Romano PRODI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 420 - seduta del 07-10-1998
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
1998 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 266
  • Comunicazioni del governo

signor presidente della Camera, onorevoli colleghi , il 1 ottobre il ministro Ciampi ha presentato in questa stessa Camera la legge finanziaria 1999, che il mio Governo ha varato nella convinzione di proseguire in tal modo nell' opera di risanamento del paese che ha caratterizzato in questi anni la nostra azione. la finanziaria che è stata proposta alla vostra attenzione non è infatti una finanziaria ordinaria. dopo gli anni difficili che ci stanno alle spalle, nel corso dei quali abbiamo dovuto dedicare tutti i nostri sforzi al recupero della stabilità monetaria, al riequilibrio dei conti pubblici, al raggiungimento delle condizioni richieste per partecipare alla creazione della moneta unica europea, noi possiamo finalmente oggi avviare una nuova ed importante fase dell' attività del Governo: quella dedicata al rilancio del paese e all' obiettivo di favorire il pieno espandersi delle grandi potenzialità di sviluppo che l' Italia ancora possiede. questa nuova fase, che si configura come l' immediata prosecuzione della linea di risanamento economico e di integrazione monetaria che abbiamo perseguito in questi anni, è stata concepita dal Governo come un programma che si sviluppa nell' arco di un triennio, secondo le modalità segnate dal Dpef 1999-2001 che il Parlamento ha già approvato nello scorso luglio. siamo dunque in presenza di un progetto articolato e complesso, che ha come punti cardine il rilancio dell' occupazione, il Mezzogiorno e la tutela dell'ambiente . il rilancio del Mezzogiorno e la lotta alla disoccupazione sono la nostra nuova Maastricht, mentre la necessità di tutelare le fasce di popolazione più deboli e l' obiettivo di costruire una più solida cittadinanza sociale, fondata sulle necessarie revisioni delle prestazioni sociali, costituiscono gli snodi fondamentali del nostro progetto. l' ancoraggio forte alla moneta unica europea e la ritrovata credibilità internazionale dell' Italia rappresentano, infine, le precondizioni sulle quali si fonda la finanziaria che noi vi abbiamo proposto. questa finanziaria è dunque, allo stesso tempo, il segno di una fase nuova dell' iniziativa del Governo e la coerente prosecuzione dell' azione fin qui perseguita. pertanto, essa si colloca nel pieno rispetto del patto contratto a suo tempo con gli elettori e del programma sul quale il Governo ha chiesto a suo tempo la vostra fiducia. proprio per questo, però, il giudizio critico che, sul contenuto della finanziaria e in genere sulle proposte e sull' azione del governo , è emerso nel corso del comitato politico di Rifondazione comunista , mi ha fatto ritenere che fosse assolutamente necessario un netto chiarimento tra il Governo e la maggioranza che fin qui lo ha sostenuto. mi sono dunque recato dal presidente della Repubblica per riferirgli le mie valutazioni e la mia intenzione di venire davanti a voi per conoscere direttamente in Parlamento quali fossero le posizioni delle diverse forze politiche e specialmente le posizioni dei partiti che hanno lealmente sorretto l' Esecutivo. il presidente della Repubblica ha preso atto di queste mie valutazioni ed ha convenuto sulla opportunità che questa fosse la sede naturale nella quale svolgere il necessario chiarimento politico. onorevole presidente della Camera, onorevoli colleghi , oggi sono qui per questo motivo che vi ho illustrato. sono qui per conoscere direttamente dalla forze politiche e, in particolare, dalle forze della maggioranza, quale sia la loro posizione rispetto a quanto il Governo ha finora fatto e soprattutto rispetto alle prospettive che, presentando la legge finanziaria per il 1999, il Governo ha indicato al paese. non è senza preoccupazione profonda e altrettanto profondo senso di responsabilità che io oggi mi rivolgo a voi. so bene infatti, esattamente come lo sapete voi, quanto delicato sia il momento che stiamo attraversando, quanto difficile sia la congiuntura internazionale e quanto importante sia per l' Italia conservare la credibilità che in questi anni si è faticosamente guadagnata. cari colleghi , nei quasi tre anni che ormai ci stanno alle spalle, e che hanno segnato l' arco intero delle esperienze del Governo e della legislatura, abbiamo svolto un grande compito. forti di un mandato elettorale ricevuto su un programma e su un sistema di alleanze ad esso strettamente collegato, abbiamo dato innanzitutto stabilità al paese e continuità di Governo. ci siamo, cioè, collocati in modo netto nell' alveo di un forte bipolarismo, considerato come meta da perseguire ed anche come un valore da tutelare. e, facendoci forti del patto contratto con gli elettori, abbiamo cercato di realizzare con coerenza e con determinazione un progetto politico di grande spessore; e i risultati ottenuti sono stati obiettivamente importanti. il risanamento economico che l' Italia ha raggiunto nell' arco di poche decine di mesi è stato certamente possibile innanzitutto grazie al sostegno di tutto il paese. tutti gli italiani hanno infatti capito ed accettato i sacrifici necessari a tenere sotto controllo il debito pubblico ed a consentire ai nostri conti pubblici di superare il vaglio della moneta unica europea. è sicuramente vero, però, che senza la stabilità di Governo, che in questi anni siamo riusciti a garantire, mai avremmo potuto riguadagnare stima e credibilità di fronte ai partner europei e internazionali. vi è poi un secondo elemento che merita di essere sottolineato. la stabilità di Governo ha consentito anche di sviluppare un ampio processo riformatore. nell' arco di meno di tre anni, anzi di meno di due anni e mezzo, abbiamo avviato infatti: una profonda riforma fiscale ; la trasformazione radicale dell' ordinamento amministrativo italiano; un rilevante programma di privatizzazioni; la riforma e la modernizzazione del sistema scolastico ; il riordino di settori dell' ordinamento giuridico ed economico assolutamente strategici per rafforzare l' efficienza e la competitività interna del « sistema paese » quali, solo per citarne alcuni fra i più significativi, l' ordinamento e la struttura del commercio; la riorganizzazione degli ordini professionali ed altre ancora che non voglio menzionare analiticamente. l' opera di decentramento di funzioni dello Stato alle regioni e al sistema delle autonomie locali ha già cambiato e sempre più cambierà l' ordinamento italiano. la costruzione del federalismo, insieme alla necessaria adozione di nuove forme di cooperazione tra Stato e soggetti territoriali periferici, è destinata a segnare in profondità la trasformazione del nostro sistema istituzionale. la graduale riduzione della pressione fiscale , in un contesto di maggiore equità del sistema complessivo, e la definizione di un patto di stabilità tra lo Stato centrale e il sistema delle autonomie locali, costituiscono due elementi importanti, destinati a segnare nel tempo l' evoluzione della finanza pubblica verso una prospettiva più moderna e più coerente con il nuovo orizzonte in cui, dopo l' adesione all' unione monetaria , l' Italia è destinata a muoversi. in neppure tre anni abbiamo risanato i nostri conti e abbiamo dimostrato che anche in Italia è possibile una stabilità politica basata su un rapporto chiaro con gli elettori; che anche in Italia è possibile sviluppare un programma di Governo di legislatura; che anche in Italia, come negli altri paesi europei , è possibile dar vita ad un processo riformatore di grande portata. tutto questo ci ha riguadagnato l' attenzione degli altri paesi e ha ridato all' Italia un posto importante nel sistema europeo e nel sistema internazionale. per la prima volta, dopo molti decenni, l' Italia è tornata a svolgere un ruolo significativo e ha ripreso ad assumersi responsabilità internazionali in prima persona. il nostro contributo alla pace tra le nazioni è stato in più occasioni decisivo e noi abbiamo concretamente dimostrato di essere pronti ad assumerci la nostra parte di responsabilità nell' area geopolitica nella quale siamo collocati. onorevoli colleghi , l' Italia oggi è un paese diverso da quello che era solo tre anni fa. la distanza tra noi e le altre grandi nazioni europee e occidentali è oggi meno profonda, c' è ancora, ma è meno profonda. le opportunità che si aprono di fronte a noi sono maggiori. la rete di relazioni economiche monetarie nella quale siamo inseriti costituisce uno scudo importante a difesa del nostro paese e del nostro popolo. il nostro sistema economico e produttivo può ora ritrovare la via dello sviluppo. il nostro popolo può guardare avanti con maggiore tranquillità, nella consapevolezza di poter reggere la sfida del futuro alla pari con le altre grandi democrazie dell' Occidente. tutto questo lo abbiamo fatto con il concorso di tutti: con il consenso forte e determinato della nostra maggioranza, con la collaborazione di tutti gli organi costituzionali, con il grande spirito di sacrificio che tutti gli italiani hanno dimostrato. è dunque di un grande lavoro collettivo che oggi vi parlo, di un grande sforzo che gli italiani hanno saputo compiere in poche decine di mesi, tutti sostanzialmente uniti nella comune consapevolezza che stavamo giocando una partita senza ritorno. sono certo che in futuro, quando si farà il bilancio di questi anni, ci si meraviglierà dei risultati raggiunti, così come già oggi di questi risultati si meravigliano i nostri partner stranieri. abbiamo saputo chiedere sacrifici a chi i sacrifici li poteva sopportare. abbiamo cercato di distribuire equamente i pesi, attenti che non gravassero in modo iniquo su chi non li poteva sopportare e cercando sempre di assicurare non solo solidarietà sociale ma anche giustizia. le riforme che abbiamo introdotto, e quelle che sono sul punto di trovare attuazione, hanno sempre mirato ad assicurare non solo la modernizzazione del paese, ma anche la sua crescita civile e morale. noi non abbiamo mai trascurato di guardare con attenzione ai bisogni e ai valori della nostra gente. non abbiamo voluto oggi, né vorremmo domani, un paese senza valori, un paese senz' anima. ogni nostra iniziativa, sia all' interno che all' esterno, è sempre stata segnata dalla consapevolezza profonda che al primo posto c' è la persona umana, che governare significa farsi carico delle necessità concrete dei propri concittadini. per questo abbiamo sempre detto, in ogni occasione e in ogni sede, che lo stato sociale europeo, la grande eredità che il nostro continente e il nostro secolo lasciano a noi e agli uomini del futuro, deve essere cambiato, ma non deve essere soppresso. per questo abbiamo sempre detto che il mercato deve essere rispettato ma anche regolato. per questo abbiamo sempre detto che lo sviluppo economico deve essere orientato alla creazione di occupazione e non solo di benessere e di ricchezza. per questo abbiamo più volte posto agli altri paesi dell' Unione la questione di come giungere ad una forte intesa comune sulla difesa dello stato sociale europeo. per questo, anche di recente, abbiamo posto sul tappeto la proposta di un uso delle eccedenze delle riserve delle banche centrali più mirato alla crescita e allo sviluppo. per questo abbiamo operato ogni nostra scelta avendo sempre come stella polare l' obiettivo di migliorare non solo la competitività del paese e della nostra economia, ma anche la vita dei nostri concittadini. questo è il quadro in cui noi abbiamo collocato ogni nostra scelta. posso dire con sicurezza che in questi anni siamo stati profondamente orientati al cambiamento, ma anche altrettanto attenti al rispetto e alla difesa dei grandi valori etici e giuridici della nostra civiltà e della nostra Costituzione. del resto proprio questo è il cuore stesso del patto che abbiamo stipulato con i nostri elettori. la nostra ansia di innovazione; la nostra convinzione radicata e meditata che sia necessario operare un grande sforzo riformatore che coinvolga persino una parte importante della nostra Costituzione; la generosità con la quale tutti ci siamo spesi in questi anni per accelerare il processo di cambiamento necessario all' Italia: tutto questo ha sempre trovato il suo punto di riferimento ed il suo ancoraggio nel rispetto più assoluto dei valori fondanti della nostra democrazia e nella volontà di rispettare gli impegni assunti. se un rammarico oggi possiamo avere è che si siano registrate lacerazioni fra le forze politiche di maggioranza e di opposizione. lacerazioni che noi non abbiamo voluto. lacerazioni che crediamo debbano essere in ogni possibile modo superate per poter tornare rapidamente a lavorare su quelle riforme costituzionali che sono indispensabili per il nostro paese. questa, dunque, onorevoli colleghi , è stata ed è la prospettiva nella quale il Governo ha operato. questo è l' orizzonte nel quale noi vogliamo continuare ad operare con il consenso di tutte le forze politiche che ci hanno sostenuto in questi anni. del resto, questo e non altro è anche l' orizzonte nel quale si inscrive la finanziaria che abbiamo presentato. una finanziaria attenta, come è giusto, al rispetto dei vincoli di finanza pubblica che noi stessi ci siamo imposti entrando a far parte dell' unione monetaria e sottoscrivendo il patto europeo di stabilità; ma anche una finanziaria costruita intorno alla esigenza di ridare slancio alle potenzialità di sviluppo che il paese possiede; una finanziaria che senza esitazione alcuna pone al centro dello sforzo la lotta alla disoccupazione, lo sviluppo del Mezzogiorno, la difesa delle classi più povere e più bisognose di aiuto. è stato detto che dopo molti anni questa è la prima finanziaria che non si limita all' obiettivo di risanare i conti pubblici, ma avvia invece anche un progetto di investimenti e di spese orientate allo sviluppo ed all' occupazione. è stato detto che con questa finanziaria continua e si consolida definitivamente la scelta di favorire lo sviluppo del Mezzogiorno. io preferisco però dire che questa finanziaria è la più coerente dimostrazione della determinazione e dell' impegno con il quale noi proseguiamo il cammino iniziato. come ha già sottolineato il ministro Ciampi, questa finanziaria ha infatti due grandi punti di riferimento e proprio per questo è necessario che questa legge sia rapidamente approvata. al primo posto vi è, innanzitutto, la intransigente difesa ed il puntuale rispetto dei vincoli di bilancio che l' adesione alla moneta unica europea e al patto di stabilità ci impongono. si tratta di vincoli pesanti perché pesante è ancora il nostro debito e troppo alto è ancora il livello del nostro disavanzo. l' eredità del passato ci grava addosso ed ancora a lungo incomberà su di noi, rendendoci più arduo il cammino. tuttavia, questi sono limiti e vincoli che noi dobbiamo rispettare ad ogni costo, nell' interesse stesso dell' Italia. l' integrazione europea e l' unione monetaria sono infatti per noi una risorsa fondamentale; una grande rete di sicurezza; uno scudo importante; una condizione ed una risorsa per lo sviluppo di tutti nella stabilità. ce ne rendiamo conto in questi giorni. senza questo scudo, probabilmente, nessuna economia europea, e certamente non la nostra, sarebbe al riparo dalla speculazione internazionale. senza lo scudo europeo noi saremmo oggi alla mercé della speculazione e ben poco potremmo fare per difendere la nostra gente e la nostra economia. dunque, questa parte non si discute, non si può discutere. noi più di ogni altro abbiamo interesse a che l' integrazione europea proceda speditamente e l' unione monetaria decolli con forza e con sicurezza. ecco perché, come già ricordavo, è essenziale procedere speditamente sulla via del federalismo fiscale , del patto di stabilità interna — così come lo abbiamo fatto con l' Europa — , della messa a punto di una riforma fiscale incisiva ed efficiente. per mantenere alto il livello dell' equità e della responsabilità del nostro sistema, noi abbiamo infatti bisogno, da un lato, di una maggiore corresponsabilizzazione delle regioni e delle autonomie locali, dall' altro di un sistema fiscale più giusto e, soprattutto, più efficiente. per questa parte, dunque, l' approvazione della finanziaria costituisce un elemento essenziale per consolidare la credibilità del paese e per rendere più governabile tutto il nostro sistema di finanza pubblica . la legge che vi abbiamo presentato, però, non si caratterizza solo per questo aspetto. essa compie anche scelte chiare e indica una direzione di marcia molto evidente. accanto agli interventi di carattere strutturale, dei quali vi ha già dato compiutamente conto il ministro del Tesoro e che, come anche io ho ricordato, sono orientati essenzialmente allo sviluppo del Mezzogiorno e alla lotta alla disoccupazione, vi è un altro aspetto che merita di essere sottolineato: malgrado la finanziaria preveda una necessaria e significativa riduzione della spesa pubblica per più di 9 mila miliardi e malgrado alle maggiori spese destinate allo sviluppo siano destinati complessivamente 5.500 miliardi, essa contiene rilevanti stanziamenti per il sostegno delle politiche sociali . queste spese sono destinate a sostenere azioni di politica sociale rivolte alle fasce più deboli, come gli anziani e le famiglie numerose, e a sostenere, anche attraverso sgravi fiscali, ampie fasce di ceti medi e medio bassi . quelli cui ho fatto riferimento sono tutti provvedimenti importanti, sia per il contenuto sia per il segnale forte che rappresentano. li voglio ricordare, a cominciare dall' incremento delle pensioni sociali. le centinaia di miliardi destinati all' aumento di queste pensioni sono un atto di giustizia ed un impegno preciso che va nel senso di garantire che nessuno sia costretto a vivere ai limiti dell' indigenza, in un paese che legittimamente rivendica il diritto di sedersi a fianco delle maggiori potenze industriali del pianeta. di non minor valore è la scelta di erogare un assegno speciale alle famiglie con più di due figli minori. anche questa è una decisione che, al di là delle cifre non indifferenti che richiede, assume un significato tutto particolare. essa testimonia che tutta la comunità nazionale si fa in parte carico dei sacrifici che un nucleo familiare numeroso comporta per i genitori e per tutti i suoi componenti: è un atto di giustizia, insomma, prima ancora che un atto di solidarietà. le esenzioni fiscali riconosciute a favore dei pensionati con le pensioni minime e l' aumento delle detrazioni a favore dei pensionati che godono di pensioni basse è un altro segno che va nel senso dell' equità e della giustizia. lo Stato ha infatti il dovere di difendere i suoi cittadini più anziani, soprattutto quando sono meno capaci di provvedere ai propri mezzi di sussistenza. di eguale importanza sono le misure adottate per ampliare le esenzioni sulle richieste specialistiche a favore degli assistiti che già si trovano nella condizione di essere esentati dagli altri ticket. anche questa misura, infatti, testimonia l' attenzione che vogliamo prestare al consolidamento di una rete di solidarietà sociale verso i concittadini in difficoltà. da ultimo, ma certamente non per importanza, segnalo le non poche risorse destinate a dare una risposta alla difficoltà di prendere in affitto o di acquistare una casa da destinare ad abitazione propria e della propria famiglia. questo complesso di misure ha fatto dire a qualcuno che questa è, dopo molti anni, la prima finanziaria attenta ai bisogni delle fasce più deboli della popolazione. preferisco dire che questa è la prima finanziaria che può, dopo gli anni difficilissimi del risanamento, tornare a dare segnali concreti — anche se non ancora sufficienti — nel senso del rispetto di quei valori di solidarietà sociale che sono così profondamente radicati nella nostra comunità. si tratta dunque di una finanziaria che è, e vuole essere, un momento di svolta. essa infatti dice a chiare lettere che l' Italia torna a progettare concretamente il proprio futuro. proprio per questo, però, proprio perché questa finanziaria ha un così alto valore simbolico, oltre che un' enorme importanza agli occhi dei nostri partner europei, non posso ignorare che un partito della maggioranza di Governo ha dato di questa finanziaria un giudizio talmente negativo da decidere di respingerla e di togliere in tal modo la fiducia al Governo stesso. non ignoro che molti bisogni restano insoddisfatti e che molte necessità, legittime e cariche di valori morali, continuano a non ricevere risposta. so bene che dovremmo fare di più, ma so altrettanto bene che le nostre scelte sono limitate e condizionate non solo dalla scarsità delle risorse, ma anche dal peso che su di noi grava per molti errori compiuti nel passato. tutto questo è noto a me come a tutti voi. dunque, certo non chiedo a questo Parlamento di approvare la nostra proposta a scatola chiusa, come fosse un diktat. del resto, il Governo ha sempre cercato e sempre cercherà il migliore e più costruttivo rapporto possibile con tutto il Parlamento...... e, prima di tutto, con la propria maggioranza. vi è un solo limite invalicabile: quello costituito dalle linee essenziali della manovra di finanza pubblica che abbiamo proposto. queste linee, infatti, non possono essere rimesse in discussione senza venir meno a quelle fondamentali esigenze di affidabilità e di credibilità che per noi sono assolutamente irrinunciabili. in ogni caso, quello che non si può accettare — che io non posso accettare — è che questa finanziaria sia assunta a pretesto per rompere un vincolo di maggioranza e di alleanza politica che ha trovato la sua fonte direttamente nella volontà dell' elettorato. rivendico con forza il fatto che questa finanziaria non solo è il coerente sviluppo del lavoro svolto in questi anni, ma è anche, nelle circostanze di oggi, la risposta più coerente con le scelte programmatiche a suo tempo presentate agli elettori e coerente con gli interessi di oggi e di domani del paese. faccio dunque appello a tutte le forze di maggioranza, a tutti i singoli parlamentari che appartengono a queste forze, a tutti coloro che oggi siedono in quest' Aula grazie ai voti ricevuti dagli elettori che hanno creduto alla nostra comune proposta di alleanza elettorale. chiedo a tutti loro di votare questa finanziaria e di sostenere il Governo nel lavoro che sta facendo. chiedo questo con forza e con passione. lo chiedo a nome di tutti coloro che ci hanno votato perché hanno avuto fiducia in noi e che qui noi dobbiamo, tutti insieme, rappresentare nelle loro aspirazioni, nei loro bisogni e nelle loro scelte. lo chiedo a nome dei nostri concittadini e soprattutto dei concittadini più deboli, degli anziani, delle famiglie numerose, dei giovani disoccupati, della gente del Mezzogiorno, di tutti coloro che in questa finanziaria possono vedere finalmente un' indicazione di marcia. abbiamo fatto in questi anni sforzi e sacrifici. l' ho già ricordato e tutti noi del resto lo sappiamo bene. oggi siamo ad un passaggio cruciale. dal 1 gennaio inizierà ad avere concreto effetto l' unione monetaria europea. l' Italia non può permettersi di arrivare a questo appuntamento indebolita ed incerta. non possiamo e non dobbiamo tornare ad essere percepiti dagli altri paesi dell' Unione come l' anello debole, la democrazia incompiuta, il paese della continua instabilità. la maggioranza che in virtù del mandato elettorale ricevuto dagli elettori sostiene questo Governo non può sfaldarsi in un momento tanto delicato. e chi in questo senso decidesse si assumerebbe una responsabilità davvero grave verso tutti i nostri concittadini e soprattutto verso quelli più deboli e più indifesi. un paese debole rende più deboli anche i suoi cittadini. un paese incerto rende più fragile la condizione della sua economia e quindi del suo sistema produttivo . un paese continuamente in crisi, incapace di tener ferma nel tempo la sua rotta, non può far crescere l' occupazione né garantire il proprio popolo dal rischio di soccombere. per questo chi, tra le forze della maggioranza, decidesse di far mancare in quest' Aula il suo voto alla proposta del Governo si assumerebbe una responsabilità davvero pesante verso tutti gli italiani. so bene, onorevole Bertinotti, che lei, con la maggioranza del comitato politico del suo partito, ha assunto la decisione di votare contro questa legge finanziaria e contro il Governo. ma io non posso rassegnarmi al fatto che davvero questo sia ciò che lei intende fare. non posso rassegnarmi all' idea che per causa di una scelta così incomprensibile sia bocciato il primo grande esperimento di un Governo sorretto da una coalizione che comprende tutte le forze del riformismo italiano. un Governo espressione di un grande sforzo comune della migliore tradizione cattolica, laica e socialista. un Governo nato dalla ribellione e dalla mobilitazione morale, oltre che politica, delle donne, degli uomini, dei giovani, degli anziani, dei lavoratori, uniti tutti da un' unica convinzione: che fosse necessario un grande impegno comune per dare al paese una guida capace di portare l' Italia fuori dalla transizione, sulla via delle riforme, del progresso e dello sviluppo economico . non posso credere... non posso credere, onorevole Bertinotti, che davvero lei combatta e contrasti il primo Governo che è nato anche grazie alla vostra scelta ed all' impegno di migliaia e migliaia di vostri militanti. io non posso credere che lei intenda davvero respingere la prima finanziaria che dopo molti anni torna a dare attenzione ai problemi veri della gente più debole, alle necessità dei pensionati più poveri, ai bisogni dei giovani in cerca di occupazione e alla domanda di sviluppo che viene dalle aree...... meno forti del nostro paese. io non posso credere, infine, che davvero lei voglia riconsegnare il paese proprio a coloro che insieme abbiamo combattuto e vinto. questo Governo, onorevole Bertinotti, è stato ed è — lo dico con orgoglio — il Governo voluto anche dagli elettori di Rifondazione comunista . e io le chiedo qui, a nome di tutti coloro che ci votarono nelle centinaia e centinaia di collegi nei quali i nostri elettorati si sono fusi insieme, di tornare sui suoi passi e sulle sue decisioni. l' Italia e le forze migliori di questo paese sono oggi di fronte a una scelta carica di responsabilità. la scelta fra il continuare insieme in una esperienza che ha fatto fare al paese in pochi anni grandi passi in avanti, o il tornare a dividersi e cercare strade separate anche a costo di rigettare l' Italia nel buio di una transizione infinita. io credo che di fronte a questa scelta nessuna delle forze che hanno formato la maggioranza di Governo possa oggi tirarsi indietro. io credo che anche lei, onorevole Bertinotti, non possa non sentire lo stesso peso e le stesse responsabilità che sentiamo noi in questo momento. ora occorrono un grande senso di responsabilità e grande serietà. viviamo tempi difficili, dominati dall' incertezza della finanza mondiale, dalla paura della recessione, dal bisogno di sicurezza, dalla necessità di essere forti nella competizione globale che caratterizza la nostra epoca. in questo contesto il Governo non può essere debole e l' Italia non può rinunciare ad avere un Governo autorevole, capace di reggere, con il deciso consenso del Parlamento, la guida del paese. per questo io chiedo che nell' andamento della discussione che seguirà alle mie comunicazioni il Governo possa trovare una rinnovata forza, e la maggioranza una rinnovata compattezza. per questo, infine, mi auguro che le linee guida che ho esposto nell' interesse generale di tutto il paese possano avere in voi tutti, onorevoli colleghi , interlocutori attenti e responsabilmente preoccupati dell' interesse comune. onorevoli colleghi , ho detto quello che ho ritenuto mio dovere dire. l' ho detto con pacatezza ma anche con forza. l' ho detto con passione. con la passione di chi sa bene che oggi è in gioco molto più che un equilibrio di Governo. onorevoli colleghi , come sempre accade nei momenti più alti della vita politica del nostro paese, la decisione spetta a voi. spetta a voi tutti ma spetta in modo specialissimo a quanti appartengono alle forze politiche della maggioranza. a nome del Governo io vi chiedo di compiere le vostre scelte con senso di responsabilità e con saggezza. il paese ha infatti bisogno oggi come non mai del vostro e del nostro senso di responsabilità .