Gianfranco FINI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 5 - seduta del 30-05-1996
Sul patto atlantico
1996 - Governo V De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 191
  • Comunicazioni del governo

onorevole presidente , onorevole presidente del Consiglio e colleghi, non penso di dover spendere molte parole per spiegare perché per la destra italiana la nascita del Governo Prodi è tutt' altro che un lieto evento. nonostante tanti solerti dispensatori di incenso si affannino per dimostrare che la vittoria dell' Ulivo ha posto le premesse... la ringrazio, presidente. come dicevo, nonostante tanti solerti dispensatori di incenso si affannino per dimostrare che la vittoria dell' Ulivo ha posto le premesse perché l' Italia possa tra breve essere più felice, più giusta e più ricca, noi rimaniamo del parere opposto e continuiamo a pensare che il Governo Prodi rappresenti una grave e pericolosa battuta d' arresto sulla via del rinnovamento istituzionale e del progresso economico e sociale del nostro paese. per ciò che esso rappresenta in termini culturali e politici, per il reticolo di interessi economici che vuole difendere, per i modelli sociali sorpassati — e in alcuni casi falliti — che vuole riproporre ed anche per la forte tentazione restauratrice che anima qualche sua componente, a noi non pare che il Governo Prodi sia tale da far prevedere un futuro più roseo per l' Italia, anzi. ritengo tuttavia politicamente sterile soffermarmi su questi aspetti e sulle ragioni per cui Alleanza Nazionale e il Polo delle libertà si definiscono — ed effettivamente sono — programmaticamente alternativi rispetto all' Ulivo. in altri termini, così come sono convinto che il suo discorso alle Camere, onorevole Prodi, non abbia determinato alcun ripensamento negli elettori di Alleanza Nazionale ed abbia, tutt' al più , confermato le ragioni della loro scelta negli elettori dell' Ulivo, analogamente sono convinto che oggi i discorsi dell' opposizione, per quanto possano essere lucidi o appassionati, siano destinati ad avere sorte identica al suo (anche se, ovviamente, opposta), perché dopo le tante promesse e dopo i tanti timori della campagna elettorale non saranno certo le nuove promesse o i nuovi timori che ogni oratore esprime in quest' occasione a modificare la realtà politica quale è emersa dalle urne. è una realtà che, a nostro modo di vedere , rimarrà invariata ancora per qualche tempo, per lo meno fino a quando non saranno i fatti ad incaricarsi di confermare o di smentire gli ottimistici propositi del suo Governo o i nostri pessimistici giudizi sulle capacità del medesimo. in attesa che ciò accada (un' attesa che per noi è assai più breve di quel che può apparire, per la gravità dei problemi da affrontare e per l' indifferibile urgenza di operare scelte precise per l' economia e per il funzionamento dello Stato), ritengo politicamente più opportuno, in questa circostanza, definire — mi auguro, con sufficiente chiarezza — quali comportamenti il Governo e gli italiani debbano attendersi da Alleanza Nazionale . nel voto del 21 aprile noi abbiamo scorto, nonostante tutto, un dato positivo: il nostro sistema politico è tornato in una situazione di normalità, si è chiusa una parentesi — che tante volte abbiamo definito buia — , durata quindici mesi, di sostanziale annullamento di quel principio democratico basilare secondo cui la sovranità appartiene al popolo, che esprime la sua volontà attraverso libere elezioni. il voto ha fatto sì che l' Italia non sia più governata, oggi, da un Esecutivo di tecnici, sostenuto da una maggioranza parlamentare frutto di manovre trasformistiche dei partiti, bensì sia governata dalla coalizione che è stata scelta dagli elettori. l' Ulivo governa e noi siamo opposizione, perché così hanno deciso gli elettori, non i segretari di partito e nemmeno l' interventismo — qualche volta ai limiti della Costituzione — del Capo dello Stato . ne discende che tutti, maggioranza ed opposizione, dobbiamo innanzitutto restare fedeli al ruolo che gli elettori ci hanno assegnato. la maggioranza ha il diritto di governare, l' opposizione ha il diritto di controllare, di stimolare, di replicare, di controproporre; ma la maggioranza ha anche il dovere di essere autosufficiente nella sua azione di governo e l' opposizione ha il dovere di non fare sconti, di non essere indulgente verso l' Esecutivo, di non cercare scorciatoie consociative o nuovi ribaltoni per tornare ad essere maggioranza e quindi Governo. Alleanza Nazionale intende attenersi scrupolosamente a questa elementare, ma basilare separazione dei ruoli che gli elettori hanno compiuto e che è tipica di tutti i sistemi bipolari basati sul principio maggioritario e sulla democrazia dell' alternanza, e per la considerazione sincera che ho dell' onestà politica di Forza Italia , del Ccd e del Cdu, non ho dubbi sul fatto che questo sarà il comportamento di tutto il Polo. vi è, però, anche una seconda importante considerazione che voglio fare sulle conseguenze del voto, perché l' Ulivo ha vinto le elezioni, ma non lo ha fatto sulla base di un accordo politico programmatico, bensì sulla base di un accordo politico più un accordo elettorale; un accordo raggiunto sulla comune volontà di battere il Polo, ma ancora tutto da verificare nella sua capacità di garantire una maggioranza di Governo stabile, omogenea, autosufficiente. è quindi corretto — e non credo propagandistico — affermare che il voto ha consentito al nostro sistema politico di superare l' anomalia del Governo tecnico , espressione di scelte operate da altri rispetto agli elettori, ma lo stesso voto ha posto la politica italiana di fronte ad un' altra anomalia, che non ha riscontro in alcuna democrazia occidentale di tipo maggioritario e bipolare. e un' anomalia che consiste nel fatto che l' eventualità che l' opposizione — tutta l' opposizione — rimanga effettivamente tale per un periodo di tempo medio lungo non è vista con angoscia tanto da chi, per scelta degli elettori, sta all' opposizione quanto da chi sta al Governo. e ciò per la semplice ragione che tutti gli osservatori sono concordi nel dire che se l' opposizione non si farà coinvolgere, la maggioranza difficilmente sarà in grado, per la sua eterogeneità, di operare scelte politiche nette; potrà certamente vivacchiare, potrà rinviare alcune scelte dolorose, al limite potrà durare, ma difficilmente potrà governare, se per governo si intende la capacità di scegliere e la capacità di assumersi le responsabilità connesse alle scelte. e allora con poche ma, direi, chiare parole si può affermare che il voto ci ha consegnato una situazione in cui il Governo potrà governare solo se in questo Parlamento si confonderanno i ruoli decisi dagli elettori, cioè se l' opposizione farà sistematicamente proprie alcune scelte strategiche del Governo e quindi consentirà ad alcune componenti essenziali della maggioranza di essere contemporaneamente al Governo e all' opposizione, senza che ciò comporti la paralisi e la caduta dell' Esecutivo. lo schema che ho tracciato può apparire autoconsolatorio; le prossime scelte di carattere economico, finanziario e sociale che attendono il Governo credo che dimostreranno che così non è, perché la disinvolta alleanza tra Dini e Bertinotti ha consentito all' Ulivo di vincere, ma difficilmente potrà consentire all' Ulivo di governare, viste le differenze profonde che separano i due schieramenti proprio su quei temi — modello economico, obblighi di Maastricht, risanamento delle finanze pubbliche — con cui Prodi dovrà misurarsi tra breve. dicendo che il Governo difficilmente potrà governare, a meno che l' opposizione non faccia sistematicamente proprie alcune scelte; scelgo a ragion veduta, credo, l' avverbio « sistematicamente » , perché non si può escludere, e non escludiamo, a priori la possibilità che l' opposizione (e quindi anche Alleanza Nazionale ) voti una proposta del Governo. ma è evidente che dovrà trattarsi di una circostanza davvero eccezionale e di una proposta volta a difendere valori e principi che sono riconosciuti come tali dalla totalità o dalla stragrande maggioranza degli italiani. non potrà certo trattarsi di circostanze che comportino scelte squisitamente politiche o di proposte che comportino assunzioni di responsabilità politiche . più chiaramente, Alleanza Nazionale potrà votare a favore del Governo per difendere valori quali la libertà o la pace o l' unità nazionale , qualora essi siano davvero minacciati, ma non potrà certo votare a favore di una manovra economica o di qualsiasi altro provvedimento del Governo anche se fosse presentato come vitale per gli interessi nazionali , non perché sia effettivamente tale ma solo per ottenere il beneplacito dell' opposizione e quindi supplire a probabili defezioni della maggioranza. da Alleanza Nazionale si attenda quindi, onorevole Prodi, un' opposizione cosciente del suo ruolo, un' opposizione alternativa in termini programmatici e politici, un' opposizione fedele al mandato avuto dagli elettori. da parte nostra non ci saranno ostruzionismi fini a se stessi o comportamenti volti a negarle la possibilità di governare, ma nemmeno soccorsi occulti o palesi o atteggiamenti compromissori: faremo un' opposizione seria, serrata, propositiva, alternativa, senza estremismi e al tempo stesso senza indulgenze. ho insistito nel precisare — spero di averlo fatto con sufficiente chiarezza — quale opposizione tenterà di fare Alleanza Nazionale per evitare equivoci su quanto mi accingo a dire nella parte finale del mio intervento, perché siamo fermamente convinti che la netta separazione dei ruoli tra maggioranza e opposizione sia condizione essenziale ed indispensabile per consolidare la democrazia dell' alternanza, il sistema bipolare e quindi per consentire agli italiani di poter giudicare serenamente la bontà o meno della politica del Governo e delle proposte alternative dell' opposizione. ma siamo altrettanto convinti che ciò non debba precludere la via del dialogo, del confronto e, se possibile, dell' accordo sulle riforme istituzionali e anche sulle cosiddette regole che devono presiedere alla normale dialettica politica e far sì che le prossime elezioni — quando ci saranno — non siano più viste da alcuno come un nuovo giudizio divino, ma solo come la naturale, periodica verifica del consenso popolare di cui godono le coalizioni, come accade in tutte le democrazie occidentali. immagino che la nostra disponibilità a confrontarci con le forze della maggioranza sul tema delle riforme e a verificare seriamente se esistano le condizioni per un' accordo possa essere accolta da qualcuno tra coloro che mi ascoltano con una certa ironia o con un certo sospetto. posso garantire che sarebbero entrambi sentimenti fuor di luogo — ed i prossimi mesi lo dimostreranno — per una duplice, semplice ragione: perché noi non neghiamo il diritto della maggioranza — qualora lo voglia esercitare — di procedere autonomamente sulla via delle riforme ai sensi dell'articolo 138. prendiamo atto che la maggioranza non ritiene di farlo, anche perché sa che da sola non sarebbe in grado di far approvare nemmeno la più piccola delle riforme, nemmeno l' inemendabilità della legge di bilancio già bocciata da Rifondazione comunista . e quindi, assodato che la maggioranza auspica il confronto e, se possibile, l' accordo con l' opposizione, noi cerchiamo di confrontarci e di dialogare senza timore di confondere i ruoli o di smentire i nostri recenti comportamenti. si è parlato tanto, anche recentemente, del tentativo Maccanico e dei motivi per cui non andò in porto . se qualche responsabilità abbiamo avuto al riguardo, noi la rivendichiamo, ma oggi non c' è nulla nel quadro politico che ci riporti ad allora, se non l' urgenza delle riforme, perché oggi l' eventuale intesa sulla riforma dello Stato in senso federalista e presidenzialista non comporterebbe in alcun modo anche un innaturale accordo politico tra destra e sinistra per far gestire dai tecnici il governo dell' economia e della cosa pubblica . oggi un eventuale accordo sulle regole non comporterebbe l' obbligo di annullare le profonde differenze culturali, politiche e programmatiche tra Polo e Ulivo. se oggi maggioranza ed opposizione riscrivono insieme parti importanti della Costituzione, non si determinano forme consociative nella gestione del potere politico , perché oggi, a differenza di ciò che accadeva qualche mese addietro, i ruoli sono chiari e sono stati definiti dagli elettori. allora la nostra convinta intransigenza nel fare opposizione al Governo si accompagnerà ad un' altrettanto convinta disponibilità al dialogo ed alla verifica delle reali possibilità di fare delle serie riforme istituzionali in questo Parlamento o, come riteniamo auspicabile, convocando l' Assemblea costituente . ma su questo aspetto, che è tutt' altro che secondario, avremo modo di tornare, anche alla luce di ciò che dirà fra breve l' onorevole Berlusconi e delle reazioni che il suo intervento determinerà. in attesa non me ne voglia, onorevole Prodi, se concludo con una metafora di tipo sportivo, in omaggio alla sua passione ormai nota per il ciclismo. ecco, nei mesi a venire, non confonda la nostra disponibilità a discutere il percorso e le regole del prossimo giro d' Italia con la possibilità di ricevere da parte nostra una spinta alla prima salita o una borraccia piena, perché se lo dovesse fare, rischierebbe di non finire la tappa e di perdere quanto prima la maglia gialla.