Gianfranco FINI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 537 - seduta del 19-05-1999
1999 - Governo VIII De Gasperi - Legislatura n. 2 - Seduta n. 5
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signor presidente del Consiglio dei ministri , colleghi, l' obiettivo di far cessare la guerra e riportare la pace nei Balcani è certamente l' obiettivo di tutti: è l' obiettivo dichiarato del Governo, del Parlamento e della pubblica opinione . nessuno può accusare l' altro di essere contro la pace e di essere schierato in favore della guerra. chi continua a dire che ciò che è accaduto e continua ad accadere nel Kosovo è il frutto della responsabilità unica della NATO farebbe meglio a gettare la maschera e a dire pubblicamente ciò che pensa, ma che non ha il coraggio di dire: vale a dire che Milosevic avrebbe potuto tranquillamente continuare a massacrare il popolo kosovaro . questa guerra era ed è una guerra giusta, pur nei limiti e nelle contraddizioni che vi sono sempre quando si affianca la parola guerra all' aggettivo giusto. era ed è una guerra giusta, ma dopo due mesi di bombardamenti dobbiamo avere l' onestà di dire che i soli bombardamenti, senza un' iniziativa politico-diplomatica, rischiano di non raggiungere l' obiettivo dichiarato. chi aveva preventivato qualche ora o qualche giorno di bombardamento per determinare la caduta di Milosevic aveva sbagliato i conti e oggi occorre l' onestà intellettuale di ammetterlo. i bombardamenti hanno aggiunto alla tragedia del popolo kosovaro (il milione di profughi, le 200 mila vittime) il dramma, l' analoga tragedia della popolazione civile della Serbia anch' essa vittima innocente di bombardamenti. né si può negare che due mesi di bombardamenti abbiano già fatto pagare all' Italia un costo alto (un costo doveroso perché non siamo certo noi a negare il dovere di essere leali nei confronti dell' alleanza) in termini economici, con una crisi che riguarda ormai tutta la fascia adriatica, da Trieste fino al Salento: crisi nel settore del turismo, crisi nel settore della pesca, crisi per tutte le imprese che in qualche modo avevano attività commerciali con la Jugoslavia; una crisi anche in termini di dignità nazionale. non ho alcuna esitazione nel dire, coerentemente a quanto ho detto tante altre volte qui e fuori di qui, che quelle bombe sganciate nelle nostre acque territoriali e di cui il nostro Governo non avrebbe saputo assolutamente nulla se non fossero state rinvenute casualmente dai pescatori, hanno rappresentato una mortificazione per la dignità nazionale. la invito, signor presidente del Consiglio , proprio perché le abbiamo dato atto tante volte di lealtà nei confronti dell' Alleanza, ad esprimere l' indignazione del popolo italiano , perché essere leali ed essere alleati non può significare essere servi. siamo esposti, stiamo facendo bene quello che gli alleati ci chiedono, ma non meritiamo di essere trattati così come siamo stati trattati sulla vicenda specifica delle bombe sganciate e di cui, lo ripeto, non avremmo saputo nulla se non fossero state trovate casualmente. quindi Alleanza Nazionale , proprio perché sa che questa è una guerra giusta, con tutte le contraddizioni che ci sono nel mettere insieme giustizia e guerra, proprio perché non meritiamo in questo momento di essere considerati (anche perché non lo siamo) inadeguati ai compiti che l' Italia ha nell' ambito dell' Alleanza, condivide tutti gli sforzi volti a rilanciare una iniziativa politico-diplomatica. siamo infatti consapevoli che dopo due mesi i soli bombardamenti non possono servire, non si raggiunge l' obiettivo. siamo anche noi convinti che la via di sottoporre all' approvazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite una risoluzione che recepisca i punti del G8 è sicuramente la via che al momento appare più idonea per raggiungere l' obiettivo che è di tutti, quello del ristabilimento della pace. in conclusione, se a noi appare chiaro, ed è chiaro, che non si può puntare unicamente sull' uso della fermezza e della forza e che occorre accanto all' uso della fermezza e della forza intraprendere la via politico-diplomatica, ci sembra però vero che non si può pensare di far venir meno, affinché una iniziativa politico-diplomatica abbia davvero successo, l' uso della fermezza. voglio cioè dire, signor presidente del Consiglio e colleghi, che il punto è, a nostro modo di vedere , tutto nella assoluta necessità di una sincronia tra la decisione di sospendere i bombardamenti e il momento in cui viene approvata, come ci auguriamo, dal Consiglio di sicurezza dell' Onu la risoluzione che recepisce il punto del G8. rivolgendomi soprattutto a lei, signor presidente del Consiglio , che ha mostrato lealtà nei confronti dell' Alleanza e che ha pagato dei costi politici nei confronti della sua maggioranza, vorrei dire che, se non si è chiari sulla sincronia tra i due eventi, si concede a Milosevic la possibilità di cantare vittoria; si concede a Milosevic la possibilità di dire: l' Alleanza Atlantica si è fermata e quindi noi abbiamo vinto! e questo quando tutti sanno che così non è. ed allora, « no » ad una sospensione dei bombardamenti senza che vi sia sincronia e quindi concomitanza temporale con la convocazione del Consiglio di sicurezza e l' approvazione della risoluzione. ci pare che questa sia la posizione espressa stamane a Bruxelles dal cancelliere Schroeder, il quale ha detto: penso che ci debba essere sincronia tra una pausa dei bombardamenti e la risoluzione dell' Onu, e quando quest' ultima sarà applicata i bombardamenti dovranno finire. con riferimento a certi passaggi del discorso del presidente del Consiglio ed anche alla luce di sue precedenti dichiarazioni giornalistiche, forse possiamo dire che è anche la posizione dell' onorevole D'Alema . certo, non è la posizione contenuta nella risoluzione di maggioranza ed è per questa ragione che non voteremo la risoluzione della maggioranza ma, al contrario, la risoluzione del centrodestra che ci sembra più coerente con la volontà di dar vita ad una politica diplomatica di pace, ma affiancata alla necessaria fermezza per evitare che sia soltanto Belgrado a poter dire — senza averne le ragioni — di aver ottenuto un successo dopo due mesi di bombardamenti.