Gianfranco FINI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 377 - seduta del 23-06-1998
Sulla disastrosa inondazione del Polesine
1998 - Governo VII De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 801
  • Attività legislativa

presidente, signor presidente del Consiglio e colleghi, gli interventi degli onorevoli Casini e Pisanu mi esimono dal fare lunghi discorsi. dico soltanto che anche in me e nei deputati di Alleanza Nazionale , e credo di poter dire nei deputati del Polo, c' è la consapevolezza di aver vissuto quest' oggi una giornata tutt' altro che positiva per la politica italiana . in altre occasioni dissi che c' era un rischio di restaurazione: oggi ne colgo le avvisaglie, chiare, precise. la restaurazione di un' epoca in cui dominavano il tatticismo, le furberie, molte viltà; la restaurazione di un' epoca in cui, come ha ricordato prima l' onorevole Casini, anziché svolgere il dibattito politico all' insegna di quel bipolarismo al quale, almeno a parole, tutti diciamo di rifarci, si predicava una cosa e se ne praticava un' altra. lei, onorevole presidente del Consiglio , posto di fronte al bivio, ha scelto la via apparentemente più comoda ma, credo di poter dire, meno onorevole. lei aveva la possibilità, con uno scatto di orgoglio e, se vuole, con un po' di coraggio politico, di dire legittimamente di essere uno statista; lei sapeva di non avere una maggioranza perché l' onorevole Bertinotti, con molta archeologica coerenza, aveva ribadito di non voler votare per la NATO; sapeva perfettamente, dopo aver incassato il sì del Senato, di essere costretto ad un passaggio delicato in quest' Aula; sapeva che il Polo per le libertà era ed è favorevole all' allargamento della NATO, ma non poteva non chiedere la sanzione politica che deve colpire un Governo che non ha la maggioranza. pur sapendo tutte queste cose, quindi avendo la possibilità di chiedere il voto a tutti e, essendoci non una nuova maggioranza ma una larga maggioranza, rassegnare le dimissioni, assumendo il rango di uno statista, ha scelto un' altra strada, quella pavida di chi, come si faceva un tempo, pur di rimanere ostinatamente legato al posto che occupa, chiude gli occhi di fronte alla realtà, si copre — me lo permetta — di ridicolo, finge in questo momento di essere soddisfatto e, credo inconsapevolmente, offre il fianco a coloro che da qui a qualche tempo — questa è la mia previsione — non dimenticheranno quel che lei oggi ha fatto. signor presidente del Consiglio , lei quest' oggi ha sfidato la maggioranza dicendo « siate responsabili, votate » . si è guardato bene dal mostrare analoga responsabilità dicendo che la maggioranza in politica estera non c' è, non c' era sull' Albania, non c' è sull' allargamento della NATO, non ci sarà prevedibilmente qualora — Dio non lo voglia — dovesse essere necessarie una nuova missione militare utilizzando le basi NATO sul territorio nazionale . lei è l' unico presidente del Consiglio al mondo che va in giro per il mondo parlando a nome di un Governo che sulla politica estera non ha una maggioranza. lo sapeva e lo sa: lo sanno tutti. poteva ammetterlo, essere per una volta onesto con se stesso e con il paese. invece, nella replica del pomeriggio, ha addirittura evitato di fare ciò che fece in circostanze politicamente meno gravi, perché quella in Albania era una missione militare di pace richiesta dai nostri partner, mentre l' adesione alla NATO è un fatto strategico che caratterizza da 45 anni la politica di questo paese. nella replica lei ha fatto addirittura un passo indietro rispetto a quello che aveva detto a proposito dell' Albania, perché sapeva di aver salvato almeno in questa circostanza la pelle politica; sapeva che non erano necessari un atto di umiltà e un' ammissione di responsabilità per avere una larga maggioranza, in quanto era riuscito ad ottenere consensi di chi — abilitato alla dialettica e capacità della capriola politica — dice di essere all' opposizione e salva il Governo assumendosene la piena responsabilità. mi spiace — e lo dico con assoluta franchezza — che i colleghi della Lega si scaldino tanto, ma quel che ha detto il collega Pisanu qualche istante fa è aritmeticamente vero: il voto contrario non serve più, Prodi si è salvato non già perché consapevolmente si è rimesso al Parlamento, bensì perché ha contrattato dei voti che sono stati puntualmente concessi in ragione, si dice, della fedeltà atlantica. onorevole Prodi, amici delle forze politiche , non mi preoccupa questo aspetto, perché ognuno è libero di fare quel che ritiene e ne risponde semmai agli elettori. mi preoccupa — e invito il presidente del Consiglio e le forze politiche che lo sostengono a riflettere — ciò che accadrà, e potrebbe accadere, dopo il brutto precedente di oggi, fra qualche settimana, quando saremo nel semestre bianco , quando Rifondazione comunista , che non ha il programma dell' Ulivo, potrà quotidianamente, ogni qualvolta lo riterrà opportuno, dire alla maggioranza « io non ci sto » , al riparo anche dall' ipotesi di una crisi che porti allo scioglimento delle Camere . in quel momento, come è stato ricordato, avremmo non più un Governo che si regge su una maggioranza per quanto disomogenea, ma un Governo alla ricerca di maggioranze formatesi di volta in volta in quest' Aula, data l' impossibilità di sciogliere le Camere. abbiamo anche già compreso chi è pronto ad offrirsi ogni qualvolta ve ne sarà la necessità e credo che lei, signor presidente del Consiglio , e altri, si assumano una responsabilità che mi fa dire, senza alcuna esitazione, che l' Italia oggi torna indietro. torna indietro per scelta di coloro che , posti di fronte ad una strada difficile, ma onesta, che è quella del coraggio per lei e della coerenza per altri, hanno voluto seguire la vecchia via del tatticismo, del doroteismo, delle frasi annunciate e poi smentite, delle dichiarazioni fatte per dispetto, del tentativo di rimpallare le responsabilità addosso ad altri, esattamente come si usava un tempo; e non credo che questo sia ciò che hanno a cuore coloro che , scegliendo l' Ulivo ed il Polo, avevano in mente di costruire un bipolarismo in cui chi governa si assume la responsabilità e chi è all' opposizione controlla. quanto al voto di Alleanza Nazionale , come è stato detto poco fa dall' onorevole Casini e dall' onorevole Pisanu, non le faremo il regalo di andare in giro per l' Europa dicendo che il Polo non crede nella NATO. non le faremo il regalo di poter dire che il Polo vota contro l' allargamento della NATO, essendo evidente a tutti che, anche se lo facessimo, lei non ne trarrebbe alcuna conclusione, ma rimarrebbe là dov' è, perché — me lo lasci dire — lei ha paura, dall' apertura di una crisi, del regolamento di conti che si potrebbe verificare all' interno della sua maggioranza. lei si comporta esattamente come quei presidenti del Consiglio di un tempo che, per essere mandati a casa, dovevano essere oggetto di sollevazioni popolari o raggiunti da avvisi di garanzia . non le auguro di essere raggiunto da un avviso di garanzia , ma sappia che, continuando in questo modo, il disdegno popolare, che si è già, a mio modo di vedere , riversato nei confronti di un Governo che non è capace di fare ciò che promette, è largamente prevedibile. non le faremo il regalo di dire che il Polo è contro l' allargamento della NATO, anche per le ragioni storiche che sono state ricordate. Alleanza Nazionale , al pari delle altre forze del Polo, dà il via libera all' allargamento della NATO astenendosi e la accusa di essere un uomo pavido che, posto di fronte alla possibilità di assumersi delle responsabilità, ha scelto la strada del tornaconto personale.