Silvio BERLUSCONI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 277 - seduta del 28-11-1997
Disposizioni tributarie urgenti
1997 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 277
  • Attività legislativa

signor presidente , signori deputati, devo preliminarmente chiarire che Forza Italia e gli altri partiti del Polo delle libertà non hanno negato la sede legislativa per il provvedimento all' esame del Senato per fare ostruzionismo, ma perché in profondo dissenso rispetto alla volontà del Governo, che tende a restituire le multe agli agricoltori soltanto parzialmente e soprattutto soltanto per un anno; da sempre, invece, abbiamo dichiarato che riteniamo un fatto di giustizia che la restituzione avvenga per un periodo che riguardi gli ultimi tre anni. partecipo anch' io, richiamato dalla Sicilia dove mi trovavo per la campagna delle elezioni amministrative che colà si svolgeranno domenica prossima, perché voglio sottolineare che non abbiamo assunto a cuor leggero la decisione di una serie di interventi, che stiamo dimostrando di saper portare avanti, soltanto per fare ostruzionismo ed acquisire maggiore visibilità in quanto opposizione che molto spesso viene considerata inesistente, debole, divisa; credo, invece, che abbiamo sempre fatto un' opposizione responsabile. ricordo a chi l' avesse dimenticato che siamo stati anche disposti al dialogo, che grazie al nostro intervento si è evitata al nostro paese una gran brutta figura sulla scena internazionale, quando il presidente Prodi, tornando dal Consiglio delle Nazioni Unite , si trovò a non avere dietro di sé la maggioranza e soltanto il nostro intervento, che fu sofferto soprattutto per i nostri sostenitori, consentì al Governo di inviare in Albania la missione che era stata già promessa dal presidente del Consiglio agli organismi internazionali. riteniamo di svolgere qui il nostro compito e di rappresentare gli interessi dei nostri elettori e di tutti di cittadini per due fondamentali ragioni. la prima è che non ci sembra più accettabile l' uso scientifico, sistematico della fiducia (trenta volte in poco più di cinquecento giorni), quando la maggioranza non è convinta fino in fondo delle proprie ragioni e teme che le ragioni esposte dall' opposizione con la presentazione dei suoi emendamenti possano convincere parlamentari che fanno parte della stessa maggioranza ad accettare alcune delle indicazioni migliorative che l' opposizione propone. riteniamo che si calpesti il nostro diritto a rappresentare gli elettori, il nostro diritto nel Parlamento a rappresentare le ragioni del nostro dissenso, il nostro diritto a rappresentare dentro al Parlamento ciò che consideriamo utile come sforzo collaborativo per migliorare le decisioni e i provvedimenti di questo Governo. un Governo, peraltro, che come abbiamo visto (credo non sia mai successo nella storia della Repubblica), presenta dei provvedimenti, li corregge, si pente, li ricorregge, dice e disdice continuamente. quest' opposizione, anche nell' occasione dell' esame parlamentare del decreto sull' IVA, aveva dichiarato certo di volere insistere sui propri emendamenti ma aveva anche, attraverso le votazioni che si erano svolte al ritmo di poco più di quattro minuti ciascuna, dato concretamente dimostrazione di una volontà di collaborazione, naturalmente critica ma pur sempre collaborazione. la nostra, quindi, è stata una decisione di contrasto alla inopinata decisione del Governo di porre su quel decreto la questione di fiducia . credo tuttavia che vi sia una seconda importante ragione che chiarisce ciò che stiamo portando innanzi in questa sede: è la nostra preoccupazione per la politica economica e fiscale di questo Governo. il provvedimento sull' IVA peserà, già a partire da Natale, sulle tasche dei contribuenti, su alcune categorie e non su altre: per esempio, di fronte alla protesta degli agricoltori, non possiamo dimenticare che vi è un 11 per cento di aumento che penalizzerà per 300 milioni i produttori di vino del paese, un settore che è già in crisi e che si trova a sopportare una concorrenza internazionale sempre più forte. è inoltre un provvedimento che si aggiunge alle tante altre misure che hanno portato il Governo a non mantenere le sue promesse ed hanno fatto aumentare la pressione fiscale già di due punti, mentre ora con le nuove misure si pensa ad un possibile aumento superiore ai 4 punti. ricordo quindi che questo provvedimento si aggiunge all' eurotassa, alla modifica delle aliquote Irpef, alla prossima Irap e colpirà soprattutto il ceto medio produttivo; esso, insieme con tutti gli altri provvedimenti, si indirizzerà soprattutto sull' Italia che lavora e che produce. non possiamo, quindi, non denunciare un orientamento ideologico dettato dalla parte estrema di questa maggioranza, che ancora si propone con ricette arcaiche e ancora crede di dover sostenere una lotta in difesa della classe operaia , vedendo tuttora nel mondo del lavoro e dell' impresa qualcosa di negativo. credo che questi condizionamenti della sinistra stiano costringendo il Governo ad un' azione di politica economica e fiscale che è esattamente il contrario di ciò di cui avrebbe bisogno il paese. devo dire che siamo molto preoccupati anche per la finanziaria, per come è stata presentata e per come il Governo ha contraddetto se stesso ed il proprio documento di programmazione economico-finanziaria , nonché gli impegni assunti dal ministro Ciampi in occasione del patto di convergenza con gli altri partner europei; questo è avvenuto anche quando il Governo ha negato quella riduzione di 9 mila miliardi dello stato sociale , che è stata portata a soli 2.750 miliardi. si presenta un buco nel bilancio, con una differenza di 6 mila miliardi all' anno, che per i tre anni previsti dal documento di programmazione economico-finanziaria fanno 18 mila miliardi; non vediamo dove e come possano essere recuperati, o meglio lo vediamo: saranno recuperati con una manovra ed ancora una volta con una sottrazione di denaro dalle tasche dei contribuenti e dagli investimenti produttivi. credo tuttavia che la cosa ancora più grave sia il ricorso agli artifici e ai trucchi contabili nel bilancio. vi sono state denunce autorevoli: l' economista Giavazzi, già dirigente del ministero del Tesoro , pochi giorni fa, sul primo quotidiano italiano, ha citato la somma di 143 mila miliardi, di cui almeno 43 mila saranno passati come un debito nel bilancio degli anni successivi. ecco, noi crediamo che non si possa pensare di cambiare le carte in tavola , che non si possa continuare a mettere la spazzatura sotto il tappeto, che questo Governo si stia macchiando di una colpa grave: quella — concludo, signor presidente — di non fare le riforme e di illudere gli italiani che si possa entrare nel sistema della moneta unica e restarci senza fare le riforme, un' illusione pericolosa a cui tuttavia questa maggioranza è chiamata necessariamente, perché sa benissimo che, se davvero mettesse mano alle riforme, non esisterebbe più, si frantumerebbe e il Governo non avrebbe più la sua maggioranza!