Romano PRODI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 397 - seduta del 22-07-1998
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
1998 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 266
  • Comunicazioni del governo

signor presidente della Camera, onorevoli Deputati , il dibattito che si sta concludendo in questo ramo del Parlamento è stato non meno impegnato ed approfondito di quello che si è svolto nei giorni scorsi al Senato. è proprio del nostro bicameralismo perfetto ricondurre la verifica del rapporto di fiducia tra Governo e Parlamento ad un rito lungo e complesso, che si articola e si snoda attraverso la necessaria ripetizione di procedure simili tra di loro. non sarebbe però giusto badare solo a questo dato procedurale, che pure ha un suo valore profondo: occorre guardare anche al dato sostanziale, a quello che costituisce il profondo oggetto del dibattito. in questo senso, nel ringraziare tutti gli intervenuti e nel dare atto che, alla Camera come al Senato, il dibattito è stato consono alle nostre tradizioni parlamentari, voglio richiamare qui il nodo della questione che ho posto al Parlamento con le mie dichiarazioni iniziali. il nodo è questo: che il nostro paese ha oggi un grande bisogno di tornare a credere nel suo futuro ed a preparare questo futuro. abbiamo cioè bisogno di avere chiari i nostri obiettivi, definite le mete alle quali noi miriamo. nessuna nazione può infatti vivere a lungo lasciando che le cose accadano quasi per loro forza propria e limitandosi ad amministrare i conflitti ed i problemi di breve periodo. per questo, essendo ormai prossima la metà della legislatura ed avendo il nostro paese raggiunto il grande obiettivo che ha dominato la nostra storia recente, cioè quello di entrare fin dall' inizio nella moneta unica , ho creduto necessario presentarmi a voi offrendovi un bilancio del lavoro svolto ed un programma del lavoro da svolgere nella seconda parte della legislatura. è per questo che ho chiesto al Parlamento di dare al Governo una fiducia che sia anche espressione di un consenso e di un coinvolgimento in un progetto di lungo periodo. credo, infatti, che noi, giunti a questo tornante della nostra storia nazionale, abbiamo il diritto ed il dovere di progettare anche il futuro di lungo periodo del nostro paese. siamo infatti una nazione che ha grandi opportunità davanti a sé. il risanamento dei nostri conti economici ci ha permesso di entrare in Europa, condizione indispensabile perché la nostra voce avesse peso sullo scenario internazionale. il nostro tradizionale e riconfermato legame con i nostri alleati occidentali è oggi, nelle mutate condizioni del quadro internazionale, un rapporto che non ci offre solo tutela e difesa, ma ci chiede anche di assumere nuovi compiti attivi nella difesa della pace e nel processo di integrazione mondiale. il ruolo che abbiamo svolto in questi mesi, sia nell' ambito delle Nazioni Unite e delle diverse organizzazioni internazionali di cui facciamo parte, sia attraverso iniziative bilaterali, ha dimostrato concretamente che l' Italia è di nuovo un operatore attivo della politica internazionale . può cioè cessare di vivere ripiegata su se stessa , attenta a costruire soltanto le condizioni della propria sopravvivenza, e può tornare invece ad essere un punto di riferimento anche per gli altri paesi e per gli altri popoli. il ruolo che noi possiamo e dobbiamo svolgere è importante per il nostro stesso paese. la scelta che abbiamo fatto rispetto alla crisi albanese è stata essenziale per regolare, almeno rispetto a quel popolo, i flussi di immigrazione che oggi si ripetono provenendo da altre aree e che dimostrano concretamente quanto grande e difficile sia la dimensione dei rapporti tra il mondo sviluppato ed i paesi in via di sviluppo . in particolare, per quanto riguarda l' Albania, il Governo ha ribadito alle autorità di Tirana che ci attendiamo che tutte le parti coinvolte nella crisi del Kosovo evitino azioni destabilizzanti e, allo stesso tempo, abbiamo chiesto al governo albanese di adottare tutte le misure necessarie ad impedire il transito di uomini e di armi. per quanto riguarda la questione, per noi di assoluta priorità, della lotta alla criminalità organizzata e ai traffici clandestini, siamo intervenuti e stiamo intervenendo con determinazione sia sul piano bilaterale, sia attraverso la collaborazione nel quadro europeo e nel quadro delle istituzioni finanziarie internazionali, per contrastare la criminalità e la corruzione che si sono radicate sull' altra sponda dell' Adriatico. voglio tuttavia ribadire che i flussi di immigrati non hanno raggiunto la dimensione che in questi anni si è riversata in altri paesi europei , a partire dalla Germania, e se questo è avvenuto lo si deve alla politica di cooperazione e nello stesso tempo di fermezza che abbiamo avuto con i paesi a noi vicini. quando parliamo di questi paesi a noi vicini, soprattutto dei Balcani e del Mediterraneo, non parliamo soltanto di politica estera , che pure è così importante ed impegnativa, ma parliamo di noi stessi, parliamo di un progetto futuro che possiamo costruire insieme e che può dare al nostro paese, alle nostre imprese, ai nostri giovani, una prospettiva strategica ed un orizzonte nel quale operare con rinnovato entusiasmo. onorevoli Deputati , io credo che, se noi non recuperiamo questo senso del futuro e non ci diamo con chiarezza i nostri obiettivi, tutti gli sforzi che stiamo facendo potrebbero avere un ben scarso risultato. non c' è politica della famiglia che possa ridare slancio e fiducia alle giovani coppie e che possa spingere i giovani a dedicare impegno e attenzione alla crescita di nuove vite, se non è chiaro perché si lavora, per quali valori una comunità si batte, per quale avvenire del proprio popolo e del proprio paese ciascuno può sacrificarsi. non c' è politica per la scuola e per la ricerca che possa stimolare davvero i necessari entusiasmi se non si recupera il senso del rapporto che vi è tra lo sforzo che ciascuno è chiamato a compiere oggi ed i risultati collettivi che questi sforzi individuali possono produrre domani. non c' è stimolo al rinnovamento e alla riforma delle nostre amministrazioni che possa avere successo se non si riesce a coinvolgere anche chi nelle amministrazioni opera, dando il senso dello scopo che occorre raggiungere. non c' è dibattito sulla giustizia che possa cambiare davvero il rapporto tra giudici e cittadini, tra giudici e classe politica , tra il potere giudiziario e gli altri poteri dello Stato se non si comprende che il rispetto della legalità, molto prima che il rispetto della giustizia, è un aspetto essenziale del costume di un paese che voglia essere preso sul serio sulla scena mondiale. questo è dunque l' orizzonte nel quale vi propongo di collocare il nuovo ciclo riformatore che vi ho analiticamente disegnato. nel mutato quadro internazionale, nel nuovo mondo, ci sono grandi opportunità per il nostro paese: intorno a noi c' è una delle aree potenzialmente più instabili del pianeta; noi siamo, come ho detto più volte, alla frontiera tra mondi e civiltà diversi, che possono e devono convivere. possiamo essere naturalmente un punto di riferimento importante per le antiche nazioni europee e balcaniche, che oggi tornano a vivere la loro storia, una storia difficile, in larga misura conflittuale, ma anche ricca di potenzialità importanti. l' area del Mediterraneo, nella quale siamo collocati naturalmente e storicamente, è destinata ad assumere un ruolo strategico di prima grandezza negli scambi internazionali e nel processo di integrazione tra le diverse aree del mondo. questo è il nostro orizzonte e questo può e deve essere anche il nostro orizzonte del futuro. per questo abbiamo interesse vitale ad ogni fatto che favorisca l' integrazione pacifica dell' Europa, l' allargamento dell' Europa, un rapporto franco e costruttivo con la Russia ed inoltre la stabilità dei Balcani. per questo abbiamo interesse vitale a ritrovare, nel rispetto delle nostre alleanze, il filo di un dialogo forte con il mondo islamico. per questo abbiamo, più di ogni altro paese, la necessità di cogliere tutte le opportunità che lo scenario internazionale ci offre, per svolgere un ruolo che possa essere apprezzato dalle diverse realtà politiche e culturali che intorno a noi vivono ed operano. in questo quadro, che definisce, a mio giudizio, un obiettivo strategico di importanza essenziale per il nostro paese, anche tutto il nostro futuro può e deve essere riprogettato. in questo quadro, che è il quadro di un futuro difficile da costruire ma certamente realizzabile, anche molti nostri problemi interni possono trovare una nuova collocazione. la questione del Mezzogiorno , innanzitutto. noi siamo attenti alla necessità di adottare provvedimenti di sostegno all' economia e all' occupazione meridionale. le misure che ci proponiamo di attuare e gli impegni che assumiamo davanti al Parlamento sono stati più volte sottolineati nel corso di questo dibattito e da me espressi con chiarezza a nome del Governo. ma nella prospettiva che stiamo delineando, anche la questione meridionale muta di segno. il Mezzogiorno può trovare, in un nuovo e più forte ruolo dell' Italia nell' area mediterranea, le ragioni di un nuovo sviluppo e di una ritrovata centralità. la forzalavoro dei giovani del nostro Mezzogiorno può diventare una ricchezza e una risorsa, non più un peso e una difficoltà per il paese. i gravi problemi occupazionali che l' Italia ha oggi, al di là dello stesso contesto meridionale, possono trovare, in una prospettiva che ampli le occasioni di espansione economica del nostro sistema paese , grandi opportunità. i nostri istituti di ricerca, le nostre scuole, i nostri giovani possono trovare in questo quadro una nuova e più profonda ragione di impegno. l' ampliamento dell' obbligo scolastico, l' insegnamento stesso delle lingue assume ben altro significato a seconda che esso si collochi in un contesto nel quale esso è finalizzato soltanto a consentire al paese e ai suoi cittadini di non restare emarginati rispetto agli altri popoli o si collochi invece in uno scenario nel quale queste misure sono finalizzate a consentire al paese e ai suoi cittadini di cogliere tutte le opportunità che il nuovo quadro mondiale offre all' Italia. la costruzione di un' amministrazione più moderna ed efficace, l' adozione di un quadro normativo unitario, la definizione di un sistema di apparati amministrativi centrali riorganizzati secondo un modello razionale, la costruzione di un sistema statale elastico e flessibile, fortemente orientato a valorizzare la ricchezza delle autonomie, comprese quelle delle regioni e delle province speciali, tutto questo trova nel quadro che sto cercando di indicarvi una nuova forza. questo è il senso profondo del messaggio che, attraverso la proposta di un nuovo ciclo riformatore, il Governo e la maggioranza hanno voluto dare al Parlamento e al paese. e io credo di poter dire che in larga parte questo aspetto è stato colto e compreso da molti degli autorevoli senatori e deputati che in questi giorni hanno preso la parola. ma perché le cose dette abbiano davvero un senso, perché davvero noi riusciamo a mettere definitivamente l' Italia in condizioni di svolgere nel prossimo futuro il suo ruolo, vi sono alcuni aspetti da tenere rigorosamente presenti. noi dobbiamo sapere che il nostro paese ha ancora due grandi questioni aperte. la prima riguarda il nostro stesso sistema politico , il modo con il quale siamo stati per molti anni abituati a usare le nostre istituzioni e a far vivere la nostra democrazia. per ragioni note a tutti e in larghissima parte legate alla nostra storia nazionale recente e ai vincoli derivanti dalla nostra collocazione nello scacchiere internazionale, abbiamo trovato grandi difficoltà a realizzare le necessarie trasformazioni nel funzionamento del nostro Stato. certo, non sono mancate ai nostri grandi uomini intuizioni importanti e scelte coraggiose e del resto, se questo non fosse accaduto, noi oggi non saremmo, né sul piano economico né sul piano internazionale, il paese che invece noi siamo. ma al di là delle grandi scelte fondamentali che in taluni momenti hanno segnato il nostro passato e al di là del sostegno importante dato allo sviluppo della nostra economia e della nostra imprenditorialità, il paese ha vissuto per molti anni con un sistema politico e istituzionale ripiegato su se stesso , legato alla gestione del presente, caratterizzato da fortissime instabilità nel succedersi dei governi e da una sostanziale lunghissima stabilità negli assetti e negli equilibri di fondo. questo sistema, figlio di una storia che è stata la storia di tutti noi, perché è stata la nostra storia nazionale, era adatto alla gestione di un eterno presente, ma non può reggere alla sfida di definire e soprattutto di gestire un futuro progettato e da realizzare con costanza e determinazione. questo è un nostro problema nazionale e cioè il problema di una transizione del paese iniziata, ma non ancora compiuta. è il problema di una riforma istituzionale sempre perseguita e non ancora realizzata. questo problema resta necessariamente nell' agenda del paese. ma in attesa che la transizione giunga a compimento e che l' Italia si doti di istituzioni adeguate alle nostre legittime e doverose ambizioni, spetta a noi di fare tutto ciò che è in nostro potere per dare una risposta utile a questa nostra grande questione nazionale. ecco perché, onorevoli Deputati , cogliendo l' invito del presidente della Repubblica , ho voluto fare di questa verifica e di questo dibattito un' occasione di riflessione sul cammino sin qui compiuto e su quello ancora da compiere. ecco perché ho voluto presentarmi a voi con un programma di medio termine che consentisse alla maggioranza di esprimere la sua fiducia non solo sulla formula politica, ma su un programma concreto e verificabile. credo dobbiamo ricordare sempre che oggi è vitale per il nostro paese rispettare e difendere il grande cammino compiuto. fondare la legittimità a governare sul consenso ricevuto dagli elettori, considerare il programma elettorale ed il programma di Governo come la base di legittimazione di ogni scelta da compiere, chiedere al Parlamento ed alla maggioranza parlamentare di sostenere il Governo nei suoi impegni programmatici: tutto questo significa dare al paese — anche nelle condizioni attuali — quello di cui il paese ha più bisogno, cioè stabilità e progettualità. non possiamo in alcun modo sottovalutare una seconda grande questione nazionale: i vincoli che il quadro economico ed occupazionale del paese e soprattutto il rilevantissimo debito pubblico che abbiamo ereditato ci impongono. mentre costruiamo e progettiamo il nostro futuro, noi non possiamo dimenticare il nostro presente: un presente nel quale i problemi occupazionali, specialmente nel Mezzogiorno, richiedono un impegno forte e determinato; un presente nel quale ogni decisione di politica economica deve fare i conti con i vincoli e le conseguenze dell' integrazione monetaria da un lato, nonché con i vincoli e gli obblighi che ci derivano dal nostro debito pubblico nazionale dall' altro. vi è stato in questo dibattito chi ha detto che il Governo avrebbe dedicato troppa attenzione al Mezzogiorno. certo, ho dedicato molta parte del mio intervento ai problemi del Mezzogiorno, ma proprio perché quest' area può e deve essere la vera riserva della crescita potenziale di tutto il paese. dare all' economia del Mezzogiorno sostegno e prospettive di sviluppo si traduce nel sostegno alla domanda interna , con effetti positivi per tutto il paese, ed in nuove opportunità di localizzazione di nuove capacità produttive, che possono trovare nelle migliori condizioni offerte incentivazione e sostegno. considerazioni analoghe possono essere fatte per i provvedimenti adottati dal Governo riguardo all' occupazione. sappiamo bene che i nuovi e veri posti di lavoro sono solo quelli che rispondono a vere esigenze produttive. sappiamo bene che essi maturano solo se si verificano due condizioni: se aumentano le convenienze ad impiegare lavoro e se si presentano prospettive di crescita prolungata della domanda finale. fin dal settembre 1996 il Governo si è impegnato in entrambe queste direzioni, fornendo al mercato del lavoro strumenti più articolati e dando avvio ad una politica di incentivi per il Mezzogiorno. ora si tratta di procedere su questa strada, legando insieme i provvedimenti che ho già indicato nelle mie dichiarazioni programmatiche con la necessità di porre in essere tutte le condizioni che diano ai provvedimenti adottati la massima efficacia possibile. ma ogni misura ed ogni provvedimento da adottare a sostegno dell' occupazione e dello sviluppo, così come ogni altra azione che il Governo vuole e deve compiere per l' ammodernamento del paese, deve fare i conti con il secondo grande vincolo che caratterizza questa fase: il debito pubblico . quando, negli anni passati, dicevamo che sarebbero state le generazioni future a pagare il debito pubblico , intendevamo dire proprio questo: sarebbe venuto il momento in cui la differenza tra chi, come noi, ha un debito pubblico al 118 per cento del prodotto interno lordo (un valore che ha già subito una riduzione di 5 punti) e chi, invece, ha un debito pubblico che oscilla tra il 40 e il 60 per cento del prodotto interno lordo , sarebbe diventata fondamentale per le stesse capacità di sviluppo del paese . stretti fra questi vincoli, noi dobbiamo compiere scelte difficili a sostegno del nostro sviluppo e della nostra occupazione, così come a sostegno di tutte le politiche che pure dobbiamo sviluppare senza indugio. la legge finanziaria per il prossimo anno vedrà contemporaneamente per la prima volta misure restrittive e misure espansive: le politiche dello sviluppo saranno infatti finanziate con la riduzione della crescita tendenziale delle spese correnti . evidentemente ciò segna un sentiero stretto lungo il quale dobbiamo muoverci, che non consente a nessuno né sprechi né ritardi. lungo questo sentiero l' Ulivo e Rifondazione — cioè la maggioranza che regge il Governo — hanno già fatto passi importanti: su di esso continueremo a muoverci con lealtà e rispetto reciproco, nella consapevolezza delle differenze ma anche dei valori comuni. ho molto apprezzato in questo senso l' intervento dell' onorevole Diliberto, che ringrazio per la serietà e il senso di responsabilità con cui ha confermato, allo stesso tempo, la fiducia di Rifondazione comunista e lo stimolo che essa intende dare affinché il programma di Governo sia non solo attuato, ma anche sempre più orientato a garantire occupazione, sviluppo ed equità; in una parola, a far crescere insieme la democrazia del paese. è questo, infatti, esattamente il mio intento, così come è l' intento che era contenuto in tutti gli interventi dei deputati dell' Ulivo, che ringrazio con altrettanta gratitudine. credo davvero, in questo senso, che questa verifica sia stata, anche nell' immediato orizzonte che ci sta davanti, una verifica estremamente utile. credo davvero che da questa verifica non solo la maggioranza ma anche il Governo ed il paese saranno più forti e più determinati...... in ogni caso meglio in grado di assicurare all' Italia stabilità di guida e chiarezza nei punti di riferimento . questo, onorevoli Deputati , è il quadro complessivo nel quale oggi ci muoviamo. noi abbiamo davanti grandi prospettive per il futuro. per fare questo dobbiamo accelerare la nostra modernizzazione e, allo stesso tempo, dare una risposta alle esigenze immediate di occupazione e di lavoro che vi sono in larghe parti del nostro paese. per fare questo dobbiamo evitare di cadere negli errori del passato, in quelli cioè di ritenere importante solo la risposta immediata ai problemi immediati. dobbiamo riuscire a legare insieme le scelte immediate con le prospettive di lungo periodo. dobbiamo operare in un quadro dominato da vincoli di bilancio pesantissimi che ci impongono di non sprecare mai nessuna risorsa e nessuna energia. questo è il quadro che abbiamo di fronte a noi: è un quadro difficile, ma è un quadro di grande interesse, ricco di prospettive nuove, capace di dare fiducia, speranza ed entusiasmo agli italiani. abbiamo, dunque, una grande occasione davanti a noi, un' occasione che non possiamo perdere. per questo non possiamo permetterci il lusso di governi deboli, a termine e di scarso orizzonte. per questo non possiamo permetterci instabilità politica, provvisorietà di scelte, eterni rinvii. per questo, onorevoli Deputati , nelle dichiarazioni rese in apertura di questo dibattito ho chiesto a ciascuno di voi, e prima di tutto a chi fa parte della maggioranza, un impegno forte ed una attenzione decisa al programma che vi ho sottoposto. il dibattito che si è svolto ha corrisposto alle mie attese e di questo vi sono profondamente grato. attendo ora con profondo senso di responsabilità che la Camera confermi al Governo la fiducia che ad esso è già stata data ieri dal Senato della Repubblica . grazie.