Romano PRODI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 377 - seduta del 23-06-1998
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
1998 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 266
  • Comunicazioni del governo

onorevole presidente della Camera, onorevoli Deputati , questo dibattito sull' allargamento della NATO, al quale ieri non ho potuto essere presente...... per non rinviabili impegni internazionali, è stato di grande importanza sia per quanto riguarda il tema specifico dell' allargamento dell' Alleanza Atlantica , sia per quanto riguarda la politica estera del Governo e del paese. e su questi punti io desidero esporre in modo sintetico ma preciso l' opinione mia e del Governo. sull' allargamento della NATO, innanzitutto. il ministro degli Affari esteri Lamberto Dini ha già illustrato diffusamente le ragioni che militano a favore dell' allargamento della NATO e che hanno spinto il Governo a operare in modo convinto per il raggiungimento di questo obiettivo. intendo soltanto aggiungere alcune considerazioni di carattere generale per sottolineare come tale decisione, nelle condizioni del mondo di oggi, corrisponda nel modo più profondo agli interessi del nostro paese e all' obiettivo di difendere e di salvaguardare la pace. l' Alleanza Atlantica ha svolto nel passato e continua a svolgere oggi la funzione di garantire nel modo più efficace e durevole la sicurezza dei paesi membri . proprio per questa sua missione fondamentale essa è stata ed è ancora la struttura portante della sicurezza dell' intera area euro-atlantica. per la stessa ragione essa è anche un grande fattore di pace e di stabilità. l' alleanza infatti è un consesso democratico, formato da paesi democratici, che opera e assume le sue decisioni all' unanimità e dunque nel pieno rispetto della volontà di tutti i suoi membri. è una entità internazionale che non solo garantisce sicurezza, ma la produce. la decisione, assunta dai governi dei paesi membri dell' alleanza, di accettare la richiesta di adesione della Polonia, della Repubblica ceca e dell' Ungheria deve essere collocata in questo quadro. le ragioni di questa decisione sono semplici e chiare. essa risponde innanzitutto alla legittima richiesta di entrare a far parte di un' alleanza democratica che paesi ritornati dopo un lungo periodo di isolamento hanno rivolto a tutti i membri dell' alleanza e quindi anche all' Italia. si tratta di un riconoscimento « doveroso » dell' aspirazione ad una più elevata forma di sicurezza individuale, espressa da paesi la cui storia, nell' ultimo cinquantennio, è stata drammaticamente difficile. essi sanno più di ogni altro quanto sia preziosa la pace europea oggi pienamente ritrovata in un clima di sempre più ampia democrazia. essi hanno chiesto di entrare a far parte della nostra alleanza vedendo in essa lo strumento fondamentale per consolidare e rafforzare la loro ritrovata pace e sicurezza e per dare stabilità e una prospettiva di sviluppo aperta a tutti i paesi e i popoli che fanno parte del continente europeo. a questa domanda noi non potevamo e non possiamo rispondere con un rifiuto. il loro desiderio di contribuire a dare pace, stabilità e sviluppo a questa parte del mondo è lo stesso desiderio che abbiamo noi. d' altra parte, l' allargamento dell' alleanza ha come effetto quello di integrare in un sistema coerente, organico e operativo un più ampio numero di « produttori di sicurezza » . si assicurano così nuovi importanti contributi all' opera di pace, che costituisce oggi la missione principale di questa alleanza. l' Alleanza Atlantica si caratterizza inoltre per il fatto di operare sulla base di principi e valori comuni a tutti i suoi membri. l' accesso di Polonia, Repubblica ceca e Ungheria implica dunque un' ulteriore estensione e un consolidamento dell' area in cui i valori comuni vengono accettati e praticati. del resto, nella Repubblica ceca , in Polonia e in Ungheria, tutte le forze politiche di quei paesi, quelle di destra come quelle di sinistra, hanno visto nell' adesione alla NATO uno strumento di stabilità e di tutela della loro sovranità democratica. l' Alleanza Atlantica possiede infatti oggi due caratteristiche che la rendono radicalmente differente da un' alleanza militare di tipo classico, quale poteva essere ancora nei primi anni Cinquanta . due caratteristiche che ne fanno una scelta qualitativamente nuova e che rafforzano ulteriormente le positive funzioni che essa può svolgere. oggi la NATO non ha più un « nemico per definizione » . ha invece qualcosa che non aveva prima, e che ha acquistato nel maggio 1997 con un apposito formale accordo politico, cioè ha un partner strategico, che è la federazione russa . non si insiste mai abbastanza sul carattere assolutamente inedito, radicalmente innovatore che tale circostanza assume. l' Italia ha attivamente contribuito a sospingere l' alleanza verso questo radicale salto di qualità . è infatti nostra convinzione che senza la costruttiva partecipazione della Russia sia impensabile il raggiungimento nel continente di nuovi livelli di sicurezza e di stabilità. del resto, anche in tempi recentissimi questa nostra convinzione si è ulteriormente rafforzata. la collaborazione con la Russia, nel quadro di una rigorosa fedeltà alle nostre alleanze tradizionali, ha dato frutti importanti ed ha concorso certamente ad evitare che la tensione intorno alla crisi irachena giungesse a toccare soglie irreversibili di conflitto. abbiamo sperimentato in quell' occasione l' importanza di un rapporto franco e costruttivo con la Russia e abbiamo potuto verificare noi stessi, nella nostra azione diplomatica, quanto sia rilevante il fatto che la NATO e i paesi dell' Alleanza Atlantica abbiano oggi un sistematico rapporto con la Russia. del resto, è da tempo che si sta lavorando in tale direzione, con l' intento di costruire un solido quadro di relazioni internazionali. nell' ambito dell' Osce, l' Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa , si sta elaborando il disegno di una nuova architettura di sicurezza per il ventunesimo secolo. il partenariato strategico fra la NATO e la Russia costituisce, a nostro parere, una concreta indicazione della direzione da prendere e un aspetto essenziale di un lavoro comune da compiere. in questo senso, esso rappresenta anche una fondamentale conferma del valore assunto, nel mondo d' oggi, dalla NATO quale punto di riferimento per la tutela della stabilità comune. la seconda caratteristica innovativa dell' alleanza consiste nel fatto che essa ha saputo creare attorno a sé una rete di concreta cooperazione, che permette di associare anche numerosi Stati non membri dell' alleanza alla tutela di un interesse comune, ossia della pace e della stabilità a livello continentale. si tratta di un fatto di grande importanza, perché questa rete permette, anche al di fuori della stretta appartenenza all' alleanza, la diffusione e il consolidamento dei valori su cui essa si basa. il Consiglio di cooperazione atlantico costituisce un foro allargato di concertazione e di consultazione comune fra membri e non membri dell' alleanza, assolvendo a una funzione preziosissima di comprensione reciproca e di elaborazione di strategie comuni e condivise. altrettanto significativo, nell' ambito delle strutture attraverso le quali i paesi membri e i paesi estranei all' alleanza possono operare concretamente insieme, è il partenariato per la pace. in sostanza la NATO oggi non è solo un' alleanza militare, ma è molto di più: un sistema complesso ed articolato di relazioni, tutte finalizzate — sia pure in modi e gradi diversi — ad un medesimo obiettivo, cioè la sicurezza e la stabilità nel mondo e la tutela della sovranità di tutti i paesi che in quest' area insistono. non credo che esista oggi un solo paese, nell' area euro-atlantica, che possa legittimamente considerare l' esistenza dell' Alleanza Atlantica come un motivo di inquietudine o — ancora peggio — di minaccia. del resto il fatto stesso che il numero dei paesi aspiranti all' adesione è sempre più elevato dimostra che l' alleanza è vista oggi da un gran numero di popoli europei come un punto di riferimento importante e come un elemento concreto di sostegno allo svilupparsi delle diverse vocazioni nazionali dentro un quadro di pace comune e condiviso. la problematica della sicurezza europea ed atlantica è andata spostandosi, nel corso degli anni Novanta , in un contesto molto diverso da quello tradizionale. al sistema dell' Alleanza Atlantica e ad un' Unione Europea sempre più coesa ed integrata — realtà entrambi portatrici di pace, stabilità e sviluppo, nel quadro di valori propri della democrazia politica — si contrappongono oggi, nel nostro stesso continente, ed ai nostri confini aree caratterizzate da instabilità, turbolenza e difficile convivenza. i Balcani ed il sud est europeo si ripropongono ora come luoghi di tensione e crisi e ci pongono di fronte all' obbligo di evitare nuove e sanguinose tragedie. tutti abbiamo il dovere di aiutare la comunità internazionale a far valere le decisioni che essa assume per difendere il rispetto del diritto di ogni popolo alla pace, alla democrazia ed alla tutela della propria identità nazionale. il nostro impegno, articolato e prolungato, a sostegno dei paesi vicini sull' altra sponda dell' Adriatico, è giustificato da questa profonda convinzione. abbiamo messo e continueremo a mettere il nostro impegno a disposizione della comunità internazionale , convinti di avere — noi ed i nostri partner europei — una specifica responsabilità a cui far fronte in questa parte del mondo. in tale contesto, mentre auspichiamo che l' Unione Europea possa sempre più sviluppare una politica estera e di sicurezza comune, restiamo convinti che il ruolo costruttivo che la NATO ha svolto in questi cinquant' anni — e potrà continuare a svolgere nel futuro — può essere tanto più forte quanto più è elevata la sua potenzialità d' azione e la sua capacità di aggregare attorno a sé la volontà positiva di un numero sempre più ampio di popoli e di nazioni. se gli accordi di Dayton stanno trovando applicazione in Bosnia, è perché da anni ormai una forza di pace , composta in gran parte dalle forze della NATO, è impegnata in opera di vigilanza sul territorio bosniaco. ricordo che la presenza di questa forza di pace in Bosnia non è certamente frutto di una decisione unilaterale: essa risponde infatti a precise indicazioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite . si è trattato e si tratta dunque di un impegno importante, che dimostra il ruolo che l' alleanza può svolgere come strumento di pace. la guerra di Bosnia è stata la più recente, speriamo l' ultima, guerra europea. è stata una guerra totale , che non si è svolta soltanto a livello puramente militare, ma ha coinvolto, in forma purtroppo non di rado atroce, le popolazioni civili. da questa tragica esperienza è derivata la chiara constatazione che oggi l' Alleanza Atlantica , lungi dall' aver esaurito il proprio ruolo, è chiamata a svolgere nuove importanti, anzi essenziali, funzioni. peraltro, nell' ambito della missione di pace internazionale in Bosnia, operano anche forze militari di numerosi paesi che non sono membri della NATO, in primo luogo la Russia. ed anche questo testimonia quanto importante possa essere il ruolo della NATO come un elemento essenziale di protezione della stabilità. dimostrando la sua capacità concreta di svolgere missioni di pace , l' alleanza diventa anche un punto di aggregazione per tutti quei paesi che intendono contribuire al bene comune della stabilità europea e che sono disposti ad assumersi, in un quadro concertato e condiviso, le corrispondenti e comuni responsabilità. ma non sono solo i Balcani che devono oggi preoccuparci e che devono spingerci a considerare con grande attenzione il ruolo che l' alleanza svolge e può svolgere a sostegno della pace europea. anche l' area del Mediterraneo e del Medio Oriente , che si estende oltre i nostri confini marittimi, continua ad essere turbata da una serie di pericolosi contrasti. non è un caso che l' Alleanza Atlantica abbia avviato un dialogo con alcuni paesi del mondo mediterraneo, in parallelo con gli sforzi che l' Unione Europea sta portando avanti. anche in questo settore il contributo italiano a favore del rilancio del processo di pace in Medio Oriente e del partenariato euro-mediterraneo è pieno. l' obiettivo fondamentale da perseguire è quello di avvicinare il più possibile le sponde sud e nord del Mediterraneo e di favorire in ogni modo possibile il processo di pacifica convivenza e di reciproca integrazione tra le diverse grandi tradizioni culturali, religiose, etniche che da millenni si affacciano su questo mare. per questo l' impegno dell' Italia in occasione della crisi irachena dello scorso febbraio è stato convinto e determinato. come ho ricordato, noi, pur non mettendo mai in discussione le nostre alleanze, abbiamo fatto ogni sforzo per ottenere, attraverso una piena applicazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite , la rimozione di tensioni che potevano avere sviluppi estremamente pericolosi ed imprevedibili. come ho ricordato, nel perseguire questo obiettivo abbiamo cercato e trovato consenso e sostegno anche in altre nazioni e popoli che, pur non facendo parte dell' alleanza, condividevano con noi gli stessi obiettivi di pace. l' Alleanza Atlantica è, quindi, uno strumento ed una garanzia di pace. un' alleanza più ampia è una garanzia più elevata ed uno strumento più efficiente. l' allargamento dell' alleanza significa, dunque, un più ampio sostegno a quella sicurezza di cui il nostro paese, come tutti i paesi, ha legittima necessità per vivere e svilupparsi in pace. una sicurezza che, malgrado la fine della guerra fredda , anche in quest' area del mondo, nessuno può purtroppo ragionevolmente considerare oggi come un dato acquisito una volta per tutte. una sicurezza alla quale i nuovi paesi della nuova Europa aspirano allo stesso modo e con la stessa passione che ha sempre spinto noi a cercare nell' alleanza il fondamento ed il punto di riferimento della nostra difesa. per cinquant' anni la NATO ha garantito la pace e lo sviluppo della democrazia ed ha rappresentato un punto fermo ed un costruttivo elemento di stabilità. grazie alla sua adesione all' alleanza, l' Italia ha potuto tutelare ed irrobustire le istituzioni democratiche fondate dai nostri padri costituenti . è per questo motivo che ritengo che la ratifica dell' ingresso nell' Alleanza Atlantica di tre nuovi membri sia un atto al quale non possiamo sottrarci. noi dobbiamo sentire verso questi popoli un senso di solidarietà e dobbiamo essere capaci di svolgere, anche in questa occasione, il nostro ruolo nella grande e complessa attività di pace e cooperazione che coinvolge ogni membro della comunità internazionale . per questo io chiedo alla Camera dei Deputati , a tutta la Camera dei Deputati , di voler votare a favore dell' allargamento dell' alleanza. chiedo alla Camera di voler esprimere un sostegno convinto e amplissimo. un sostegno che, unendosi a quello che già è stato espresso dal Senato della Repubblica , testimoni del fatto che questa linea di azione che il paese ha sviluppato in questi anni è davvero condivisa da tutto il popolo italiano . lo chiedo a tutte le forze politiche , a quelle di maggioranza ed a quelle di opposizione. a quelle, come l' Udr, che me ne fanno esplicita richiesta e a quelle che non me lo chiedono. lo chiedo a tutte le forze politiche che, come l' Udr e il Polo, già al Senato hanno condiviso con noi questa scelta. lo chiedo in nome dei comuni interessi nazionali e del popolo italiano , convinto che davvero tutti gli italiani abbiano in questo ambito gli stessi obiettivi e gli stessi valori di riferimento. ringrazio dunque fin da ora tutti i deputati che vorranno esprimere il loro voto favorevole e ringrazio anche coloro che ritenessero di mantenere un voto differente e diversificato da quello che il Governo chiede nella convinzione che questo possa essere più utile al processo di pace. io credo che sia legittimo il differenziarsi delle opinioni anche su temi così delicati. credo che non sia invece per nessun motivo accettabile che il ruolo e la posizione del paese sullo scenario internazionale possano essere messi a repentaglio da chi, pur condividendo le scelte fatte dal Governo, voti poi contro di esse proprio e soltanto perché scelte fatte dal Governo. la politica estera di un grande paese come il nostro è cosa troppo importante perché possa diventare terreno di scontro pretestuoso. la tradizione delle grandi democrazie...... ci insegna che la politica estera , proprio perché tocca nel modo più profondo gli interessi e le responsabilità di un paese, deve essere per sua natura sottratta alle ragioni contingenti dello scontro politico quotidiano. nei grandi paesi le grandi scelte di politica estera sono per loro natura scelte del paese e non di una maggioranza contingente. io credo che l' Italia debba dimostrare, proprio in questa occasione e su questo terreno, di essere davvero e in tutti i sensi una democrazia grande e forte, quale il ruolo che siamo chiamati a svolgere oggi richiede. lo ripeto, io chiedo ai membri di quest' Aula, ai deputati italiani, ai rappresentanti del nostro popolo, di esprimere il loro voto nella piena consapevolezza della posta in gioco . qui non si tratta solo di decidere sull' allargamento o meno dell' Alleanza Atlantica , giacché, se solo di questo si trattasse, io non ho alcun dubbio che il voto dell' Assemblea sarebbe in grandissima parte favorevole e che chi diversamente votasse lo farebbe per motivi e preoccupazioni che io non posso condividere ma che debbo, come tutti noi, rispettare. qui è ora in gioco qualcosa di più e, se mi permettete, persino di più importante. è in gioco la capacità del nostro Parlamento e del nostro paese di dimostrare agli alleati e a tutto il mondo che l' Italia è consapevole delle sue responsabilità, dei suoi doveri e dei suoi interessi internazionali ben al di là ed oltre le maggioranze che di volta in volta la governano. è in gioco non solo la necessità di dimostrare che noi siamo in grado di essere fedeli ai nostri impegni e alle nostre alleanze, ma anche che siamo un paese forte ed affidabile. la posta in gioco è dunque altissima. l' Italia ha ritrovato in questi ultimi anni una nuova credibilità e una nuova attenzione, tanto a livello europeo quanto a livello internazionale. il nostro risanamento economico ha stupito tutti e ci ha guadagnato un nuovo credito. la nostra attenzione e la nostra sensibilità ai problemi dell' area geopolitica nella quale siamo inseriti ci hanno condotto, per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale , a svolgere un ruolo attivo e dinamico che è stato apprezzato da tutti e che ha concretamente aiutato un popolo a noi vicino a ritrovare la via della pace e della convivenza civile. nelle sedi europee e internazionali la voce dell' Italia è sempre stata ed è costantemente la voce della responsabilità, della condivisione dei doveri che spettano agli Stati, della ricerca di ogni via utile a mantenere e consolidare la pace. nello scacchiere internazionale nel quale siamo inseriti, in questa parte del mondo, dove corre una delle linee di maggiore potenziale tensione tra culture e civiltà diverse, noi abbiamo una grande missione da compiere. in virtù della nostra storia, della nostra tradizione, della nostra conoscenza profonda dei diversi valori in gioco e delle diverse culture e tradizioni religiose che si confrontano, noi dobbiamo sentire fortissimo il dovere di evitare che si aprano nuove fratture e che le divisioni già esistenti si allarghino. noi siamo ai bordi di una delle grandi linee di divisione del mondo contemporaneo: le due grandi tradizioni culturali e religiose dell' Islam e del cristianesimo vivono ancora una volta una fase di grande confronto. valori diversi e diversi costumi ed abitudini devono trovare il modo di convivere nella comprensione e nella tolleranza reciproca; dobbiamo evitare che le differenze esistenti si trasformino in contrapposizioni; dobbiamo operare perché prevalgano sempre le ragioni della convivenza, della pace, dello sviluppo, della libertà e del rispetto reciproci. ma per fare tutto questo, con il concorrere finalmente anche noi, tornati oggi a pieno titolo sulla scena del mondo, a svolgere un ruolo attivo a difesa della convivenza tra i popoli e le nazioni, abbiamo bisogno di essere un paese affidabile, un paese che mantiene i suoi impegni, un paese che non smarrisce nella lotta quotidiana il senso delle grandi scelte e delle prospettive di lungo periodo. per questo, onorevoli Deputati , io chiedo a voi, a tutti voi, nessuno escluso e ciascuno interpellato personalmente, un voto favorevole all' allargamento dell' Alleanza Atlantica . per questo, e per la rilevanza che per l' Italia ha questo voto, mi recherò dal presidente della Repubblica per riferirgli dell' esito del dibattito. non intendo dare al voto che vi chiedo altro significato se non quello di dimostrare che il nostro è un grande paese, consapevole del suo ruolo e delle sue responsabilità. il Governo sa che vi sono deputati e forze politiche nella sua maggioranza che potranno esprimere un voto diverso da quello chiesto. di questo il Governo prende atto con rispetto, anche se non può condividere questa diversa scelta. il Governo sa bene, peraltro, che questa diversità di vedute non mette in discussione la maggioranza come tale, la quale resta impegnata a sviluppare un programma che ha ricevuto proprio in quest' Aula la sua sanzione. non è dunque in gioco la maggioranza, ma è in gioco il futuro del paese. per la sua parte il Governo è determinato a portare avanti il suo programma e a proseguire nel ricercare, con la sua maggioranza, i modi e le forme più idonee per attuarlo. in questo senso mi impegno fin da ora a riferire doverosamente in Parlamento sulle determinazioni che il Governo assumerà circa i modi e i tempi per dare ulteriore attuazione al programma. ma oggi, onorevoli Deputati , non si tratta della maggioranza di Governo. si tratta di una scelta importante che riguarda il futuro del nostro paese. su questo oggi si vota. e su questo io chiedo a questa Camera ed alle forze che in questa Assemblea siedono di voler confermare con il loro voto l' indirizzo già espresso dal Senato della Repubblica .