signor presidente della Camera, onorevoli colleghi , il modo con il quale si è svolto il dibattito sulle mie comunicazioni e i fatti che si sono successivamente verificati mi obbligano ad esprimere innanzitutto due considerazioni. la prima è di rammarico: ho preso atto, infatti, che il partito di Rifondazione comunista ha riconfermato in quest' Aula una posizione intransigente e contraria al Governo. è una posizione che non comprendo, che giudico immotivata, che penso dannosa per il paese e per lo stesso partito che l' ha assunta. la seconda considerazione riguarda invece la constatazione che il mio appello alla maggioranza ha avuto dall' onorevole Diliberto una risposta ed una disponibilità importante. ho sentito, infatti, nelle sue parole una forte determinazione a non interrompere il grande processo riformatore che noi vogliamo portare avanti in Italia e in Europa. ho sentito nelle sue parole la volontà di continuare a dare a questo Governo un sostegno tanto più forte, quanto più dichiaratamente orientato a stimolare noi... e tutta la maggioranza sulla strada della piena attuazione del nostro programma e dei nostri obiettivi. le dichiarazioni dell' onorevole Diliberto sono state tanto più importanti per il contesto e la dignità con la quale sono state pronunciate. egli infatti, parlando a nome anche della maggioranza dei deputati del suo gruppo, ci ha espresso il dolore di dover assumere una posizione opposta a quello del suo partito; dolore che ciò provocava in lui e negli altri suoi colleghi. all' onorevole Diliberto, all' onorevole Cossutta e a tutti i parlamentari che condividono le loro posizioni io dico che se la loro risposta e la loro disponibilità si tradurrà — come spero e come chiedo — in un voto a favore del Governo, allora essi avranno compiuto un atto di grandissima importanza per l' Italia e per la stessa tradizione politica alla quale appartengono. se questo avverrà, la maggioranza del 21 aprile, la nostra maggioranza, diventerà ancora più forte e ancora più coesa. tutte le forze dell' alleanza di governo dell' Ulivo hanno infatti ieri riconfermato la loro fiducia e il loro sostegno nel nostro lavoro e lo hanno fatto con motivazioni ampie ed approfondite. con quelle forze e con voi, onorevole Cossutta e onorevole Diliberto, potremo quindi riprendere il cammino superando le difficoltà di questi giorni e ritrovando, attraverso un continuo confronto, l' entusiasmo necessario a portare avanti il nostro grande progetto riformatore. voglio perciò ringraziare tutti coloro che sono intervenuti a nome dei partiti che si riconoscono nell' alleanza di governo dell' Ulivo. li voglio ringraziare per la fiducia che ci hanno ribadito e per il contributo che con le loro riflessioni hanno dato al dibattito. nelle parole dei loro rappresentanti ho ritrovato la stessa determinata volontà di lavorare insieme che fin dai primi giorni ha caratterizzato la nostra iniziativa. vi sono dunque tutte le condizioni perché dopo il dibattito di questi giorni noi possiamo dire di aver dato vita ad una nuova e più coesa forma di maggioranza. la stessa che insieme vinse le elezioni, certamente, ma anche « nuova » ,...... proprio perché passata attraverso la prova difficile di questi giorni. una prova che, se avremo un voto favorevole, avrà dimostrato che davvero il bipolarismo è sempre di più una realtà concreta nel nostro paese. sarà infatti in nome della difesa di un progetto politico, quello della costruzione di un grande schieramento riformatore, e non solo per non far vincere la destra, che noi continueremo ad operare assieme. sarà in nome di una concezione politica bipolare che se ancora non ha, come ha giustamente ricordato l' onorevole D'Alema , le regole e le istituzioni necessarie, è però penetrata profondamente nel costume e nella prassi politica del nostro paese. una concezione bipolare, che darà una maggioranza capace di continuare, accelerandolo, il cammino già intrapreso. una maggioranza che, attraverso il confronto continuo con tutte le forze che ne fanno parte e con il paese stesso, potrà garantire che il processo riformatore già iniziato vada avanti e si consolidi. si tratta dunque di ripartire dai risultati raggiunti; si tratta di svilupparli e di costruire su di essi una nuova grande iniziativa politica. i risultati raggiunti sono peraltro, come ho già ricordato ieri, molto importanti. e non mi riferisco solo alle riforme legislative fatte o in corso , né solo alle iniziative che abbiamo messo in cantiere. fra queste voglio riconfermare l' impegno di tutto il Governo perché sia rapidamente approvato il disegno di legge delle 35 ore che è adesso all' esame del Parlamento. mi riferisco anche ai risultati già concreti. risultati ancora limitati perché, come tutti noi sappiamo,...... nei processi economici e sociali essi hanno bisogno di tempo per potersi realizzare e consolidare. del resto la nostra scelta è stata, appunto, quella di operare con progetti di lungo periodo, che richiedono tempo per potersi sviluppare in pieno. è vero: la crisi mondiale, che è partita dalle difficoltà finanziarie asiatiche e che si è propagata fino alla Russia, ha provocato rallentamenti dei tassi di crescita anche della nostra economia rispetto alle previsioni più recenti. vi sono tuttavia segnali importanti che testimoniano una ripresa occupazionale e una nuova vitalità, in particolare una vitalità dell' economia meridionale. le ore di cassa integrazione guadagni sono diminuite del 25 per cento nei primi 8 mesi dell' anno. l' occupazione, tra il luglio 1997 e il luglio 1998, è cresciuta di 115 mila unità (in gran parte giovani e donne del sud). nel centro-nord, dalla fine del 1996 è in atto una riduzione del tasso di disoccupazione giovanile misurabile in oltre due punti percentuali. nei primi sei mesi di quest' anno le esportazioni delle aree meridionali sono aumentate del 20 per cento a fronte di una media nazionale del 9,7 per cento . altrettanto significativi sono i risultati ottenuti su un terreno diverso ma non meno importante, quello, cioè, della lotta all' evasione fiscale , che è uno dei punti fermi del nostro Governo. già nel 1997 le misure assunte per limitare le possibilità di elusione hanno prodotto un gettito aggiuntivo non previsto che si avvicina ai 10 mila miliardi. tale maggiore gettito si è consolidato nel 1998, anno nel quale, per la prima volta, si è verificato anche un recupero di vera e propria evasione (anche questa nell' ordine di 10 mila miliardi) che ha permesso sia di far fronte ad una consistente riduzione del prelievo sulle imprese sia di compensare gli effetti della riduzione della crescita sul gettito fiscale. tale impegno sarà proseguito nei prossimi anni e si accompagnerà ad una riduzione del peso delle imposte, riduzione che beneficerà, in modo particolare, i contribuenti con i redditi più bassi. sono questi tutti dati positivi importanti che ci dicono che la strada intrapresa è la strada giusta. su questa strada, dunque, dobbiamo andare avanti ed è infatti proprio questa la via sulla quale, come ho ricordato ieri, si colloca la finanziaria che abbiamo presentato. una finanziaria che, non a caso, assume come propri strumenti fondamentali il metodo della programmazione, di una « nuova programmazione » , come ha detto qui il ministro Ciampi, e il metodo della costruzione continua e concertata di un forte patto sociale . una finanziaria che è attenta ai temi dell' ambiente ed anzi fa della tutela dell'ambiente e della manutenzione del paese uno dei suoi punti cardine , anche attraverso una riduzione fiscale coerente con questo grande e primario obiettivo. ma certo anche intorno a questa finanziaria il confronto è aperto. non vi è dunque alcuno ostacolo a che, in un rinnovato e consolidato patto di maggioranza, noi ripercorriamo insieme le scelte fatte e le motivazioni che ci hanno indotto a queste scelte. vi sono tuttavia vincoli di finanza pubblica non modificabili e questi vincoli non possono essere quindi modificati. ma vi è nel necessario dibattito in Parlamento tra le forze politiche , e fra il Governo e la sua maggioranza, tutto lo spazio per poter insieme valutare e rafforzare le scelte compiute. ma, al di là di questa fase contingente, tutta legata all' appuntamento costituito dall' approvazione, necessaria ed indispensabile, della legge finanziaria , vi è davanti a noi, nell' orizzonte della nostra azione politica dei prossimi anni, un grande terreno di lavoro. c' è, infatti, davanti a noi, l' orizzonte europeo, orizzonte caratterizzato dal fatto che, in quasi tutti i paesi dell' Unione, sono al Governo le forze del riformismo sociale. in Europa sta infatti crescendo un nuovo movimento riformatore. questo movimento non viene solo dal passato della sinistra europea. non è solo l' eredità dei nostri padri. è molto di più. è il concorrere insieme, in un' unica tensione, delle grandi tradizioni culturali del nostro continente, quelle che hanno sempre fatto sì che in Europa milioni e milioni di uomini e donne, di diverse fedi e di diverse culture politiche , sempre si battessero per la giustizia sociale e per l' equità. è un grande movimento che è frutto del nostro tempo, che nasce per mantenere alta la tradizione europea che vuole un mercato regolato, uno Stato attento ai bisogni dei suoi cittadini, una società costruita non solo sulla competizione, ma anche sul rispetto della persona umana e dei valori della comunità. è un movimento del quale siamo anche noi artefici. a questo processo storico europeo, ricco di grandi prospettive, noi italiani, soprattutto noi italiani di questa maggioranza e di questo Governo, possiamo e dobbiamo dare un grande contributo. noi ci riconosciamo in questo movimento, lo sentiamo nostro, crediamo, a buona ragione, di averne anticipato in qualche modo la nascita e lo sviluppo. è dunque giusto che proprio questo sia l' orizzonte più solido nel quale questa rinnovata maggioranza, che io sono certo nascerà dal voto di fiducia che vi ho chiesto, potrà cimentarsi. ed è uno sforzo riformatore che deve misurarsi in tutti i campi della vita politica, sociale ed economica, che deve contribuire non solo a moltiplicare le risorse materiali della nostra gente, ma anche a distribuirle in modo equo. per questo motivo negli ultimi anni ci siamo posti alla guida dei processi riformatori europei, ne abbiamo appoggiato i progressi istituzionali, abbiamo voluto le riforme e le armonizzazioni fiscali, abbiamo spinto per assumere, a livello comunitario, tutte le necessarie iniziative nei confronti dei paesi del terzo mondo . ed è stato soprattutto per nostra iniziativa che l' Europa ha rafforzato il suo orizzonte mediterraneo, nel quale trova il suo futuro lo sviluppo economico e politico del nostro Mezzogiorno. ed è in questo contesto europeo che noi possiamo esercitare il rilancio dell' occupazione e dello sviluppo che sembravano essersi inceppati negli scorsi anni di fronte alle difficoltà prodotte dalla globalizzazione dell' economia mondiale. noi non ci opponiamo certo alla globalizzazione, che è uno dei grandi segni della nuova umanità, ma ci opponiamo a una globalizzazione senza regole e senza anima. dobbiamo dire con forza che le stesse regole e le stesse istituzioni di limitazione e di controllo del mercato che tutti gli Stati nazionali moderni hanno prodotto al loro interno debbono trovare ora un qualche analogo strumento a livello internazionale. noi, che siamo figli del riformismo europeo e, in qualche modo, padri di questo nuovo grande movimento riformatore, non possiamo accettare una globalizzazione selvaggia. la globalizzazione, tuttavia, è per l' Europa anche una grande opportunità, se sapremo moltiplicare le energie umane e materiali di cui il nostro continente è dotato. è in questa linea che abbiamo voluto proporre ai nostri partner l' esame dell' ambizioso e innovativo progetto di utilizzare le riserve che risulteranno in eccesso per effetto della creazione della moneta unica europea allo scopo di aumentare occupazione e sviluppo e di moltiplicare le risorse destinate alla ricerca e all' innovazione. i frutti della moneta unica non sono solo frutti di rigore, ma anche di prosperità. tuttavia, il nostro comune impegno sul piano europeo e internazionale non ha nell' economia l' unico naturale orizzonte; vi è un altro settore sul quale ci incontriamo e possiamo svolgere insieme, nell' ambito della nostra comune maggioranza, un grande lavoro. mi riferisco al concorso che tutti noi vogliamo dare alla pace nel mondo. ho parlato ieri del ruolo che l' Italia ha riacquistato sulla scena internazionale, un ruolo al quale noi non possiamo rinunciare: l' area geopolitica in cui siamo inseriti è troppo delicata perché possiamo chiuderci all' interno delle nostre frontiere ed essere indifferenti a quanto accade intorno a noi. credo però fermamente che l' obiettivo della nostra politica estera debba essere sempre quello della tolleranza e della pace. in questo senso, d' intesa con il ministro Dini, abbiamo sempre orientato le nostre azioni e i nostri comportamenti sullo scenario internazionale. ma vi è un problema di questi giorni che più di tutti ci preoccupa, un problema che angoscia tutti noi: il problema del Kosovo. siamo estremamente preoccupati per il livello di degrado di questa regione, situata a soli trecento chilometri dal territorio nazionale . come si legge nell' ultima risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite , siamo in presenza di una « minaccia alla pace ed alla sicurezza » della regione. tale minaccia deriva dall' aggravarsi della situazione umanitaria, dal permanere delle ostilità sul terreno e dal mancato avvio di un dialogo sostanziale tra i rappresentanti kosovari e le autorità di Belgrado. il Consiglio di sicurezza ha chiesto alle parti in causa di cessare immediatamente le ostilità, di prendere rapidi provvedimenti per migliorare la situazione umanitaria, di avviare subito un dialogo per una soluzione politica della crisi. alla parte kosovara sono state rivolte raccomandazioni chiare perché cessino le azioni terroristiche e vengano ripresi i negoziati. ma con ancora più forza, perché maggiore ne è la responsabilità, al governo di Belgrado è stato richiesto che le forze di sicurezza cessino le violente azioni di repressione e si ritirino dal Kosovo. è stato chiesto inoltre che venga consentito un efficace monitoraggio in loco e siano prese concrete misure per il rientro dei rifugiati nelle loro dimore. l' Italia appoggia in modo pieno questa risoluzione e si è attenuta e si attiene integralmente alle sue prescrizioni. è per questo motivo ed a tal fine che abbiamo intensificato la nostra attività internazionale per ottenere la piena applicazione di quanto richiesto dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite . nello stesso spirito, sia io personalmente che il ministro Dini abbiamo svolto un' intensa attività diplomatica. a tutti i nostri interlocutori (dal segretario generale delle Nazioni Unite ai responsabili di tutti gli Stati interessati) abbiamo reso chiari i nostri intendimenti e le nostre aspettative. il Governo intende quindi mantenere il suo impegno per una soluzione politica e pacifica della crisi del Kosovo, per fornire piena tutela alle popolazioni interessate in tutte le loro legittime aspirazioni e per alleviare con ogni mezzo la tragedia umana di queste popolazioni a noi così vicine. l' obiettivo è la rigorosa ed integrale messa in pratica di quanto prescritto dalla risoluzione numero 1199 (del 23 settembre 1998) del Consiglio di sicurezza , che consideriamo la formulazione più aggiornata assunta dalla volontà della comunità internazionale . riteniamo che i margini per una soluzione politica, pur se sempre più ristretti, non siano ancora esauriti; ciò anche grazie alla credibilità della pressione che stiamo esercitando. su questa base, pertanto, il Governo non ritiene che siano a tutt' oggi venuti in essere i presupposti per un' azione di carattere militare nei confronti della Repubblica federale di Jugoslavia, azione che, come ancora ribadiamo, deve trovare legittimazione nel quadro delle decisioni assunte dal Consiglio di sicurezza dell' Onu. signor presidente , onorevoli colleghi , al termine di questa mia breve replica chiedo formalmente alla Camera dei Deputati di voler riconfermare la fiducia al mio Governo e chiedo a tutti coloro che si riconoscono nelle nostre comuni aspirazioni di darci il loro voto convinto e il loro contributo appassionato. il Governo ha bisogno del sostegno di tutti coloro che si riconoscono nel nuovo grande movimento riformatore europeo e italiano e di tutti coloro che vogliono davvero bene a questo nostro paese e a questo nostro popolo. il Governo pone pertanto la questione di fiducia sulla risoluzione Mussi ed altri numero 6-00065.