Pier Ferdinando CASINI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 448 - seduta del 02-12-1998
Sulla vicenda del leader del PKK, Abdullah Ocalan
1998 - Governo I D'Alema - Legislatura n. 13 - Seduta n. 448
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , la politica della maggioranza sulla vicenda Ocalan è stata, a parere del Ccd, confusa, disattenta e imprevidente. dapprima si è accolto il leader del Pkk come fosse un capo di Stato in esilio, con tanto di scorta armata personale; poi si è dovuto prendere atto che la Germania non avrebbe formalizzato la richiesta di estradizione; infine, si sta cercando di negoziare con la Russia un reimbarco che si rivelerà ora tanto problematico quanto sarebbe stato semplice nel primo momento. l' errore principale è stato quello di non avere impedito fin dall' inizio l' ingresso in Italia di una persona che parte del Governo considera una sorta di Garibaldi del ventesimo secolo, mentre un' altra parte, e noi con essa, considera un terrorista vetero-marxista. questo errore ha delineato una curvatura della nostra politica estera e di sicurezza che consideriamo ambigua e rischiosa. non è mai stato chiaro quale fosse il livello di informazione e di consapevolezza del nostro Governo sulla vicenda, se cioè il lavoro di intelligence dei nostri servizi sia stato sottovalutato, inadeguato o intempestivo; né è mai stato chiaro quale epilogo il Governo avesse realisticamente immaginato di dare a questa vicenda. sono state chiarissime in compenso tutte le divisioni, le incertezze, le tortuosità che hanno attraversato il Governo e la sua maggioranza. abbiamo sentito suonare a lungo in questi giorni le trombe del partito dell' asilo politico . vi hanno dato fiato in tanti: dal ministro della Giustizia , che fino al 9 ottobre era capogruppo dell' onorevole Mantovani, angelo custode di Ocalan, al senatore Cossiga, convertito all' asilo politico dopo una lunga militanza atlantica ed un forte e sofferto impegno sul fronte dell' eversione e del terrorismo negli anni della prima Repubblica . è un' eventualità, quella dell' asilo, che il presidente D'Alema non ha né caldeggiato né escluso, trincerandosi dietro la tartufesca argomentazione che si tratterebbe di una pratica legale e non già, come i suoi stessi ministri testimoniano con le loro ripetute e contrastanti prese di posizione, di una responsabilità politica che un Governo si deve assumere. il nostro partito ha manifestato fin dall' inizio un orientamento chiaro e netto su tutta la materia. con la Turchia abbiamo un comune vincolo atlantico che non consideriamo né marginale né poco significativo e che ovviamente non giustifica ritorsioni e campagne di odio; abbiamo interessi strategici, geopolitici ed imprenditoriali che devono essere difesi; abbiamo rispetto del popolo curdo e piena consapevolezza delle ferite che una storia dolorosa ha inferto alla sua identità e alle sue genti; abbiamo però anche la convinzione che il Pkk ed il suo leader siano parte e spesso fattore moltiplicatore di quella violenza. non ci è bastata qualche buona parola fatta trapelare ai giornali italiani per distoglierci dal ripudio di una strategia terroristica che ha seminato, forse ancora in questi stessi giorni, una lunga scia di morti e di rovine. noi le diciamo, onorevole D'Alema , che l' Italia non può diventare il rifugio di questi ambienti né la loro tribuna. siamo contrari all' estradizione verso un paese che ha il suo ordinamento la pena di morte ma le chiediamo di affrettare le procedure di espulsione di Ocalan dal nostro territorio, un' espulsione che sarebbe stata doverosa fin dall' inizio e che la prevedibile scelta compiuta dalla Repubblica Federale Tedesca rende questo punto non più dilazionabile. le chiediamo di uscire dalla sua ambiguità sulla questione dell' asilo politico e di assumere con chiarezza un impegno ad evitare una scelta che ci porrebbe in contrasto con il sistema di alleanze e di riferimenti culturali comuni, di cui si nutre la nostra collocazione europea ed atlantica. noi avvertiamo, anche dietro parole di circostanza, la sensazione di un certo isolamento nel nostro paese rispetto a molte delle cancellerie che ci sono storicamente più vicine e che a parole forse manifestano astratte solidarietà. sta a lei, onorevole presidente D'Alema , e al suo Governo dissipare le ombre che la sua incerta condotta ha fatto condensare in questi giorni intorno alla nostra tenuta ed affidabilità; sta a noi, all' opposizione, spingerla con tutta la nostra convinzione politica in una direzione più coerente e più utile al buon nome dell' Italia e alle sue relazioni internazionali.