Fausto BERTINOTTI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 457 - seduta del 17-12-1998
Informativa urgente del Governo sulla crisi irachena.
1998 - Governo I D'Alema - Legislatura n. 13 - Seduta n. 457
  • Comunicazioni del governo

signori presidenti, signore e signori deputati, sento drammaticamente l' inadeguatezza di questo nostro dibattito rispetto alla vicenda che sta attraversando il mondo. penso che prima ancora che sul terreno politico questo dibattito parlamentare mostri una grave carenza etico-morale. la guerra ritorna a far sentire il suo rumore soverchiante qui, alle porte di casa, in questo Mediterraneo su cui si affaccia un' Europa impotente. a portarlo è una potenza lontana, gli USA, però così terribilmente sovrastante sui governi europei e su tanta parte di essi. ci sarebbe il bisogno di un organismo sovrano di un paese, che ne rappresenti anche la coscienza profonda, di una indignazione contro questa barbarie portatrice di morte, come ha detto autorevolmente Kofi Annan , che produce un danno irrimediabile. un popolo già colpito dall' embargo, che non capisce Saddam Hussein ed il suo regime, che non da ora noi critichiamo, viene colpito ancora. vorrei che qualcuno sentisse almeno su di sé il peso di una simulazione: cosa penserebbe se suo figlio morisse per mancanza di medicinali a causa di un embargo? nessuno lo pensa per un bambino iracheno. al contrario gli USA decidono di bombardare Bagdad, decidono senza il mandato dell' Onu, decidono senza consultare i partner della NATO, che si riconferma, così, il luogo dei sudditi degli USA. non c' è nessuna giustificazione per questo atto! non c' è la giustificazione di un regime, pur contestabile come quello di Saddam Hussein , tanto è vero che Kofi Annan aveva interpretato ben altra linea di azione con la sua missione di pace . in realtà sono gli USA che strappano riproponendosi come gendarmi del mondo, come monopolio della forza, che decidono di usare a proprio arbitrio. pesa persino l' ombra indicata da molti politici americani che questo atto di guerra — non so se questa cosa non vi sconvolge, onorevoli colleghi — possa essere stato intrapreso per difendere una vacillante presidenza degli USA. devo dire con rammarico che ho avuto qualche elemento critico in più di analisi sull' iniziativa degli USA dal giornalista Fabrizio Del Noce che dal presidente del Consiglio della Repubblica italiana . è grave il suo atteggiamento, signor presidente del Consiglio . che lo si dica. lei sembra non vedere che questo atto degli USA è un atto anche di prepotenza ed arroganza nei confronti dell' Europa: non ci si può lamentare del carattere evanescente dell' Europa se in fondo si accetta il primato, l' arroganza e la primazia della potenza americana, se non si denuncia la rottura, prodotta dal governo britannico , con questa adesione subalterna all' atto di guerra dagli americani, un atto di guerra che questa volta, diversamente dalla guerra del golfo , non trova neppure il consenso dei paesi arabi più moderati. il governo italiano ed il suo presidente, invece, non trovano le parole adeguate. so di dover concludere, presidente, voglio dire semplicemente (lamentando anche una modalità di dibattito che io credo faccia torto al Parlamento, di fronte alla guerra) che questo atteggiamento « cerchiobottista » del Governo mi sembra del tutto inaccettabile. noi chiediamo, signor presidente del Consiglio , un atto di condanna esplicita della guerra scatenata dagli USA. chiediamo che venga richiesto l' immediato arresto delle azioni militari degli USA, chiediamo che lei dica solennemente che, in ogni caso, le basi italiane non saranno messe a disposizione di questo strumento di guerra. insomma, signor presidente del Consiglio , faccia sentire, per una volta, ora, una parola di pace: e l' unica parola di pace possibile è la condanna dell' intervento americano e la richiesta della sua fine.