Pier Ferdinando CASINI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 277 - seduta del 28-11-1997
Disposizioni tributarie urgenti
1997 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 277
  • Attività legislativa

signor presidente , credo sia chiaro a tutti, soprattutto a coloro i quali assistono ai lavori del Parlamento e seguono questa discussione, come da parte nostra, da parte dell' opposizione, non si stia cercando di perdere tempo, utilizzando espedienti per evitare la conversione del decreto legge in esame. se questo fosse l' obiettivo, sarebbe sicuramente assai limitato e potrebbe essere visto soltanto in negativo. in realtà, la nostra è una posizione più complessa, una posizione che tende a recuperare le ragioni primarie della centralità del Parlamento nel dibattito sulle grandi scelte economiche e finanziarie di questo paese. in questi ultimi periodi, tutti protesi, come giustamente siamo, all' ingresso in Europa, abbiamo forse trascurato un approfondimento sul tentativo che il Governo aveva posto al centro del suo programma di intervento sugli squilibri strutturali della spesa pubblica italiana. il presidente Prodi e i suoi ministri si sono impegnati di più a cercare di rientrare nei parametri di Maastricht, ricorrendo a qualche operazione di plastica facciale, piuttosto che ad intervenire, come sarebbe stato assolutamente necessario, sugli squilibri strutturali della spesa pubblica italiana. infatti, siamo andati avanti a base di tamponi o tamponcini ed il Governo è intervenuto con l' eurotassa e con le modifiche delle aliquote Irpef; ora stiamo preparandoci ad una Irap che colpirà soprattutto il ceto medio produttivo. in tale contesto, però, manca un disegno. manca la capacità di intervento sugli squilibri strutturali che sono maturati in questi anni nella spesa pubblica italiana; manca la possibilità di creare le condizioni perché l' aggancio del nostro paese con l' Europa non sia astratto nei parametri, ma ci consenta duraturamente, nei prossimi anni, di rimanere attaccati al convoglio europeo. noi, come opposizione, temiamo — e lo temiamo con estrema lealtà e sincerità: esprimiamo questa considerazione scevra dall' attualità del dibattito politico — che una volta raggiunti i parametri di Maastricht, in realtà per l' Italia sia molto difficile rimanere agganciati al carro europeo e che si debba pagare un costo sociale molto forte, poiché il Governo che oggi dirige il nostro paese ha rinunciato a porsi obiettivi di più alto respiro. perché ha rinunciato a porsi questi obiettivi? perché ha rinunciato a fare una politica. perché ha rinunciato a fare una politica? perché non può farla, in quanto la maggioranza che lo sostiene è così eterogenea e così pesantemente coinvolta dall' impostazione dirigista ideologica statalista della sinistra di Rifondazione comunista che non riesce a spiccare il volo nelle scelte che pure enuncia di mese in mese e poi puntualmente rinvia. lo abbiamo visto in occasione, ad esempio, della manovra preannunciata, strombazzata più volte dal Governo, sullo stato sociale : una riduzione di 9 mila miliardi, un intervento di 9 mila miliardi, una crisi politica seguita a questo annuncio che ha finito per ridurre l' intervento del Governo a 2.750 miliardi. la differenza di 6 mila miliardi all' anno non è cosa da poco: non solo è tanto per l' entità della cifra, ma anche perché è lo specchio di una rinuncia a colmare quello squilibrio strutturale nel sistema previdenziale italiano che finirà per gravare inevitabilmente sulle prossime giovani generazioni. se si fosse realizzato, col presidente Berlusconi e con il ministro del Lavoro Mastella, un intervento sulla previdenza come si era ipotizzato, avremmo rinunciato ad intervenire.... avremmo certamente realizzato una riforma con un costo sociale limitato, e per quest' anno ci saremmo potuti risparmiare l' eurotassa, perché già in questo esercizio finanziario le entrate sarebbero potute aumentare di una cifra assai consistente. questo Governo ci obbliga a vivacchiare; entrerà nei parametri di Maastricht, ma ci renderà assai difficile la permanenza senza costi sociali enormi. qualcuno dice che questo Governo trucca i conti. non voglio arrivare a definire falsari coloro che hanno la responsabilità primaria dei conti dello Stato, ma basta essere nelle condizioni, come molti imprenditori, di chiedere un rimborso all' ufficio IVA per capire che entreremo nei parametri di Maastricht anche con metodi sleali, ad esempio congelando i rimborsi che si dovrebbero dare ai cittadini destinatari a tutti gli effetti degli stessi. esiste sostanzialmente un' incapacità di affrontare i nodi ed esiste un impegno a tutti i livelli per fare questa grande operazione cosmetica di plastica facciale. davanti ad una situazione di questo tipo, l' opposizione fa il suo dovere, cerca di emendare e migliorare; non può privarsi del diritto dovere di una proposta alternativa. perché l' opposizione è spinta a forme di impegno in quest' Aula che possono rasentare l' ostruzionismo? signor presidente , non sfugge che se l' opposizione conduce una battaglia parlamentare aspra come questa, lo fa perché non vi è da parte del Governo alcuna disponibilità ad accettare un confronto leale. la posizione del Governo appare chiara dalla vicenda che abbiamo approfondito con il decreto legge sull' IVA. l' opposizione ha presentato degli emendamenti, ma vi era stato anche un impegno alla conversione. questi emendamenti non si vogliono discutere; il Governo appone continuamente la fiducia. quanta ipocrisia vi è stata nei mesi scorsi quando si parlava degli impegni che il Governo assumeva per non porre sistematicamente la questione di fiducia ! ricordo che vi sono state trenta fiducie in poco più di 500 giorni. la maggioranza è stretta tra le contraddizioni di chi sostiene il Governo, per cui viene spinta a non accettare un confronto parlamentare che porti a modifiche. a quel punto si chiude sistematicamente nel suo fortilizio, non accetta modifiche, non accetta che vengano presentati emendamenti, non accetta che si discuta liberamente in quest' Aula ed è in corso un' operazione di espropriazione vera e propria del Parlamento. quando sento l' onorevole Mussi che dice che noi vogliamo impedire, con la bocciatura del decreto legge in esame o prendendo tempo, l' ingresso dell' Italia in Europa, si assume una responsabilità molto forte, perché l' aggancio in Europa il Governo deve assicurarlo sulle cose che contano, sulla manovra strutturale che non è mai riuscito a completare. su questo decreto legge il Governo doveva fare una sola cosa: accettare liberamente il confronto parlamentare in quest' Aula, perché l' opposizione non si può sistematicamente piegare.