Gianfranco FINI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 518 - seduta del 13-04-1999
Modifiche al testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati
1999 - Governo VII De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 1074
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signor presidente del Consiglio , colleghi, alla luce del dibattito che vi è stato nei giorni scorsi tra le forze politiche nel paese, i deputati di Alleanza Nazionale hanno ritenuto certamente doveroso da parte del Governo rispondere quest' oggi al Parlamento illustrando quello che, sempre ad avviso del Governo, è stato e dovrà essere nel prossimo futuro l' atteggiamento dell' Italia. ma abbiamo altresì ritenuto estremamente opportuno, signor presidente del Consiglio , il ringraziamento che lei ha rivolto al Parlamento. era doveroso riferire in quest' Aula e nell' Aula di Palazzo Madama . abbiamo apprezzato che ella abbia voluto ringraziare il Parlamento, perché siamo anche noi convinti che si debba ringraziare il Parlamento per ciò che ha fatto nelle Commissioni e per le valutazioni espresse per garantire all' Italia di adempiere ai doveri militari, umanitari e diplomatici — uso anch' io i tre aggettivi utilizzati dal presidente del Consiglio — connessi con il dovere di far fronte all' emergenza e alle tragiche vicende del Kosovo. con altrettanta sincerità le dico però che ci è parso di maniera, una sorta di atto dovuto non so quanto sincero, il ringraziamento che ha rivolto alla sua maggioranza, una maggioranza che nel dibattito che ha preceduto questo incontro, ma anche negli interventi che lo hanno caratterizzato, ci è parsa assai meno coesa di quello che il presidente del Consiglio in qualche modo ha affermato. non credo che per tutti coloro che hanno ascoltato l' intervento appassionato dell' onorevole Armando Cossutta si possa, come ha fatto il presidente del Consiglio , liquidare con la definizione « differenza di linguaggio » o « differente punto di vista » quello che non soltanto a noi è apparso e continua ad apparire come un' evidente divaricazione di natura politica. non c' è ombra di dubbio che il linguaggio esprime delle posizioni politiche e credo non ci siano nemmeno molti dubbi sul fatto che da parte del presidente del Consiglio si è cercato, senza convincerci a questo proposito, di nascondere quella che è una realtà: nella maggioranza vi sono posizioni diverse non soltanto sul da farsi, ma anche radicalmente differenti sulle responsabilità di quello che sta accadendo nei Balcani. al di là di quanto ha detto recentemente in quest' Aula l' onorevole Cossutta, credo sia sufficiente riguardare, a tale proposito, il differente giudizio che nell' arco di poche ore hanno dato del dittatore serbo Milosevic lo stesso onorevole Cossutta e il ministro degli Esteri , onorevole Dini. posso capire — anche se ovviamente non condivido — che si vada a Belgrado a dare la mano a Milosevic. certo è che, quando qualche ora dopo il ministro degli Esteri dice che quella mano gronda di sangue, si può affermare che vi è qualche differente valutazione, ma così facendo si cerca di nascondere una realtà che, al contrario, appare a noi — e non soltanto a noi — estremamente evidente. dico tutto ciò, onorevoli colleghi , signor presidente del Consiglio , per ribadire che quella che lei ha chiamato la leale collaborazione dell' opposizione non è stata, non è e non sarà accondiscendenza di natura politica; è stata, è e sarà — ci auguriamo per un arco di tempo non lungo — senso di responsabilità nazionale ed anche volontà di garantire la credibilità internazionale dell' Italia. credo sia fuori luogo enfatizzarlo in questa fase del confronto, che è così delicato, ma Alleanza Nazionale e, più vastamente, i colleghi del Polo per le libertà , ritengo possano dire a voce alta di aver contribuito a garantire la credibilità internazionale dell' Italia. le faccio notare, onorevole presidente del Consiglio , onorevoli colleghi , che non è la prima volta che ciò accade. era già accaduto, con altro presidente del Consiglio , ma sostanzialmente con analoga maggioranza, quando la missione Alba, la missione umanitaria in Albania, fu approvata unicamente per il senso di responsabilità del centrodestra; era già accaduto in occasione del voto, contraddistinto da tante polemiche interne, sull' allargamento ad est della NATO, perché era purtroppo già avvenuto che su atti qualificanti della politica estera la maggioranza che a vario titolo si riconosce nelle posizioni del centrosinistra si dividesse. lo dico perché, tornata la pace — credo sia necessario affermarlo fin d' ora — , sarà doveroso riprendere questo argomento, come del resto all' interno della maggioranza qualcuno già auspica apertamente; questo tornata la pace. da parte mia voglio ribadire che la posizione di Alleanza Nazionale è estremamente chiara sul da farsi perché torni la pace in Kosovo. la pace può essere garantita soltanto con una soluzione politica e negoziata, in sintonia con gli alleati, previa la cessazione di qualsiasi azione di pulizia etnica , previo ritorno in pace dei profughi, previa l' accettazione delle cinque condizioni che sono state indicate dal segretario generale dell' Onu e che, come è stato detto, in qualche modo riassumono ed accolgono nella sostanza le posizioni della NATO. non abbiamo dubbi, infatti, sulla responsabilità di ciò che sta accadendo e nemmeno sul dovere morale di intervenire con la forza per salvare dal rischio sempre più drammatico di genocidio un popolo intero. non per riaprire ferite, ma soltanto per fare un appello alla memoria storica, voglio ribadire in quest' Aula quel che ho affermato in altre circostanze: il concetto di pulizia etnica , il tentativo di sradicare qualsiasi identità prima con un genocidio culturale e poi, quando ciò non è sufficiente, con la forza, gli stupri, gli assassinii e la violenza, non appartiene, purtroppo, alla memoria recente dell' Europa. chi ha memoria storica sa che ciò appartiene ad una memoria più antica, che anche noi italiani, purtroppo, abbiamo conosciuto. credo, onorevole Marini, che nelle immagini tragiche di quei profughi, di quelle donne, di quei bambini non sia legittimo ritrovare soltanto — e ha fatto bene a ricordarla — l' immagine, altrettanto tragica, di quel bambino che nel ghetto di Varsavia alza le mani di fronte alla ferocia nazista; ritengo, invece, che in queste immagini recenti e drammatiche, che entrano nelle case di ciascuno di noi ogni sera, sia lecito ritrovare anche il volto, le lacrime, il dolore, la tragedia degli istriani, dei fiumani, dei dalmati, che conobbero la pulizia etnica tanti anni fa. proprio perché la storia deve essere maestra e deve insegnare, non abbiamo dubbi, quindi, sulla necessità di intervenire con la forza quando si rivelano inutili le vie diplomatiche per garantire il diritto di un popolo a vivere nella terra in cui è nato; allo stesso modo, non abbiamo dubbi sulla necessità di continuare ad agire in sintonia con gli alleati per quanto riguarda gli aspetti militari, senza assumere iniziative unilaterali. non c' è ombra di dubbio che, in quanto corrispondente alle necessità umanitarie e per rendere meno tragica la sorte del popolo kosovaro , sia oggi necessario inviare un contingente di terra in Albania con incarichi umanitari. egualmente, non vi è dubbio che quanto ha affermato il presidente del Consiglio sul fatto che sino a ieri sia stato escluso dal vertice NATO qualsiasi intervento di terra corrisponda a verità. agire di concerto e in sintonia con gli alleati, però — e non è certo un auspicio — , deve poter significare per l' Italia anche l' assunzione di responsabilità qualora il conflitto degeneri e si allarghi, non, onorevole Cossutta e onorevole Manconi, per responsabilità della NATO, ma per responsabilità di Belgrado. sono di oggi la notizia di uno sconfinamento delle truppe serbe in Albania e quella preoccupante della volontà del governo albanese di non escludere a priori l' ipotesi di una reazione armata. lei, onorevole presidente del Consiglio , qualche giorno fa ha parlato con il presidente dell' Albania; io ho avuto modo di farlo ieri. lei sa e i colleghi sanno che si tratta di un uomo tutt' altro che fanatico e che ama la pace, di un democratico convinto, di un uomo che conosce l' Occidente e che non ha esitato a dire a me quel che aveva detto a lei, onorevole presidente del Consiglio : qualora l' Albania dovesse essere invasa dalla Serbia, tutti in Albania considererebbero doveroso rispondere con le armi. allora, in un momento che può essere drammatico, anche alla luce delle preoccupazioni espresse dal segretario generale dell' Onu in ordine al rischio che il conflitto si allarghi, non perché la NATO continua a bombardare ma perché Milosevic è un uomo che può, solo allargando il conflitto, cercare di destabilizzare i Balcani, credo sia doveroso da parte del Parlamento nazionale essere consapevole del fatto che rispettare gli impegni militari può significare per l' Italia — davvero Dio non lo voglia — essere chiamata, da qui a qualche tempo, ad un altro voto per ulteriori e maggiori responsabilità. occorre continuare, quindi, ad agire in sintonia con gli alleati per gli aspetti diplomatici. noi condividiamo il ruolo che deve ricoprire necessariamente la Russia e abbiamo apprezzato un riferimento nelle parole del presidente del Consiglio : garantire la stabilità nei Balcani senza cambiare gli equilibri nella regione che devono essere garantiti dall' Europa. è un' Europa che si gioca la sua credibilità, che non può continuare ad essere considerata un gigante economico-finanziario e un nano politico ma che deve dimostrare di possedere l' autorità politica necessaria per definire autonomamente gli equilibri regionali. onorevole presidente del Consiglio e onorevole ministro degli Esteri , voglio richiamare la vostra attenzione affinché si valuti adeguatamente in un contesto europeo l' errore che — a mio modo di vedere — commetterebbero di alleati qualora dovessero accettare l' ipotesi di divisione del Kosovo che è stata adombrata, ma poi, a dire il vero, corretta, dagli ambienti americani. in Europa deve essere l' Europa capace di avere l' autorità politica per garantire la pace, la democrazia e la solidarietà di un popolo. infine, signor presidente , un ultimo aspetto e concludo, in rapidissima sintesi. per quanto riguarda la sintonia con gli alleati per gli aspetti umanitari, l' Italia è in prima linea — ha detto il presidente del Consiglio — e fin qui ha fatto bene. credo che sia l' esatta fotografia di una realtà che tutti, al di là delle divisioni di parte, possono constatare se si recano in visita ai campi profughi allestiti dagli italiani. è un merito che va riconosciuto alle nostre forze armate , agli uomini della protezione civile , alle organizzazioni del volontariato. è un merito che ha reso l' Italia protagonista e che autorizza il Governo e il Parlamento italiano a chiedere un altrettanto forte impegno da parte dei partner occidentali. la collaborazione deve essere reciproca! concludo, onorevole presidente del Consiglio , adempiendo ad un impegno. la prego di ricordarsi, nello stesso momento in cui ottiene dal Parlamento una sostanziale condivisione della linea del suo Governo su questa tragica vicenda, dei danni che purtroppo la guerra ha già creato anche in Italia. in questo momento — Dio voglia che rimanga sempre così! — si tratta solo di danni economici. adempiendo ad un impegno, io le chiedo di ricordarsi quello che diceva prima di diventare presidente del Consiglio , vale a dire l' autodefinizione di deputato di Gallipoli, perché in Puglia, per la chiusura degli aeroporti di Bari e di Brindisi e il calo enorme delle attività connesse al turismo, la guerra ha già creato danni economici notevoli. credo che sia doveroso per il Parlamento, oltre che per il Governo, esserne consapevole e cercare, in qualche modo di porvi rimedio.