Umberto BOSSI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 254 - seduta del 09-10-1997
1997 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 254
  • Comunicazioni del governo

l' onorevole presidente del Consiglio doveva dare poche e possibilmente precise risposte a Bertinotti, all' Assemblea, all' opinione pubblica , ma a me pare che non le abbia date. ha ripetuto più o meno quello che aveva già detto l' altro ieri, intessendo un panegirico omerico della necessitata azione vessatoria del suo Governo. naturalmente ha scaricato tutto sulla necessità di approdare al paradiso europeo, per la prima fase dell' euro. l' Europa, insomma, è diventata il grande alibi per cavare sangue dalle rape, perché l' Italia andrà in Europa per motivi politici più che per motivi e per meriti economici e finanziari. ci aiuta la Francia che, per paura di una Europa tedesca, si ritaglia il ruolo di mediatrice che ha bisogno della compresenza di paesi come l' Italia. i criteri di Maastricht sono in realtà alibi per obbligare a politiche di bilancio classi politiche e dirigenze latrocinanti come la nostra. non c' è dubbio che da parte del presidente ci siano state solo risposte negative alle richieste avanzate da Rifondazione comunista . ad esempio, per quanto attiene alla riduzione dell' orario di lavoro , la richiesta di ridurre a 35 ore settimanali il lavoro dei dipendenti costituirebbe una conquista sociale che varrebbe più agli effetti del benessere, cui è umano che tutti aspirino, ma che non funzionerebbe ai fini dell' aumento della occupazione, perché avrebbe l' effetto di un innalzamento del costo del lavoro , dal momento che aumenterebbe la richiesta di lavoro straordinario e via dicendo. in tal modo si spingerebbero le imprese ad investire in macchinari o ad andarsene « fuori dalle scatole » , perché anche questo capita sempre di più. è bene allora che in questa sede ognuno si assuma le proprie responsabilità. ricordiamo che è dal tempo di Mussolini che il pubblico impiego lavora « solo » 36 ore settimanali — lo dico fra virgolette, nel caso qualcuno si offenda — dal momento che il fascismo a tale proposito aveva inventato la formula « sei per sei uguale trentasei » . quindi il lavoratore pubblico lavora molto meno di quello del sistema privato. in secondo luogo devo ricordare alla sinistra tutta, magari anche a qualche illustre sindacalista che è seduto tra questi banchi, che in fondo, a proposito di orario di lavoro , Bertinotti è stato coerente e anche moderato rispetto a voi che, fino a pochi anni fa, gridavate nelle piazze e qui dentro: più salari, meno orari! ve ne siete forse dimenticati? Bertinotti, con moderazione rispetto a voi (sbaglia, a nostro avviso), in fondo chiede solo uguale salario e meno orario. quanto alle pensioni di anzianità, la Lega ritiene che non debbano essere toccate. i lavoratori hanno pagato a loro tempo e oggi devono riscuotere: i patti si rispettano! bisognava fare bene i conti, ed era difficile anche per il ragionier Monorchio, che sa usare i conti come la « cicca » americana, perché sa tirarli come vuole, però è difficile capire cosa sia un lavoratore che svolge un lavoro usurante, che cosa sia un operaio rispetto agli altri. secondo noi sarebbe stato più giusto che, ai fini della pensione, i lavoratori del settore pubblico e privato venissero considerati distintamente. quelli del settore privato, che sono soprattutto padani, hanno pagato tutto, fino all' ultimo centesimo e anche oltre, a differenza dei lavoratori del settore pubblico , che hanno goduto di vari « scivoli » legati ai prepensionamenti. direi che il pubblico impiego ha lavorato nove anni in meno agli effetti pensionistici rispetto al settore privato. il lavoratore pubblico gode di contributi virtuali per nove anni, come minimo! che dire poi del fatto che i lavoratori pubblici al momento di andare in pensione vengano promossi automaticamente al livello superiore? queste erano le cose da correggere, caro Bertinotti! l' anomalia italiana esiste, ma non è quella che sosteneva il commissario europeo Monti ieri sera e cioè che i lavoratori italiani non vanno in pensione a 65 anni, come gli altri lavoratori europei e che quindi bisogna tagliare, eccetera eccetera. l' anomalia è altrove: in Italia solo il 43 per cento del costo aziendale dei lavoratori finisce in busta paga , a fronte di un 60-80 per cento degli altri paesi europei ! questa è la vera anomalia! i nostri lavoratori del settore privato pagano enormemente di più dei loro colleghi europei. esiste un' altra anomalia, e so che dà fastidio: ci sono due paesi in uno, senza la mediazione nella Costituzione. ebbene, è proprio così! questa era la prima cosa da fare, non la bicamerale! ecco una riforma vera, forte con cui far resistere questa specie di baraccone con due casse in comune, per le quali va trovata la « quadra » . come voterà la Lega in questa situazione? votiamo contro il Governo. non c' è il minimo dubbio che il presidente del Consiglio debba andare nelle « sfere celesti » a presentare le sue dimissioni.