Gianfranco FINI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 361 - seduta del 27-05-1998
1998 - Governo VII De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 732
  • Attività legislativa

presidente, colleghi, io non rifarò la storia — ovviamente dal mio punto di vista — delle riforme, di quanto ho fatto in bicamerale, del lungo dibattito che vi è stato qui e fuori di qui e che forse un po' ingenuamente io auspico continui. non farò la storia di ciò che è accaduto, perché è evidente che ognuno di noi, in un momento sicuramente delicato, tende, e non può essere altrimenti, a dare di ciò che è accaduto una versione in qualche modo di parte. voglio prioritariamente dare atto all' onorevole Berlusconi di essere stato qui, questa sera, estremamente chiaro. in altri momenti si sono consumati atti politici rilevanti fuori da quest' Aula. l' onorevole Berlusconi ha sicuramente avuto il merito di porre qui, così come era doveroso fare, una questione, la cui rilevanza certamente non sfugge a tutti i colleghi. non credo si possa dire, anche se non si condivide quanto ha detto l' onorevole Berlusconi, che le sue parole abbiano rappresentato un fulmine a ciel sereno. da settimane si sapeva nei corridoi, nei « conversari » privati, nelle interviste, ma anche negli atti politicamente importanti, quali i congressi di partito, che da parte di Forza Italia , e per molti aspetti da parte dell' intero Polo, veniva la richiesta all' Assemblea, e quindi alla maggioranza dell' Assemblea, di valutare la possibilità di correggere il testo licenziato a giugno, così come del resto liberamente questa Assemblea aveva fatto quando avevamo esaminato e modificato il testo a proposito della forma di Stato. quando il voto sulla forma di Stato, sul federalismo, diede vita ad un testo profondamente diverso rispetto a quello che avevamo licenziato a giugno, nessuno accusò altri di aver cambiato idea. si prese atto con soddisfazione quasi unanime, tranne i colleghi della Lega, se non ricordo male, e i colleghi di Rifondazione, della sopraggiunta possibilità, mantenendo lo spirito costituente e mantenendo una maggioranza larga, di modificare ciò che la bicamerale aveva licenziato qualche mese addietro. lo ricordo, perché non credo si possa passare già in questa fase all' uso legittimo della propaganda — temo che ci sarà occasione nei prossimi mesi di farlo — ma perché è propagandistico dire all' onorevole Berlusconi e all' onorevole Casini: d' improvviso avete cambiato opinione e adesso ritenete di lanciare degli ultimatum. i segnali erano giunti chiari e non credo che l' onorevole Berlusconi abbia voluto lanciare un ultimatum; ha detto con molta chiarezza — ecco perché l' ho ringraziato all' inizio del mio intervento — che, qualora non dovessero esservi le condizioni per approfondire e per migliorare il testo — quelle possibilità che non mi sembra l' onorevole Marini abbia escluso a priori , pur cosciente della difficoltà — Forza Italia si vedrebbe costretta a votare contro il testo della bicamerale. io non condivido la decisione, annunciata qui questa sera, di votare contro. dico amichevolmente ma lealmente all' onorevole Berlusconi che, al di là della assoluta trasparenza di comportamento e della assoluta buona fede con cui si annuncia la volontà di raggiungere l' obiettivo di realizzare riforme più incisive ed un presidenzialismo vero, autentico — chi potrebbe essere lieto più di me e di noi qualora si arrivasse ad un presidenzialismo autentico, con tutti i poteri che il Capo dello Stato eletto dal popolo ha e dovrebbe avere? — , la dichiarazione di una ostilità, qualora non dovessero esservi più le condizioni per modificare i testi, ha già determinato qualche conseguenza politica, che tutto sommato molto modestamente voglio sottolineare. non so, onorevole Mussi, se davvero il presidente Cossiga abbia telefonato all' onorevole Berlusconi per complimentarsi. se lo ha fatto, non ci trovo assolutamente nulla di male, perché non c' è ombra di dubbio che il presidente Cossiga ha sempre manifestato con grande chiarezza la sua avversione alla bicamerale. mi sembra che, telefonate a parte, la dichiarazione, se non cambiano le condizioni che hanno indotto Forza Italia ad annunciare il suo voto contrario, abbia già ricevuto in quest' Aula alcune attestazioni di soddisfazione politica nei confronti della decisione assunta da Forza Italia . ho detto e ripetuto, ahimè invano, ma sono testardo, che non esisteva alcun asse Fini-D' Alema , per cui non dirò che esiste un asse Cossutta-Berlusconi, però non c' è ombra di dubbio che la soddisfazione con cui il gruppo di Rifondazione comunista , legittimamente dal suo punto di vista , ha salutato la fine di una ipotesi atta ad eleggere direttamente il presidente della Repubblica , pur con tutti i poteri temperati che in quel faticoso compromesso si erano definiti, un qualche indizio di un asse inesistente, ovviamente, lo potrebbe dare. così come, eterogenesi dei fini o — se volete — ironia della sorte, al di là della telefonata vera o presunta di Cossiga e al di là della palese soddisfazione di Rifondazione, c' è stata la palese soddisfazione della Lega. un comunista orgoglioso e dichiarato ed il movimento politico che ha fatto sì che Berlusconi fosse detronizzato da Palazzo Chigi : un obiettivo politico, almeno immediato, estremamente contraddittorio. ma chiusa questa parte che ritenevo in qualche modo doverosa e, come tutti voi, in attesa di conoscere il pensiero del presidente della bicamerale, ho il dovere di aggiungere qualcos' altro con identica chiarezza — mi auguro — rispetto a quella che ha usato l' onorevole Berlusconi; chiarezza relativamente ad ipotesi successive o, se volete, a comportamenti. ho detto, e lo ripeto: non condivido la decisione annunciata di votare contro qualora non venissero accolti alcuni emendamenti. ma nessuno pensi di poter mandare avanti le riforme nello stesso momento in cui, a mio modo di vedere sbagliando ma assumendosene piena responsabilità qui in quest' Aula davanti a tutti, il maggior partito di opposizione dichiara la sua insoddisfazione. l' onorevole D'Alema si accinge a parlare: lo prego — non ha bisogno dei miei suggerimenti — di tener conto del fatto che la non condivisione da parte di Alleanza Nazionale della decisione annunciata dall' onorevole Berlusconi non può significare la possibilità di continuare a votare qui gli emendamenti e successivamente gli articoli come se nulla fosse accaduto. il dato politico è ovviamente di prioritario rilievo. e a conclusione, e quindi nella speranza che (uso l' espressione dell' onorevole D'Amico , che non mi piace come espressione ma che ha un senso politico ben chiaro) vi sia quella che viene chiamata la pausa di riflessione per vedere se esistano ancora le condizioni per ulteriori approfondimenti, per valutare se si tratti o meno di ultimatum (io non lo credo ma è giusto che si valuti se si tratti di ciò o meno), in attesa — dicevo — che vi sia questa pausa di riflessione, almeno così mi auguro, o, se volete, questa sospensione dei nostri lavori (non ho alcuna difficoltà nel chiedere al comitato di valutare l' opportunità di sospenderli per il tempo politicamente necessario, nei limiti della decenza, come è naturale), aggiungo che, non considerando possibile, pur in dissenso rispetto alle posizioni di Forza Italia , proseguire qualora non venga mutata la posizione espressa dal maggior partito d' opposizione, non credo nemmeno che si possa con eccessiva disinvoltura voltare pagina e ricominciare. la ringrazio, onorevole Buttiglione, per aver dedicato a quella che lei chiama la destra democratica attenzione anche nel suo discorso. ricambio la sincera cortesia e le dedico altrettanta attenzione. non pensi di poter ricominciare a discutere di riforme partendo da ipotesi, quali il cancellierato, che necessariamente presuppongono il ritorno alla legge elettorale proporzionale. non credo sarebbe sufficiente dire che noi non saremmo disponibili a farlo: ognuno legittimamente fa quel che crede. penso sia più giusto dire che sarebbero davvero gli elettori a dire convintamente di « no » ad un' ipotesi di ritorno alla proporzionale, essendo in gestazione uno strumento referendario che — lo dico con molta franchezza — ci vedrebbe, se desiderati e se non desiderati ugualmente impegnati, tra i più convinti sostenitori della raccolta delle firme per la sua promozione. quanto ad altre ipotesi che sono ovviamente riecheggiate, com' era naturale fosse, vale a dire ipotesi di premierato, non mi fermo sulle parole, ma ricordo a me stesso, come si dice in queste circostanze, quanti dibattiti facemmo qui, e fuori di qui, sul principio dell' elezione diretta e popolare del presidente del Consiglio e quante polemiche, quanti distinguo da parte di coloro che volevano la semplice indicazione del presidente del Consiglio . non credo che sia serio, dopo aver lavorato per circa due anni ed essere giunti ad un testo, che può piacere o no, che sicuramente non è il migliore ma che forse è l' unico possibile, dire « ricominciamo là dove ci lasciammo » e riprendere magari a discettare se per premierato debba intendersi l' elezione — come in Israele — o l' indicazione, secondo altri modelli. poiché è giusto essere chiari — ho voluto dare atto sinceramente all' onorevole Berlusconi di essere stato chiaro — ritengo di chiudere con altrettanta chiarezza. l' elezione diretta del presidente del Consiglio è sicuramente, come recita quell' ordine del giorno che vincolò tutti i parlamentari del Polo ad entrare in bicamerale per sostenere un obiettivo, una via che può essere esaminata. non credo, ma sarei lieto di prendere atto del contrario, che ne esistano le condizioni; non credo che coloro i quali erano per l' indicazione accettino l' elezione, non credo che coloro i quali dicevano « Israele non ci porta da nessuna parte » adesso dicano, al contrario, che « Israele è un modello » . queste discussioni le abbiamo fatte approfonditamente in bicamerale, dove riuscimmo a trovare un punto di intesa che oggi viene giudicato insoddisfacente. concludo nella speranza — anche se temo che le mie parole siano vane — che non si tratti dell' epilogo bensì, al contrario, proprio perché c' è stata massima chiarezza da parte di tutti, della possibilità di rialimentare quello spirito costituente tante volte invocato; nella speranza che coloro i quali, magari, si apprestano a brindare al fallimento della classe politica tutta — poi ognuno di noi spenderà tutte le armi della propaganda di cui dispone per dire che la colpa è degli altri, ma nessuno mi toglie dalla testa che il fallimento sarebbe davvero di tutti — trovino ancora i margini per rianimare lo spirito costituente e per evitare, quindi, che coloro i quali non apprezzano che la politica torni ad essere protagonista possano dire « scampato pericolo » , anche questa volta non hanno vinto i rappresentanti del popolo , hanno vinto coloro che certamente non vogliono, non questa riforma, non vogliono le riforme, le riforme quali esse siano, non vogliono in particolar modo che questo Parlamento mostri la capacità di cambiare le regole e di dar vita ad una nuova Costituzione.