Pier Ferdinando CASINI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 420 - seduta del 07-10-1998
1998 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 420
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , oggi non arriva al capolinea soltanto un Governo, arriva al capolinea una politica, un progetto, per alcuni — non certo per noi — persino un sogno. tutti ricordiamo con quanta solennità l' Ulivo si propose il 21 aprile di due anni fa come la guida di una nuova Italia e tutti ricordiamo come soltanto pochi mesi fa, ai primi di maggio, il presidente Prodi e i suoi ministri festeggiavano con euforia e trionfalismo l' accesso nella moneta unica europea. di tutto questo è rimasto ben poco e le sue parole di oggi non sono valse a nascondere la dura realtà dei fatti. il paradosso è che lei, signor presidente , vorrebbe che il Governo sopravvivesse alla fine del suo stesso progetto politico e all' esplosione delle sue drammatiche contraddizioni interne. è evidente che ciò non è possibile. c' è una crisi politica in atto che non può non diventare anche crisi di Governo , dal momento che essa trae le sue radici all' interno di questa maggioranza. la rottura con Rifondazione nasce dall' ambiguità del patto di desistenza, ma credo si possa dire che vi è un' ambiguità ancor più profonda che riguarda la natura della coalizione di Governo, la sua pretesa di sommare le proprie differenze, di metabolizzare i propri dissensi, di addomesticare le proprie fondamentali diversità interne. un' alleanza che ha messo insieme una parte dell' eredità democristiana e tutta l' eredità comunista, qualche tifoso di Kohl e tutti gli ammiratori di Blair e di Schroeder non poteva prima o poi che andare incontro alla sua linea di frattura: una maggioranza che ha imbarcato insieme alla rinfusa tecnocrati liberisti e giustizialisti autoritari, tutti sotto il segno salvifico della benedizione di botteghe oscure . tutto questo è di per sé, a dispetto della sua apparenza, un' aggregazione fragile, disomogenea, raccogliticcia. il risultato di questa alchimia è sotto gli occhi di tutti; vantiamo in Europa la più alta pressione fiscale e il più alto indice di disoccupazione e tutto questo mentre persino l' Europa socialdemocratica sta tentando di operare una conversione a politiche moderate e liberali. ma il risultato è soprattutto quel germe di instabilità, di incertezza, di mancata governabilità che questo Governo sembra volere coltivare, allontanando da sé l' esigenza di un chiarimento politico ed io dico anche di un chiarimento elettorale. il film dell' Ulivo è finito. stanno scorrendo ormai in tutta evidenza i titoli di coda e noi cristiano-democratici crediamo che oggi debba calare il sipario, ma già a Palazzo Chigi pare di capire che si stia mettendo in lavorazione un altro film, l' Ulivo-bis. è un film — non so se il regista sia Veltroni — per il quale abbiamo visto scrivere da più parti le più diverse sceneggiature, e in qualche caso sceneggiature trasformistiche, ma nessuna di queste sceneggiature assicura la stabilità, nessuna assicura il compimento della nostra transizione politica, nessuna assicura, forse, neppure quel numero magico di 316 deputati senza i quali una maggioranza parlamentare non ha titolo di proclamarsi tale. il paese non si può permettere né un Governo di minoranza, sia pure ritagliato dentro i confini della vecchia maggioranza, né un piccolo ribaltone in cui gli eletti di una parte vengono chiamati a soccorrere la parte avversa. e poco importa se questo soccorso viene richiesto, offerto, magari sdegnosamente rifiutato, dopo essere stato furbescamente e allusivamente sollecitato. in quest' Aula — lo dico al presidente della Camera — sta avvenendo un vergognoso mercato di parlamentari e poco importa che a denunciarlo siano i più esposti e i più esperti in questo lavoro. la nostra opposizione sarà forte e responsabile. ribadiamo una volta di più la nostra disponibilità a saper distinguere i grandi interessi nazionali dell' Italia. siamo fieri di aver concorso ad evitare al nostro paese la figuraccia in occasione della missione in Albania. sappiamo che potremo essere chiamati sul Kosovo, di qui a poco, a dimostrare la nostra capacità di essere una grande opposizione che ha a cuore gli interessi nazionali . ma il problema a questo punto non è dell' opposizione, è della maggioranza, e una volta che non c' è più la maggioranza, è di tutto il paese. se siete capaci di rimettere insieme la vostra maggioranza parlamentare , fatelo; se non ne siete capaci, lasciate che sia la maggioranza elettorale a dare un' altra guida, quale che sia, al nostro paese.