Massimo D'ALEMA - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 256 - seduta del 16-10-1997
Approvazione ed esecuzione del Protocollo relativo all’ammissione della Grecia e della Turchia al Trattato Nord Atlantico del 4 aprile 1949, firmato a Londra il 22 ottobre 1951.
1997 - Governo VII De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 850
  • Comunicazioni del governo

signor presidente della Camera, colleghi deputati, signor presidente del Consiglio , credo di condividere con una larga parte dei nostri concittadini il senso di sollievo per la soluzione che si è data a questa crisi e per il fatto che non solo il Governo ma il paese possano riprendere il cammino. penso che questo sollievo non appartenga solo ai sostenitori dell' Ulivo, del centrosinistra, delle forze politiche che sostengono il Governo; ma ritengo che, più in generale, anche fra quanti si oppongono al Governo o non ne condividono le scelte, ormai nel nostro paese è venuta crescendo una sensibilità democratica europea: la considerazione che la stabilità è un valore, l' idea che governare è un impegno serio, non è soltanto un diritto di chi vince le elezioni ma è un dovere. l' Italia, dunque, può riprendere il suo cammino verso l' Europa, ma anche verso le riforme, verso le riforme sociali e verso le riforme costituzionali , che ci devono dare un sistema politico più efficace, più europeo, capace di decidere meglio, di garantire al tempo stesso controllo, partecipazione e governabilità. siamo contenti del risultato, abbiamo lavorato per questo, non per lo scontro. anche la fermezza nell' indicare come unica alternativa alla ricomposizione di questa maggioranza le elezioni, non come scelta ma come inevitabile sbocco di una crisi aperta senza prospettive, anche questa fermezza era al servizio della ricerca di un accordo, non di una resa dei conti . d' altro canto, la sinistra democratica ha lavorato in tutti questi anni per garantire serenità e stabilità al paese, nella convinzione che questa fosse, che questa sia l' unica condizione minima e necessaria per aprire la strada ad una rinascita civile, economica e sociale dell' Italia, nell' ora forse più difficile della sua storia del dopoguerra. questa politica, innanzitutto al servizio del paese, ha dato i suoi frutti ed ha concorso a creare le condizioni per quella rinascita che è in atto. la libertà delle forze politiche , la libertà del confronto non è, a mio giudizio, e non potrà più essere possibilità arbitraria di far prevalere gli interessi di partito e la litigiosità sugli interessi generali del nostro paese. contro, insorge l' opinione pubblica . il bipolarismo non è un astratto schema politicistico ma, l' abbiamo visto in questi giorni, corrisponde ad un diffuso sentire, che non cancella le diverse identità politiche ma che fa prevalere su di esse il senso di una comune responsabilità. questa comune responsabilità è il quadro entro il quale vogliamo che si sviluppi un dialogo e un confronto nella sinistra italiana. non abbiamo affatto escluso di avere anche noi sbagliato nel passato. non posso escludere che la passione, che sempre anima il dibattito fra chi ha una storia comune che si intreccia, fatta di vittorie, di sconfitte, di sentimenti anche comuni... è difficile discutere serenamente... è difficile discutere serenamente e spesso le discussioni più accese sono quelle che si sviluppano in famiglia. credo che dobbiamo compiere uno sforzo, noi per primi come forza politica maggiore, per comprendere le ragioni di una sinistra diversa da noi, che esiste nel nostro paese come in altri paesi del mondo occidentale e con la quale dobbiamo continuare a discutere nel quadro di una comune responsabilità. questo non deve e non può impedire a noi di sviluppare, nel confronto, una emulazione che faccia crescere la nostra peculiare identità, che è quella di una sinistra innovatrice, riformista, europea, di cui penso l' Italia abbia massimamente bisogno e senza la quale la sinistra non avrebbe mai raggiunto la sfida e la prova del Governo del nostro paese. vedete, se noi alziamo lo sguardo al di là della vicenda che ha interessato ed appassionato in questi giorni la politica italiana , ci rendiamo conto che la nostra crisi è stata alle prese con problemi che riguardano tutti i grandi paesi europei alle soglie dell' unione monetaria . in uno studio interessante degli uffici della Camera si scopre che quasi tutti i paesi europei hanno conosciuto sulla strada della moneta unica profonde crisi politiche , elezioni anticipate , difficoltà delle maggioranze e delle alleanze sociali di Governo. penso dunque che anche la crisi italiana vada vista in questo quadro, nel quadro cioè di una difficoltà delle democrazie europee sulla via della moneta unica , grande scelta politica di questo fine secolo, di conciliare le ragioni della mondializzazione con quelle della difesa e del rinnovamento del patto sociale , che ha caratterizzato le democrazie europee, con le ragioni dell' occupazione di fronte ai problemi posti dalla terza rivoluzione industriale. occupazione, orario, riforma dello stato sociale sono i termini comuni del dibattito, della ricerca, del confronto in Europa, non sono motivi di una rissa provinciale della politica italiana . ed io credo che il valore delle risposte che il Governo ha indicato ed intorno alle quali, alla fine, si è ricostruita l' unità di intento della maggioranza stia proprio nel fatto che tali risposte non isolano l' Italia in un tentativo autarchico, che sarebbe destinato a fallire, ma collegano il riformismo italiano al migliore riformismo europeo, che sarà nei prossimi giorni alla prova di sfide difficili. parliamo dell' Europa: l' Europa sta preparando il vertice straordinario del Lussemburgo sull' occupazione e a quella riunione noi andiamo anche con il contributo di questo dibattito, se lo liberiamo dalla propaganda e se cerchiamo di vedere quale apporto può dare il nostro paese. il tema dell' orario di lavoro è un grande tema europeo. vorrei ricordare all' onorevole Giovanardi che è un tema caro soprattutto al sindacalismo cattolico, più che marxista, per la verità, se vogliamo studiarlo nella sua genesi. si vede però che quel sindacalismo cattolico, che pure ha formato parte della sua tradizione politica, lei lo ha dimenticato! il tema dell' orario di lavoro è un grande tema europeo ed è anche un grande tema moderno; è una grande tendenza del nostro tempo la riduzione del tempo di lavoro necessario e la conquista di un tempo per la vita, per gli affetti, per la cultura. io penso, diversamente in questo dall' onorevole Bertinotti, che non ci sia qui la soluzione salvifica del problema dell' occupazione, ma vedo questo processo nel quadro di una politica più complessa che sappia riorganizzare tempi di lavoro e tempi di vita, che sappia riorganizzare il rapporto tra lavoro e formazione, non nella visione semplicistica del suddividere il lavoro che c' è, e che si colleghi ad una strategia complessa di riforme sociali. io credo, poi, signor presidente del Consiglio , che ogni ricerca sui temi dell' occupazione nel nostro paese non possa prescindere dal fatto che la disoccupazione italiana ha un nome: questo nome è Mezzogiorno. pensare di affrontare la disoccupazione senza rimettere al centro della vita politica e dell' impegno di Governo il Mezzogiorno credo sarebbe un' illusione pericolosa... su questi temi, lavoreremo ora con maggiore serenità: essi sono il banco di prova essenziale dell' azione riformatrice del Governo. vorrei dire che, mentre il Governo lavorerà sulle riforme sociali e sul lavoro, il Parlamento potrà riprendere il suo impegno sulle grandi riforme costituzionali ... vi è un comprensibile disappunto e bisogna che tutti ci rendiamo conto che non vi sono scorciatoie: questa è la logica del sistema maggioritario . bisogna mettersi a lavorare, con pazienza, con fatica, elaborare idee, programmi, ritessere rapporti nella società, se posso permettermi di dare un consiglio all' opposizione. vedete, spero, per quanto vi siano segni contrari, come questo elemento di stabilità che si introduce nella vita politica possa consigliare a tutti, a noi in primo luogo, uno sforzo per elevare il confronto politico. in gioco ci sono i grandi problemi che riguardano il destino dell' Italia, l' assetto della Pubblica Amministrazione e del sistema fiscale, le politiche industriali , le riforme costituzionali . uscire dalla propaganda per andare ad un confronto su questi temi è la sfida da cui dipende chi vincerà domani; altrimenti tutto si riduce ad una discussione, mi sia permesso, anche abbastanza contraddittoria, dalla quale alla fine i cittadini a cui si rivolgeva l' onorevole Pisanu non capiranno se l' onorevole Bertinotti è un prigioniero politico , costretto dal regime a sostenere il Governo, o è il vincitore da cui il Governo prenderà ordini da oggi in poi. la propaganda è cattiva consigliera. così, spero che torni il momento del confronto. ho apprezzato, nella conclusione dell' intervento dell' onorevole Pisanu, il riferimento al lavoro che riprende nella Commissione bicamerale... è del tutto evidente, in effetti, che il lavoro che si è svolto nella Commissione bicamerale è avvenuto con assoluta libertà, senza condizionamenti di maggioranza, senza vincoli. vorrei dire ad un attento osservatore che paventa oggi su un grande quotidiano che possa esservi un patto segreto, per cui l' Ulivo avrebbe scambiato con Rifondazione il sostegno al Governo con la tutela di qualche aspetto proporzionalistico della legge elettorale , che vi è da trasecolare. evidentemente quel giornale era disattento il giorno in cui in bicamerale il Polo, insieme a Rifondazione e ad altre forze della maggioranza, votò contro la proposta di segno maggioritario avanzata dal Pds. ciò a conferma del fatto che nel lavoro della Commissione bicamerale vi è stato un confronto aperto, si sono formate via via maggioranze di carattere istituzionale, al di fuori di ogni logica partitica o di Governo. e continuerà così nell' esame degli emendamenti che ancora dobbiamo discutere e poi nell' esame da parte delle assemblee del nuovo disegno di riforma costituzionale . ecco, io credo che tra i fatti più importanti dell' esito positivo di questa crisi di Governo vi sia che il Governo continua a governare e noi possiamo riprendere il cammino delle riforme. credo che anche per questo molti italiani siano sollevati e contenti in questi giorni e sono convinto che, passato il disappunto di queste ore, sapremo tutti dimostrare agli italiani che assumiamo quella comune responsabilità nella costruzione di una nuova democrazia che è la condizione per affermarci come classe dirigente .