Romano PRODI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 394 - seduta del 17-07-1998
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
1998 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 266
  • Comunicazioni del governo

signor presidente della Camera, onorevoli Deputati , al termine del dibattito svoltosi alla Camera dei Deputati il 23 giugno, mi sono recato dal Capo dello Stato per riferire sull' andamento della discussione e sull' esito del voto parlamentare: un voto che aveva obiettivamente fatto registrare il dissenso di una parte della maggioranza rispetto all' allargamento della NATO. come certo ricorderete, il Capo dello Stato mi invitò allora a compiere una seria ed approfondita verifica all' interno della maggioranza e a riferirne poi in Parlamento. all' invito del Capo dello Stato ho creduto giusto dare la massima importanza, sia per l' autorevolezza istituzionale che nel nostro ordinamento è propria del presidente della Repubblica , sia per il ruolo importantissimo che il presidente della Repubblica in carica ha svolto in questi anni al servizio del paese. è senz' altro opportuno, a più di due anni di vita di questo Governo, rimettere a punto il progetto politico di una maggioranza che ha trovato nel consenso elettorale il suo cemento, nel lavoro parlamentare la sua quotidiana realizzazione e nel Governo il suo punto di riferimento istituzionale. ho ritenuto cioè che, al di là dello stesso episodio parlamentare che ho già richiamato, fosse assolutamente necessario, in questa particolare fase della vita del paese e del Governo, compiere una seria, approfondita e responsabile verifica della maggioranza. una verifica che è insieme un bilancio del lavoro fin qui compiuto ed una sintesi del lavoro che ancora resta da compiere per dare piena attuazione al mandato ricevuto dall' elettorato e per garantire al paese una guida solida e sicura per tutto l' arco di questa legislatura. quando, il 22 maggio 1996, mi sono presentato a chiedere la fiducia del Parlamento, dissi con chiarezza e persino con durezza che « tutte le conquiste sociali di cui siamo giustamente orgogliosi sono a rischio se non si saprà arrestare la crescita del debito che lo Stato va accumulando » . dissi inoltre che il risanamento della finanza pubblica e dei conti pubblici doveva essere considerato come una priorità fondamentale, sia perché strumento essenziale per ripristinare la giustizia fra le generazioni, sia perché condizione non negoziabile per consentire all' Italia di entrare nell' unione monetaria europea e tenere dunque aperta la porta del proprio sviluppo futuro. dissi infine che era necessario agire in una logica di ampio respiro , attenta alle ragioni dell' efficienza e dell' equità e alla necessità di un grande sforzo riformatore nei settori in cui più grave era il ritardo accumulato dal paese. e citai fin da allora, tra le maggiori emergenze nazionali, il sistema scolastico , il modo di articolazione e di funzionamento degli apparati amministrativi, il sistema di funzionamento e di organizzazione della giustizia, lo stato generale di « manutenzione » del paese, sotto il profilo sia ambientale sia della sicurezza dei suoi cittadini. dissi in sostanza che ci aspettavano anni difficili di risanamento economico e di profonde riforme, ma assicurai anche che la bussola a cui avremmo ispirato la nostra azione sarebbe stata comunque quella di portare in Europa un paese vivo. un paese capace, cioè, di tutelare le ragioni della giustizia sociale insieme a quelle della necessaria liberalizzazione del sistema economico e produttivo. un paese capace di profonde riforme, ma attento anche a non dimenticare le ragioni essenziali della convivenza e della coesione sociale. un paese capace di superare uno dei momenti più difficili della propria storia senza smarrire le ragioni della propria identità nazionale, ma ritrovando anzi la capacità di essere, anche sulla scena internazionale, un punto di riferimento e un soggetto in grado di assumersi le proprie responsabilità. questo era ciò che pensavo ventisei mesi fa ed è su questo progetto che sapevo di avere con me non solo una maggioranza parlamentare , ma anche la maggioranza del popolo italiano . Oggi dobbiamo fare il punto su questo cammino compiuto, ma soprattutto dobbiamo delineare la rotta da seguire per il futuro. ecco perché anche questo dibattito non può essere un normale dibattito parlamentare , finalizzato a ratificare i semplici aggiustamenti dei rapporti all' interno della maggioranza di Governo. io credo, infatti, e in questo senso ho interpretato l' invito del Capo dello Stato , che questo dibattito debba essere una forte occasione di riflessione. è giusto ed importante che esso sia capace di dare certezze al paese, forza al Governo, e sicurezza di punti di riferimento sulla rotta che intendiamo seguire. è con questo spirito che ho chiesto ai partiti della maggioranza parlamentare che sostiene il Governo un lavoro di approfondimento sugli indirizzi che ci debbono orientare. è con questo spirito che ho ricevuto i contributi che dalla maggioranza parlamentare mi sono pervenuti, constatando con soddisfazione che essi testimoniano un grande impegno politico e una sostanziale affinità di orientamenti. signori deputati, il bilancio che vi presento oggi, dopo ventisei mesi di Governo, è a mio giudizio un bilancio positivo. abbiamo fatto grandi passi in avanti. l' aspetto più evidente, il risultato più concreto dei nostri sforzi è stata l' entrata nell' unione monetaria europea; un obiettivo questo che ben pochi all' inizio della vita di questo Governo consideravano raggiungibile. questo risultato, che di per sé assume il valore di simbolo, è stato reso possibile dal fatto che noi siamo riusciti a compiere un' azione di risanamento dei nostri conti pubblici che ha restituito sicurezza finanziaria e fiducia nel futuro dell' Italia. le tappe fondamentali della nostra azione orientata al risanamento della finanza pubblica sono state — voi lo ricordate certamente — quelle di operare, con organici interventi sul lato delle entrate e delle spese, con la finanziaria 1997 e di avviare nel contempo le riforme capaci di ridurre gli interventi correttivi del disavanzo pubblico, diminuendo nel contempo la pressione fiscale . la discesa dei tassi d'interesse ha determinato un duplice effetto: la riduzione del fabbisogno pubblico, da un lato, il progressivo orientamento degli investimenti verso attività produttive , dall' altro. il quadro complessivo che risulta da questo bilancio è dunque confortante: abbiamo posto le premesse concrete e solide per un risanamento duraturo e strutturale del sistema italia . questo quadro è ulteriormente arricchito dal complesso dei processi riformatori messi in atto in molti settori strategici. quando ventisei mesi fa abbiamo iniziato la nostra esperienza di Governo, non erano solo i conti economici a preoccupare. vi era nel paese un generale senso di smarrimento, la sensazione che le tensioni politiche dovessero superare in modo inarrestabile ogni livello di sicurezza. ventisei mesi fa, la stessa unità nazionale sembrava a rischio e il sistema politico nel suo complesso, legato ad un bipolarismo ancora fragile e incerto, pareva inadeguato a dare le risposte necessarie. Oggi, se guardiamo al cammino compiuto, possiamo dire di aver fatto davvero molta strada. l' intero sistema italiano è oggi un grande cantiere aperto, nel quale — attraverso un pacchetto di riforme di radicale innovazione, legate tutte al comune interesse di ammodernare il paese — si stanno creando le condizioni necessarie perché l' Italia possa ritrovare il proprio ruolo nel sistema europeo e internazionale. la ritrovata credibilità del nostro paese e l' attenzione con la quale gli altri governi guardano oggi al ruolo dell' Italia sono la dimostrazione che il cammino compiuto è stato davvero importante. e tuttavia, onorevoli Deputati , non possiamo certo accontentarci di questi risultati. sarebbe assolutamente irresponsabile ritenere che tutto ciò sia già stato compiuto o anche solo che la maggior parte del lavoro sia stata fatta. al contrario, in questi ventisei mesi abbiamo creato le condizioni essenziali per garantire all' Italia uno sviluppo ed un futuro accettabili; adesso dobbiamo affrontare il compito, non meno importante, di consolidare questi risultati e di portare a compimento le riforme iniziate. ecco perché ho chiesto ai partiti della maggioranza un consenso forte ed un mandato forte sugli obiettivi che il Governo deve perseguire nell' arco temporale di questa legislatura. il documento di programmazione economico-finanziaria 1999-2001 delinea una strategia complessa ed articolata, finalizzata a raggiungere obiettivi consolidati entro la fine di questa legislatura. la legge finanziaria , che inizieremo a discutere a settembre, è una tappa importante di questa strategia. le riforme aperte, a cominciare da quella dell' amministrazione italiana e dalla sua articolazione tra Stato e sistema delle regioni e delle autonomie locali, per giungere fino a quella scolastica e giudiziaria, sono elementi essenziali per dare al sistema economico italiano competitività ed all' Italia piena dignità nel contesto di un' Unione Europea sempre più integrata. è bene che tutti noi ne siamo pienamente consapevoli: con l' entrata dell' Italia nell' unione monetaria europea noi abbiamo raggiunto un' obiettivo, ma ci siamo anche vincolati ad accettare una sfida di enorme portata, duratura nel tempo e destinata a segnare profondamente la nostra generazione e quelle che verranno. ecco perché, onorevoli Deputati , ho voluto presentarmi a voi per condurre in quest' Aula, con la maggioranza e con l' opposizione, con chi mi ha dato la fiducia e con chi me l' ha negata, un dibattito vero ed estremamente serio sulle prospettive che il Governo intende perseguire. non sono qui a cercare fiducia ad ogni costo né tanto meno sono qui a cercare maggioranze diverse da quella a cui l' elettorato ventisei mesi fa ha dato l' incarico di governare. sono invece qui a verificare in questa sede, nella sede parlamentare, la sola costituzionalmente corretta, se davvero, come io credo, il sostegno della maggioranza al Governo è forte e convinto. onorevoli Deputati , oggi noi dobbiamo dar vita a un nuovo grande ciclo riformatore. l' azione di governo realizzata sinora consente al paese di cominciare a incassare, già nel corso del 1998, e di continuare a farlo nel corso dei prossimi anni, il dividendo della crescita dell' economia e quello della riduzione dei tassi d'interesse . questi due dividendi consentono di consolidare i risultati raggiunti nel 1997, in termini di disavanzo totale dei conti pubblici e, allo stesso tempo, di ridurre la pressione fiscale e far recuperare alla spesa per investimenti il terreno perduto negli anni passati. per gli anni che rimangono di qui al termine della legislatura, il Governo si è impegnato, con il Dpef 1999-2001, a destinare i minori oneri degli interessi ad una ulteriore riduzione della pressione fiscale , ad un ulteriore aumento degli investimenti pubblici ed a riduzione del rapporto debito pubblico-prodotto interno lordo. questi obiettivi saranno compatibili con un avanzo primario , che nei prossimi anni potrà permanere ai livelli del 1998, inferiore perciò di ben 1,3 punti percentuali rispetto a quello del 1997. tutto ciò riaprirà gli spazi alle decisioni squisitamente politiche, cioè non più generalizzate restrizioni, ma ragionate ricomposizioni di entrare e spese: meno entrate che penalizzano le decisioni di investimento e di creazione di posti di lavoro e meno spese di trasferimento. questo obiettivo di riallocazione delle risorse deve essere aiutato dall' attuazione del programma di privatizzazioni concordato, anche per investire in Italia la grande quantità di risparmio che è ora liberata dalla minore richiesta di risorse finanziarie da parte dello Stato. l' azione del governo , mirata a spianare la strada alla ripresa, ha avuto sin qui due orizzonti diversi. un orizzonte di breve periodo, all' interno del quale l' obiettivo è stato di accelerare la ripresa della domanda di beni di consumo , nel momento in cui più forte era l' effetto restrittivo della politica di bilancio. questa è stata, ad esempio, la funzione che il Governo ha assegnato agli incentivi alla rottamazione delle automobili. nei prossimi mesi, un altro obiettivo di breve periodo che il Governo intende perseguire è quello di impedire che le condizioni di sovraoccupazione in alcune zone del paese, cioè nel nord, costituiscano una strozzatura per la ripresa, mentre le risorse del Mezzogiorno rimangono inutilizzate. all' interno di un orizzonte di medio periodo, l' obiettivo è il rilancio degli investimenti privati e degli investimenti pubblici in infrastrutture, perché non vengano ostacoli alla crescita economica generale da una scarsa crescita della capacità produttiva. a questo scopo appare necessario il raggiungimento di una dimensione significativa per i fondi raccolti ed impiegati dai fondi pensione: ciò non avrà effetti solamente sull' assetto del sistema pensionistico , ma anche sul mercato dei capitali. una quantità maggiore di capitale di rischio sarà disponibile per le imprese, per tutte le imprese e non solo per quelle quotate in Borsa. dal canto suo, il Governo dovrà agire con sollecitudine sulla diffusione di una più ampia concorrenzialità nei settori (privati e pubblici) ancora protetti: quanto è già stato fatto per il settore del commercio e il recente disegno di legge sulle attività professionali hanno questo obiettivo. tuttavia la concorrenza deve provocare i suoi benefici effetti anche nel settore dell' energia (dove la riduzione dei prezzi all' origine non si è trasformata in riduzione dei prezzi finali della benzina, del gasolio, dell' elettricità e del gas naturale) e nel settore dei servizi pubblici locali in cui si genera una quota ancora troppo elevata del nostro potenziale inflazionistico. in questo stesso quadro va anche completata la riforma del sistema della comunicazione già avviata con l' approvazione della legge numero 249 del 1997, che ha istituito l' Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni. il Governo ha presentato sulla materia uno specifico disegno di legge , attualmente all' esame della VII Commissione del Senato, proponendo una serie di disposizioni che, in modo organico, definiscono le regole per un moderno sistema radiotelevisivo. in una prospettiva più generale, il documento di programmazione economico-finanziaria 1999-2001 ha già messo in evidenza le priorità che il Governo si è dato, articolando una manovra di risparmi, da un lato, e di aumento delle spese per sostenere lo sviluppo, dall' altro. onorevoli Deputati , il Governo ha fatto un grande sforzo per il risanamento finanziario del paese, per l' entrata in Europa ed anche per assicurare una ripresa adeguata. tuttavia, voglio dirlo con forza, non basta la crescita economica a generare l' occupazione ed il lavoro di cui l' Italia ha urgente bisogno. la crescita è condizione necessaria, ma non sufficiente. in questo spirito il Governo intende predisporre, contestualmente all' approvazione dei disegni di legge relativi alla legge finanziaria , al bilancio dello Stato e al disegno di legge collegato alla legge finanziaria , anche la presentazione di un ulteriore disegno di legge per la definizione organica e specifica dell' impiego complessivo dei fondi aggiuntivi per le politiche dello sviluppo. in termini di competenza, essi potrebbero corrispondere, nel triennio, a circa 36 mila miliardi. tali spese verranno assegnate a tre grandi voci: incentivi agli investimenti del settore privato (patti territoriali, contratti d' area e legge numero 488); infrastrutture e ricostruzione delle aree colpite da calamità naturali; sgravi fiscali e contributivi. l' approvazione del disegno di legge da considerarsi strettamente connesso alla legge finanziaria consentirà così di rendere operativa, fin dai primi mesi del 1999, una strategia di gestione unitaria delle leggi di spesa (corrispondenti a circa l' 1,8 per cento del Pil), articolando un vero e proprio « piano » di sostegno alla crescita dell' economia. per quanto riguarda la voce « infrastrutture e ricostruzione » , essa deve contenere i diversi progetti predisposti dai ministeri e selezionati sulla base di un duplice criterio: i loro effetti sull' occupazione e, in particolare, sull' occupazione nel Mezzogiorno; le esigenze improrogabili di uno standard di efficienza, che i cittadini giustamente chiedono. esigenze di efficacia degli interventi in termini di occupazione richiedono una garanzia di avviamento dei lavori in tempi rapidi. l' 80 per cento degli appalti assegnati non giunge, invece, al termine nei tempi previsti e una notevole parte di essi è bloccata da ricorsi. si dovrà pertanto procedere ad una riforma dei ricorsi al Tar per evitare che un esercizio esasperato dei diritti soggettivi leda l' interesse generale della collettività. saranno inoltre predisposti gli strumenti per dare avvio alla progettazione e al finanziamento privato di opere di interesse pubblico nell' ambito dei trasporti, della distribuzione dell' acqua e del trattamento dei rifiuti. per quanto riguarda, infine, gli sgravi fiscali e contributivi, i fondi che verranno predisposti dovranno favorire la riduzione del costo del lavoro , sulla base delle linee già indicate. l' eventuale riduzione dei carichi fiscali, se territorialmente articolata, dovrà essere compatibile con gli obblighi di natura europea. in particolare, limitatamente al Mezzogiorno, nella voce spese fiscali e contributive si dovranno organizzare provvedimenti per ottenere lo sgravio massimo ammissibile dall' Unione Europea per il funzionamento delle aziende. esso tenderebbe a favorire le aziende minori che fruiscono in misura più limitata della legge numero 488. parte dei fondi considerati deve essere destinata ad alleggerire gli oneri per prestazioni di lavoro con orario ridotto, in concomitanza con l' approvazione del disegno di legge sulla riduzione dell' orario di lavoro . il Governo e la sua maggioranza si impegnano infatti affinché il Parlamento approvi il disegno di legge sulle 35 ore entro la fine del corrente anno e, nella stessa linea, anche il disegno di legge sulla rappresentanza sindacale. un importante sostegno all' attività di investimento delle aziende private è costituito dai sussidi agli investimenti, previsti dalla legge numero 488. le domande di finanziamento presentate nel 1996-1997 facevano riferimento a un volume di investimenti pari a 37 mila miliardi di lire . nel corso del 1998, il volume degli investimenti per il quale è stato chiesto un contributo pubblico ammonta a 42 mila miliardi di lire ! obiettivo prioritario del Governo è dunque quello di sostenere soprattutto la formazione di capacità produttiva al sud. molti sono i provvedimenti già presi: destinazione al sud del 90 per cento degli incentivi della legge numero 488; gemellaggi tra aree produttive del nord e aree di disoccupazione del sud; credito d'imposta triennale, fino a 60 milioni di lire , per incrementi dell' occupazione nelle aree dell' obiettivo 1; accordi sui patti territoriali e sui contratti d' area; sgravi fiscali impliciti nell' applicazione della dual income tax per le imprese che investono nelle aree soggette a patti territoriali o contratti d' area. possiamo affermare che l' insieme degli incentivi messi in campo, combinato con la politica di concertazione con le parti sociali , ha consentito di raggiungere nel nostro Mezzogiorno un livello di convenienze per gli investimenti tra i più alti d' Europa. dobbiamo saper valorizzare a pieno questa opportunità coordinando i vari strumenti di promozione. indubbiamente non è sufficiente aver raggiunto una convenienza sul versante dei costi di primo impianto, ma occorre rimuovere quei vincoli e quegli elementi che tendono a scoraggiare gli investimenti esteri e pesano fortemente sulla capacità competitiva delle aree meridionali. anzitutto dobbiamo intensificare la lotta alla criminalità organizzata e riportare il pieno controllo dello Stato sul territorio. su questo tema abbiamo ottenuto significativi risultati e ci siamo dotati di strumenti importanti come i « protocolli per la sicurezza » . vi è poi il tema della dotazione infrastrutturale. si deve ridurre il deficit di infrastrutture e di servizi, evitando di farci trascinare nella logica finalizzata al solo obiettivo di generare occupazione a breve, ma realizzando tutte le infrastrutture che servono allo sviluppo e solo quelle che servono per questo risultato. in tale direzione si muove il piano predisposto dal ministero dei Lavori Pubblici . il paese ha bisogno che nell' ambito di linee di assetto territoriale programmato si punti a ridurre al più presto il suo ritardo infrastrutturale rispetto al resto d' Europa. nel realizzare queste politiche si potrà utilizzare il parco-progetto messo a punto in questi due anni nel campo stradale, delle risorse idriche, della riqualificazione urbana e nell' ambito dei piani di preparazione al Giubileo del 2000. peraltro, l' uso « sussidiario » delle risorse di finanza pubblica nazionale rispetto al cofinanziamento europeo e alla finanza di progetto consentono di pensare anche a un programma ambizioso di infrastrutturazione, nonostante i vincoli di finanza pubblica e di indebitamento che siamo impegnati a rispettare. in questi due anni si sono avviate le premesse per una profonda innovazione delle politiche dell' agricoltura. l' istituzione del « tavolo verde » , quale strumento di concertazione permanente tra il Governo ed i protagonisti della filiera agroalimentare, ha permesso di ridare centralità alla politica agraria nell' ambito della politica economica . un primo risultato della concertazione è stata la definizione della « piattaforma programmatica per gli interventi nel settore » . così, per la prima volta, si è definito un quadro di misure — recepite dal documento di programmazione economico-finanziaria — che hanno dato un concreto segnale della volontà del Governo di sostenere la modernizzazione del settore primario. l' aver ricondotto ad una posizione unitaria i numerosi particolarismi che caratterizzano la nostra agricoltura, ha evitato le spinte corporative dei diversi settori (latte, olio, riso, agrumi, eccetera) individuando, sempre nell' interesse nazionale , gli interventi e le azioni da intraprendere a livello centrale assieme alle regioni. questa spinta all' unità del mondo agricolo, che intendiamo far proseguire anche in futuro, ha aiutato anche a definire le priorità negoziali da avviare a Bruxelles ed i primi risultati si sono visti, dopo molti anni, per la prima volta nel recente vertice dei ministri agricoli di Lussemburgo, dove il nostro paese ha potuto portare a compimento la riforma per importanti comparti agricoli come l' olio d' oliva e il tabacco, restituendo certezza al futuro degli agricoltori. nell' individuazione degli obiettivi di medio periodo non va trascurato il fatto che lo sviluppo economico nei prossimi anni avverrà in un contesto profondamente mutato rispetto al passato. l' integrazione sempre più intensa della nostra economia con quelle dei paesi a moneta unica renderà meno immediata la percezione degli effetti di eventuali perdite di competitività: non sarà più il tasso di cambio a rivelare eventuali squilibri tra i nostri costi e quelli degli altri paesi, ma questi si rifletteranno, prima, in una minore capacità di esportare e in una maggiore penetrazione delle importazioni, poi in una minore crescita della nostra economia e in una minore creazione di posti di lavoro . per mantenere sotto controllo la nostra capacità di competere sui mercati internazionali e sul nostro mercato nazionale , il Governo ha a disposizione e adotterà due linee d' intervento: liberare gradualmente la contribuzione sul lavoro da quegli oneri che finanziano prestazioni legate alla cittadinanza e non al lavoro dipendente in quanto tale; la seconda linea è aumentare l' efficienza di sistema attraverso l' azione di riforma della Pubblica Amministrazione e potenziare l' efficienza del settore privato attraverso l' aumento del grado di concorrenza sui mercati finora protetti dalla concorrenza internazionale. di non minore importanza nella strategia complessiva che si intende perseguire sono gli interventi che riguardano il costo del lavoro . con l' introduzione dell' Irap il finanziamento della sanità è stato portato a carico di tutti i fattori produttivi e non solamente del lavoro. allo stato attuale, gli oneri impropri ancora incidenti sul salario costituiscono circa 0,7 punti di aliquota contributiva. una completa razionalizzazione dei contributi sul salario esige che anche questa quota venga riassorbita, nel giro di breve tempo, dalla fiscalità generale. un aspetto della riorganizzazione della prestazione pensionistica che il Governo ritiene opportuno, da diversi punti di vista , è la accelerazione dell' avvio dei fondi pensione di categoria o aziendali. a questo fine, è necessario che tutti i lavoratori, e non solamente i neoassunti, siano messi rapidamente nelle condizioni di impiegare i fondi, che anno per anno matureranno come trattamento di fine rapporto, nella previdenza complementare. per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali , è intendimento del Governo riprendere il confronto con le parti sociali , sospeso lo scorso anno , per una riorganizzazione dei medesimi. infine, per maternità e assegni al nucleo familiare , il Governo procederà a ripensarne estensione e finanziamento, portandoli a carico della fiscalità generale, sulla base delle linee generali di politica della famiglia che il Governo sta perseguendo. rinviando a quanto dirò tra breve le necessarie riflessioni relative al sostegno del welfare italiano, l' agenda dei prossimi mesi per quanto attiene all' azione di governo riguarderà in special modo l' obiettivo dello sviluppo e dell' occupazione con particolare attenzione al Mezzogiorno. Oggi, nel nostro paese, vi è anzitutto un grande problema nazionale che ancora una volta siamo chiamati ad affrontare e dal quale noi non possiamo in alcun modo prescindere. intendo riferirmi alla grande questione dell' occupazione, del lavoro e, in particolare, dello sviluppo del Mezzogiorno. come tutti sappiamo, l' Italia è caratterizzata dal fatto di avere un sistema economico sostanzialmente duale, che registra sotto quasi tutti i profili profondissime differenze tra il Mezzogiorno e il resto del paese. questa specifica caratteristica italiana impone come obiettivo fondamentale di ogni politica quello dell' unificazione economica del paese. per l' Italia il ricorso a strumenti e a interventi idonei a sostenere lo sviluppo e a promuovere l' occupazione è, almeno nell' orizzonte temporale in cui noi ci muoviamo, irrinunciabile. sulla base delle indicazioni che proverranno dal confronto in corso con le parti sociali e gli enti territoriali (tavolo quadrangolare: devo dire che il metodo della concertazione sta sempre più dando frutti solidi di continuità e sotto questo aspetto ringrazio le parti sociali per il contributo che stanno dando alla concertazione stessa) il Governo presenterà, in tempi brevi, i disegni di legge : a) per il riordino degli incentivi agli investimenti e all' occupazione, allo scopo di una loro riduzione, di una semplificazione nelle procedure di accesso, con l' ulteriore intento di costituire un testo unico degli incentivi; b) per favorire — questo dovrà essere fatto rapidamente — l' emersione delle attività svolte in nero; c) per i programmi di uscita dai lavori socialmente utili . in questo ultimo quadro va innanzitutto ricordato che, oltre all' incentivo già esistente di 18 milioni per le aziende che assumono un lavoratore in LSU (lavori socialmente utili ) e agli incentivi alla mobilità territoriale del lavoro, anche se non permanente, come borse di lavoro, saranno previsti analoghi incentivi nell' ambito del piano di riassorbimento dei lavoratori inseriti nei programmi. inoltre, verranno adottate, sempre nell' ambito di questo programma per i lavoratori LSU, altre forme di incentivo come: l' estensione dell' impiego dei lavoratori anche a imprese private, che, partecipando ad appalti pubblici, riceveranno un punteggio preferenziale a fronte dell' impegno di assumere tali lavoratori; l' assegnazione a « Italia Lavoro » del compito di costituire una società di lavoro interinale che assuma lavoratori LSU alle condizioni di mercato e sulla base degli incentivi previsti dal decreto del maggio scorso. in questo ambito, sarà consentito anche agli enti locali e alle regioni di servirsi di prestazioni di lavoro temporaneo erogate da apposite società. l' azione di « Italia Lavoro » sul mercato del lavoro interinale non dovrà distorcere la concorrenza con le altre società di lavoro interinale che stanno cominciando ad operare e dovrà obbedire a criteri di economicità della gestione proprio per evitare deviazioni clientelari. il Governo presenterà inoltre disegni di legge : d) per avviare l' Agenzia per il sud, come strumento di razionalizzazione dell' azione delle diverse società che attualmente operano già in quest' ambito; l' attività dell' agenzia verrà indirizzata espressamente alla creazione di un numero di posti di lavoro la cui consistenza verrà predeterminata anno per anno. questi obiettivi potranno essere perseguiti costituendo un nucleo di specialisti altamente qualificati che aiutino enti locali e regioni del sud nella progettazione di interventi ad alta intensità di lavoro e funzionali alle politiche di sviluppo. l' agenzia, inoltre, svolgerà compiti — sempre più necessari — di promozione degli investimenti e di marketing territoriale (compito che in questo momento in Italia non viene svolto da alcuno, mentre nelle altre agenzie ha un valore prioritario); e) per dare piena attivazione, anche dal punto di vista delle risorse economiche alla riforma, già avviata, della formazione professionale , in particolare di quella continua, con la riorganizzazione e riqualificazione degli enti di formazione secondo standard europei di qualità; f) per lanciare un programma straordinario di borse per ricercatori applicati da destinare al sostegno dei progetti di sviluppo del sud. occorre, infine, provvedere alla destinazione dei fondi della legge finanziaria 1998 ancora impegnabili. al 30 giugno scorso, i disegni di legge presentati dal Governo, già approvati o in corso di approvazione, utilizzano poco più di 20 mila miliardi di lire dei 42 mila previsti dalla legge finanziaria per il 1998. sulla base delle disponibilità di bilancio conseguenti a tale rimodulazione dei piani di spesa dei fondi globali già stanziati dalla scorsa legge finanziaria per il triennio 1998-2000, sarà avviato un programma di manutenzione straordinaria del paese, con particolare riguardo ad ambiente, difesa del suolo e strutture sanitarie e ospedaliere. come ho detto, l' entrata a pieno titolo dell' Italia nell' unione monetaria europea obbliga ad accelerare la piena e definitiva modernizzazione del nostro paese. tre settori che, per varie ragioni, fanno oggi registrare un forte divario, quanto ad efficienza, efficacia e struttura organizzativa rispetto agli analoghi settori degli altri paesi europei e comunque degli altri sistemi nazionali con i quali noi siamo obbligati a competere ed a confrontarci. questi tre grandi settori sono: la scuola e il sistema dell' istruzione e della formazione; la giustizia e il sistema di sicurezza pubblica; la Pubblica Amministrazione . vi sono, inoltre, due grandi questioni che fanno parte del sistema di civiltà di ogni paese moderno. intendo riferirmi, in primo luogo, a quel complesso di problemi che potremmo definire come la necessaria manutenzione di un paese e che riguardano i grandi temi dell' ambiente, della tutela del territorio, del rispetto dei beni paesaggistici e culturali di una grande comunità nazionale. intendo riferirmi, in secondo luogo, ai temi della coesione sociale, nell' ambito dei quali assume una assoluta rilevanza la famiglia. vi sono infine oggi due grandi obiettivi strategici che il paese si deve porre. essi riguardano una accentuazione dell' evoluzione dello Stato italiano verso una forma di deciso federalismo amministrativo ed una più precisa definizione delle strategie di fondo del ruolo che l' Italia deve sviluppare nell' ambito della politica estera . su tutti questi diversi punti intendo soffermarmi con la massima brevità possibile, ma anche con l' approfondimento che una circostanza importante come quella di oggi richiede. la scuola e il sistema dell' istruzione e della formazione costituiscono la prima grande emergenza. il principale obiettivo del Governo per quanto riguarda i temi della scuola e della formazione è stato quello di individuare misure atte ad estendere il diritto allo studio , a garantire il successo formativo dei giovani e ad accrescere per numero e per qualità le situazione di eccellenza. in questo senso, la discussione che si è sviluppata sull' insieme delle iniziative di riforma in discussione dinanzi alle Camere è fondamentale. il confronto, che si è concluso positivamente e che ha individuato un terreno di approfondimento condiviso anche per questioni — come la parità — che vedevano posizioni diverse, ha indicato nell' elevamento dell' obbligo scolastico la prima ed urgente tappa. esso ha anche indicato nella successiva, immediata approvazione del riordino dei cicli dell' istruzione una scadenza non rinviabile, armonizzando i due provvedimenti con la necessaria gradualità. anzi, possiamo considerare i due provvedimenti come un unico provvedimento, che si articola in due fasi. va inoltre sviluppata la politica di integrazione fra il sistema di istruzione e il sistema di formazione, all' interno della quale rappresenta un primo significativo risultato l' attivazione fin dal prossimo autunno di un nuovo sistema di formazione tecnica superiore da realizzare in modo integrato con le regioni e raccordato con le università e le forze sociali . contestualmente, è necessario impegnarsi per la realizzazione di adeguati interventi di diritto allo studio che collochino sullo stesso piano tutti i cittadini a prescindere dalla scelta di frequentare scuole statali o scuole non statali. infine, all' interno della ridefinizione del riequilibrio tendenziale nel rapporto fra spesa pubblica per istruzione e Pil occorre riconoscere la necessità di significativi stanziamenti per investimenti nel settore dell' istruzione ed attribuire importanza prioritaria all' edilizia, all' attuazione dell' autonomia, al diritto allo studio e alla riqualificazione del personale. la seconda grande emergenza del paese è la giustizia. senza una forte lotta alla criminalità, specialmente a quella organizzata, non si può avere né sicurezza né sviluppo economico . senza una giustizia civile rapida e tempestiva non solo il rispetto dei diritti , ma anche il sistema delle relazioni economiche e patrimoniali fra i cittadini è a rischio. senza una giustizia amministrativa più rapida e capace di evitare che le sospensive diventino, come oggi accade in moltissimi casi, freno oggettivo all' investimento pubblico, anche la capacità del Governo, dell' amministrazione pubblica e del sistema delle regioni e delle autonomie locali di sostenere con i loro interventi occupazione e sviluppo sono messi a rischio. le disfunzioni del nostro sistema-giustizia e soprattutto i tempi eccessivamente lunghi con i quali in Italia si perviene alla definizione delle controversie, sta determinando un forte freno alla capacità di essere competitivi e sufficientemente coerenti con i parametri che vigono negli altri paesi europei . la « questione giustizia » è dunque, senza ombra di dubbio , un gravissimo problema nazionale, sul quale dobbiamo impegnarci con la massima energia. allo stesso tempo dobbiamo riconoscere, ed io lo faccio con convinzione profonda a nome di tutto il Governo, che la giustizia italiana e i magistrati del nostro paese hanno svolto in questi anni un ruolo fondamentale e prezioso per aiutare l' Italia a costruire il suo futuro. la lotta ad ogni forma di criminalità, compresa quella direttamente riconducibile alle deviazioni che si sono purtroppo diffusamente manifestate nel sistema politico italiano, è stata la migliore dimostrazione del fatto che la nostra magistratura costituisce un baluardo a difesa della legalità e del buon funzionamento delle nostre istituzioni, quali che siano gli interessi e le personalità coinvolte. del resto la maggioranza elettorale e parlamentare che ha espresso questo Governo ha in questi valori uno dei suoi principali collanti. noi non possiamo perciò in alcun modo condividere la ricostruzione che anche in questi giorni l' onorevole Berlusconi fa dell' operato della magistratura e l' attacco frontale che viene portato nei confronti non solo della magistratura inquirente ma anche di quella giudicante; non solo della magistratura italiana ma anche di quella di un altro paese, come la Spagna. abbiamo sentito risuonare nelle ultime ore gli echi di posizioni politiche e culturali e il ritorno ad un clima di odio e di contrapposizioni persino ideologiche, che appare oggettivamente molto grave. ricostruire la vicenda italiana degli ultimi anni in termini di golpe o di complotto è veramente inammissibile. sono le stesse posizioni e lo stesso clima che alcuni anni fa spinsero moltissimi italiani a dedicare impegno e sforzo affinché il paese non fosse governato da chi usava un tale linguaggio e tale aggressività verso il ruolo e la funzione della giustizia. il clima che si è alimentato in questi giorni con dichiarazioni, manifestazioni e propositi proclamati, di trasformare una Commissione di inchiesta in un banco di accusa della magistratura italiana hanno confermato...... i dubbi e le contrarietà che su questa ipotesi... il clima che si è alimentato in questi giorni, dicevo, con dichiarazioni, manifestazioni e propositi proclamati, di trasformare una Commissione di inchiesta in un banco di accusa della magistratura italiana hanno confermato i dubbi e le contrarietà che su questa ipotesi sono state formulate il 7 luglio...... hanno confermato i dubbi e le contrarietà, dicevo, che su questa ipotesi sono state formulate il 7 luglio dal relatore per la maggioranza e dal ministro Flick. peraltro questo giudizio, che qui riconfermiamo, non ci impedisce affatto di valutare utile al paese che il Parlamento italiano possa darsi strumenti di indagine attorno ai problemi che in questi anni sono emersi...... sul grande tema della questione morale . anche questo, infatti, può essere utile al Parlamento, al Governo, al paese per avere una giustizia sempre meglio organizzata e sempre più in grado di svolgere con tempestività ed efficienza le proprie funzioni. proprio la necessità di avere una giustizia più rapida e più efficiente è infatti un grande problema del paese che anche il Governo, e forse prima di tutto il Governo, sente come proprio. in questo quadro alcuni punti devono essere sottolineati con forza: innanzi tutto si ravvisa la necessità di una strategia che affronti la questione dell' organizzazione della giustizia. al centro del problema del funzionamento della giustizia sta la questione della organizzazione dello stesso ministero, dell' utilizzazione o meno di magistrati in alcuni incarichi ministeriali e del ruolo che nell' ambito dell' organizzazione ministeriale devono svolgere manager e dirigenti pubblici. il Governo sta definendo un progetto articolato di riorganizzazione del ministero e allo stesso tempo segue con attenzione il dibattito in corso su questi temi in Parlamento. è urgente poi definire, anche d' intesa con il Csm, regole più cogenti circa le modalità di utilizzazione delle strutture e del personale addetto agli uffici giudiziari . in questo quadro occorre anche cercare di stabilire nuove forme di verifica della produttività del lavoro dei magistrati e dell' efficienza dell' organizzazione giudiziaria anche in periferia, senza ovviamente interferire in alcun modo sui contenuti dell' attività giudiziaria. per quanto riguarda la giustizia penale, vanno accelerate le approvazione dei disegni di legge sulla depenalizzazione e sul giudice di pace . va approvato il disegno di legge sul nuovo procedimento penale di fronte al giudice monocratico. per quanto riguarda la legislazione antimafia, occorre completare la modifica alle leggi antiracket e procedere rapidamente per quanto riguarda la legislazione sui collaboratori di giustizia. è opportuno pensare alla redazione di un testo unico delle leggi antimafia e ad una ridefinizione del ruolo del procuratore nazionale antimafia e a forme più incisive di lotta al riciclaggio, come è emerso dal recente convegno di Palermo. per quanto riguarda la giustizia civile, occorre assicurare la rapidissima istituzione delle sezioni stralcio affidate a giudici onorari e finalizzate a smaltire l' arretrato. occorre ridurre l' intervento giudiziario nella soluzione delle liti civili, prevedendo forme alternative che non richiedano la decisione del giudice. occorre dare ai giudice effettivi poteri per combattere l' inerzia delle parti e prevedere i modi per accertare che tali poteri siano effettivamente usati. per quanto riguarda la giustizia amministrativa , occorre garantire che sia attenuato l' impatto di provvedimenti cautelari non adeguatamente giustificati e che i tempi della giustizia amministrativa siano compatibili con le esigenze di un paese civile. bisogna quindi evitare che l' intervento cautelare del giudice si traduca in paralisi dell' azione amministrativa e che l' azione cautelare del giudice possa di fatto sostituirsi all' azione amministrativa e pensare eventualmente anche a interventi cautelari sostitutivi, come cauzioni e garanzie fideiussorie; bisogna inoltre assicurare per quanto possibile un' interpretazione uniforme della legge e, infine, assicurare tempi rapidi per il giudizio definitivo. la sicurezza: nelle moderne società contemporanee la sicurezza è un bisogno essenziale. a questo bisogno non si può corrispondere solo con l' intensificazione delle forze di Pubblica Sicurezza o di polizia giudiziaria . sono certamente necessari anche questi sforzi, e il Governo non ha mancato né mancherà di dedicare a questo attenzione e risorse. in questi giorni le forze dell'ordine hanno assestato colpi decisivi alla mafia e alla camorra. decine di persone coinvolte nelle organizzazioni criminali sono state assicurate alla giustizia. tra di essi alcuni latitanti che lo Stato ricercava da anni. di questo sforzo vorrei ringraziare, se mi permettete a nome di tutti voi, la magistratura, la Polizia di Stato , l' Arma dei carabinieri e la Guardia di Finanza . ma è necessario pensare anche a forme nuove di corresponsabilizzazione su questi temi delle autonomie locali, dei sindaci e delle forze di polizia urbana. bisogna in sostanza sottoscrivere dei veri patti di sicurezza per le nostre città. la lotta alla microcriminalità diffusa, l' attenzione ad evitare che i fenomeni di maggiore devianza si concentrino tutti insieme all' interno di una realtà urbana, il coinvolgimento delle comunità e delle persone nella lotta alla criminalità minore sono tutti aspetti importanti che nel loro insieme possono concorrere a rendere meno angosciata e meno insicura la vita dei cittadini, specialmente dei più anziani. in un paese moderno il concetto stesso di sicurezza non può limitarsi ai temi, pure importantissimi, della sicurezza pubblica. vi sono questioni più ampie, questioni che nelle attuali società, nelle quali la vita media si allunga e il numero di anziani cresce, diventano per un numero sempre più grande di cittadini un aspetto fondamentale della propria qualità della vita . di questo dobbiamo farci carico e a questi aspetti il Governo intende dedicare attenzione. dobbiamo far nostro il bisogno di sicurezza che consiste nella sicurezza di essere ben curati negli ospedali se di cure si ha bisogno; nella sicurezza di essere difesi il più possibile contro gli incidenti, attraverso norme e misure che limitino gli incidenti stradali, quelli sul lavoro e quelli domestici, che avvengono ancora in numero eccessivamente elevato; nella sicurezza rispetto ai rischi ambientali; nella sicurezza ragionevole di trovare e conservare lavoro; nella sicurezza di un minimo di stabilità delle proprie condizioni di lavoro, di vita, di reddito; nella sicurezza rispetto alle difficoltà e alla solitudine degli anziani. dobbiamo renderci conto che se è un valore importante in una società moderna la flessibilità e la mobilità, è un valore altrettanto importante una ragionevole stabilità nei propri progetti di vita. a questi aspetti dobbiamo portare attenzione perché anche in questo, se non forse soprattutto in questo, consistono i nuovi bisogni diffusi delle società contemporanee avanzate. la Pubblica Amministrazione : il Governo, fin dai primi giorni della sua attività, ha puntato moltissimo sulla riforma dell' amministrazione e su questa strada intende procedere, portando a compimento nei modi e nei tempi previsti il processo riformatore in atto. a tale scopo è impegno del Governo dedicare a questo processo tutte le risorse necessarie, rafforzando le strutture di supporto già istituite, come la cabina di regia esistente presso la Presidenza del Consiglio , con ulteriori strutture finalizzate alla redazione dell' imponente mole di norme necessaria a dare piena attuazione alla riforma. una apposita struttura, da istituire presso il dipartimento della funzione pubblica , sarà inoltre finalizzata specificamente ad attuare la semplificazione e la delegificazione prevista dalla legge numero 59 del 1997. il Governo assume inoltre l' impegno di procedere alla rapida realizzazione dei testi unici . è necessario attuare rapidamente, e in coerenza con la citata legge numero 59 del 1997, la cosiddetta riforma del « centro » e cioè degli apparati amministrativi dello Stato centrale, a cominciare dalla riforma della Presidenza del Consiglio e dalla strettamente connessa riforma dei ministeri, riorganizzandone funzioni e strutture. alcune delle funzioni oggi esercitate da ministeri, come ad esempio quello delle Finanze, potranno e dovranno essere riorganizzate anche attraverso apposite agenzie. in ogni caso, la riforma deve essere completata entro il 1999 e il Governo assume formale impegno di rispettare puntualmente tale termine. è necessario considerare l' incremento della spesa per il personale delle pubbliche amministrazioni previsto dal Dpef nella misura del 2,3 per cento annuo come un obiettivo programmatico, così da consentire la firma dei contratti e adeguate risorse per la contrattazione integrativa volta a incentivare la produttività, l' efficienza, l' innovazione e il miglioramento della qualità delle prestazioni e dei servizi della Pubblica Amministrazione . è essenziale il processo di formazione e di aggiornamento del personale e a questo fine devono essere utilizzate le risorse già previste dal Dpef. devono inoltre essere rivisti e irrobustiti i processi e le strutture di formazione e di aggiornamento e le modalità di accesso alla dirigenza valorizzando il ruolo delle università e dei privati e assegnando alla scuola superiore , che deve essere riformata, compiti di « preparazione interna » dei nuovi dirigenti assunti per concorso e di formazione permanente e di aggiornamento dei dirigenti in servizio. per quanto riguarda la manutenzione del paese, un paese moderno e civile deve prestare anche la massima attenzione alla propria manutenzione. in molti, moltissimi casi il degrado non deriva dalla qualità delle nostre infrastrutture e della tipologia dei nostri servizi. deriva piuttosto dalla scarsa attenzione e dalla carenza di investimenti che noi dedichiamo alla manutenzione del nostro patrimonio. la civiltà di un paese si riconosce dal suo grado di manutenzione. se noi abbiamo la metà del patrimonio artistico del mondo non è solo perché i nostri avi seppero crearlo: è anche perché seppero conservarlo e trasmettercelo nel tempo. la manutenzione di un paese è un aspetto essenziale del filo che deve legare l' una all' altra le diverse generazioni. per questo io credo che, compatibilmente con le nostre risorse, noi dobbiamo mettere assolutamente al centro della nostra azione politica e comportamentale la tutela dell'ambiente , della cultura, dei beni e del paesaggio. per rispetto ai nostri concittadini e all' uso stesso del denaro pubblico , dobbiamo poi porre attenzione non minore anche alla conservazione delle nostre strutture e infrastrutture. per quanto attiene al welfare e la famiglia, onorevoli Deputati , il rapporto che il Governo ha presentato sullo stato della povertà nel nostro paese chiama in causa ciascuno di noi. non aumenta la povertà assoluta, ma si conferma il divario fra chi ha troppo e chi ha troppo poco e questo per il nostro Governo è del tutto inaccettabile. è vero che lo stesso problema c' è in tutta Europa, ma questo non deve attenuare il nostro sforzo di definire una politica sociale più giusta per il nostro paese. la necessità di mantenere forte la coesione e l' identità collettiva richiedono che la comunità nazionale faccia sentire di condividere il disagio che affrontano un numero crescente di famiglie con bambini e ragazzi a carico , di donne sole con figli a carico , di giovani e anziani soli, di persone in cerca di prima occupazione e di persone che rischiano l' emarginazione sociale. è questa certamente una frontiera che non possiamo rinunciare a difendere ed è soprattutto intorno a questi temi che deve essere costruita una nuova esperienza del welfare europeo. il Governo si è avviato lungo la strada della lotta all' esclusione sociale promuovendo molteplici interventi: il reddito minimo di inserimento, i sostegni ai figli delle famiglie povere, la riforma del sistema delle locazioni, il disegno di legge relativo al riordino dell' assistenza e alla promozione delle politiche sociali . l' approvazione e l' adeguato finanziamento della legge quadro di riordino dell' assistenza e per la promozione di una rete integrata di servizi alle persone costituisce una priorità per la prossima legge finanziaria e per l' attività parlamentare dei prossimi mesi. consideriamo fondamentale proseguire l' impegno intrapreso con forza dal Governo per promuovere politiche di sostegno alle responsabilità familiari, soprattutto per aiutare i genitori nella cura e crescita dei figli, per promuovere i diritti dell' infanzia e dell' adolescenza, per consentire ai giovani di formarsi una propria famiglia. a questo proposito è avviato l' iter di approvazione davanti al Parlamento di alcuni disegni di legge di grande rilievo presentati dal Governo, recanti: « norme per sostenere la maternità e la paternità, e per conciliare la vita lavorativa e familiare » e « norme per facilitare l' acquisto e l' affitto della casa da parte di giovani coppie e famiglie monoparentali » . la tutela, la difesa e la promozione della famiglia devono essere iscritte in modo prioritario nell' agenda del Governo, così come dobbiamo prestare la massima attenzione per porre argine al fenomeno della denatalità che rischia di mettere ai margini dello sviluppo futuro addirittura il nostro stesso popolo. è proprio in questi settori, insomma, che è necessario saper pensare non solo ai nostri concittadini di oggi ma anche a quelli di domani e saper dare una risposta non solo alle domande che oggi i nostri concittadini ci pongono ma anche a quelle che domani essi stessi si porranno e ci porranno. onorevoli Deputati , fin qui vi ho esposto i tratti essenziali dell' agenda che il Governo intende darsi nel quadro di quello che ho chiamato il nuovo ciclo riformatore. è un quadro complesso ma iscritto tutto nell' arco temporale di questa legislatura e dell' azione collegata alla piena attuazione del programma sul quale voi ci avete dato la fiducia. come ho detto poco fa, vi sono però anche grandi obiettivi strategici da perseguire. obiettivi, voglio dire, che sono necessariamente di lungo periodo e sono destinati a segnare le linee di azione che un paese deve fare proprie e perseguire con tenacia, senza mai perdere la bussola che lo orienta. per quanto riguarda il nostro paese io vedo oggi di fronte a noi due grandi obiettivi da perseguire. il primo riguarda l' assetto interno del nostro ordinamento e la necessità di proseguire senza ripensamenti sulla via della costruzione di un federalismo amministrativo forte e coeso. il secondo riguarda il ruolo che l' Italia deve svolgere sullo scenario internazionale. uno scenario nel quale oggi siamo rispettati e considerati e che attende da noi una forte assunzione di responsabilità. riprendendo il filo del discorso sulla riforma dell' amministrazione pubblica , merita sottolineare che l' obiettivo di costruire il massimo di federalismo possibile a Costituzione invariata è certamente un aspetto fondamentale di questo processo di riforma e più in generale ha costituito, fin dalla presentazione del programma di Governo , un aspetto essenziale della nostra azione. si può anzi dire che la molla principale che due anni fa spinse il Governo ad affrontare la questione della riforma dell' amministrazione anche, e principalmente, come una questione di rilocalizzazione dei poteri e delle responsabilità tra Stato centrale e sistema delle regioni e delle autonomie locali, sia stata proprio quella di anticipare in ogni modo possibile l' evoluzione in senso federale dell' ordinamento. questo processo deve continuare. occorre poi porsi come obiettivo quello di mirare a rendere effettiva l' autosufficienza finanziaria e l' autonomia fiscale delle regioni e degli enti locali , istituendo peraltro, come già prevedeva anche la Commissione bicamerale, un fondo di perequazione per la redistribuzione di risorse a favore delle aree più deboli. sulla stessa linea va inoltre favorita la compartecipazione delle regioni e degli enti locali al gettito dei maggiori tributi erariali. sempre nell' ambito di un rafforzamento del carattere tendenzialmente federale dell' ordinamento italiano, deve essere ricordato che i parlamentari sudtirolesi e valdostani pongono da sempre al Governo i problemi legati alla tutela e allo sviluppo delle loro autonomie speciali . voglio rassicurarli, come gli altri parlamentari delle regioni speciali, e garantire loro il nostro impegno nei confronti delle comunità che ci chiedono questo, proseguendo e sviluppando la linea di collaborazione e rispetto sempre seguita in questi anni. sulla partecipazione italiana all' unione monetaria europea ci siamo già ampiamente soffermati; sebbene fondamentale essa non esaurisca la nuova politica estera italiana. l' azione del governo in questo campo si è infatti sviluppata con coerenza lungo alcune precise linee direttrici, che in questa sede è giusto richiamare. due sono i pilastri su cui si regge la nostra politica estera : l' integrazione europea e il solido rapporto di cooperazione fra l' Europa e gli Stati Uniti d'America . la partecipazione dell' Italia alla vita istituzionale dell' Unione Europea , alla sua riforma interna e al suo processo di allargamento ha sempre costituito una priorità. la qualità di membro autorevole dell' Unione è infatti il presupposto per qualsiasi forma di presenza durevole ed efficace dell' Italia nel mondo. fuori dall' Europa l' Italia non conterebbe nulla. anche per questo la partecipazione dell' Italia alla moneta unica europea fin dalla sua istituzione ha rappresentato un' esigenza fondamentale. e nell' ambito dell' attività istituzionale dell' Unione, ci siamo sempre impegnati per una maggior attenzione nei confronti del grande problema collettivo dell' Europa, cioè il problema dell' occupazione, ricordando che la responsabilità primaria dei singoli Stati deve trovare adeguato sostegno anche negli orientamenti generali dell' Unione Europea e noi continueremo con forza a sostenere questa posizione, che ha fatto effettivamente molti progressi nell' ultimo anno. l' Italia ha inoltre sostenuto la necessità strategica dell' allargamento dell' Unione. occorre saper rispondere alla « domanda d' Europa » che si alza attorno ad essa. l' altra sfida è quella delle riforme istituzionali europee. essa si pone fin da ora: in una Unione di quindici membri, appare oggi indispensabile elaborare strumenti di deliberazione diversi, più agili ed efficaci di quelli che hanno regolato l' attività di un' Europa meno numerosa e dalle competenze più limitate. questa esigenza non può che essere rafforzata dalla prospettiva dell' allargamento. è per questo che abbiamo rilevato con fermezza la necessità di una riforma dei meccanismi decisionali all' interno della stessa Unione prima dell' ingresso a pieno titolo di nuovi membri. accanto alla promozione dell' integrazione europea , l' Italia ha agito con coerenza e decisione per incrementare la stabilità nelle relazioni internazionali, sul piano globale e regionale. tale ispirazione ha dettato gli atteggiamenti assunti dall' Italia in tutte le sedi internazionali: in primo luogo, le Nazioni Unite . in tale ambito, abbiamo espresso e fatto valere con successo l' esigenza che la composizione del Consiglio di sicurezza rispecchi adeguatamente la nuova realtà internazionale. la nostra posizione ha raccolto un vasto numero di consensi e ha dato luogo a una profonda riflessione che è tuttora in corso . nel campo del disarmo e del controllo degli armamenti, il Governo ha sostenuto, in ambito nazionale e internazionale, una legislazione in materia di mine antiuomo che pone l' Italia all' avanguardia nella comunità mondiale. ed è con tono fermo che ci siamo uniti alle reazioni a difesa della non proliferazione nucleare, contro gli esperimenti condotti da ultimo da India e Pakistan. a livello regionale, abbiamo contribuito, nell' ambito dell' Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), a far progredire l' elaborazione di un nuovo modello di sicurezza per il ventunesimo secolo. abbiamo condiviso e appoggiato la richiesta di adesione di tre paesi centro-europei, Polonia, Repubblica ceca e Ungheria, all' Alleanza Atlantica ...... in funzione dell' acquisizione da parte dell' Alleanza medesima di una maggiore capacità di proiettare stabilità anche all' esterno. non avremmo la fortuna di incontrarci oggi, se non avessimo... in tal modo, essa potrà ulteriormente consolidarsi come elemento fondamentale per la tutela della sicurezza comune nell' intera area euro-atlantica, fino ad assumere, come suo fondamentale partner strategico, la Russia, la cui funzione per la stabilità del continente europeo si conferma di primaria importanza. la medesima preoccupazione di garantire stabilità ha dettato la nostra azione nei confronti delle aree del vicino est (cioè soprattutto i Balcani) e del Mediterraneo. in questa area soprattutto si esercita la responsabilità regionale che è propria di un paese come l' Italia. va in tal senso il rilevante contributo italiano alla forza internazionale per la pace in Bosnia (SFOR) e l' organizzazione dell' operazione « Alba » , che ha riportato in Albania un livello di stabilità tale da porre argine a gravi tensioni e turbative che avevano iniziato ad investire anche il nostro territorio. prosegue ora, sul piano bilaterale e multilaterale, un nostro organico, articolato sostegno a favore del paese vicino, nel campo della ricostruzione dello stato di diritto , della tutela dell' ordine pubblico , del rilancio dello sviluppo economico e sociale . ad analoghe considerazioni si ispira l' azione italiana nei confronti del Kosovo. in tutti gli ambiti operativi esistenti — Nazioni Unite , Unione Europea , Osce, NATO e gruppo di contatto — essa è volta a pervenire l' ulteriore degenerazione della crisi. e noi auspichiamo che la vicenda si svolga all' interno delle deliberazioni delle Nazioni Unite . sul piano dei principi, si tratta di prevenire l' inaccettabile spirale di violenza innescata da intolleranze nazionalistiche, che troppo facilmente fanno perdere di vista gli imperativi della coesistenza civile. sul piano della tutela dei nostri interessi, nonché di quelli dell' intera comunità dei paesi europei , si impone un' opera di convincimento e di dissuasione, argomentata nei modi più efficaci. fondamentale è inoltre incrementare la cooperazione e la fiducia dell' area mediterranea. ciò richiede, da una parte, un' attivo sostegno e partecipazione al partenariato euro-mediterraneo, segnato dal successo della conferenza di Palermo. questa ha dato nuovo impulso ad un processo ambizioso, articolato su un livello politico, economico e culturale, che mira a rendere giustizia alla complessità delle relazioni tra la riva sud e la riva nord del Mediterraneo. in secondo luogo, non abbiamo mancato di appoggiare in ogni modo il processo di pace in Medio Oriente . ciò tanto sul piano bilaterale, con un dialogo costante nei confronti di tutte le parti in cause, quanto in ambito europeo e nel quadro dell' Organizzazione delle Nazioni Unite , alla cui Assemblea generale , in questi giorni, i rappresentanti palestinesi hanno potuto vedersi attribuire uno status più ragguardevole anche grazie al nostro sostegno. altre nostre azioni sono state volte a pervenire il surriscaldarsi di pericolose crisi in zone gravanti nell' area a noi vicina. è in questo senso che, pochi mesi or sono, abbiamo contribuito, congiuntamente con la Russia, ad appoggiare in modo determinante quella missione a Bagdad del segretario generale delle Nazioni Unite che ha reso possibile il superamento di una nuova crisi nell' area del Golfo, riconducendo l' Iraq all' applicazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza . abbiamo poi sollecitato personalmente la nuova dirigenza dell' Iran, affinché sappia cogliere le opportunità aperte dall' attuale momento, riconducendo il paese nella comunità internazionale e impegnandosi attivamente nella lotta contro il terrorismo, la proliferazione delle armi di distruzione di massa e per il rispetto dei diritti umani. il recentissimo passo in avanti registratosi nei nostri rapporti con la Libia corrisponde ad una sollecitudine analoga. essa è un' ulteriore conferma della nostra radicata convinzione che un dinamico, costruttivo sviluppo delle relazioni bilaterali con i nostri vicini, nel pieno rispetto delle norme internazionali di pace, diritto e cooperazione, sia indispensabile nell' interesse reciproco e per la maggiore stabilità internazionale. pensiamo infatti che non vi possa essere sviluppo nel nostro Mezzogiorno se non in un Mediterraneo pacificato ed economicamente forte. tali linee strategiche si sono altresì realizzate attraverso un fitto susseguirsi di azioni sul piano bilaterale. tale attività ha tradotto in pratica una visione coerente delle relazioni internazionali odierne. ai nostri partner noi presentiamo non solo l' Italia come Stato, ma il « sistema italia » nel suo complesso: con la sua capacità di proiezione e cooperazione economica, soprattutto attraverso le piccole e medie imprese , con il suo patrimonio culturale e civile, con la larga diffusione delle comunità italiane nel mondo. questo ruolo ha potuto essere svolto anche grazie ad una continuità nell' azione di questo Governo, ad un suo impegno di lunga durata consono alle esigenze di una nuova cultura della stabilità politica . il quadro che emerge da tutte queste considerazioni, quadro volutamente minuzioso e dettagliato, è quello di un paese che sta svolgendo un ruolo importante nel contesto europeo e internazionale; il ruolo che spetta a uno Stato che opera in un' area regionale, ma che in quest' area regionale ha interessi vitali per la difesa della pace, dell' equilibrio dei popoli e dei rapporti tra civiltà diverse. uno Stato con diretta e grande responsabilità « regionale » , ma che per tradizione storica e posizione geografica si trova in prima linea su una delle grandi fratture del mondo contemporaneo: quella fra popoli cristiani e popoli islamici; fra Occidente e Oriente. fra mondo e culture diverse, ma necessariamente spinte al confronto e all' integrazione reciproca. l' Italia, proprio per il suo essere parte essenziale dell' Europa e coerentemente inserita nel sistema dell' alleanza occidentale, può e deve svolgere una funzione di grandissimo rilievo nella politica estera del nostro tempo e nelle relazioni fra i popoli in questo passaggio della storia. per questo noi attribuiamo oggi un' importanza essenziale al nostro ruolo nella politica internazionale . per questo abbiamo bisogno, anche su tale terreno, di essere confortati dal consenso e dalla condivisione del nostro paese e di questo Parlamento. onorevoli Deputati , vi ho esposto le linee essenziali lungo le quali intendiamo muoverci nel prossimo futuro. su queste linee e su questo programma vi chiedo la fiducia. la fiducia che vi chiedo è un atto essenziale per consentire al Governo di continuare nella sua opera di risanamento e di riforma del paese. è un atto essenziale per consentire all' Italia di avere fiducia nel suo Governo e nel suo Parlamento. è un atto essenziale per consentire all' Italia e a chi la rappresenta di mantenere alta nelle sedi europee ed internazionali la propria autorevolezza. è, infine, un atto essenziale per consentire a noi stessi come cittadini italiani di essere coerenti con i cambiamenti che nel nostro paese si sono verificati in questi anni. onorevoli Deputati , noi tutti sappiamo che il nostro paese, il nostro sistema politico , il nostro stesso sistema economico hanno attraversato in questi anni prove difficili e durissime. attraverso queste prove l' Italia ha intrapreso un cammino difficile, ma di vitale importanza per uscire dal suo passato ed entrare nel suo futuro. paese di frontiera, legato a un sistema politico che aveva consentito lo sviluppo della democrazia ed il rafforzamento dell' economia, ma che aveva anche segnato la differenza profonda tra noi e le altre grandi democrazie europee, noi abbiamo dovuto affrontare tutti in una volta tre grandi problemi di ogni democrazia: costruire un sistema politico sostanzialmente bipolare, che garantisse attraverso l' alternanza la vera sovranità dei cittadini, risanare i nostri conti pubblici ed avviare un massiccio processo riformatore. tutte e tre queste cose sono accadute. ed è grazie al fatto che su tutti e tre questi terreni abbiamo fatto in questi anni grandi passi in avanti che abbiamo potuto entrare in Europa e riacquistare la stima e la fiducia dei grandi paesi. lo voglio dire con chiarezza, rileggendo tutta la storia dei nostri conti pubblici: certamente con la prima Repubblica non avremmo potuto entrare in Europa, perché i conti erano fuori da ogni parametro. e credo che le generazioni future ci renderanno merito degli sforzi che tutti insieme, noi italiani di questa generazione, abbiamo compiuto in un passaggio tanto difficile della nostra storia nazionale. ma il cammino non è finito. noi non abbiamo ancora raggiunto un porto sicuro su alcuno dei tre terreni che ho indicato. il nostro sistema politico mostra, a volte, segni di cedimento ed una qualche tentazione a tornare a pratiche non compatibili con la logica bipolare ed il rispetto della volontà degli elettori. i nostri conti economici richiedono grande attenzione, grande senso di responsabilità , grande capacità di mantenere alta la guardia per evitare che i risultati appena raggiunti siano di nuovo messi a repentaglio. le riforme del nostro sistema sono avviate ma non ancora consolidate. abbiamo dovuto registrare una battuta d' arresto per quanto riguarda la più necessaria tra di esse e cioè la riforma costituzionale . vi è ragione di temere che senza un adeguato impegno da parte di tutti, e prima di tutto da parte della maggioranza, anche gli altri processi riformatori in corso possano subire rallentamenti, freni, ritorni al passato. per questo, onorevoli Deputati , vi chiedo oggi di dare al Governo una fiducia non solo per riconfermare l' indispensabile vincolo istituzionale che deve legare Parlamento e Governo, Governo a maggioranza parlamentare , ma vi chiedo una fiducia che sia qualcosa di più. vi chiedo una fiducia che sia un chiaro segnale che non si torna indietro, che il cammino virtuoso che il paese ha iniziato a compiere non è rimesso in discussione. è evidente che il mio discorso è diretto innanzitutto alla maggioranza che sostiene il Governo. è infatti alla mia maggioranza che mi rivolgo ed è alla maggioranza sanzionata dal voto elettorale che io chiedo di mantenere gli impegni presi e di consentire al Governo di continuare con decisione e con forza nell' attuazione del patto contratto con gli elettori. parlando come vi ho parlato ho voluto rivolgermi però a tutti voi, anche a chi fa parte dell' opposizione. nelle cose che ho detto vi è, infatti, la consapevolezza che noi dobbiamo, tutti insieme, mantenere fede al patto che abbiamo stipulato con i nostri concittadini e all' obbiettivo che il nostro paese si è dato quando, alcuni anni fa, ha intrapreso la marcia verso il suo futuro. restare fedeli a tale patto, mantenersi coerenti con questo obiettivo significa essere consapevoli che non si può governare ad ogni costo. restare al Governo non equivale a governare. significa anche ricordare che vale la pena di governare solo se si è davvero in grado di svolgere con pienezza di autorevolezza il proprio compito. un compito sempre difficile, ma in questi anni difficilissimo. non voglio dunque una fiducia tecnica, non voglio una fiducia critica, non voglio una fiducia provvisoria. io chiedo alla mia maggioranza una fiducia piena che consenta al Governo di governare: di svolgere, cioè, fino in fondo e nella pienezza del suo ruolo politico i propri compiti. e per contro desidero dire con altrettanta chiarezza che sono il presidente del Consiglio di questa coalizione e di questo programma e che solo in questo quadro intendo rimanere presidente del Consiglio . il paese non può permettersi incertezze di guida, alleanze o accordi non sanzionati dal voto popolare, governi di transizione verso un orizzonte indefinito. i nostri concittadini verrebbero risucchiati in quell' instabilità, in quella precarietà, in quella assenza di riferimenti certi che tanti danni ha prodotto nella vita economica e politica dell' Italia. ho detto in precedenza che con i conti della prima Repubblica e con il continuo cambiamento dei governi di allora non saremmo entrati in Europa; se tornassimo a prassi ed a comportamenti di quel tipo in Europa non potremmo nemmeno restare. onorevoli Deputati , vi ho parlato con parole che possono sembrare inusuali nel linguaggio della politica italiana . non vi è però da parte mia alcuna intenzione di essere irriguardoso verso il Parlamento della Repubblica o verso le forze politiche del mio paese, siano esse di maggioranza o di opposizione. così come non vi è alcuna pretesa di vincolare in nessun modo le decisioni di alcun organo costituzionale del nostro paese e men che mai quelle del Parlamento e quelle, altrettanto importanti, del presidente della Repubblica . c' è invece nelle mie parole molta determinazione e molto senso di responsabilità . sono convinto e io so che oggi, malgrado il clima estivo e quasi già aperto alle vacanze, noi stiamo vivendo un giorno molto importante. come molte altre volte è accaduto in questi ultimi anni, noi italiani, noi classe dirigente di questo paese, siamo chiamati ad assumere una decisione di grande rilievo. siamo cioè chiamati a dire ai nostri concittadini e ai popoli stranieri che ci guardano che noi siamo davvero, come vogliamo essere, un grande paese e una grande democrazia. un paese e una democrazia consapevoli che il Governo deve avere sempre, e nell' interesse generale di tutti, la pienezza dei suoi poteri e della sua capacità di rappresentanza. un paese e una democrazia consapevoli che nei momenti difficili, quando è in gioco il futuro, occorre dare a chi ha la responsabilità di governare, tutti i poteri e tutti gli strumenti che la Costituzione e le leggi prevedono. un paese e una democrazia consapevoli che il rispetto della volontà dei cittadini è la pietra angolare sulla quale fondare la convivenza civile e la responsabilità nazionale. grazie.