Rosy BINDI - Ministro della Sanità Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 335 - seduta del 30-03-1998
Sperimentazione clinica del «metodo Di Bella»
1998 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 335
  • Attività legislativa

mi sono stati rivolti dei ringraziamenti per la mia presenza in Aula questa sera e potrei rispondere con una frase evangelica: siamo servi inutili, nel senso che era dovuto... credo di sì, onorevole Gramazio; sarò in grado di dimostrarle che quando sono stati in discussione provvedimenti in materia di sanità io c' ero... non è capitato molto spesso che in questi quasi due anni di Governo fosse la sanità ad occupare uno spazio così importante nella vita del Parlamento: quando è capitato, io c' ero e comunque non potevo certamente mancare in questa circostanza. ringrazio, ad ogni modo, per questo apprezzamento e vorrei ricambiare anch' io con un ringraziamento per la sostanziale pacatezza e ragionevolezza del dibattito di questo pomeriggio, che credo ci abbia consentito un ulteriore approfondimento intorno a questa vicenda così delicata, così importante. un approfondimento che è andato sicuramente oltre la vicenda stessa, e di questo, credo, dobbiamo essere grati in qualche modo al clima che si è instaurato questo pomeriggio e che mi auguro prosegua domani, quando dovremo passare alla votazione di questo provvedimento. vorrei aggiungere nella mia replica di questo pomeriggio alcune riflessioni a quelle già svolte al Senato e poi in Commissione. scelgo di replicare questo pomeriggio proprio perché vorrei anch' io approfittare di questa sostanziale serenità, che consente a tutti noi di esprimerci meglio. prima di tutto vorrei ancora una volta ripetere qui quali sono le finalità di questo provvedimento ed anche quello che in un certo senso è il limite delle finalità che si propone, oltre le quali non vuole andare e non ha inteso andare; non era questa l' intenzione del Governo quando lo ha approntato in Consiglio dei ministri e non era questa sicuramente l' intenzione del Senato quando ha votato per la sua parte la conversione in legge del decreto. con questo decreto vogliamo innanzitutto dare certezze di regole ad una sperimentazione che, come tutti sanno, ha in qualche modo derogato ai procedimenti usuali delle sperimentazioni. ha derogato peraltro su un aspetto, che era necessario regolamentare, che riguarda il proponente della sperimentazione. per la prima volta, una sperimentazione non è stata richiesta e proposta da una casa farmaceutica o dall' inventore di una terapia, ma è stata esplicitamente richiesta dal ministro, anche su sollecitazione degli assessori regionali. questo non è previsto nella regolamentazione delle sperimentazioni del nostro paese... perché nel nostro paese si seguono le regole di tutti gli altri paesi del mondo. in questa vicenda ci siamo invece trovati di fronte alla necessità di domandare ciò che non era mai stato domandato, mai stato richiesto. sollecitate ripetutamente a domandare la sperimentazione, le case farmaceutiche produttrici di somatostatina e di octreotide si sono rifiutate di farlo, ritenendo di non avere basi, presupposti scientifici per poterlo fare. quando si è richiesto all' inventore o all' associazione sostenitrice della terapia del professor Di Bella di domandare esplicita sperimentazione, costoro si sono rifiutati, limitandosi sempre e comunque a chiedere solo la gratuità di uno, anzi dei due farmaci che fanno parte del trattamento e cioè la somatostatina e l' octreotide. non è mai stata richiesta la sperimentazione. la sperimentazione è stata chiesta dal ministro della Sanità , sentito il Consiglio dei ministri , anche su esplicita richiesta degli assessori regionali alla sanità. certamente a questa decisione ha dato un contributo importante il dibattito che si è sviluppato in questa Camera: l' onorevole Costa ha prima ricordato l' audizione che si è svolta, in ottobre, presso la Commissione affari sociali su questo tema. in quell' occasione illustrai il mio comportamento tenuto da giugno sino a quella data e in quella circostanza al mio operato non furono mossi addebiti. dissi allora ciò che avevo ripetuto alle associazioni che avevano manifestato sotto il mio ministero, e cioè che è necessario avere una documentazione per verificare se ci siano i presupposti scientifici per dare il via ad una sperimentazione. questa documentazione non era arrivata; essa è poi arrivata in parte, come tutti sanno, dopo l' approvazione di un ordine del giorno al Senato (approvazione che avvenne il 22 dicembre) e l' ordinanza ministeriale, adottata sentito il Consiglio dei ministri , emanata il 23 dicembre. la documentazione è stata inviata da alcuni ammalati, ma non è stata mai consegnata dalle associazioni che avevano manifestato sotto il ministero della Sanità , le quali chiedevano, per valutare questa documentazione, l' insediamento di una Commissione speciale che io mi sono rifiutata di nominare perché non ho mai voluto, come non farò oggi, delegittimare gli organi tecnici e scientifici del ministero della Sanità , che hanno di fatto dimostrato, contro i pregiudizi manifestati nei loro confronti, di essere stati in grado di valutare con serenità e obiettività la documentazione, di accogliere l' invito del ministro e di avviare tale sperimentazione. vorrei qui ricordare, a chi vorrebbe cancellare da questo decreto il parere della commissione unica del farmaco, che a norma di legge spetta a tale commissione decidere sulle sperimentazioni. dispiace che vi sia questa ignoranza da parte di parlamentari, di medici, ma, lo ripeto, tale decisione spetta alla commissione unica del farmaco, la quale — vorrei qui ricordarlo ancora una volta — è formata da eminenti cattedratici di farmacologia o di clinica medica, in larga parte designati dalle regioni (sette sono designati da queste ultime e cinque dal ministro). si tratta di un organo tecnico-scientifico e non di un organo burocratico. attualmente è la commissione unica del farmaco che decide in ordine alle sperimentazioni! in questa circostanza ha espresso un parere (che è favorevole), per cui tutta questa preoccupazione... la commissione unica del farmaco ha già detto di « sì » a questa sperimentazione! e ha detto di « sì » a protocolli che sono stati preparati non da una Commissione speciale, ma da un comitato formato in seno alla commissione oncologica nazionale; protocolli che sono stati siglati dal professor Di Bella e che vengono applicati in una sperimentazione multicentrica. tra l' altro, sanno tutti meglio di me, perché sono dei medici, mentre io non lo sono, che sono proprio le sperimentazioni multicentriche quelle che danno maggiori garanzie, perché ad un dato sospetto di un centro, corrisponde il dato di un altro centro e quindi c' è la possibilità che le stesse commissioni che compiono le sperimentazioni si controllino tra di loro. questa sperimentazione viene eseguita da un comitato guida presso l' Istituto superiore della sanità di cui fa parte il figlio del professor Di Bella , e questo perché è stato lo stesso professor Di Bella a designare il figlio, dottor Giuseppe Di Bella , componente di tale comitato. i dati della sperimentazione non verranno valutati da coloro che la praticheranno, bensì da sette oncologi del nostro paese non appartenenti ad alcuno dei centri che stanno compiendo la sperimentazione, e successivamente verranno validati e garantiti da sette garanti internazionali. questo procedimento, che è molto rigoroso ed è ipergarantista, è previsto dal decreto. in esso si prevede anche chi debba preparare i farmaci, caro onorevole Massidda. l' istituto farmaceutico militare non è chiamato a preparare la melatonina ed i retinoidi secondo la formula del professor Di Bella per tutti coloro che vogliano fare la terapia del professor Di Bella , ma è stato chiamato a preparare i farmaci necessari per i 2.600 pazienti sottoposti alla sperimentazione. infatti, loro meglio di me sanno che è assolutamente indispensabile che nella sperimentazione vengano usati gli stessi farmaci, specialmente di fronte ad una preparazione magistrale galenica, come quella che abbiamo trasferito in un procedimento industriale che si svolge presso l' istituto farmaceutico militare. sarebbe bastata una preparazione diversa dalle altre di alcune compresse per inficiare in qualche modo la sperimentazione. ecco perché è stato scelto un unico istituto e si è voluto che fosse pubblico, onde evitare che vi fossero altri possibili sospetti. per questo si è voluto che fosse il medesimo istituto a preparare con lo stesso procedimento tutti i farmaci che dovranno far parte della sperimentazione. so bene che tale istituto non può ad oggi preparare i farmaci per la farmacia di un paese del nuorese, ma non lo abbiamo chiesto, perché saremmo in contraddizione con noi stessi. aspettiamo i risultati della sperimentazione per compiere il passo successivo. questo decreto anzitutto dà alla sperimentazione regole certe, perché vogliamo che essa ci dia dei risultati attendibili, tali da consentirci di prendere le ulteriori decisioni. non vogliamo che ci siano sperimentazioni parallele. non ci interessano — lo dico subito all' onorevole Gramazio — né il medico legale incaricato dal pretore di Genova, né il professor Serravezza. non ci interessa in questa fase né chi dice che la terapia fa bene né chi dice che fa male, perché ciò che per noi è fondamentale, e farà testo, saranno i risultati di questa sperimentazione. non abbiamo commentato i risultati del professor Serravezza e non commenteremo neanche i risultati del medico legale incaricato dal pretore, perché crediamo che non si debba circondare questa sperimentazione con risultati che potrebbero in qualche modo dirottare le nostre decisioni. anche in negativo. ho citato il professor Serravezza accanto al medico legale del pretore. ma stia tranquillo, non ci sono problemi da questo punto di vista ! in secondo luogo, con questo decreto noi consentiamo ciò che non abbiamo permesso prima e che non è autorizzato in alcuna parte del mondo, vale a dire che una terapia venga prescritta prima di conoscere i risultati della sperimentazione. lo ha detto molto bene l' onorevole Buffo nel suo intervento: sorprende l' atteggiamento che viene tenuto da chi per anni ha prescritto questa terapia, potremmo dire, non potendolo fare e che oggi può invece prescriverla, ovviamente secondo certe regole, sulla base di una norma che ci auguriamo diventi presto legge. che cosa abbiamo chiesto? abbiamo chiesto di conoscere a chi venga praticata questa terapia. lo abbiamo fatto nella prima stesura di questo decreto, chiedendo che nelle ricette fossero indicati il nome ed il cognome del paziente, come avviene per tutte le ricette che ci vengono fatte quando andiamo dal medico. non sono mai uscita da uno studio di un medico per recarmi in farmacia a prendere un medicinale senza che fosse scritto sulla ricetta nome, cognome e indirizzo. pubblicato questo decreto, il garante ha sollevato un' obiezione al riguardo. infatti, si tratta del primo provvedimento che parla di sanità e di dati riguardanti i pazienti dopo l' approvazione della legge sulla privacy. quindi ha chiesto che il provvedimento fosse modificato. noi ci rendiamo disponibili a modificare non solo questo decreto ma anche, approfittando della sua conversione in legge ed usufruendo di una delega contenuta nella legge sulla privacy, a dettare d' ora in poi norme generali su tutta la ricettazione. come dicevo, si chiede di sapere a chi venga prescritta questa terapia e chi la prescriva. si vuole avere la certezza che il paziente sia informato che la terapia è ancora in fase di sperimentazione. questo si chiede! avevamo scritto che il consenso facesse esplicito riferimento al fatto che questa terapia non era ancora validata efficace. vorrei ora chiarire i misteri del mio incontro con il professor Di Bella a Modena dove mi sono recata per dargli quelle spiegazioni che i capi di quella manifestazione si erano rifiutati di ascoltare. dissi al professore di ascoltarmi, perché era mia intenzione spiegargli il contenuto del decreto e le modifiche che avevamo intenzione di apportare. tra queste vi è stata anche quella sul consenso informato, poiché egli mi disse esplicitamente davanti al prefetto di Modena: ministro, lei non può venire a dire a me, che lavoro da tanto tempo , che devo scrivere che la mia terapia non è efficace! ho risposto: va bene , allora ricorriamo ad una espressione che significa la stessa cosa, ma che non disturba la sua sensibilità. mi volete dire che questo è un legare le mani? è forse un accanimento chiedere, quando non è ancora terminato il corso di sperimentazione, che dalla ricetta risulti che il paziente sia informato del fatto che è sottoposto ad una terapia in fase di sperimentazione? non si chiede altro, ma solo questo ed è una soglia oltre la quale non si può andare. all' onorevole Massidda vorrei dire (lo avrei già fatto in Commissione, ma quel giorno poi ci lasciò) che mentre la sperimentazione non si può fare sui minori (lei lo sa bene che le sperimentazioni non si fanno sui minori), si possono però fare le prescrizioni. grazie a questo decreto legge si possono fare le prescrizioni per i minori e per coloro i quali sono sottoposti a tutela. sarà dunque chi esercita la patria potestà ad emettere il consenso perché la regola non è diversa rispetto alle altre prescrizioni. questo è scritto nella circolare interpretativa di questo decreto pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale . lo voglio sottolineare per dimostrare che alcuni emendamenti non hanno senso, perché nessuna sperimentazione può essere effettuata sui minori, mentre quella prevista dal decreto può essere fatta anche sui minori. saranno chiaramente i genitori a far figurare il consenso e lo stesso principio vale per chi si trova in una situazione di handicap. non c' era bisogno di scriverlo, osserva giustamente l' onorevole Mancuso. risponderò alle domande precise che mi avete rivolto solo dopo aver dato alcune spiegazioni. che cos' altro è contenuto in questo decreto? tre principi di carattere generale che fino ad oggi non siamo riusciti a regolamentare attraverso una norma avente forza di legge, ma solo attraverso norme di rango inferiore. il primo principio regola il comportamento dei medici di fronte all' uso di terapie che ancora non sono state completamente validate e ritenute efficaci. il medico può — e voi lo fate continuamente — prescrivere, di fronte all' assenza di altre possibili terapie, anche ciò che ancora non ha ricevuto il crisma della validazione medica e clinica. ma quando lo può fare (anche questa è una regola di carattere internazionale)? quando vi sono dei dati documentati e scientificamente attendibili, quali risultano dalle riviste internazionali a carattere scientifico. adesso, non mi fate dire — ma lo devo dire — che questa è una regola generale e che per la terapia del professor Di Bella abbiamo dovuto creare un' eccezione a questa regola generale, perché non esiste una pubblicazione di carattere scientifico recepita in una rivista a carattere internazionale che riguarda il metodo del professor Di Bella . e sfido chiunque a trovarmela, perché non esiste! ecco perché non sopporto che si dica che io sarei stata mal consigliata dai miei organi tecnici; questi ultimi, infatti, non potevano fare altrimenti, perché nelle decisioni che prendono debbono necessariamente riferirsi a dati documentabili ed alle pubblicazioni di carattere scientifico a livello internazionale. sarebbero cattivi consiglieri se facessero ad un ministro un discorso del genere: caro ministro, questa terapia... onorevole Gramazio, le comunicazioni ai congressi se non sono pubblicate in riviste a carattere internazionale, non hanno attendibilità scientifica. mi dispiace, ma proprio perché ai congressi chiunque può andare e fare una..... queste regole non le ho date io alla comunità medica! chiunque può andare ad un congresso e fare una comunicazione, ma se quest' ultima non viene riportata in riviste scientifiche a carattere internazionale, quella comunicazione non fa parte dei dati documentabili! se i miei organi tecnici mi avessero detto una cosa diversa, avrebbero reso un cattivo servizio non al ministro, ma al paese! infatti, sono stata io a dire a loro, anche in assenza di presupposti scientifici, le seguenti parole: questa sperimentazione si deve fare! ho sostenuto tale punto di vista perché ci troviamo di fronte a quello che in questo momento è ormai un caso nazionale. ed io devo dare atto a coloro che manifestavano scetticismo (ritengo che il dubbio e lo scetticismo facciano parte del codice deontologico ed etico di chi fa scienza e di chi fa ricerca) che si sono messi a lavorare e che lo hanno fatto sicuramente in maniera tale da non mettere a rischio la vita delle persone, tant' è vero che tutti i comitati etici hanno approvato i protocolli nel modo in cui sono stati preparati. vi è poi un' altra norma importante che riguarda i farmaci. anche per ciò che non è in farmacopea non sarebbe possibile procedere a preparazioni magistrali. qui abbiamo un farmacista che ci sta ascoltando... ebbene, con tale norma consentiamo anche questo. ora vorrei una volta per tutte chiarire il mistero della melatonina, onorevole Massidda. qui è intervenuta la nostra differente preparazione: voi siete medici, mentre io ho fatto altri studi. per fortuna, perché così potremmo fare qualcosa di buono assieme, forse. io usai il termine « alimento » , perché dal punto di vista giuridico è un termine « a libera circolazione » . lo so che è un ormone, tant' è vero che l' emendamento che abbiamo preparato chiarisce l' uso del termine. certo che lo era! l' emendamento che è stato presentato, se volete maggiore chiarezza, chiarisce. poi riaffronteremo il problema con una Commissione speciale, formata dai rappresentanti del dipartimento degli alimenti e da quelli del dipartimento dei farmaci, per vedere se la melatonina è un integratore alimentare o un farmaco. e poi vedremo come comportarci. sì, ci vuole una commissione, perché è una cosa molto diversa in tutti i paesi del mondo e non abbiamo da questo punto di vista un comportamento univoco negli USA e nei paesi europei . mi dispiace, non c' è. ci sono tante riviste che sostengono che è un integratore alimentare e tante che dicono che è un farmaco. allora? sappiamo che è un ormone, vediamo come possiamo comportarci. in questo caso abbiamo risolto il problema. c' è un' altra norma, il famoso articolo 2, sul quale vorrei ulteriormente fare chiarezza. con quell' articolo ribadiamo un principio sacrosanto che credo nessuno possa mettere a rischio. fino a quando non si conosce l' efficacia di un farmaco, o non è possibile mettere a confronto l' efficacia di quel farmaco con altri farmaci altrettanto efficaci, non si può procedere alla sua registrazione a carico del servizio sanitario nazionale. è previsto, però, che i farmaci di cui ancora non si è accertata l' efficacia, possano essere registrati come farmaci cosiddetti ad uso compassionevole. questo quando il farmaco abbia passato la fase 2 della sperimentazione, cioè quando, dopo aver con la fase 1 escluso la sua tossicità sull' animale e sull' uomo, se ne misura l' attività biologica con la fase 2, per poi passare, qualora questa sia accertata, alla fase 3, che è la famosa fase in cui con i vicoli ciechi alcune persone sono sottoposte ad una terapia, altre persone ad un' altra terapia, il cosiddetto randomizzato. noi ci troviamo nella fase 2. questa è una sperimentazione di fase 2, nella quale stiamo valutando il multitrattamento Di Bella nella sua attività biologica, pronti a passare alla fase 3, non appena questa sia dimostrata; pronti, alla fine della fase 2, a riprendere in esame la domanda dei farmaci come cura palliativa, ma adesso non possiamo farlo. ecco perché non è modificabile il famoso articolo 2. ecco perché non possiamo porre a carico del servizio sanitario nazionale, neanche come cura palliativa, neppure per i malati terminali, neppure a scopo compassionevole, un multitrattamento od un farmaco di cui per i tumori non sia stata dimostrata l' attività. ci siamo comportati così sempre. quando si è registrato l' interferone, o siamo passati alla fase 3 dei famosi farmaci per l' AIDS lo abbiamo fatto dopo che le fasi precedenti erano già state svolte, se non in Italia, nel resto del mondo. e non credo che faranno prima di noi il Brasile e l' Argentina, visto che siamo partiti prima e visto che tra tre mesi saremo in grado di dire se questa cura ha almeno attività biologica e di poter passare alla fase 3. le fasi 2, ricordo, sono sempre comunque brevi. c' è un' unica anomalia in questa, che anziché essere svolta su soltanto 600 pazienti si è aggiunto uno studio osservazionale, che fa parte esso stesso della sperimentazione, per poter rispondere, attraverso questo, ad una domanda sociale che nel frattempo era cresciuta, non per i ritardi di qualcuno, ma per un insieme di fattori che non era possibile controllare, perché siamo in un paese democratico dove non si mette il bavaglio all' informazione, perché siamo in un paese dove i magistrati hanno deciso di sostituirsi — ripeto: sostituirsi — ed entrare nel merito delle decisioni degli organi amministrativi e di Governo che avevano preso le decisioni. non è vero che non le avevano prese, perché le decisioni erano state adottate ed erano state di un certo tipo. i pretori hanno deciso di fare altrimenti. attenti a prendere questa strada, perché un giorno potrebbero negare ciò che abbiamo concesso, come oggi hanno concesso ciò che avevamo negato! queste sono sempre strade pericolose. così come si sono sostituiti al medico e alla scienza. non spetta né al Parlamento, né ad una parte politica , né ad un magistrato, né ad un giornale, né ad un ministro dire se una terapia funziona, spetta alla sperimentazione, ed è quello che abbiamo fatto. le cose stanno così. vale per tutto, onorevole Mancuso. non c' è dubbio che esista questo problema e bisogna avere la serenità di affrontarlo, sempre e comunque. insomma, già è faticoso fare il ministro della Sanità , quello della giustizia lo faccia qualcun altro. questo è il contenuto del decreto e questi sono i termini della questione. mi riservo di riprendere in un altro momento la discussione sugli elementi introdotti questa sera, peraltro molto interessanti. ho colto che c' è stata molta sincerità e molta verità da parte di tutti. qualcuno ha detto « attenti che quello che è accaduto può scardinare un sistema che invece noi dobbiamo riformare per rafforzarlo » , ed io vi dico subito che sto da questa parte, credo che non ci siano dubbi; io lavoro per riformare il servizio sanitario nazionale, ma affinché si rafforzi nel suo principio ispiratore, non perché venga smantellato. c' è anche chi, con molta onestà intellettuale, questa sera ha ammesso che tutto ciò accade perché, in realtà, questo sistema non funziona ed è in qualche modo da rivoluzionare. in questi mesi mi ha sempre accompagnato la convinzione che si volesse usare questa vicenda per porre le basi di una riforma radicale, di una controriforma del servizio sanitario nazionale. l' ho detto al Senato e lo ripeto in questa sede: si apra il dibattito, si abbia il coraggio di dire che si vuole cambiare la politica sanitaria . è legittimo, perché la sanità costituisce un tema squisitamente politico. infatti, là dove le risorse sono limitate ed i bisogni crescenti e si tratta di scegliere per allocare risorse, appunto, limitate, c' è sempre di mezzo la politica. in questo paese abbiamo un sistema; in altre nazioni europee ve ne sono altri, negli USA un altro ancora. è legittimo avere idee diverse sulla politica sanitaria . si discuta, ma non si usi una vicenda così delicata per porre un problema politico. questo non si può fare perché lo pagano gli ammalati di tumore e le loro famiglie. chiariremo cosa vuol dire libera scelta nella sanità e se è possibile la libera scelta fuori dalla validazione scientifica; chiariremo se la libertà di cura è uguale ad una sorta di anarchia terapeutica; vedremo se oltre questo sistema c' è più o meno libertà, perché mi risulta che i sistemi assicurativi sono molto più rigorosi dei servizi sanitari nazionali nel valutare le sicurezza, la qualità, l' appropriatezza e l' efficacia delle terapie. sono molto, ma molto più rigorosi. non so, quindi, se ci possiamo trovare d' accordo nel dire che il nostro sistema ha bisogno di dotarsi di strumenti ancora più raffinati per validare l' efficacia e l' appropriatezza delle terapie, perché questa non è burocrazia; questo è un modo intelligente di utilizzare le risorse. sono d' accordo, allora, ad aprire questo dibattito. domani mattina in Commissione si incomincerà a discutere sulla modifica della legge numero 502 ed in settimana al Consiglio dei ministri verrà sottoposto il sistema di revisione della partecipazione al costo delle prestazioni, ai ticket ed alle esenzioni dei cittadini (in base alla delega contenuta nella finanziaria). ci sono poi riforme importanti, come quella riguardante i trapianti, quella sul rifinanziamento della prevenzione in oncologia ed altre. è una stagione che può portare ad una riforma seria del sistema. ho già detto — e parlo in particolare per il silenzioso, questa sera, onorevole Galletti, ma è un silenzio presente anche il suo... no, Galletti non lo ha azzittito nessuno, perché la sua presenza questa sera è la dimostrazione che i problemi che ha posto e che pone il movimento dei Verdi sono seri ed è necessario capire perché 5 milioni di italiani ormai si rivolgono a delle terapie al di là della loro validazione scientifica. c' è una domanda di salute diversa, così come vi sono i problemi posti dagli interventi delle onorevoli Cossutta e Buffo sull' umanizzazione del rapporto terapeutico, sulla crisi della scienza e della comunità medica in questo paese, sulla presunzione che forse ha accompagnato in tutta questa vicenda una certa componente della comunità scientifica. siamo qui per affermare che si aprono possibilità immense di riflessione su tutti questi punti, però dobbiamo farlo con grande serietà. ora sento accusare la commissione unica del farmaco di coprire gli interessi delle case farmaceutiche e lo sento dire proprio da coloro i quali accusavano tale commissione di affamare le aziende farmaceutiche di questo paese, soltanto un anno fa, in occasione della riforma. do atto all' onorevole Costa di avere riconosciuto la saggezza del mio provvedimento in quella circostanza: farmaci uguali, prezzi uguali. quando giustamente si accusano le baronie che invece si sono difese ieri e che si torneranno a difendere domani, allora non c' è onestà politica ed intellettuale nell' affrontare questi argomenti. non è ammissibile che un ministro sia accusato al tempo stesso di togliere la libertà ai medici con la regola dell' incompatibilità ed un anno dopo di voler difendere le baronie degli oncologi: c' è qualcosa che non torna, forse è qualcun altro a cambiare posizione, a seconda della strumentalità delle battaglie da condurre. superiamo dunque questa fase con grande serietà e grande impegno. vorrei dire all' onorevole Costa, che ora non è presente in Aula, che a seguito dell' intervista pubblicata sul Il Corriere della Sera ho convocato la Serono davanti ai Nas per sapere come mai mi era stata data la disponibilità di certi farmaci, che invece era risultata limitata ed insufficiente, e si erano poi rilasciate ai giornali dichiarazioni secondo le quali vi sarebbe tutta la somatostatina necessaria. delle due l' una: o si smentiva questa dichiarazione, o si metteva per iscritto davanti ai Nas che le disponibilità fornite erano quelle ed altre non ve ne erano. l' hanno messo per iscritto e se ne assumeranno la responsabilità, qualora si trovi una distribuzione impropria di somatostatina altrove. tuttavia anche su questo ci siamo dati una regola, di fronte ad una materia prima prodotta da tre produttori nel mondo e che nel nostro paese ha registrato un consumo centuplicato in questi ultimi mesi. tale regola è innanzitutto che, se viene prodotta una fiala, questa serve per le patologie per le quali la somatostatina e l' octreotide erano già state registrate: non è infatti ammissibile che un ammalato che già da prima doveva curarsi con questi prodotti non ne abbia la disponibilità perché essi occorrono anche per la multiterapia Di Bella . se la somatostatina era indicata per le emorragie allo stomaco, va trovata per le emorragie allo stomaco! la regola prevede poi che la seconda fiala prodotta serva alla sperimentazione e che la terza fiala sia venduta a prezzo politico . non può meravigliare che ve ne sia una disponibilità a prezzo pieno, perché essa serve per le vecchie patologie. esatto, per le patologie registrate non può non esserci! abbiamo anche invitato i farmacisti a valutare la possibilità di un passaggio fra le due classi, e questo è un modo rigoroso di procedere. ho inoltre pubblicato la disponibilità delle aziende farmaceutiche e la redistribuzione per dati epidemiologici suddivisi regione per regione: andateli a vedere! se qualche regione è in ritardo, sollecitatela; se le farmacie non distribuiscono, prendetevela con l' ordine dei farmacisti. al Senato sono stata accusata di aver messo il bavaglio: poiché me lo avete chiesto, rispondo allora che ho chiesto espressamente a tutti coloro i quali sono impegnati nella sperimentazione di astenersi dal rilasciare dichiarazioni o partecipare a convegni o conferenze sul metodo Di Bella . per fare nomi e cognomi, vi dico che chi è andato per ultimo ad una certa trasmissione non è responsabile di alcun protocollo di sperimentazione. va bene questo? aggiungo un ulteriore elemento, del quale assumo tutta la responsabilità: di fronte a chi chiede, durante gli intervalli delle partite allo stadio, di espellere alcuni oncologi dalla commissione oncologica, mi sono assunta personalmente la responsabilità che quegli stessi nominativi fossero presenti, insieme al professor Di Bella , a decidere in ordine ai protocolli. come non erano ammessi pregiudizi nei confronti del professor Di Bella , non potevano essere ammesse esclusioni di membri della comunità medica oncologica e scientifica di questo paese. me la sono assunta io la responsabilità! se io mi sono assunta questa responsabilità e se ho chiesto a chi partecipa alla sperimentazione di rimanere in silenzio, vi pregherei di dire anche a chi usa persino gli intervalli delle partite per rilasciare dichiarazioni di usare su questa materia un po' più di delicatezza, di attenzione e di pudore! io la registrazione di quella domenica ce l' ho! mi dispiace: così è! vorrei aggiungere un' altra cosa: i famosi « salvavita » sono tornati in fascia A e non erano andati in fascia C per una decisione burocratica: purtroppo anche la commissione unica del farmaco ed il ministro che la presiede sono sottoposti alla legge. e quando questa stabilisce che, se un farmaco ha un costo superiore al prezzo medio europeo, non può più essere rimborsato e le case farmaceutiche ricattano aumentando di poco quel prezzo...... purtroppo fin quando non si riesce ad ottenere il riallineamento del prezzo... questo è successo e dopo un mese sono stati riallineati i prezzi. però torno a dire: non le difendete la prossima volta! non le difendete, se ci troveremo a dover assumere provvedimenti che potranno risultare illiberali! quei farmaci sono tornati in fascia A! nessuno può togliere ad una casa farmaceutica la libertà di cambiare il prezzo, purtroppo. appunto, siccome quei tempi sono passati... detto questo, aggiungo un' ultima riflessione. se le cose stanno così, non è che questo decreto sia « blindato » ... questo decreto è già stato modificato... sì, è stato modificato al Senato e in quella sede sono stati respinti molti emendamenti che avete presentato, anzi tutti, e per lo stesso motivo per il quale sono stati respinti in quella sede non potrebbero non esserlo in questa, perché sono volti a portare modifiche che metterebbero in discussione le finalità e gli obiettivi di questa sperimentazione. a meno che non si voglia la soddisfazione di apportare modifiche marginali. ma ciò... appunto: non serve a niente! come dicevo, le modifiche sostanziali snaturano il provvedimento e quelle che era possibile apportare sono state apportate, compiendo un percorso che è stato condiviso dall' opposizione in Senato. ritornare sugli elementi sostanziali e fondamentali ai quali ho fatto riferimento nella mia replica vorrebbe dire snaturare non tanto questo provvedimento, ma tutto il percorso che abbiamo delineato per arrivare ad una parola di certezza su una vicenda così difficile. dopo le assicurazioni che ci siamo reciprocamente forniti, questa sera chiedo a tutti, così come ho chiesto alla maggioranza con la quale abbiamo assunto reciproci impegni, di non insistere con gli emendamenti e di predisporre ordini del giorno per segnalare quegli elementi che, finita l' attuale fase di sperimentazione, potranno tornare ad impegnare in maniera diversa il Governo. mi sembra che più di questo non si possa dire, se non rimettendo in discussione il cammino che, lo ripeto, è stato faticoso per tutti e nel quale ciascuno di noi ha dovuto assumersi le proprie responsabilità. siamo qui pronti a renderne conto, ma consentiteci di esercitarle alla luce dei principi che hanno guidato le nostre scelte.