Gianfranco FINI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 426 - seduta del 23-10-1998
Ratifica del trattato sulla C.E.C.A.
1998 - Governo VII De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 930
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signor presidente del Consiglio , colleghi, in un passaggio del suo discorso di investitura, l' onorevole D'Alema ha utilizzato, per rivolgersi alle opposizioni, un' espressione che suonava più o meno così: senza dialogo la politica impoverisce e muore. non ha detto, ma mi sembrava tutto sommato sottinteso, che qualora l' opposizione non dovesse dialogare, in particolar modo sulle riforme, contribuirebbe a fare impoverire e quindi a far morire la politica. se ci trovassimo davvero, onorevole D'Alema , nell' ormai mitico paese normale , o se fossimo all' indomani di libere elezioni che, vinte dalla coalizione da lei guidata, le avessero aperto la strada per andare a Palazzo Chigi , non avrei avuto assolutamente nulla da ridire sull' affermazione che ho voluto ricordare all' inizio: senza il dialogo la politica rischia di impoverirsi, di morire. purtroppo noi sappiamo che non è così: non siamo in un paese normale , non siamo all' indomani di libere e democratiche elezioni; siamo in una situazione che il presidente del Consiglio definisce di eccezionalità. non siamo, dice D'Alema , in una normale dialettica politica. ecco, io credo che il termine eccezionalità sia improprio, volutamente e forzatamente riduttivo: ci troviamo, in realtà, in una situazione di gravità, di assoluta gravità, senza precedenti. ci troviamo in una situazione che è tra le più gravi per una democrazia funzionante, corretta, rispettosa del volere popolare: ci troviamo in una situazione che vede un Governo nascere non per volontà degli elettori ma per paura delle elezioni; ci troviamo in una situazione che vede un Governo che si accinge a governare senza un vero mandato democratico. e prima che lei, onorevole D'Alema , pensi che si tratta della solita nobile arte dei comizi, come mi disse la volta scorsa, le ricordo che non sono parole né mie, né di Casini e Berlusconi, ma sono parole contenute in un recentissimo editoriale di The Times , significativamente intitolato « di nuovo truffati » . lo ricordo perché è giusto preoccuparsi di quello che dicono dell' Italia fuori dai confini nazionali. ora, se la sensazione che si sia in presenza di una truffa consumata ai danni degli elettori è giunta fin nella redazione di un quotidiano austero, autorevole, certamente non di parte, qual è il giornale londinese, credo che non occorra alzare il tono della voce da parte dell' opposizione per tentare di spiegare perché è tanto forte l' indignazione tra i nostri connazionali. vi è indignazione per il modo in cui nasce questo Governo: noi non contestiamo la legittimità costituzionale del suo gabinetto; se ne contestassimo la legittimità costituzionale , oggi non saremmo qui, avremmo già avviato le procedure di impeachment nei confronti del Capo dello Stato . noi contestiamo la legittimità politica del suo Governo e si tratta, come è naturale ed evidente a tutti, di una differenza non lessicale, non da poco. contestiamo la legittimità politica di un Governo il quale nasce con una maggioranza che è politica, che è diversa rispetto a quella indicata dagli elettori e comprende alcuni parlamentari in una posizione determinante, non solo numericamente ma politicamente, eletti con l' opposizione. contesteremo questa legittimità politica in Parlamento con l' opposizione e lo faremo anche nella società civile , fin da domani, in una manifestazione che si annuncia come una delle più grandi manifestazioni politiche del dopoguerra e servirà — essa sì — a tenere viva la speranza nella politica, ad evitare che questa si impoverisca e muoia. è infatti vero che c' è oggi un rischio, quello che la gente si allontani ancor di più dall' impegno politico. c' è il rischio, che credo sia avvertito un po' da tutti, della non comprensione di quello che accade. c' è il rischio che tanti italiani, quando saranno chiamati alle urne, non votino e arrivino a disprezzare la politica. il rischio che la politica si impoverisca e muoia, signor presidente del Consiglio , non è tanto nell' eventuale mancanza di dialogo sulle riforme, su cui comunque tornerò; il rischio che la politica muoia è nell' eventuale mancanza di reazione per la disinvoltura, il trasformismo, l' immoralità politica con cui si è conclusa la crisi del Governo Prodi. la disinvoltura dell' ex vicepresidente del Consiglio , che non un anno fa — cambiare opinione è lecito — ma il 4 ottobre scorso diceva testualmente: « con una nuova maggioranza con Mastella avremmo l' archiviazione del bipolarismo e segneremmo un ritorno al passato » . oggi si affanna per dimostrare il contrario. la disinvoltura, onorevole Cossutta, di chi non 10 anni ma qualche giorno fa giurò sulla bandiera rossa — quella con la falce ed il martello — che mai avrebbe sommato i suoi voti al gladiatore Cossiga ed oggi, al contrario, forma un governo politico con l' onorevole Cossiga. anche — me lo permetta, onorevole D'Alema — la sua personale disinvoltura: in occasione del tentativo fallito di Prodi di ricostituire il Governo, in un talk show televisivo si autoproclamava figlio di un dio minore e in qualche modo riconfermava quello che aveva sostenuto tante volte, vale a dire di ritenere possibile una sua premiership soltanto dopo un ricorso alle urne. capisco che lei oggi voglia far credere di agire per spirito di servizio e di responsabilità, ma penso comprenda anche perché sono in tanti a non credere a quello che lei dice. la disinvoltura spinta fino al limite del trasformismo e dell' immoralità politica di coloro che furono chiamati dal presidente Cossiga gli « straccioni di Valmy » : eletti tutti, tranne gli onorevoli Bicocchi e Masi, nelle liste del centrodestra per contrastare la sinistra ed oggi approdati, dopo il travaglio di cui ci ha parlato l' onorevole Mastella, ad un Governo con la sinistra. non ho alcun titolo per esprimere giudizi di carattere morale. il giudizio lo daranno politicamente gli elettori. tutto sommato, concordo con chi, come al tavolo del Governo dice D'Alema , mette in evidenza che c' è una simmetria nella rottura del rapporto con gli elettori: Bertinotti rompe un rapporto con una coalizione; Mastella e i suoi amici rompono un altro accordo. sarò un inguaribile cultore dell' onestà politica, ma da destra, da avversari dichiarati e duri, mi risulta più facile trovare un minimo di buona fede in chi rompe un' alleanza e dalla maggioranza va all' opposizione piuttosto che in chi rompe un' alleanza e dall' opposizione va al Governo, perché in termini di moralità non spiegherete mai a nessuno. ma non è questo l' aspetto che voglio sottolineare. vorrei invece soffermarmi sul profilo propriamente politico della vicenda dell' Udr. l' Udr nasce per spezzare il bipolarismo: in proposito vi sono tante esplicite dichiarazioni del presidente Cossiga; qualche istante fa l' onorevole Mastella ha ribadito di considerare il bipolarismo non solo imperfetto, ma meritevole di essere quanto prima archiviato. lo ha detto in termini espliciti. lei stesso, onorevole D'Alema , mi pareva cosciente, era cosciente del fatto che l' Udr nasce contro il bipolarismo; per lo meno ne era cosciente quando definì Cossiga « inquietante » , perché voleva riportare il paese indietro, prima del referendum Segni che introdusse il maggioritario. non credo sia un caso che l' Udr, determinante in questa situazione politica e nella soluzione della crisi politica , sia il primo esempio di partito virtuale. nessuno si offenda: si tratta di un partito presente in Parlamento e laddove riesce a rastrellare qualche eletto nel Polo nei consigli regionali e comunali, ma non presente in misura altrettanto rilevante nella società. infatti nella società il bipolarismo è assai più radicato di quanto non sia qui, nel palazzo delle istituzioni. l' Udr è un partito di eletti del Polo e dal Polo. Cossiga è un uomo sicuramente lucido: lo dico senza alcuna ironia, perché alla politica si risponde con la politica, non con le battute. ebbene, se Cossiga avesse presentato il suo progetto agli elettori, non avrebbe raccolto un voto. mi riferisco al progetto che ha illustrato qui, che illustra quotidianamente nelle interviste, che illustra a lei ed a noi contemporaneamente: costituire un centro oggi alleato con la sinistra e domani alternativo alla sinistra. infatti da quando è venuta meno la Dc, da quando il Papa ha dichiarato che in Italia è venuta meno la stagione dell' unità politica dei cattolici, i tanti elettori di centro, i tanti elettori democristiani hanno da tempo sposato una logica bipolare; da tempo si schierano parte con la sinistra e parte con la destra. è questa la verità. ed è questa la ragione per cui il Polo e l' Ulivo, quando parlano, hanno alle spalle milioni di elettori, mentre Cossiga quando parla ha alle spalle una decina di transfughi. nel paese reale non c' è la manovra che viene orchestrata all' interno del palazzo. in noi c' è l' indignazione, onorevoli colleghi . ma come spiegare in tanti elettori ed in tanti parlamentari dell' Ulivo la delusione per l' operazione trasformistica che è stata compiuta? in realtà ha ragione Prodi quando dice che con il Governo D' Alema-Cossiga si ritorna indietro, si colpisce il bipolarismo, si riafferma la vecchia logica della partitocrazia. dopo aver attaccato Prodi mille volte non credo che concordare con lui su questo punto possa essere interpretato in chissà quale strampalato modo. del resto lo abbiamo visto: il manuale Cencelli , le consultazioni, dieci partiti e partitini che pretendono poltrone e sottosegretariati, i veti ( « se entra Tizio, allora non entro io... » ). qualcuno ha sbattuto la porta, se ne andato. tutto è tornato esattamente come era prima, comprese le cosiddette note di colore, quelle che piacciono tanto ai giornalisti. un tempo, onorevole D'Alema lei lo sa, ne ridevamo insieme a volte, quando eravamo entrambi all' opposizione. c' era l' onorevole Bono Parrino , che per giurare corse dal parrucchiere. oggi c' è un signore che per giurare si è fatto prestare una cravatta. ma tutto sommato non cambia molto. è la vecchia logica. per tornare alle cose serie e per arrivare alla parte finale del mio intervento, credo che anche nel discorso del presidente del Consiglio vi sia stata qualche preoccupazione sulla sorte del bipolarismo. in particolare, l' onorevole D'Alema ha detto di non essere d' accordo con Cossiga nel ritenere che l' attuale centrosinistra di ispirazione morotea abbia in sé il futuro bipolarismo e di ritenere — al contrario — che l' attuale coalizione di centrosinistra debba un domani confrontarsi con un' altra coalizione. Cossiga ritiene che il centrosinistra sia un momento contingente, eccezionale; D'Alema — se ho ben capito — ritiene al contrario che il centrosinistra sia un' alleanza strategica, quindi destinata a durare nel tempo ed a confrontarsi (quando sarà) con altri. non ho ben capito, ma è mia colpa e mio difetto, quale sia l' opinione al riguardo dell' onorevole Marini, che credo comunque di interpretare dicendo che, almeno per il momento — ma è questo « per il momento » che credo debba preoccupare — , ritiene che la coalizione di centrosinistra sia strategica. ma, al di là delle interpretazioni, anche noi pensiamo che il centrosinistra sia una coalizione strategica, che l' Ulivo esista nel paese e nel Parlamento e che un giorno dovrà confrontarsi con un' altra coalizione (che è il Polo). anche noi pensiamo che l' Italia abbia bisogno di una nuova legge elettorale (chi può dubitare del contrario?); anche noi pensiamo che il confronto debba avvenire quanto prima per legittimare un governo politico dinanzi agli elettori. allora, onorevole D'Alema , se per davvero vuole dialogare con noi, la invitiamo ad uscire un po' dall' ambiguità, la invitiamo ad un atto di coraggio politico: impegni la parte della sua maggioranza che crede nel bipolarismo, la impegni a sostenere una nuova legge elettorale che rafforzi il maggioritario e che recepisca lo spirito del referendum Segni. si faccia in Parlamento, subito, quello che faranno sicuramente gli italiani, se saranno chiamati a votare per quel referendum. poi, una volta approvata una nuova legge elettorale ed eletto il Capo dello Stato , usciti dal semestre bianco , si impegni, onorevole D'Alema , a consentire agli italiani di decidere con il voto chi li deve governare. non si illuda di resuscitare lo spirito costituente per giungere alla fine della legislatura. lo spirito costituente è morto con la fine della bicamerale, fortemente voluta — ironia del destino — da Cossiga, forse ancor prima che da Berlusconi; ed è stato sepolto, lo spirito costituente, con la nascita di questo Governo che per noi è politicamente illegittimo perché privo, fino a prova del contrario, del consenso popolare. sia realista: questo è il mio invito, onorevole presidente del Consiglio . in questa legislatura e nelle odierne, avvelenate condizioni politiche l' unica via percorribile per completare la transizione italiana è una nuova legge elettorale autenticamente maggioritaria che spinga verso il bipolarismo, che eviti la frammentazione, che dia vita a maggioranze coese e quindi a governi stabili e poi al voto. se ne convinca, perché soltanto così potrà sperare di convincere domani gli italiani e, in particolar modo, i giovani ai quali lei si è voluto rivolgere (mi ha fatto piacere, non essendo poi tanto lontano, spero, dalla capacità di comprendere le ansie giovanili). soltanto così io credo che lei possa dimostrare ai giovani e agli italiani in generale che la politica non è, come oggi al contrario è per vostra responsabilità, soltanto sinonimo di intrallazzo, di manovre di potere, di disprezzo della volontà popolare . questa è la nostra sfida, questa è la posizione di Alleanza Nazionale , che oggi le dice « no » e si augura che quello che in tante occasioni lei ebbe modo di dire , vale a dire di voler lavorare per cambiare nella realtà la situazione del paese, la trovi nei prossimi mesi convinto della necessità, una volta fatta la legge elettorale , di consentire al popolo, che in democrazia è sovrano, di scegliere e di decidere se è legittimo politicamente il suo Governo o se, al contrario, come noi crediamo, la maggioranza degli italiani oggi è con il centrodestra e contro il Governo di centrosinistra.