Massimo D'ALEMA - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 531 - seduta del 04-05-1999
1999 - Governo Zoli - Legislatura n. 2 - Seduta n. 563
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , prima di venire al tema sul quale ho chiesto di parlare di fronte all' Assemblea di Montecitorio, vorrei dire alcune parole sulla sollecitazione dell' onorevole Giordano. innanzitutto, vorrei dire che il Governo raccoglie tale sollecitazione: siamo disponibili a tornare a discutere in Parlamento anche se, come il presidente ha voluto testimoniare, parlare di silenzio del Parlamento è un' espressione forse eccessiva; come è giusto, il Parlamento ha preso la parola numerose volte nel corso di questo drammatico conflitto e si è espresso anche con un voto. tuttavia, non vi è dubbio che la situazione è ad un punto importante di evoluzione, non soltanto sotto il profilo militare, ma anche sotto il profilo politico, giacché gli spazi della politica non sono soltanto in quest' Aula. vorrei citare due fatti, pregando il presidente, in ordine ad uno dei due, di voler fissare nella conferenza dei presidenti di gruppo un' occasione di discussione che non sia però nella giornata di domani. il primo dei due fatti da me citati è di natura umanitaria e di grande rilevanza politica: abbiamo deciso, stamattina, di raccogliere l' appello del governo della Macedonia e di adottare alcune misure urgenti molto impegnative per il nostro paese, che già svolge un ruolo di primaria importanza in Albania. tali misure urgenti prevedono, oltre all' invio in Macedonia di mezzi importanti — un ospedale ed otto cucine da campo — l' invio di risorse finanziarie, sulla base di una segnalazione effettuata proprio da lei, presidente Violante, allo scopo di fare in modo che l' approvvigionamento dei profughi avvenga anche attingendo all' economia locale della Macedonia, che rischia di essere devastata dalla situazione drammatica che si vive in questi giorni. abbiamo deciso, inoltre, di dare vita ad un ponte aereo e, forse, anche ad un ponte navale attraverso il porto di Salonicco, per accogliere nel nostro paese 10 mila profughi kosovari tra quelli che si trovano in condizioni assolutamente drammatiche, in un paese investito da una grande massa di profughi e non attrezzato per accoglierli. con l' occasione, ringrazio il sindaco di Comiso per aver accolto immediatamente l' invito del Governo e per essersi reso disponibile affinché l' accoglienza dei profughi avvenga nella ex base militare di Comiso, secondo un' indicazione ed una proposta che da tempo era stata avanzata, in particolare, dagli amici Verdi e da altri parlamentari. mi sembra di grande significato il fatto che la ex base militare di Comiso, destinata ad altro uso, possa oggi essere recuperata per un uso umanitario così significativo. la seconda informazione è di natura politica. anche qui vorrei rispondere ad una sollecitazione venuta da colleghi parlamentari affinché il governo italiano sostenga la richiesta francese di una urgente riunione del G8. capisco che il nostro è un paese di esterofili, per cui una richiesta francese è più elegante di una italiana, ma in verità noi avevamo da tempo avanzato una richiesta di questo tipo. proprio nel corso della riunione di ieri del G8 a livello di direttori politici, si è raggiunta un' importante intesa, tanto più importante perché, sebbene si tratti di una piattaforma ancora informale — o non paper, come si dice nel linguaggio della diplomazia — , su di essa vi è stata la convergenza di tutti i governi del G8, quindi anche di quello russo e statunitense, e ciò dovrebbe rendere possibile lo svolgimento della riunione a livello dei ministri degli Esteri . credo che questo sarebbe un fatto molto importante, perché si tratterebbe di una prima riunione collegiale ufficiale dei principali governi del mondo per affrontare la crisi nel Kosovo e, io spero, per segnare un passo importante in direzione di una soluzione politica, pacifica del conflitto, per la quale il governo italiano sta intensamente lavorando. poiché spero che tale riunione possa svolgersi nella settimana in corso , forse addirittura dopodomani, ritengo che sarebbe utile, ai fini della discussione parlamentare, concertare in sede di conferenza dei presidenti di gruppo lo svolgimento del dibattito in Assemblea all' indomani della riunione del G8. naturalmente, se tale riunione non fosse fissata entro la settimana, il Governo rimarrebbe comunque disponibile a venire in quest' Aula in settimana, ma prima di fissare la data del dibattito pregherei di considerare questa importante scadenza internazionale, da cui forse potranno venire elementi importanti anche ai fini della nostra discussione e delle nostre iniziative. desidero aggiungere un' ultima considerazione. nella giornata di domani io incontrerò una delegazione rappresentativa dei parlamentari che hanno firmato l' appello cui ha fatto riferimento l' onorevole Giordano: naturalmente ciò non significa che il Governo non sia disponibile anche ad un rapporto diretto con le forze politiche e parlamentari che ritengano di doverlo incontrare direttamente, il che non è sostitutivo in alcun modo del dibattito in Aula. le forze politiche e parlamentari che ritengano, ripeto, di voler incontrare il Governo per avanzare richieste e per chiedere informazioni lo troveranno disponibile: lo dico in appendice al mio intervento, perché non si tratta certo di un' ipotesi sostitutiva del dibattito in Assemblea, ma desidero che venga considerata come un' opportunità aggiuntiva. signor presidente , onorevoli colleghi , desidero affrontare brevemente il tema che è oggetto di attenzione oggi da parte della Camera, denominato provvedimento collegato sugli investimenti e l' occupazione. abbiamo avuto modo di discutere di questo provvedimento, soprattutto degli aspetti che suscitano maggiori contrasti, nella riunione della conferenza dei presidenti di gruppo del 28 aprile scorso, nella quale ho già avuto modo di esprimere personalmente la preoccupazione del Governo circa i tempi entro i quali avremmo potuto disporre delle norme necessarie per il conseguimento di fondamentali obiettivi di politica economica e dell' occupazione. in questo momento, anche i dati più recenti in proposito aumentano le ragioni di allarme e quindi l' esigenza di celerità nell' adottare quelle misure che il Governo ritiene indispensabili per cercare di favorire una svolta, una fase nuova dal punto di vista della crescita economica e dell' occupazione. questa urgenza c' era stata fortemente ricordata dalle forze sociali nel corso della sessione primaverile di verifica dello stato di attuazione del patto sociale sullo sviluppo e l' occupazione. in quel momento il Governo fu anche oggetto, comprensibilmente, di una sollecitazione critica per dare pronta attuazione alle misure contenute nel patto. quel patto, vorrei ricordarlo a tutti noi, ma innanzitutto al Governo che lo ha sottoscritto, rappresenta uno strumento essenziale non soltanto per affrontare una difficile congiuntura economica, ma anche per porre in essere un mutamento di fondo nell' economia italiana e per avviare un ripensamento strategico sul futuro del nostro paese. infatti, con quel negoziato si è inteso proporre al paese un traguardo collettivo al quale tendere e per il quale unire gli sforzi: il miglioramento della qualità della nostra economia e della nostra capacità competitiva. la forza dell' accordo non era soltanto nelle trentatré sigle che lo hanno sottoscritto e che, tuttavia, rappresentano, nel loro complesso, la quasi totalità delle organizzazioni sociali, del mondo del lavoro e dell' impresa, ma è nell' aver raccolto intorno ad un obiettivo condiviso ed ambizioso un arco così ampio e rappresentativo di interlocutori. non a caso il Governo ritenne già allora doveroso sottoporre al Parlamento gli elementi essenziali del disegno di politica economica e sociale impliciti nel patto, prima di arrivare alla firma conclusiva. naturalmente, come dicemmo allora, la discussione parlamentare ed il sostegno che venne dalla maggioranza parlamentare ai lineamenti del patto per il lavoro non avevano come obiettivo quello di vincolare i comportamenti del Parlamento, ma di ricevere il necessario conforto nel momento in cui il Governo si fosse impegnato, sottoscrivendo quell' accordo, ad un comportamento coerente ed assai significativo di politica economica . per conseguire quegli obiettivi abbiamo deciso di favorire la ripresa degli investimenti pubblici e privati . si tratta di investimenti pubblici infrastrutturali tesi a porre le condizioni per un' attività produttiva competitiva e di investimenti privati pensati per espandere la base produttiva . abbiamo mirato e miriamo a recuperare il pesante ritardo accumulato dall' Italia nella produzione e diffusione di conoscenza e nell' accumulazione di capitale umano , nella convinzione che un ruolo crescente della creazione e diffusione di conoscenza, quindi del sistema di istruzione, formazione, ricerca e trasferimento tecnologico, sia oggi condizione essenziale per un modello sociale equilibrato e per una capacità competitiva elevata. ci siamo proposti di porre le basi di una crescita equilibrata, non disgiunta dall' equità sociale, dando nuova linfa alla questione della riforma dello stato sociale — che ha un peso significativo nel provvedimento che è sottoposto all' esame del Parlamento — e affrontando questo tema come una riscrittura delle istituzioni sociali del paese e non solo delle sue leggi di spesa. abbiamo ritenuto e riteniamo essenziale ridefinire il rapporto tra lo Stato, le parti sociali ed i cittadini dando effettiva centralità al tema dell' ammodernamento, della semplificazione e dell' innovazione della Pubblica Amministrazione . abbiamo voluto e vogliamo riflettere sulla criticità della condizione femminile e sulle condizioni effettive di pari opportunità . a questo proposito, se la sola idea dell' estensione di un intervento sulla maternità a tutte le cittadine italiane costituisce un cambio di passo culturale, tuttavia essa non può essere considerata sufficiente se non sarà accompagnata da una diffusione della logica e della pratica delle pari opportunità . in tutti questi campi il Governo ha avviato la sua azione. non è mia intenzione richiamare tutti i provvedimenti presi dal Governo. tuttavia, al di là della quantità è, infatti, la qualità del processo di attuazione del patto sociale che merita di essere sottolineata e, cioè, la rilevanza degli adempimenti attuati o in corso di attuazione all' interno del programma economico del Governo ed il loro grado di immediata operatività. mi riferisco alle misure di sostegno alle imprese oltre che alle misure contenute nella legge finanziaria (l' estensione al turismo della legge numero 488 e la cosiddetta super Dit). mi riferisco alle misure tese a rafforzare il sistema integrato di istruzione, formazione e ricerca attraverso gli interventi in tema di durata dell' obbligo scolastico e formativo, il completamento dell' autonomia scolastica, il riordino degli enti di ricerca, la sottoscrizione del nuovo contratto degli insegnanti, con le misure che prevede di incentivo alla professionalità e di sostegno alla sperimentazione e all' autonomia. mi riferisco al processo di riforma della Pubblica Amministrazione , che si è tradotto nei regolamenti di semplificazione, nello sportello unico per le imprese, nella possibilità della firma digitale . e infine, attraverso la costituzione della società Sviluppo Italia , che entra adesso nella sua fase costitutiva decisiva, mi riferisco all' avvio di uno strumento nuovo al servizio delle imprese e dello sviluppo per del Mezzogiorno; insieme a ciò ricordo l' approvazione delle prime intese istituzionali di programma, la nuova programmazione degli investimenti pubblici e l' accelerazione nel campo degli interventi infrastrutturali. a questo elenco è essenziale che si possa aggiungere in tempi brevi il complesso di interventi contenuti nei cosiddetti collegati ordinamentali all' esame delle Camere. essi costituiscono buona parte del ventaglio degli strumenti dai quali dipende la possibilità del patto di tradursi in opportunità di lavoro per molti giovani, per molte donne, per molti italiani. in alcuni casi si tratta di norme di delega intese a permettere la stesura di normative complesse che mal si presterebbero ad una legificazione diretta. ricordo, in particolare, e senza pretesa di completezza, la delega per la riforma degli incentivi all' occupazione, degli ammortizzatori sociali e delle norme in materia di lavori socialmente utili ; la delega in materia di pari opportunità ; le disposizioni in materia di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali; la delega per il riordino degli enti pubblici di previdenza e di assistenza; la delega per la trasformazione in titoli del trattamento di fine rapporto. ma non è solo la volontà di tradurre in concrete realizzazioni il patto sociale ad indurci ad accelerare. l' economia nazionale ha sofferto anche più di quanto non abbiano sofferto altri paesi europei a causa delle crisi intervenute nella seconda metà del 1998, in particolare a causa della crisi asiatica. ciò ha condotto il Governo a rivedere al ribasso le proiezioni di crescita per il prodotto del 1999 e conseguentemente a ritoccare gli obiettivi di finanza pubblica . non a caso il documento di programmazione economica e finanziaria non mancherà di incorporare queste preoccupazioni e di disegnare pertanto una strategia di sostegno dell' economia nel breve termine , una strategia incentrata su pochi essenziali interventi capaci di incidere in tempi molto brevi sui comportamenti delle famiglie e delle imprese, per incoraggiare la ripresa: la ripresa di consumi interni e la ripresa degli investimenti. anche in conseguenza della crisi balcanica, quindi, se nella seconda metà dell' anno non interverrà una vivace ripresa, non sarà facile recuperare i ritmi già stentati di crescita del 1998. anche la crisi balcanica concorre a creare un clima. non voglio discutere la sua tesi, dato che lei è un illustre economista, tuttavia sono convinto che la crisi balcanica concorre a creare un clima di preoccupazione, di sfiducia, che non incoraggia gli investimenti ed i consumi. su questo concordano molti osservatori. in ogni caso annoto il suo parere contrario, fondamentale contributo al dibattito. peraltro gli elementi informativi di cui disponiamo lasciano supporre che qualcosa si stia muovendo tanto a livello internazionale quanto a livello nazionale . a livello internazionale, oltre alla sostenuta dinamica dell' economia statunitense, vanno sottolineati i segnali favorevoli provenienti dal sud est asiatico, dove molti paesi sembrano aver superato il punto più critico della situazione. a livello nazionale , il mese di marzo ha comportato un parziale miglioramento della domanda della produzione industriale , in particolar modo per le imprese che producono beni di investimento. nel breve termine , sembrano quindi prevalere ragioni di un cauto ottimismo, sia per quanto riguarda la produzione che gli ordini, in particolare nel settore dei beni di investimento. per quanto la prudenza sia doverosa, è evidente che una significativa accelerazione dell' attività di Governo, se sostenuta dal Parlamento, può consentirci di cogliere la ripresa che potrebbe intervenire nella seconda metà dell' anno. sono queste le ragioni che spingono il Governo a chiedere al Parlamento di concorrere attivamente — e mi rivolgo a tutte le forze parlamentari, naturalmente sia con posizioni di sostegno, sia critiche — per fare in modo che il disegno di legge in discussione, più noto come collegato ordinamentale investimenti e occupazione, possa essere approvato in tempi ragionevoli e, comunque, prima della sessione parlamentare prevista per l' elezione del nuovo Capo dello Stato . durante l' iter al Senato, alle deleghe previste originariamente se ne sono aggiunte altre, in parte riconducibili agli impegni presi dal Governo con il patto sociale , la cui sottoscrizione — lo ricordo — è cronologicamente successiva alla presentazione al Parlamento del collegato ordinamentale. voglio dire subito — a proposito di timori, preoccupazioni o dichiarazioni — che il Governo intende chiedere al Parlamento una discussione sollecita ed un' approvazione del provvedimento, senza fare ricorso allo strumento del voto di fiducia . mi rendo conto che lo strumento della delega, che pone indubbiamente una serie di problemi delicati nel rapporto tra Governo e Parlamento, sconsiglia — laddove non sia assolutamente indispensabile — di ricorrere al voto di fiducia , che aggraverebbe la sensazione del Parlamento di sentirsi espropriato della propria funzione primaria. comprendo questo giudizio e riconosco, da un lato, che la funzione primaria del Parlamento è di dettare norme sull' attività dell' Esecutivo e, dall' altro, la circostanza che, in alcune occasioni, alla norma di delega non è stata data attuazione nei termini stabiliti, costringendo in tal modo il Parlamento a prorogare i termini già fissati. ciò ha indubbiamente aggravato una posizione critica e le ha fornito motivazioni non discutibili. sono — per esperienza oramai abbastanza lunga — un uomo che crede nel Parlamento; la mia esperienza di Governo è, infatti, assai più recente. credo che la forza del Parlamento stia nella capacità di produrre leggi di grande respiro e non micro-legislazione, nella capacità di controllare il Governo e di impartire l' indirizzo politico . dico questo perché un uso notevole, forse eccessivo, dello strumento della delega deriva anche dal fatto che nel nostro ordinamento — a mio avviso, un ordinamento da riformare in questo punto — è assai limitata la possibilità del Governo di agire attraverso lo strumento regolamentare. vi è, infatti, l' obbligo di ricorrere, anche per materie che nell' ordinamento della stragrande maggioranza dei paesi democratici costituiscono riserva di regolamento, allo strumento legislativo. anche per questo, quindi, si ricorre allo strumento della delega, in una misura che certamente ha suscitato e suscita un comprensibile allarme da parte del Parlamento, ma che costituisce, a mio avviso, il modo per cercare di porre rimedio ad una situazione indubbiamente anomala nel nostro ordinamento. i parlamentari insieme ai quali abbiamo lavorato nella Commissione bicamerale ricorderanno che, senza dubbio, quella della delegificazione e dell' allargamento della potestà regolamentare del Governo era una delle scelte di fondo su cui in quella sede, al di là delle diverse opinioni politiche, si era manifestata una convergenza pressoché unanime. la delega è strumento previsto dalla Costituzione, attraverso il quale il Governo è autorizzato ad esercitare, entro limiti precisi, la funzione legislativa. riconosco — l' ho già detto — che anche per necessità obiettive il Governo ha fatto della delega un uso assai più frequente che nel passato; riconosco anche che l' Esecutivo ha qualche difficoltà a gestire questa fase di profonda innovazione legislativa, tant' è vero che è dovuto ricorrere in diverse occasioni alla richiesta di proroga dei termini per le deleghe. vorrei tuttavia sottolineare, cari colleghi , che la crescita della competizione internazionale anche all' interno dell' Unione Europea , l' urgenza dei problemi interni relativi all' occupazione ed allo sviluppo e la necessità di rispondere alle esigenze poste dalle forze della società civile con la necessaria rapidità e, al tempo stesso , l' ampia concertazione che in tutte le democrazie avanzate è richiesta per quelle esigenze, mi spingono a dire che è il sistema ottocentesco della legislazione che va profondamente innovato. ciò certamente non per limitare il potere del Parlamento, ma per collocarlo, nelle forme che voi riterrete di adottare, su un livello più incisivo e più adeguato alla sua natura di rappresentanza nazionale e generale, in una fase di forte interdipendenza mondiale. consapevole delle dimensioni della legislazione delegata, il Parlamento ha già previsto l' istituzione di Commissioni bicamerali ed il parere delle Commissioni permanenti. aggiungo che il Governo sarà più parco in futuro nel richiedere deleghe. peraltro, la Camera si è già dotata del comitato per la legislazione, il cui parere, pur non essendo vincolante, è seguito dalle Commissioni all' incirca nel 60 per cento dei casi. se ora la Camera ritenesse di rafforzare i propri strumenti di controllo e di indirizzo anche sulla legislazione delegata, noi assicuriamo la più ampia collaborazione per quanto potrebbe rientrare nelle responsabilità del Governo. inoltre se, come annunciato dal presidente della Camera nella conferenza dei presidenti di gruppo , si ritenesse di avviare una più ampia riflessione sui problemi della legislazione in questa fase, riflessione che coinvolgesse anche il Governo, noi confermiamo la nostra disponibilità ad ogni forma di cooperazione istituzionale che migliori il metodo della formazione delle leggi e del complesso della regolamentazione. in relazione al collegato ordinamentale, nell' ambito della naturale dialettica tra maggioranza e opposizione e considerando fondate alcune delle questioni poste dalle opposizioni in ordine alle norme contenenti deleghe, il Governo conferma la disponibilità ad una verifica sul possibile stralcio di alcune deleghe, chiarendo che tale stralcio, però, non può riguardare, a mio giudizio, le norme di attuazione del patto per lo sviluppo e l' occupazione. confermo pertanto quanto già proposto alla conferenza dei presidenti di gruppo , ossia di stralciare le deleghe relative ai seguenti articoli: articolo 39 (disposizioni in materia di assicurazioni e di intervento statale per le calamità naturali), articolo 44 (proroga del termine indicato dall' articolo 45 della legge 6 marzo 1998, numero 40) e articolo 55 (disposizioni in materia previdenziale). non si tratta — mi è chiaro — di una risposta tale da cogliere tutti i rilievi critici delle opposizioni e non si tratta neppure di un mercanteggiamento; si tratta di un segnale di attenzione politica che il Governo intende dare di fronte ad una preoccupazione espressa dal Parlamento. ritengo che la grande responsabilità che tutti abbiamo verso il paese ci imponga di uscire da una contrapposizione che rischia di avere un valore soltanto propagandistico tra una opposizione che accusa il Governo di volontà prevaricatrice nei confronti del Parlamento e un Governo che accusa l' opposizione di ostruzionismo irresponsabile e contrario agli interessi del paese. ho cercato di indicare, nel momento stesso in cui chiedo al Parlamento di concorrere ad una rapida approvazione del provvedimento in esame, un terreno più oggettivo di confronto per migliorare le condizioni del nostro e del vostro lavoro. credo che se avvieremo tale confronto lungo le linee indicate dal presidente e dai presidenti di gruppo, anche nella riunione della conferenza dei capigruppo del 28 aprile, alla quale ho avuto l' onore di partecipare, il Parlamento potrà uscirne rafforzato e il Governo potrà essere aiutato a lavorare meglio. oggi mi trovo a chiedere, nei termini che ho proposto, che il Parlamento ci aiuti ad approvare tali provvedimenti, che ritengo urgenti per il paese. è naturale e legittimo che l' opposizione possa ritenere i provvedimenti stessi inadeguati a far fronte al dramma della disoccupazione. il Governo chiede di poter essere messo alla prova di fronte all' opinione pubblica ; affinché ciò avvenga, ha bisogno che il collegato venga approvato.