Pier Ferdinando CASINI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 426 - seduta del 23-10-1998
1998 - Governo I D'Alema - Legislatura n. 13 - Seduta n. 426
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , le sono note le ragioni della forte e convinta opposizione del centro cristiano democratico e del Polo per la libertà. esse riguardano quel percorso tortuoso che ha portato a formare una nuova maggioranza e a determinare una svolta politica senza che fosse dato agli elettori quel diritto di scelta che fa parte — o almeno dovrebbe — , di una democrazia limpida e rigorosa. è stata inferta una ferita alle nuove regole e ai buoni costumi; e non ci sfugge che il presidente del Consiglio abbia cercato nel suo intervento di mettere un cerotto su quella ferita. noi sentiamo che in questi giorni di capriole e di giravolte, di impegni disattesi, di disinvolti salti della quaglia, si è consumato in parte il tessuto del nostro bipolarismo. gli elettori hanno votato un Governo e ne vedono insediato un altro. hanno votato alcuni parlamentari da una parte e li vedono confluire dalla parte opposta. non vi è bisogno di dire che tutto questo logora e snatura il rapporto tra le istituzioni e la pubblica opinione . il nostro voto contrario vuole esprimere appunto una doppia fedeltà: quella che dobbiamo a chi ci ha votato e quella che dobbiamo ad un metodo, ad un costume, direi ad una speranza sulla quale è poggiata l' idea di una Repubblica finalmente liberata dai veleni del trasformismo e restituita in modo più pieno ai suoi concittadini. io ho colto, presidente D'Alema , nelle sue parole di ieri qualche accenno alla possibilità di riaprire una stagione di riforme. non le sottovaluto, ma non dimentico che in questi giorni la maggioranza, nel suo disfarsi e nel suo riformarsi sotto mentite spoglie , ha seguito il percorso opposto. apprezzo le parole, ma so che i gesti sono quelli a determinare le cose! ed allora le chiedo formalmente, onorevole D'Alema , visto che ha citato Moro, di usare verso l' opposizione la stessa attenzione e lo stesso rispetto di cui in tempi più difficili furono capaci i grandi leader democratici cristiani . le chiedo formalmente — e credo di poterglielo chiedere nella sua doppia veste, ancora non smentita, di presidente del Consiglio e di leader del principale partito di governo — in primo luogo un impegno solenne a non promuovere, a non favorire quei ribaltoni nelle giunte regionali che sembrano allestire qua e là un tristissimo carro del vincitore sul quale pezzi di ceto politico, disancorati dal loro mandato elettorale, sarebbero ansiosissimi di prendere posto. gli chiedo e gli chiediamo di non forzare le regole del gioco a vantaggio di una maggioranza che si è appena costruita in quest' Aula, nel nome della paura esplicita e confessata che le elezioni potessero far emergere una guida diversa. le chiedo e le chiediamo di non immaginare che le riforme possano essere chiuse nel perimetro del suo schieramento e delle sue convenienze. le chiedo e le chiediamo di rispettare un galateo politico bipolare, che è appena stato violato, ma che resta il pegno che assieme, noi e voi, abbiamo offerto al paese in nome di una democrazia finalmente compiuta. è stato detto che questo Governo chiude in Italia l' epoca della guerra fredda . mi permetto di dissentire: la guerra fredda è finita qualche anno fa con la caduta del muro di Berlino e l' ammainarsi della bandiera comunista; e forse in Italia era finita anche prima, con la grande vittoria democratica della Dc e dei suoi alleati. non credo proprio che la competizione bipolare di questi anni, anche nella sua asprezza, possa essere considerata un artificioso prolungamento di quella guerra. il punto semmai è che ci riesce difficile dare un contenuto alla pace politica; evitare cioè di scambiare la pace con l' eclissi della competizione, del ricambio, dell' alternanza, di tutte quelle procedure che in Europa sono da sempre il sale della democrazia liberale. è questo il rischio che noi corriamo e che il suo Governo fa correre al paese. se oggi lasciamo cadere la bandiera del bipolarismo attuale, magari nel nome di un bipolarismo futuro e virtuale, noi avremo disposto le condizioni per una democrazia bloccata, per una democrazia malata. la sua maggioranza, onorevole D'Alema , non è un nuovo arco costituzionale , e non è neppure una novella arca di Noè sulla quale sono state imbarcate tutte le nobili specie della politica italiana . è una maggioranza risicata e contraddittoria. io, che ho creduto nel bipolarismo, noi democratici cristiani del centro cristiano democratico , facciamo un appello a tutti quei democratici cristiani che sono alternativi alla sinistra, che guardano al percorso oggi di Aznar, ieri di Kohl, che non sono disposti a barattare un grande impegno politico con una comoda rendita di posizione . a quei democratici cristiani che sanno che la politica non è solo una somma di opportunismi e di furbizie io dico: costruiamo assieme un progetto più ampio, una casa comune che sia parte di un polo di opposizione e di libertà. a tutti gli italiani che vogliono voltare pagina io dico che possono contare sulla nostra coerenza.