Valter VELTRONI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 333 - seduta del 25-03-1998
Concernenti la moralizzazione della vita pubblica
1998 - Governo I Amato - Legislatura n. 11 - Seduta n. 155
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

onorevole Carazzi, mi consentirà, in premessa, di introdurre un elemento, che d' altra parte lei stessa ha introdotto nella sua illustrazione, di attualizzazione in riferimento alle notizie giunte oggi. queste notizie confermano, sulla base dei rapporti che sono stati predisposti dalla Commissione europea e dall' Istituto monetario europeo, che l' Italia sarà parte del primo gruppo dei paesi che daranno vita all' unione monetaria europea. questo obiettivo, che quando è cominciato il nostro lavoro appariva assai difficilmente realizzabile, è oggi centrato e credo sia una grande garanzia sul futuro del nostro paese. ritengo che di questo abbia ragione di essere soddisfatto il Governo per l' azione che ha svolto, ma complessivamente possono essere soddisfatti il Parlamento e il paese, perché si tratta del raggiungimento di un obiettivo che dà garanzia di sviluppo e di futuro all' Italia. nell' interrogazione si chiede al Governo se non voglia ridiscutere e ricontrattare i parametri di Maastricht. in verità, vorrei ricordare che quando è iniziato il nostro lavoro nessuno dei cinque parametri di Maastricht era nell' ordine delle cose possibili. li abbiamo invece già raggiunti con uno sforzo di portata storica. la questione, perciò, è non più quella di una loro discussione, ma quella del nuovo scenario di dimensione europea in cui ci accingiamo ad operare. vorrei anche aggiungere che abbiamo chiesto dei sacrifici al paese per raggiungere questi obiettivi, ma per una volta questi sacrifici vedono quell' obiettivo raggiunto. questo introduce un elemento di ulteriore valutazione sul senso di questa sfida europea che credo dobbiamo tutti considerare. per un paese come il nostro, restare fuori dalla moneta unica , e quindi rientrare in una situazione di instabilità economica, avrebbe significato continuare a sostenere elevati tassi d'interesse e con essi un flusso di pagamenti per il servizio del debito intorno al 10 per cento del prodotto interno lordo . non solo quindi una situazione finanziariamente fragile, ma anche la peggiore situazione possibile dal punto di vista della distribuzione dei redditi. grazie alla scelta che abbiamo fatto, in due anni i pagamenti pubblici per interessi si sono ridotti di quasi due punti percentuali del Pil. questo significa decine di migliaia di miliardi sottratti alla rendita e restituiti alle attività produttive e all' occupazione. questo significa, soprattutto, più spazio alla crescita economica , una crescita che non a caso ha assunto nel corso del 1997 un profilo di netta ascensione (più 1,9 nel secondo trimestre dell' anno, più 2,2 nel terzo trimestre e più 2,8 nel quarto trimestre). vorrei soltanto ricordare che noi abbiamo raggiunto gli obiettivi di risanamento finanziario avendo al tempo stesso una ripresa economica di questa natura. giustamente lei, onorevole Carazzi, pone il problema dei frutti di questi dividendi che l' ingresso in Europa ci garantisce. posso ribadirle che la stessa intensità che ha messo nel raggiungimento dell' obiettivo europeo, in coerenza con la politica di risanamento e non in sostituzione di essa, il Governo intende applicarla per garantire lo sviluppo del Mezzogiorno e la lotta alla disoccupazione. in questa direzione ci sentiamo fortemente impegnati e avvertiamo di avere una solidarietà europea nuova, di cui l' incontro di Amsterdam è stato un passo in avanti consistente. di questo abbiamo discusso ieri con i sindacati e con le organizzazioni sociali, perché questo obiettivo costituisce la priorità assoluta dell' azione del governo .