Massimo D'ALEMA - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 420 - seduta del 07-10-1998
1998 - Governo VIII De Gasperi - Legislatura n. 2 - Seduta n. 10
  • Comunicazioni del governo

signor presidente della Camera, amici deputati, signor presidente del Consiglio , noi le rinnoviamo, onorevole Prodi, la nostra fiducia: fiducia nel Governo; fiducia nella sua persona, con la quale abbiamo costruito in questi anni una collaborazione che ha consentito al nostro paese di raggiungere traguardi che non sembravano pensabili; fiducia per il cammino che abbiamo percorso. l' Italia ha vinto una sfida difficile, che a molti sembrava difficile: riagganciare l' Europa che se ne andava e che ci aveva lasciato sul cammino; riagganciare l' Europa a partire da un paese stremato, attraversato da una drammatica crisi finanziaria, colpito nella credibilità delle sue istituzioni e della sua classe dirigente . questo è stato possibile con una politica coraggiosa e rischiosa, nella quale una nuova classe dirigente ha messo in gioco se stessa , chiedendo sacrifici anche molto rilevanti a fronte di obiettivi che non erano certi, ma che sono stati raggiunti. non c' è dubbio che il prestigio e la credibilità dell' Italia siano cresciuti in Europa e nel mondo. la propaganda è legittima, ma i fatti sono lì a testimoniare in queste ore della solidarietà verso di lei e verso il suo Governo di tutti i governi del mondo occidentale, dei paesi che ci sono amici, dei grandi paesi, degli USA. il presidente degli USA ha discusso con lei recentemente, mi pare, onorevole Prodi, dei problemi della globalizzazione... è giusto, presidente... io ritengo sia giusto che questo fenomeno si manifesti, perché rende ancora più evidente un concetto sul quale poi mi soffermerò e cioè che in questo momento, in questo momento difficile, è apparso chiaro che non vi sono alternative e che, al di fuori di questo quadro della governabilità, c' è un' Italia dei rumori, che non è riuscita neppure ora a pronunciare le parole della politica, ma solo quelle della propaganda. fiducia nel suo Governo, onorevole Prodi, per il cammino che possiamo e dobbiamo continuare a percorrere insieme. noi abbiamo raggiunto, grazie all' impegno, ai risultati e ai sacrifici di questi anni, che sono un patrimonio di tutti gli italiani, una condizione nuova per l' Italia. la riduzione del tasso di inflazione , dei tassi d'interesse , l' aver riportato sotto controllo la finanza pubblica ci consentono, a partire dalla finanziaria di quest' anno, di rivolgere una maggiore attenzione ai temi cruciali della giustizia sociale e dell' occupazione, e questo nel quadro di un impegno teso a portare a compimento quella vasta opera di riforme nel campo della scuola, della sanità, nel campo fiscale e della Pubblica Amministrazione , che il Governo ha avviato. credo che, avendo attraversato insieme una fase difficile e prove certamente impegnative (perché non è facile per grandi partiti popolari chiedere sacrifici, come abbiamo dovuto fare), oggi si intravede più a portata di mano l' obiettivo di un paese insieme più moderno e più giusto, sulla via di quel riformismo europeo al quale si è richiamato anche l' onorevole Marini e che sta conoscendo una nuova grande stagione, a fianco dei governi amici, nella costruzione di un' Europa certamente più attenta, come essa vuole essere, ai grandi temi sociali, più impegnata per il lavoro, di una Europa che finalmente parla il linguaggio che ci è comune. certamente noi non potevamo sottrarci al vincolo duro dei trattati internazionali e di Maastricht, ma nello stesso tempo siamo oggi lieti che i capi dei principali governi europei dicano non soltanto che gli obblighi di bilancio devono essere un vincolo, ma anche che gli obiettivi di crescita dell' occupazione devono diventare un criterio della convergenza delle economie europee, in questa nuova Europa che vuole coniugare la stabilità monetaria, la stabilità politica , l' abbandono di una stagione della facile spesa, con obiettivi sociali, condivisi e coraggiosi, in questa Europa che deve avere una propria globale strategia per fronteggiare la crisi internazionale , per promuovere una crescita fondata anche sulla domanda interna europea e non solo sulle esportazioni per promuovere l' innovazione e la formazione. credo che, proprio alla luce di questi eventi, appare politicamente folle, o forse comprensibile in un' ottica tuttavia che ci è estranea, la scelta politica di rompere la coalizione e di togliere il sostegno alla maggioranza. e ciò nel momento in cui, superata la stretta più drammatica, ci si può incamminare con maggiore fiducia sulla via di un riformismo innovativo. ed allora questa scelta ci appare non soltanto come la rinuncia ad investire sul futuro, sulla sinistra, sulla sinistra europea, ma anche come una scelta motivata — ben al di là che non da ragioni di merito — dalla volontà di ricollocare politicamente Rifondazione comunista sul terreno di una sinistra estremista che strappa non con l' Ulivo ma con la tradizione migliore del comunismo italiano ed anche con le più significative forze del comunismo europeo, che ha scelto prevalentemente di collocarsi come sinistra in un' area di Governo che incalza i governi riformisti e che non si separa da essi aprendo la strada alla destra. quello che si consuma all' interno di Rifondazione non è un complotto. capisco che con questo termine l' onorevole Berlusconi abbia voluto rivolgere una parola di solidarietà a chi ha restituito a lui la parola, ma in verità quello che si consuma è un conflitto politico fra due modi diversi di intendere oggi una sinistra radicale: tra un modo che, a mio giudizio, l' allontana dalla politica e un modo che tende, invece, a spendere una forza antagonistica sul terreno degli obiettivi possibili, dei risultati più avanzati conseguibili. non posso che dire che noi abbiamo guardato con molto rispetto a questo confronto, ma l' interesse della sinistra democratica europea e riformista non è rompere a sinistra, ma avere un centrosinistra aperto a sinistra, incalzato dalla sinistra, da una sinistra che voglia giocare un ruolo attivo e non distruttivo. questo voglio dirlo anche con l' amarezza di questo momento. il centrosinistra si conferma in questo momento difficile, al di là dei numeri parlamentari... sì, al di là dei numeri parlamentari, senza dubbio. è un giudizio politico il mio. i numeri parlamentari si conteranno dopo, adesso stiamo dando un giudizio politico. il centrosinistra si conferma come l' unica coalizione in grado di governare l' Italia, in grado di dare rappresentanza a quell' alleanza tra le forze produttive del paese senza la quale l' Italia è perduta, in grado di tenere l' Italia legata all' Europa. è mancata in questo dibattito una discussione seria su un altro aspetto di questa crisi, cioè, se mi è consentito dirlo, sul fatto che questa crisi ripropone una debolezza di sistema. abbiamo sentito gli argomenti propagandistici... si è detto che l' alleanza era un' alleanza truccata. ma sinceramente non sarebbe difficile ricordare all' onorevole Berlusconi che anch' egli vinse le elezioni con un' alleanza che durò assai meno di quella che oggi forse si consuma. dico questo non come ritorsione polemica, che sarebbe fin troppo facile. lo dico perché evidentemente ad una classe dirigente che voglia ragionare non può non venire in mente che il problema è un altro, ed è rappresentato da una debolezza sistemica di un bipolarismo fragile perché ne appaiono incerte le regole elettorali ed istituzionali. anche qui, cari amici, la verità è che la destra ha gettato al vento l' occasione di assumere una comune responsabilità nella costruzione di un nuovo sistema, come ebbe modo di dire l' onorevole Fini nel suo ultimo discorso politico, che risale a qualche mese fa prima di dedicarsi alla pur nobile arte del comizio. questa è la verità così come la percepiscono gli italiani. di fronte a questa verità compete a noi una grande responsabilità. adesso certo c' è un obbligo: la legge finanziaria , l' Europa. sono obblighi che abbiamo verso il paese. poi, certo, il cammino politico appare difficile. chi può non vederlo? ci sarà la possibilità di irrobustire, consolidare e rilanciare la coalizione di centrosinistra — io lo spero — dando a questa coalizione anche il nerbo che ci renda capaci di riproporre il grande tema delle riforme costituzionali , necessario per dare un senso al cammino della legislatura. se noi non avremo questa forza, è naturale che saranno gli elettori, saranno i cittadini a pronunciarsi. ad essi penso con fiducia e vorrei rassicurarli in questo momento. io credo che la grande maggioranza degli italiani in questo momento provi preoccupazione. la stabilità è considerata anche dagli oppositori un bene. io vorrei rassicurarli: la vita politica del nostro paese e le istituzioni sono, dal gennaio del 1995, in buone mani e in questi quattro anni chi ha tenuto il timone nelle mani ha condotto l' Italia verso obiettivi che sembravano difficili. vorrei rassicurare i nostri concittadini: il timone è e resterà in quelle mani.