pregiudiziali rispetto all' approvazione del testo della maggioranza. per queste ragioni, se esse verranno poste in votazione, noi voteremo contro di esse e a favore della risoluzione della maggioranza del Parlamento.