Fausto BERTINOTTI - Deputato Appoggio
XIII Legislatura - Assemblea n. 365 - seduta del 02-06-1998
Revisione della parte seconda della Costituzione
1998 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 365
  • Attività legislativa

colleghe e colleghi, non mancano le nostre perplessità per questa richiesta avanzata dall' onorevole Marini di un rinvio, perplessità riguardanti la coerenza con i dettati di legge, e qualche preoccupazione politica, quella secondo la quale un rinvio potrebbe essere inteso da una parte dell' opinione democratica del paese come una ulteriore ricerca di mediazione. tuttavia a noi sembra che, se il nostro compito è quello di registrare oggi che il progetto politico che ha originato la bicamerale è giunto alla fine, per il rialzo di aspettative e di rivendicazioni operate da destra, dobbiamo concorrere a non ostacolare e a favorire una conclusione ordinata e comprensibile di questa vicenda. questo passaggio tuttavia è assai impegnativo. non ingannano le forme qui trattenute e composte del confronto; in realtà siamo di fronte ad un passaggio impegnativo e rilevante. l' idea di una soluzione sostanzialmente presidenzialista da dare al dibattito in corso sull' ordinamento democratico del paese prende un colpo rilevante e cade, almeno per ora; noi speriamo per sempre, almeno per i tempi politicamente prevedibili. ma non siamo interessati alle macerie che si costruiscano su questa caduta per noi indispensabile, e perciò ordiniamo il nostro comportamento in questa discussione al fine di poter riprendere un confronto ed un dialogo con tutte le forze democratiche e progressiste sull' ordinamento della democrazia del paese e sullo stato del paese reale . non cade, infatti, con la conclusione della bicamerale un tema reale, che è di fronte a noi, seppure è stato così rilevantemente enfatizzato, e cioè come va organizzato lo Stato repubblicano in questo prossimo futuro che abbiamo di fronte. ma per poter fare questa discussione senza ripercorrere gli errori che hanno portato al fallimento della bicamerale credo sia necessario fissare due premesse: la prima riguarda la maggioranza che sostiene questo Governo e la considerazione secondo la quale le destre, queste destre, alfine si sono rilevate contrastanti sul terreno della costruzione delle riforme costituzionali non solo con noi, la cui avversione era manifesta ed esplicita in partenza, ma con tutto il centrosinistra, almeno nel suo epilogo. e questo perché queste destre hanno lavorato attorno ad un' idea a loro congeniale di democrazia delegata e di personalizzazione della politica, di ricerca di una forma di governo sostanzialmente sovraparlamentare, in modo da poterla metterla al riparo essenzialmente dal conflitto e dalla conflittualità sociale. su questa base hanno prodotto l' affondo di questi ultimi giorni, il quale però non era incoerente con le premesse di partenza. il secondo elemento riguarda la crisi strisciante dell' attuale forma di bipolarismo in cui è organizzata la vita del paese; crisi strisciante, naturalmente, e tuttavia significativa. penso infatti che Forza Italia , che l' onorevole Berlusconi, abbiano portato quest' attacco alla possibile conclusione della bicamerale nei termini con cui era stata licenziata la sua conclusione non in nome di un' estremistica offensiva di destra, di uno scavalcamento di Alleanza Nazionale , ma in nome del far strada ad un progetto di ricostruzione di un nuovo centro. insomma, credo che Forza Italia abbia, come diceva il navigatore, cercato di buscare il levante prua al ponente, portando cioè un attacco da destra per aprire uno spazio al centro. e allora la fine di questa bicamerale non solo non deve essere la fine di un discorso sulla democrazia futura del paese, ma deve anche essere, per le forze progressiste, un discorso di come si fronteggiano questo pericolo e queste nuove minacce. vorrei dire ai compagni ed amici del centrosinistra che forse va indagata, nel fallimento della bicamerale, anche quella sorta di « pensiero unico » che la presidiava secondo il quale l' « uovo » era comunque bene. vorrei dire all' onorevole Marini che non si tratta tuttavia del fallimento di questo Parlamento e di tutti i parlamentari, ma invece di una precisa ispirazione politica. in ogni caso, a me questo non sembra il momento di recriminare ma quello di guardare al paese reale , ad un paese in cui frana la campagna e nelle ferrovie possono accadere disastri, un paese dove la disoccupazione spinge a fenomeni di disaffezione e di disincanto dalla politica. per questa ragione non gioiamo e proponiamo, invece, alle forze del centrosinistra di riprendere le fila di un ragionamento comune che affronti anche il problema di come si organizza il corpo della democrazia rappresentativa , corpo ora liberato dall' ingombro presidenzialista e dal condizionamento pesante delle destre. la strada maestra non risulta essere l' Assemblea costituente , perché sarebbe davvero un esito paradossale: in una condizione in cui non si sa saltare un ostacolo posto a 50 centimetri d' altezza, mettere l' asticella a 100 centimetri non mi sembra un buon modo di procedere. lo spirito costituente non si è visto all' opera e non potrebbe essere resuscitato da nessun evento istituzionale. in realtà la via maestra esiste, ed è quella che prevede la Costituzione, quella dell' articolo 138, sulla base del quale operare attraverso un confronto rinnovato tra le forze della maggioranza, un confronto che consenta ai temi della giustizia di essere depositati sui binari della legislatura ordinaria, e che affronti non i problemi immaturi per questa maggioranza, bensì quelli maturi e necessari. mi riferisco alla forma di Stato, ad un sistema che, essendo anchilosato dall' esistenza di due Camere parallele, necessita di un superamento del suo attuale assetto; mi riferisco all' individuazione dei poteri delle regioni per poter governare tormentati e complessi processi economici e sociali fuori dall' orizzonte di un federalismo liberale che invece li aggraverebbe. noi proponiamo alle forze di maggioranza la ripresa di un discorso su una nuova fase politica che riguardi il « dopo bicamerale » e l' azione del governo dopo l' euro, un confronto tra sinistre, tra progressisti per riaprire un discorso sulla democrazia in Italia e per ricollegarsi al paese, per incontrare le ragioni di quel malessere e di quel disagio che il nostro popolo prova e che possono essere affrontate in un nuovo confronto tra le forze progressiste.