Pier Ferdinando CASINI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 518 - seduta del 13-04-1999
Sugli sviluppi della crisi nei Balcani
1999 - Governo I D'Alema - Legislatura n. 13 - Seduta n. 518
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , quella vera e propria Apocalisse umanitaria che abbiamo visto in televisione e sentito sulla pelle in questi giorni credo che abbia convinto tutti, anche i più scettici, che occorreva fare qualcosa. una comunità internazionale che avesse lasciato correre e che avesse consentito che questo orrore della pulizia etnica andasse avanti indisturbato non sarebbe mai più riuscita a dare un senso comune alla propria civiltà. coltivare la pace è un conto, rassegnarsi alla giungla è un altro: noi diciamo che nessuna giungla può essere camuffata da pace. chi come noi ha a cuore il valore della pace ed il metodo del negoziato sa bene che nessuna pace e nessun negoziato sono possibili, se non poggiano sulla riuscita delle iniziative umanitarie e strategiche nelle quali siamo impegnati. le dimensioni di questa catastrofe non hanno bisogno di essere ricordate, ma non vanno mai dimenticate. l' opposizione ha condiviso la scelta del Governo di far parte a pieno titolo di quell' intervento dell' Alleanza Atlantica che si propone di offrire un riparo ed una speranza al popolo dei profughi. l' abbiamo condivisa, signor presidente , e abbiamo fornito al Governo in questa occasione — in questa sola — quella forza politica e morale che una parte significativa della sua maggioranza andava invece erodendo con le sue contrarietà, i suoi distinguo, le sue remore. non c' è bisogno che dica una volta di più che l' abbiamo fatto in nome di ragioni umanitarie e del nostro interesse nazionale , che vanno molto oltre i ruoli dei governi e delle opposizioni. ora ci troviamo di fronte ad un passaggio ancora più impegnativo; ora viene annunciata l' esigenza di inviare i militari italiani in Albania in funzioni umanitarie e a difesa degli aiuti. si tratta di un sostegno logistico e di soccorso sanitario senza del quale nessuna solidarietà sarebbe praticabile. ma è anche un segno che in quelle regioni la solidarietà ha appunto bisogno di un presidio, di una forza su cui far leva. l' opposizione sottoscrive queste esigenze e voterà di conseguenza, ma non possiamo non cogliere l' occasione attuale per interrogarci anche su come tutte queste esigenze di solidarietà si raccordino con le decisioni operative strategiche che siamo andati via via assumendo, e ancor di più con quelle che eventualmente saremo chiamati ad assumere se l' azione militare di questi giorni non avrà ripristinato condizioni di vivibilità in quella regione. non so se alla fine un impegno militare di terra diventerà la condizione per rendere possibile — dico fisicamente possibile — il ritorno dei profughi nel Kosovo, in ciò che resta delle loro case e delle loro città. non lo auspico, so però che un simile impegno non può essere escluso una volta che si sia deciso — e noi lo abbiamo deciso — di prendere anche sulle nostre spalle il peso di una soluzione giusta, umana, degna di questa drammatica vicenda. ed allora mi chiedo e chiedo al presidente del Consiglio con quale maggioranza, con quali consensi, con quali solidarietà politiche egli pensi di onorare gli impegni internazionali che il nostro paese e il suo stesso Governo vanno assumendo. io non mi lascio impressionare da qualche zelante politologo americano che ci accusa di essere il lato debole dell' alleanza occidentale, so però che una parte della maggioranza e persino qualche esponente governativo ha avvalorato come ha potuto quelle accuse e quei sospetti, ed ancor di più sarà indotto a farlo man mano che si dovranno assumere responsabilità, rispettare impegni e assicurare coerenza. il suo Governo, onorevole D'Alema , si è retto sui voti decisivi di un partito, quello comunista, che considera Milosevic un vecchio compagno d' armi e che si è reso protagonista, nel silenzio di tutto l' Esecutivo, di una missione diplomatica che sta a cavallo tra la farsa e la resa. quel silenzio le ha fatto guadagnare venti voti in quest' Aula e le ha fatto perdere un patrimonio di credibilità o ha rischiato di farglielo perdere in tutto il mondo. non so quanto la sua ormai sperimentata capacità di navigazione tra questi dissensi porterà fortuna al suo gabinetto, temo però che questa contraddizione, questo involucro di contraddizioni rischi di non portare fortuna al paese, al suo buon nome, presso la comunità internazionale . tanto più allora, colleghi deputati, c' è bisogno di una grande opposizione che sappia parlare in nome dell' interesse nazionale e che riesca a dare voce a quella aspirazione ad una pace giusta che è nel cuore di tutti i cittadini italiani.